L’isola d’Elba da Rio Marina al golfo di Lacona

Circum-camminando

Dal 17 al 19 maggio 2024

 

L’Elba, narra la leggenda, è una delle sette perle scivolate in mare dalla collana di Afrodite mentre nasceva emergendo dalle onde. Una perla colorata, cangiante e di grande valore naturalistico e ambientale, riconosciuta con l’istituzione, nel 1996, del Parco Nazionale.

Le ampie vedute che si colgono dalle creste battute dal vento sono sempre regali straordinari; muovendosi lungo strade e sentieri che si inerpicano per i colli profumati di macchia mediterranea tra i terrazzamenti è possibile raggiungere santuari, eremi, piccoli borghi, fortezze e miniere.

Le vigne, gli ulivi, gli orti, le cave di granito sono un mosaico di antichi saperi da scovare e che vi lasceranno il desiderio di tornare.

Nella parte di Elba che scopriremo, a colpirci sarà in particolare la ricchezza dei minerali che dipinge le rocce e le sabbie. L’approdo nel placido borgo di Rio Marina, dove si ritrovano le radici minerarie degli uomini che hanno scavato nel cuore dell’isola, ci farà entrare subito in un mondo coloratissimo.

Capoliveri è uno dei borghi più belli dell’isola, la porta per accedere al promontorio del Calamita, il quale deve il suo nome ad una concentrazione di ferro talmente alta da far deviare gli aghi delle bussole. Qui avremo modo di fermarci su alcune delle sue bellissime spiagge incorniciate da resti di archeologia industriale.

Il Golfo Stella e di Lacona offriranno l’ultimo giorno panorami mozzafiato.

 

Durata: 3 giorni / 2 notti (3 giorni di cammino)

 

Cosa vedremo:

Rio Marina, le miniere e il laghetto rosso delle Conche, Ortano, lago di Terra Nera, Porto Azzurro, Capoliveri, Promontorio del Calamita e miniere, golfo di Lacona e Capo Stella

 

 

PROGRAMMA

 

17 maggio: parco Minerario di Rio Marina, Laghetto delle Conche, promontorio di Ortano, laghetto di Terra Nera e Porto Azzurro

Percorso all’interno del parco Minerario per vedere il laghetto rosso delle Conche (7km,200m+e240m-)

Rio Marina – Porto Azzurro Cala Barbarossa (11 km – dislivello +360/-350mt.)

Ho diviso in due il percorso perché volendo si può scegliere di non fare il primo anello verso il lago delle Conche e fare solo l’itinerario verso Porto Azzurro con partenza da Rio Marina

 

Appuntamento a Piombino. Traghetto per Rio Marina alle 8.20, arrivo alle 9.05

Il primo itinerario ripercorrendo le strade un tempo utilizzate per il trasporto del minerale estratto consente di visitare i principali cantieri della miniera di Rio Marina, la più antica e sfruttata dell’isola d’Elba. La miniera inizia subito a ridosso delle case del paese e si estende a Nord sino al Monte Giove.
Il Monte di Rio si presenta con un intenso colore rosso dovuto alle polveri di minerale di ferro

 

 

provenienti dalle escavazioni. Tra i minerali più abbondanti delle miniere di Rio Marina ci sono l’Ematite e la Pirite. Un’area di enorme pregio paesaggistico e culturale: luoghi dove la natura e l’opera

dell’uomo, hanno creato scenari tanto ricchi di qualità storiche quanto di caratteri geo-ambientali.
Ritornati a Rio Marina imboccheremo il sentiero che sprigiona profumo di lavandula e che ci consente di avere una vista dall’alto delle varie calette del promontorio di Ortano; scenderemo nella spiaggia omonima, per poi risalire raggiungendo Capo d’Arco; troveremo una grande abbondanza e varietà di orchidee fino alla spiaggia di Terra Nera. Arrivando dall’alto è possibile cogliere l’inaspettata bellezza verde smeraldo del laghetto minerario di Terra Nera, separato dal blu del mare da una lingua di sabbia nera di ematite e in cui si riflettono argini striati e coloratissimi. Qui avremo modo di ammirare le diversissime rocce e minerali che attraggono appassionati e studiosi da tutto il mondo prima di proseguire lungo le spiagge di Reale e Barbarossa e arrivare con un sentiero panoramico che aggira il tratto di costa rocciosa su cui incombe il carcere di Forte Longone nel centro di Porto Azzurro Sistemazione in hotel, cena in ristorante convenzionato e pernottamento. 

 

18 maggio: Capoliveri – promontorio del Calamita (17 km – dislivello +500/-470 mt.)

Dopo colazione con bus di linea raggiungeremo Capoliveri uno dei borghi più belli e vivaci dell’isola, la porta per accedere al promontorio del Calamita che deve il suo nome all’alta concentrazione di ferro che fa deviare gli aghi delle bussole. Qui avremo modo di fermarci in alcune delle sue bellissime spiagge incorniciate da resti di archeologia industriale e di visitare le miniere chiuse negli anni ‘80 facendo un viaggio nelle gallerie del Ginevro.

Ad attenderci in questo periodo dell’anno un’esplosione di colori, con una predominanza del giallo delle ginestre e viste mozzafiato su gran parte dell’isola, Montecristo, Pianosa e sulle vicine spiagge dell’Innamorata, del Morcone, di Preti, e le isole Gemini.

Dalle miniere del Calamita, raggiungeremo la spiaggia nei pressi della miniera del Vallone, un percorso panoramicissimo ed interessante anche da un punto di vista minerario, tra i resti del cantiere chiuso dal 1981 che conserva le tracce del passato più recente attraverso i macchinari che oggi ci ricordano la storia e la vita di questa parte dell’isola.

Seguendo in parte la strada principale del promontorio ritorneremo a  Capoliveri.

Note: La miniera del Ginevro (visita facoltativa) è l'unica miniera in profondità dell'isola famosa per l'estrazione della magnetite. E’ possibile percorrere le vecchie gallerie sotterranee e le strade degli antichi minatori. (visita in miniera circa 900 mt, e visita officine, tempo totale circa 2 ore e mezzo/ 3ore ma ci sono anche visite più brevi)
Rientro in bus da Capoliveri a Porto Azzurro, c
ena e pernottamento in hotel.

 

19 maggio: 2 percorsi tra panorami mozzafiato

Golfo di Lacona e Capo Stella 8,5 km e 235 m di dislivello + e –

Anello di Segagnana e Monte Fonza 8 km e 350 m di dislivello + e -

 

Con bus di linea raggiungeremo il golfo di Lacona da dove partono entrambe le escursioni, molto panoramiche sul golfo di Lacona, Marina di Campo e Golfo Stella. La vegetazione è in prevalenza bassa e le specie principali sono la ginestra spinosa, il cisto marino, la lavanda, il rosmarino che si adattano bene a queste condizioni.

 

 

Da Monte Capo Stella a quota 154 m possiamo godere scorci panoramici suggestivi della costa del Golfo Stella con le sue incantevoli baie e le sue spiagge da quella di Margidore a quella del Lido e la costa occidentale del Calamita con Capoliveri e le isole Gemini. La penisola è interessante oltre che dal punto di vista paesaggistico anche da quello geologico per la presenza di rocce ofiolitiche. Tra le specie non originarie, quelle più evidenti sono alcuni alberi di Eucalipto.

Spostamento con bus privato a Portoferraio dove lasceremo l’isola.

Il rientro in traghetto può avvenire in orari diversi a seconda delle esigenze di ognuno. Partenze ogni mezz’ora.

 

Caratteristiche tecniche

 

Terreno: sentieri e strade sterrate, brevi tratti di asfalto. È consigliabile avere già una minima esperienza di trekking o avere svolto un piccolo allenamento.

Numero di partecipanti: minimo 8

Trasporto dei bagagli: Si

 

 

Quota di partecipazione   350 euro

La quota comprende: sistemazione 2 notti a Porto Azzurro in hotel *** in camera doppia con servizi privati; 2 colazioni, 2 cene, trasferimenti e trasporto bagagli con bus privato in arrivo e in partenza dall’isola, biglietti bus come da programma; guida ambientale escursionistica dalla mattina del primo giorno al pomeriggio dell’ultimo giorno; assicurazione medico/bagaglio.

La quota non comprende: traghetto da e per l’Elba (circa 35 euro a persona a/r), i pranzi, bevande, ingressi, e tutto quanto non espressamente indicato in “la quota comprende”. 

 

Camera singola: supplemento  60 euro

Data chiusura iscrizioni:   15/04/2024

La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 100 euro alla conferma.

Saldo entro il giorno    29/04/2024

N. minimo partecipanti 8  -  N. massimo partecipanti 15

caso di mancato raggiungimento del numero minimo, la quota versata verrà restituita.

Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 20 €   

Come arrivare : E’ possibile arrivare a Piombino sia in treno che in auto. Parcheggi a pagamenti nei pressi del porto

Importante comunicare per iscritto, alla prenotazione, le proprie particolari esigenze alimentari (intolleranze, ecc.), o condizioni personali da tenere presenti.

Prenotazioni:   MORGANTI VIAGGI     tel  3497703003   -   mail  morgantiviaggi@gmail.com

Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO tel 3492303093 - mailmariaodiliaconsiglio@yahoo.it  

Organizzazione tecnica: MORGANTI VIAGGI 

 

RCA: Polizza Allianz n° 11112273    -   fondo garanzia: Vacanze Garantite  certificato n° 2023121667AT


 

Il Matanna e le giunchiglie del Monte Croce

 

11-12 maggio 2024

 

 

Due bellissimi giorni a contatto con la natura selvaggia delle Alpi Apuane; partiremo dal piccolo paese di Pomezzana, situato a pochi km da Stazzema per un percorso ad anello che ci impegnerà per due giorni. Ad accoglierci i bellissimi boschi di castagno e faggio che ci condurranno, regalandoci qualche scorcio panoramico sulla Versilia, fra i pascoli meridionali del Monte Matanna dove cavalli allo stato brado corrono e si nutrono; con il Monte Prana in vista, la nostra prima meta sarà la vetta del Matanna (1318mt s.l.m.) con vista mozzafiato; da quassù il mare della Versilia, le isole, la Liguria, molte vette delle Apuane Meridionali, l’Appennino e i Monti Pisani saranno i protagonisti del panorama. La vera fatica della giornata sarà la discesa al Rifugio Alto Matanna per il pernottamento.

Il giorno seguente di buon mattino partiremo alla volta del Monte Croce (1314mt s.l.m.) dove ammireremo la famosa fioritura di giunchiglie; il Narcissus poeticus è un fiore tipico delle nostre montagne (Alpi Apuane e Appennino) e, a maggio in particolare riveste di bianco l’intera vetta del monte; tutto sarà superlativo e la distesa delle giunchiglie, a migliaia, ci lascerà senza fiato. Se ne consiglia la visione almeno una volta nella vita! Dopo aver lasciato il Monte Croce, prima dell'arrivo dei numerosi visitatori della domenica, scenderemo attraverso la Foce delle Porchette verso il Rifugio Forte dei Marmi passando sotto il Monte Procinto e il Monte Nona, altre due bellissime vette delle Alpi Apuane. Concluderemo il percorso attraversando ancora i boschi del primo giorno fino a Pomezzana.

Il programma:

11 maggio. Ritrovo a Pomezzana (LU) ore 10.00 per l’inizio del trekking. Per le indicazioni di Google Maps–> Clicca quiLa vetta de Monte Matanna e arrivo al Rifugio Alto Matanna.
Lunghezza: 9km
Dislivello: +700mt/-250mt
Difficoltà: E (intermedia)
Arrivo al Rifugio Alto Matanna per le 16/16.30 circa; sistemazione, cena e pernottamento.

12 maggio. Sveglia e colazione in Rifugio e partenza per il secondo giorno di trekking. Il Monte Croce, le giunchiglie e il rientro a Pomezzana.
Lunghezza: 14km
Dislivello: +500mt/-935mt
Difficoltà: E (intermedio)
Per questa giornata per pranzo arriveremo al Rifugio Forte dei Marmi, chi non vuole comprarsi il pranzo al sacco la mattina può pranzare al Rifugio: è necessario comunicarlo a noi guide per poter prenotare un tavolo.
Fine escursione nel pomeriggio intorno alle 16.30; saluti e rientro a casa.

Cosa portare: scarpe da trekking (obbligatorie), abbigliamento “a cipolla”, mantella impermeabile, coprizaino, borraccia per l’acqua, pranzo al sacco del primo giorno (il secondo giorno è possibile acquistarlo al Rifugio Alto Matanna), bastoncini da trekking per chi è abituato ad usarli, copricapo per il sole, crema solare.
Lo zaino: consigliamo zaino da 40/50L che dovrà contenere anche un cambio, il sacco a pelo, spazzolino, dentifricio, un asciugamano.

Il Rifugio Alto Matanna: rifugio completamente immerso nella natura tra il  Monte Matanna, il Nona, il Croce e il Monte Prana più a sud.

Ottima cucina, camere multiple (4-6 letti), bagno in comune.

Al Rifugio Forte dei Marmi è possibile fare il pranzo del secondo giorno

Costi

  • €70 a persona per il servizio di due Guide Ambientali Escursionistiche per l’intera durata del weekend e la copertura assicurativa RC;
  • €50 a persona per il trattamento di mezza pensione in camera multipla (non è possibile avere la singola) presso il Rifugio Alto Matanna (cena con bevande escluse, pernottamento e colazione). Da pagare direttamente in loco la sera prima di andare a dormire; € 60 se si richiedono le lenzuola.

Per la prenotazione è richiesta una caparra di €35 da versare all’iscrizione tramite bonifico;

Saldo entro il 2 maggio.
Fornire i seguenti dati: nome, cognome, codice fiscale e indirizzo di residenza.

Numero massimo di partecipanti 20.

La partenza è garantita con un minimo di 10 partecipanti.

Per questa due giorni non sono validi i buoni escursione!!

 


Informazioni e prenotazioni:

info@passidinatura.it
mariaodiliaconsiglio@yahoo.it
Francesco 338 9392043 (anche WhatsApp)
Maria 349 2303093 (anche WhatsApp)


Il sentiero del viandante

Un cammino sulle sponde del lago di Como da Lecco a Colico

25-28 aprile 2024

 

 

 

Il Sentiero del Viandante è un’antica via di comunicazione che si dipana sulla sponda orientale del lago di Como tra Lecco e la Valtellina che passa per borghi meravigliosi di mezza costa in un paesaggio naturale indimenticabile; su questa felice sponda, più che altrove si cammina per contemplare i luoghi di manzoniana memoria. E’ un sentiero per tutti, un balcone panoramico sul lago che sorprende di continuo per le singolarità geologiche e botaniche, gli edifici religiosi e storici, i luoghi dell’immaginario popolare, i ritagli di campi, casali, vigne e oliveti che compongono un quadro celebrato da sempre da scrittori e viaggiatori.

La mulattiera più volte interrotta, isolata, ridotta di importanza, non è mai scomparsa del tutto e si è mantenuta memoria fino a quando una ventina di anni fa lo storico Pietro Pensa, l’azienda di promozione turistica del Lecchese e la comunità montana del Lario orientale non l’hanno riportata in vita ed è divenuta un sorprendente itinerario di “qualità” recentemente certificato dal Touring Club e percorso da migliaia di escursionisti ogni anno.

Il percorso completo va da Lecco a San Martino in Val Masino ma la parte del lago che si conclude a Colico è lunga circa 45 km ed è questa che percorreremo in 3 tappe. Si attraversano tra i comuni più iconici del lago come Abbadia Lariana, Mandello del Lario, Lierna, Varenna, Perledo, Bellano, Dervio, alla scoperta di torri medievali, antichi setifici, castelli; si attraversano torrenti che scorrono all’ombra di antichi mulini, si ammirano panorami ampi che spaziano dalla punta di Bellagio a Menaggio e fino alle montagne che fanno da confine con la Svizzera.

 

Lungo tutto il sentiero del Viandante avremo come compagno di viaggio il Lario che nell’etimo della lingua etrusca pare significasse “principe”. Il lago di Como è uno di quei luoghi celebrati e ammirati da sempre e il geografo tedesco Johan George Kohl ha scritto: “il lago di Como non deve mancare in Paradiso, essendo impossibile che al mondo esista un lago che lo avanzi in bellezze naturali”. Estasi romantica ed evocazioni continue di scrittori, poeti e pittori che sono servite a far conoscere il lago in tutto il mondo e noi andremo a ricercare al ritmo dei nostri passi quell’armonia che deriva dalla combinazione della natura e dell’attività dell’uomo che ha plasmato questo paesaggio i cui particolari si sono sovrapposti nel tempo ma mai cancellati o disturbati vicendevolmente fino all’arrivo dei tempi attuali quando il nastro di asfalto lungo il lago ha interrotto la delicatezza e la proporzione di questo paesaggio col quale dialoga malamente e lo noteremo…

 

 Le nostre tappe del sentiero del Viandante

   1a Tappa: da Lecco a Lierna

    2a Tappa: da Lierna a Dervio.

    3a Tappa: da Dervio a Colico.

 

Caratteristiche tecniche del percorso:

Percorso adatto a tutti lungo sentieri, mulattiere selciate o gradonate, qualche tratto di strada asfaltata.

La lunghezza totale del percorso è di 45 km e il dislivello complessivo di 1400m.

Non ci sono difficoltà di sorta se non qualche tratto dove bisogna prestare un po' più di attenzione in alcuni passaggi e altri per il dislivello da affrontare concentrato in brevi tratti; per il resto è un itinerario a mezza costa che si abbassa in corrispondenza di alcune conche vallive o dei centri abitati per poi riguadagnarla. Tra un centro abitato e l’altro non c’è mai più di un’ora di cammino e questo ci consentirà di approvvigionarci facilmente sia di cibo che di acqua.

  

Come arrivare:

Il punto di partenza può essere raggiunto in treno con la linea Milano Sondrio Tirano.

Riporto di seguito alcune ipotesi di viaggio, grassetto quella che preferirei attuare facendo riferimento alla provenienza più frequente dei partecipanti ai miei tour:

Andata

In auto da Cecina 4 ore e 10’

In treno da Cecina partendo alle 6.53 arrivo a Lecco alle 12.59 con due cambi a Firenze e a Milano

In auto fino a Pisa e poi da Pisa treno alle 6.29 arrivo a Lecco alle 10.59 2 cambi

Da Firenze SMN alle 7.55 e arrivo a Lecco alle 10.59

 

Per il ritorno non ci sono treni che consentano di arrivare a Cecina in serata il 28 aprile però, è possibile arrivare comodamente a Firenze partendo alle 16.15 e arrivando alle 20.04, oppure sempre partendo da Colico alle 16.15 si arriva a Pisa alle 22.17; organizzandosi si può sfruttare questa opzione lasciando un’auto a Pisa. Altrimenti chi vuole può partire con calma il giorno dopo.

 

Per motivi di logistica e comodità di alcuni spostamenti in loco, io andrò in auto e chi vuole, può venire con me

 

Passaporto del Viandante

Nell’ambito del progetto delle Vie del Viandante è stato realizzato un “Passaporto del Viandante”, che dà diritto ad agevolazioni, indicate sul sito ufficiale e che noi ci procureremo prima di lasciare Lecco.

 

 

25 aprile: Lecco e dintorni

Arriveremo a Lecco a fine mattinata o in giornata secondo l’orario che troverete più comodo

Lecco è una città caratterizzata da una minuta edilizia borghese ottocentesca derivante dalla sua storia legata al ferro, all’industria, alla meccanica inserita in un contesto naturale unico fatto di acqua e di roccia.

Tra i monumenti e i musei principali  della città visiteremo il campanile della basilica di San Nicolò eretto su un torrione del Cinquecento, facente parte delle mura del borgo fortificato di Lecco in epoca medievale.

Il ponte Azzone Visconti che ha più di 700 anni e che mettete in collegamento le due sponde dell’Adda e che ci consente di raggiungere Pescarenico, Il borgo di pescatori descritto nei Promessi Sposi merita davvero di essere scoperto camminando nei suoi vicoli per il suo fascino intramontabile la piazza XX settembre ha un aspetto caratteristico con palazzetti e portici mercantili e su un angolo la torre viscontea dello scomparso castello. Il lungolago e tempo permettendo potremmo percorrere il Sentiero per la cappelletta di San Martino per vedere Lecco dall’alto. Cena e pernottamento a Lecco.

 

26 aprile: Prima tappa del Sentiero del Viandante Lecco-Lierna

17,5 km, 490 m+ e 470m- dislivello e 5 ore e mezzo di cammino

L’itinerario parte da Lecco, attraversa la città e arriva ai piedi delle incombenti pareti dei Pizzetti da dove ha inizio il percorso del viandante che in questo tratto attraversa una costiera alta e dirupata, aspra e sassosa, l’unica del percorso in continui saliscendi con scorci incantevoli sul lago e sui pinnacoli, ciclopici massi nel bosco. Arrivati ad Abbadia Lariana potremo visitare il museo setificio

Monti che rievoca la storia industriale del lago; essa offre scorci incantevoli sul lago e viste sui pinnacoli, ciclopici massi nel bosco.

Sul percorso diversi borghi e chiese: Borbino con le case tutte arroccate le une alle altre, la chiesa di San Giorgio a Mandello che contiene un tesoro inimmaginabile di affreschi del XV secolo,  a Maggiana troviamo la Torre del Barbarossa al cui interno sui 5 piani è allestito un museo del territorio, in cima una bella terrazza panoramica; Rongio con la chiesa di San Giacomo e nella piazzetta quella di Sant’Antonio di Padova. Proseguiamo attraversando il letto del fiume Meria, che proprio in questo punto scava un suggestivo passaggio sotto la roccia. Risaliamo fino alla frazione di Sonvico e poi di Olcio da dove si gode di una notevole vista sul lago. Prima di raggiungere la stazione di Lierna visiteremo questo bel centro che si protende nel lago con gli edifici che creano una serie di vicoli in cui si respira un’atmosfera d’altri tempi. Sulla spiaggia del lago si trovano anche gli attrezzi per la pesca dell’Agone.

Rientro in treno a Lecco, cena e pernottamento

 

27 aprile: seconda tappa da Lierna a Varenna a Dervio

22, 2 km 1010m di dislivello, circa 8 ore di cammino

Per la parte del percorso iniziale da Lierna a Varenna esistono due varianti, io ho scelto quella bassa un po' meno impegnativa per il dislivello. Dal castello di Lierna saliremo a Ronco con una scalinata e proseguiremo su sentiero fino a Coria, ci inoltreremo nell’impervia  Valle Vacchera  da dove gli alpigiani facevano rotolare a lago i tronchi tagliati lungo dei canaloni;  quindi proseguiremo in costa fino ad arrivare alle sorgenti del Fiumelatte il brevissimo corso d’acqua di soli 250m citato da Leonardo; da qui con una ripida mulattiera arriveremo a Varenna romantico centro turistico che ha mantenuto il suo aspetto originale di borgo lacustre  e che nel XIX secolo ha visto il proliferare di magnifiche ville con giardini per l’invidiabile posizione ed il clima. Risaliremo al  borgo di Vezio,  attraverseremo il fiume Esino ed il mulino del Crott; passeremo da Rogolo, Tondello  Perledo , aggireremo dall’alto Gittana e proseguiremo verso Fabbrica; in questa zona si trovano i resti dell’impianto termale e della funicolare che dal lago portava a Regoledo.  Da qui il sentiero scende verso Bellano chiamato anche il paese degli artisti, di cui il figlio più recente è Andrea Vitali. Il centro storico di Bellano è isolato nella parte nord tra il torrente Pioverna e la montagna ed è tutto un insieme armonico di passaggi voltati, case e cortili; era nel medioevo dimora di villeggiatura del vescovo di Milano e da questo ne derivarono una splendida parrocchiale e tanto prestigio. Nell’800 vi nacque un cotonificio con oltre 1000 operai. Oggi resta un reperto industriale che possiamo vedere dal sentiero. A Bellano visiteremo anche il pittoresco orrido formato dal fiume Pioverne al quale sono legate numerose leggende. Lasciata Bellano raggiungeremo Oro e Dervio con notevoli monumenti da visitare. Cena e pernottamento a Dervio

 

28 aprile: Terza Tappa da Dervio a Colico e Abbazia di Piona

13, 7 km, 530m+ e 540m- di dislivello 4 ore di cammino

Ripartiamo dalla Stazione di Dervio e ci dirigiamo in alto verso il castello; lasciate le ultime case proseguiamo sul sentiero nel bosco fino allo splendido borgo sul lago di Corenno Plinio, con un magnifico castello recinto; ci soffermeremo a guardare le tre arche funerarie della famiglia Andreani  di notevole fattura fuori dalla parrocchiale; il borgo successivo che viteremo è Mandonico, piccolo nucleo caratteristico di case in pietra che commuove per il silenzio e la bellezza. Non ci abita più nessuno dagli inizi del ‘900. Rientriamo nel bosco, con un andamento pianeggiante superiamo un crotto e alcune altre baite, poi le pendenze iniziano a farsi leggermente più ripide fino ad arrivare alla chiesa di San Rocco collocata in una splendida posizione panoramica. Ci riaddentriamo nel bosco ed arriviamo a Perdonasco, Sparese e Posallo dove il Sentiero del Viandante si sovrappone per l’ultimo tratto alla Dorsale Orobica Lecchese. Colico è la nostra meta finale, connette la provincia di Lecco e la Valtellina, ma anche la costa est con la costa ovest del lago ed è il punto in cui il fiume Adda entra nel Lago di Como. Per la sua posizione Colico ha subito numerose dominazioni ed è diventata un’area perfetta per il controllo del territorio; possiede diverse fortificazioni: Il Forte Montecchio Nord, una struttura che si può considerare moderna, venne completato alla fine del 1914 e rappresenta la più tecnologica istallazione italiana della Prima Guerra Mondiale e  Il Forte di Fuentes sorge sul Montecchio Est, nel Pian di Spagna. Fu costruito tra il 1601 e il 1605.

Abbazia di Piona Posta su una penisola che si allunga sulle calme acque del Lago di Como, l’Abbazia di Piona offre una delle più belle viste panoramiche sull’Alto Lago di Como. Essa ha un fascino misterioso e passeggiando tra le mura e gli orti, ancora coltivati dai monaci che vivono in questo luogo meraviglioso, si può ammirare un panorama mozzafiato, respirando un’atmosfera di calma e pace, ideale per placare le anime inquiete.

Recupero dei bagagli e rientro in treno a Lecco.

 

 

Quota di partecipazione:  460 €

La quota comprende: sistemazione 3 notti in camera doppia o tripla in residence a Dervio, 3 colazioni, 2 cene, biglietti treno per 3 giorni, il servizio di guida ambientale escursionistica per 4 giorni; assicurazione medico bagaglio.

La quota non comprende: viaggio di andata e ritorno per Lecco, pranzi, ingressi e tutto quanto non espressamente indicato in “la quota comprende”.

Data chiusura iscrizioni:  29/02//2024

La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 150 € alla conferma.

Saldo entro il giorno:   31/03/2024

N. minimo partecipanti 8 - N. massimo partecipanti 15

supplemento singola:  da quantificare secondo disponibilità

In caso di mancato raggiungimento del numero minimo, la quota versata verrà restituita.

Importante comunicare per iscritto, alla prenotazione, le proprie particolari esigenze alimentari

(intolleranze, ecc.), o condizioni personali da tenere presenti.

Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 25 € con copertura COVID

 

Prenotazioni: MORGANTI VIAGGI tel 349 7703003 - mail morgantiviaggi@gmail.com

Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO tel 3492303093 - mail:   mariaodiliaconsiglio@yahoo.it

Organizzazione tecnica: MORGANTI VIAGGI

 

RCA: Polizza Allianz n° 11112273 – fondo garanzia: polizza TUA Assicurazioni n°   40321512000931


La Costiera Amalfitana

Il paradiso in terra

27-30 marzo 2024

 

Fortunati gli abitanti di Amalfi a cui un’iscrizione su una delle antiche porte ricorda ogni giorno di vivere in un “paradiso in terra, tanto che […] nel momento in cui moriranno e andranno in paradiso, per loro non cambierà nulla”a firma del narratore toscano Renato Fucini.

Una considerazione del genere promette già bene e quasi incute soggezione ed allora, per non farsi scoraggiare dagli aspetti meno piacevoli della costiera amalfitana, come guidare e muoversi lungo la sua famosa statale, noi scopriremo il più possibile a piedi e con i mezzi pubblici e lasceremo questi luoghi con l’animo di chi vorrà sicuramente tornarci.

Non potremo mancare di percorrere Il Sentiero degli Dei partendo da Positano; il percorso stranoto che stupisce per i suoi paesaggi e gli affacci a sbalzo sulla Costiera Amalfitana, dove la dorsale dei monti Lattari scivola nell’azzurro del mare verso l’isola di Capri.

Partendo dall’entroterra, percorrendo le colline a picco sul mare, seguendo stradine tracciate da contadini e commercianti scopriremo la costiera più autentica fatta di gente che ancora lavora e si muove faticando con i muli, dove le capre pascolano beatamente tra orti e limoneti

Ad Amalfi ci tufferemo nel centro abitato fatto di piccole case, contorte stradine, ville e chiese dagli stupendi mosaici che conserva ancora il suo aspetto medievale e l’influenza bizantina e araba. E poi a Minori, Maiori, Positano, Ravello ne scopriremo di tutti i colori, sempre arrivando con percorsi magnifici come la via delle Ferriere che, dall’alto dei Monti Lattari, arriva ad Amalfi, o percorrendo la Via dei Limoni tra Maiori, Minori e Ravello.

Illustri i visitatori di queste terre che ne hanno fatto materia prima per le loro composizioni letterarie, per i loro dipinti, per i canti e le hanno usate come set cinematografico; terra di naviganti ed inventori, di creatori e personaggi che hanno stupito il mondo, e davvero possiamo trovare questa terra cantata, decantata, dipinta in mille modi diversi.

La Costiera cercheremo di viverla più che visitarla, assaporando i profumi, i sapori, gli ambienti, il caldo del sole, vivendo un’esperienza con i nostri piedi che, speriamo sia davvero unica.

Non esiste nulla di facile in costiera, servono gambe allenate, la fatica di percorrere gradini e sentieri che non sono mai in pari è una condizione imprescindibile per questo trekking, quindi, se volete godervela, cominciate a fare salite e discese, insomma allenatevi immagazzinando non solo chilometri ma “dislivello”. Sono consentite fughe perché si possono intercettare i mezzi pubblici.

Dormiremo ad Agerola, una splendida terrazza sulla Costiera.

 

Dove andremo:

Monti Lattari

Agerola

Positano

Amalfi

Maiori e Minori

Ravello

il sentiero degli Dei

il sentiero dei Limoni

Il sentiero delle Ferriere

 

27 marzo: arrivo ad Agerola e trekking pomeridiano sui Monti Lattari (lunghezza e durata in relazione all’orario di arrivo)

6 km, difficoltà media, 470 m di dislivello + e -

Piacevole “scalata” al Massiccio dei Tre Calli che sormonta la valle Ovest di Agerola; viene così denominato l’insieme dei tre cimali che danno vita ad un’evidente dorsale con tre calli che si susseguono in linea. Il percorso richiede una buona dose di lavoro in salita, ma ripagato certamente dall’incantevole vista che si apprezza raggiunta la quota di 1100 metri; attraverso la caratteristica macchia mediterranea si raggiunge l’altopiano di Capo Muro simboleggiato dal suo “Fungo di Roccia”, piacevole luogo di sosta per ammirare la bellezza del Golfo di Positano da un lato, e l’intera cittadina di Agerola dall’altro.

 

28 marzo: Il sentiero degli Dei da Agerola a Positano e la grotta dello smeraldo

10 km, difficoltà media, 800 m di dislivello- e 140 m + negativo

Il nostro obiettivo di oggi è percorrere il sentiero degli Dei che Calvino così ha descritto: “quella strada sospesa sul magico golfo delle “Sirene” solcato ancora oggi dalla memoria e dal mito”, ed è proprio con questa frase impressa su una targa in ceramica che inizia il percorso che rappresenta un vanto per l’intera Costiera Amalfitana. Partiremo di buon mattino direttamente dall’hotel e scenderemo dalla sede degli dei sull’antico tracciato dei coloni greci che un tempo era circondato dai templi. Insieme a noi i contadini percorrono quello che non è solo un itinerario turistico, ma la via più breve che collega le frazioni immersa nei profumi della macchia mediterranea. Soprattutto in estate ci sono i muli carichi di frutti e ogni bontà offerta dalla terra fertile. Il panorama è straordinario con le rocce a picco sul mare e la Costiera Amalfitana che si mostra in tutto il suo splendore: i Faraglioni dell’isola di Capri, Punta Penna, il Monte San Costanzo, la catena dei Monti Lattari. Non mancano l’acqua e i punti sosta in cui riposarsi e rifocillarsi lungo il cammino. Per chi avrà voglia di percorrerli (per gli altri c’è il bus di linea) giunti a  Nocelle si può continuare lungo la particolare serie di gradini spaccagambe, 1500 pare, fino ad Arienzo e da qui seguendo la statale ancora per 1 km si arriva a Positano. Positano è la città verticale dove le scale sostituiscono le strade. Vista dal mare appare quasi come una conchiglia. Dal verde dei Monti Lattari che la incoronano fino al bianco, al rosa e al giallo delle sue case mediterranee, il grigio argento delle spiagge di ciottoli e, infine, il blu del suo mare. Un luogo seducente come le sirene che secondo il mito vivevano sugli scogli de Li Galli, le piccole isole che si trovano di fronte Positano. Positano è il paese che è risorto, da borgo di pescatori ed emigranti a meta vacanziera di élite, il salto è stato riempito da una strada, quella della costiera che ha messo in collegamento Salerno e Napoli, togliendo il paese dall’ isolamento. Da ogni punto del paese si può ammirare la cupola in maiolica multicolore della Collegiata di Santa Maria Assunta che al suo interno custodisce l'icona della Madonna Nera di ispirazione bizantina e risalente al XVIII sec. Non lontano da Positano c’è l'Oasi del Vallone Porto, un luogo da fiaba ricco di cascate, animali e piante rare che non ha nulla da invidiare a quelli oltreoceano.

 

30 marzo: Amalfi, il sentiero delle Ferriere e Scala

12km e 600m di dislivello + e -

Un affascinante percorso è quello della valle delle Ferriere attraversata dal torrente Canneto dove veniva lavorato il ferro. Sembra incredibile che qui crescano felci, la Woodwardia radicans, esempio di pianta del periodo pre-glaciale ci sta benissimo proprio perché c’è tanta acqua e frescura. Piccole rapide e cascate custodiscono quella che dal 1972 è una riserva naturale. Ad Amalfi si può visitare la Valle dei Mulini dove vi sono i resti delle antiche cartiere e dei mulini famosi per la lavorazione della carta.

Il pomeriggio lo dedicheremo a scoprire Amalfi da soli e in compagnia o a fare altre scale per raggiungere altri luoghi ameni.

Amalfi ha preservato il suo fascino di antica Repubblica Marinara: le viette del centro, le casette abbarbicate, le belle fonti e il maestoso Duomo, preceduto da una ripida scala che aggiunge regalità e, sotto l’edificio, una cripta coloratissima dove si trovano le spoglie del santo protettore. Amalfi è sempre entrata in contatto con diverse culture e ne ha tratto vantaggio, per esempio importando le tecniche della lavorazione della carta in Italia e perfezionando la pratica fino a creare un proprio tipo di foglio. Il risultato, particolarmente pregiato e tutt’ora in uso per eventi di eccezionale importanza, è composto da cellulosa ricavata da stracci di cotone e lino bianco, e non dal legno, come in un moderno centro di riciclaggio. Tutto questo potremo approfondirlo nel museo della carta.

 

29 marzo: Amalfi, Atrani, Ravello e lungo il sentiero dei limoni da Minori e Maiori

11 km, 540 m di dislivello + e -

Raggiungeremo Ravello con il bus di linea e da qui partiremo per il nostro ultimo percorso in costiera non prima di avere visitato uno dei centri più autentici della costiera amalfitana, patrimonio dell’Unesco Perdersi nelle strade, nei meandri di viuzze, nelle botteghe degli artigiani è necessario per poter respirare l’aria di questo luogo che ha da offrire anche la possibilità di visitare (compatibilmente con i tempi) due splendide ville: Villa Rufolo un vero gioiello, eccezionale sotto il profilo architettonico ed estetico, con una bellezza senza tempo che ha stregato chiunque sia passato da queste parti e la Villa Cimbrone attigua alla terrazza sull’Infinito, un terrazzo sospeso a 400 metri che permette di godere di una vista incredibile, sia verso la montagna sia verso il mare. Uno dei migliori belvedere di tutta la Costiera. Continuiamo verso Minori e Maiori seguendo il sentiero dei limoni che passa dal villaggio di Torre. L’antica strada che congiunge Maiori e Minori è stata in passato una delle vie più trafficate della Costiera Amalfitana, soprattutto in funzione della coltivazioni di limoni. Proprio nel borgo di Torre si trova una delle aree di massima diffusione e qualità del limone, già da molti secoli; potremo quindi toccare con mano la tradizione e la storia che il profumo degli agrumi ancora oggi ci racconta, osservando da vicino tutto il duro lavoro che ruota attorno allo sfusato amalfitano. Durante tutto l’anno, e in particolare nei periodi di raccolta tra primavera ed estate, è possibile assistere alle fasi della limonicoltura. Soprattutto nei mesi da giugno ad agosto, non è raro incontrare uomini che trasportano a schiena o a dorso di mulo pesanti casse di limone, le cosiddette “sporte” di quasi 60 kg, e notare le cure che i limonicoltori della Costiera Amalfitana dedicano ai loro preziosi frutti. A fine giornata trasferimento con bus privato a Napoli stazione e rientro a casa

 

Info generiche sul viaggio

Le tappe del trekking sono di media difficoltà, va considerato che ci sono sempre delle scale da fare e consistenti dislivelli da coprire ogni giorno sia in salita che in discesa. Non dovrebbe fare caldo ma chi può dirlo ormai…sappiamo però di avere tante fontane sul percorso. Per partecipare è necessario avere un medio allenamento, vi chiedo di confrontarvi con me se avete dei dubbi. I percorsi non sono mai lunghi e ci ritaglieremo del tempo per visitare i centri abitati che attraverseremo (aspetto che determinerà un chilometraggio giornaliero superiore a quello riportato)

Cammineremo su tutti i tipi di terreno, prevalentemente sentieri, stradine acciottolate, scale, strade sterrate e di rado su tratti di asfalto ma ci saranno anche quelli a volte.

C’è sempre la possibilità di usare i mezzi pubblici e di abbreviare i percorsi se per qualche ragione si vuole camminare meno del previsto.

I pranzi che faremo al sacco o in altra formula saranno quasi sempre nei centri abitati, non avremo problemi a procurarci il cibo.

 

Quota di partecipazione   460 euro
La quota comprende: sistemazione 3 notti in hotel in camera doppia con colazione, 3 cene, servizio di guida ambientale escursionistica per 4 giorni; trasferimento con mezzi privati in costiera amalfitana a/r , tkt bus pubblici e assicurazione medico bagaglio.
La quota non comprende: treno per e da Napoli; i pranzi, gli ingressi e tutto quanto non espressamente indicato ne “la quota comprende”.    
Camera singola non disponibile  
Data chiusura iscrizioni:  20/02/2024
La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 160 euro alla conferma.
Saldo entro il giorno 07/03/2024
N. minimo partecipanti 8  -  N. massimo partecipanti 12
caso di mancato raggiungimento del numero minimo, la quota versata verrà restituita.
Importante comunicare per iscritto, alla prenotazione, le proprie particolari esigenze alimentari (intolleranze, ecc.), o condizioni personali da tenere presenti.
Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 25 €    con copertura COVID

Prenotazioni:   MORGANTI VIAGGI     tel  3497703003   -   mail  morgantiviaggi@gmail.com

Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO    tel 3492303093- mail mariaodiliaconsiglio@yahoo.it  

 

RCA: Polizza Allianz n° 11112273    -   fondo garanzia: Vacanze Garantite  certificato n° 2023121667AT


I sentieri della fascia olivata tra Spoleto e Assisi

La bellezza dei borghi e dei paesaggi umbri per un coinvolgimento

estetico ed estatico oltre le aspettative

dal 7 al 10 marzo 2024

 

La Fascia Olivata Assisi-Spoleto è un patrimonio di storia e arte, di paesaggi e bellezze artistiche che appartiene all’umanità intera. Un territorio pedemontano che abbraccia sei comuni (Spoleto, Campello sul Clitunno, Trevi, Foligno, Spello, Assisi). L’inconfondibile presenza dell’ulivo è il risultato millenario di cultura non di natura spontanea, equilibrio perfetto tra uomo e ambiente ed è questo elemento di equilibrio ed armonia, di integrità, che si percepisce ovunque. I borghi, le case, le chiese, le cappelle, le edicole, i castelli, le abbazie, le fonti, gli acquedotti millenari, gli eremi, qui tutto vive e rivive e suscita stupore come nel borgo di Lizori che lascia attoniti e col sorriso stampato sulla faccia.

All’interno del percorso i Sentieri nella Fascia Olivata noi percorreremo vari tratti nelle 4 giornate. Non sarà un percorso itinerante ma faremo base per due notti a Spoleto ed una a Spello e da lì partiremo per i vari percorsi perché, al di là dell’itinerario che collega Assisi con Spoleto, quello che viene subito spontaneo fare è fermarsi ovunque, ad ogni passo, per guardare in ogni direzione. Andremo a scovare delle cose che per me sono risultate più interessanti di altre e quelle escluse lasciano naturalmente spazio ad un altro viaggio in queste zone.

Il trekking nel complesso è facile, fattibile da chiunque abbia già fatto escursioni anche solo giornaliere.

 

Elementi di rilievo:

SPOLETO, CAMPELLO SUL CLITUNNO, TREVI, SPELLO, ASSISI

Tra i borghi minori Collepino, Lizori, Poreta, Campello alto, Eggi, Bazzano, Santa Maria, Silvignano, Collecchio, eremo delle Carceri, Eremo di San Silvestro, Fonti e tempietto del Clitunno, Santa Maria in Valle, Collecchio, il Terzo paradiso del Pistoletto ad Assisi, a Bovara l’olivo millenario di Sant’Emiliano solo per citarne alcuni

 

 7 MARZO Spoleto – Poreta IL SENTIERO DELLE ROCCHE 16 km, 540m+e 550m-  dislivello

Il primo tracciato dei sentieri nella Fascia Olivata è definito “il sentiero delle rocche”, perché ne collega due: una alla partenza, la Rocca di Albornoz, e una all’arrivo, la fortificazione del paese di Poreta, un tempo centro difensivo nevralgico della Valle Spoletana. Ma questa denominazione è incompleta perché in questo tracciato si ritrova di tutto: ville, monumenti, opere d’arte e costruzioni visionarie che hanno dato l’impronta a un paesaggio unico e irripetibile.

Partiremo non dalla rocca Albornoz (a causa del terremoto non è percorribile il ponte delle Torri che collegava col fortilizio dei Mulini)  ma dalla stazione della ex ferrovia Spoleto Norcia per poi lasciarla dopo qualche chilometro e raggiungere Eggi, Bazzano, Santa Maria, Silvignano e le loro meraviglie nascoste dal tempo. Il punto più alto del nostro percorso il castello di Poreta posto a 470 metri di

altitudine domina l’intera piana compresa tra Spoleto e Trevi, oggi solo in parte fruibile, da qui si raggiunge la fine del nostro percorso, Poreta.

Rientro con bus di linea a Spoleto. Sistemazione in hotel, cena e pernottamento

 

8 marzo Poreta Fonti del Clitunno Trevi IL SENTIERO DELL'OLIO 17,6 km  550m+ e 470m-dislivello

Poreta – Trevi è il “sentiero dell’olio” perché il percorso si immerge nelle dolci colline che dal basso della pianura si arrampicano fino alla città di Trevi conosciuta anche come una delle capitali dell’extra vergine di oliva. Oltre ai numerosi frantoi presenti da generazioni sul territorio. Caratteristica del paesaggio di questa giornata sono le torri colombaie. Alcuni di questi edifici risalgono ai primi anni del Trecento quando, nel periodo di lotte intestine fra Guelfi e ghibellini, venivano a rifugiarsi i Guelfi cacciati dalla città di Spoleto. Queste torri, riadattate in abitazioni dopo il XVIII sec., erano adibite all’allevamento dei colombi palombini che producevano un ottimo fertilizzante per la coltivazione degli olivi. Tra ciglioni, lunette e terrazzamenti, svicolando tra i muretti a secco dichiarati patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’Unesco, si arriva fino al piccolo forte medievale di Campello Alto, a 514 metri sul livello del mare. Dal castello, in età medievale vero crocevia di arti, mestieri e nobili conquistatori, si dominano lunghi tratti della valle spoletana e ci si può gettare a capofitto verso la pianura raggiungendo una tra le bellezze decantate da poeti e scrittori: le Fonti del Clitunno che formano un piccolo laghetto dalle acque limpidissime che lasciò a bocca aperta molti artisti e visitatori come George Gordon Lord Byron e Giosuè Carducci. E come se non bastasse su questo itinerario si attraversa anche il borgo di Lizori, non solo borgo antico, ma officina d’arte e di cultura umanistica, abbandonato fino agli anni 70 ha ricominciato a splendere grazie all’artista  contemporaneo recentemente scomparso Antonio Meneghetti e alla fondazione a lui dedicata.

A fine percorso arriveremo a Trevi, uno dei borghi più caratteristici dell’Umbria che Montaigne nel 1581, nel suo viaggio da Roma a Loreto descrisse così: “Fatto sta che è una città costruita su un alto monte, e da un lato si stende lungo le pendici fino a mezza costa; è una posizione amenissima, su quella montagna, carica tutt’intorno d’olivi”. Rientro da Trevi con bus di linea, cena e pernottamento

 

 

9 marzo Spello Collepino lungo l’acquedotto romano 12 km e 460m di dislivello e visita di Spello

Raggiungeremo Spello con le nostre auto e partiremo per il percorso che si sviluppa nella valle del torrente Chiona in direzione di Collepino.  Seguiremo il corso dell’acquedotto romano di 5,6 km che è stato funzionale per la città di Spello fino a tutto l’ 800, tra fonti, abbeveratoi, ponti ed olivi secolari. Collepino è il borgo montano dalle atmosfere incantate da dove raggiungeremo l’Eremo di San Silvestro edificato da San Romualdo nel 1015 con la cripta triastila, dal 1972 c’è la piccola casa delle Sorelle di Maria. Da questo punto cominceremo a scendere verso Spello, camminando tra le sue meravigliose colline. La città di antichissima memoria fondata dagli umbri, fu denominata Hispellum dai romani e dichiarata d a Augusto imperatore “Splendidissima Colonia Julia”; la sua ricchezza di monumenti la rende notissima oltre che incantare per la bellezza dei suoi vicoli e piazze e noi cercheremo di dedicarle tempo per gustarla in tutte le sue peculiarità.

 

10 marzo SPELLO ASSISI SENTIERO SERAPHICO 17 km 700m+ e - dislivello

 

“Sentiero  Seraphico” perché il percorso collega Spello alla città di Francesco ricalcando per ampi tratti le stesse vie calpestate dal santo. Da Porta Montanara di Spello inizia il nostro percorso che raggiunge la via degli Ulivi verso Assisi costeggiando il Monte Subasio; una stradetta pianeggiante ricca di fonti naturali di acqua servite nei secoli per l’irrigazione e il sostentamento di uomini e animali con appellativi che ricordano usi, tradizioni e leggende.

Nel tratto intermedio, invece, si inizia a salire tra boschi e sentieri fino all’Eremo delle Carceri di Assisi immerso nel cuore di una verde boscaglia di lecci. Da lì si raggiunge il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto. Si tratta di un ‘opera di “land art”, un uliveto unico al mondo con area di 90 x 35 metri. Un disegno a tre cerchi che ricorda il simbolo dell’infinito e costituito da un doppio filare di olivi 160 con al centro un’asta di acciaio a significare l’unione tra il Cielo e acqua che si trova nel sottosuolo. Si trova all’entrata di Bosco di San Francesco, proprio sotto la Basilica Maggiore, e nell’intenzione dell’artista è la fusione tra il paradiso in cui la vita sulla Terra è totalmente regolata dalla natura e un secondo paradiso, creato dall’uomo e basato su bisogni, prodotti, piaceri e comodità artificiali.

Visiteremo Assisi e poi con un mezzo privato raggiungeremo Spello e le nostre auto per rientrare a casa.

 

Caratteristiche tecniche:

Un trekking facile, con percorsi che hanno un chilometraggio che è sempre sotto i 20 km ed un dislivello giornaliero non superiore ai 700 m dell’ultimo giorno, in genere graduale (vedere le varie tappe)

In buona parte sono strade sterrate, quindi con fondo regolare facilmente percorribile.

Si toccano sempre dei centri abitati e c’è la possibilità di interrompere il trekking in qualsiasi momento grazie alla presenza di una buona rete di servizi di trasporto pubblico, questo per rassicurare chi avesse timoe di non farcela.

Sono 3 itinerari lineari con rientro con mezzi pubblici ed un itinerario ad anello.

 

Maggiori info e dettagli qui

 

 


Monte Argentario e Isola del Giglio

Dal 10 all’11 febbraio 2024

Il Monte Argentario è un promontorio unito alla costa da due sottili lingue di sabbia, tanto da sembrare ancora l’isola che era originariamente e che col passare del tempo è stata collegata alla terraferma con la formazione dei tomboli della Feniglia  e della Giannella. Scopriremo questo affascinante territorio con un percorso che parte dal vecchio porto di Porto San Stefano e arriva a Capo d'Uomo da dove si può godere di una vista mozzafiato sul mare.

Il giorno successivo ci avventureremo nell’isola del Giglio, l’isola dal cuore di granito collocata di fronte al promontorio dell'Argentario che per la sua posizione geografica "strategica" ebbe una storia avventurosa e contesa. Il suo nome deriva dalla latinizzazione del vocabolo greco “aigilion”, capra: isola delle capre, sulla quale prevale la macchia bassa mediterranea caratterizzata dal cisto e da altre essenze profumatissime. Andremo alla scoperta di una parte dell’isola percorrendo sentieri e vecchie. Numerose sono le vigne e della sua storia vinicola passata rimangono i caratteristici palmenti, piccole costruzioni rurali dette capannelli dai gigliesi ed utilizzati per la spremitura dell’uva.

 

 

Sabato 10 febbraio: Escursione da Porto Santo Stefano a Capo d’Uomo, tra torri e forti sul promontorio dell’Argentario (19 km e 640m di dislivello)

Ci ritroveremo a Porto Santo Stefano intorno alle 9.15. La Fortezza spagnola del XVII secolo domina la parte alta del paese, ed ai suoi piedi, si snodano numerosi vicoli e scalinate molto suggestive;  prenderemo il sentiero che sale a Poggio Spadino e Poggio Vacca e arriva a Capo d'Uomo da dove si può godere di una vista mozzafiato. La falesia di Capo d'Omo alta 358m si immerge nel mare sottostante, una splendida parete verticale ha sulla sommità, l'antica Torre di Capo d'Omo (in rovina) che continua a dominare la costa sud ovest dell'Argentario e che aveva la funzione di raccogliere le segnalazioni emesse dalle torri della costa sud occidentale e di trasmetterle a Porto Santo Stefano. Sulla via del ritorno il sentiero passa la torre dell'Argentiera e termina alla Fortezza Spagnola.

Notte a Porto Santo Stefano, cena e pernottamento.

 

Domenica 11 febbraio Giglio Castello – Faro delle Vaccarecce – Punta del Fenaio – Scopeto – Campese – Faraglione (11 km e dislivello +/-800 mt) 

Imbarco da Porto Santo Stefano per Giglio Porto alle 08.00. Giglio Porto è la frazione più vivace e colorata dell'Isola del Giglio con le case disposte a ghiera davanti al mare. La trasparenza dell'acqua nel porto ci farà subito intuire la qualità del mare che circonda l'isola. L'antica torre di avvistamento, le botteghe colorate lungo la passeggiata, ed i locali con terrazza sul mare creano un’atmosfera calda e accogliente. 

Nella salita a Giglio Castello lungo un’affascinate e ben conservata mulattiera, ci godremo la frescura e i panorami prima di conquistare il castello che si trova sulla sommità dell'isola. Il borgo medievale ha una porta d'accesso, mura e torri d'avvistamento. All'interno delle mura l'atmosfera è surreale, le vie strettissime, gli archi, le scalinate e le piazzette, ci faranno fare un salto all'indietro nel tempo. Nella discesa verso Campese passeremo nei pressi del Faro delle Vaccarecce, raggiungeremo l’estremità nord dell’isola al faro del Fenaio e quindi sempre su mulattiere e tratturi scavati nel granito, incrociando conigli selvatici, qualche vigna e antichi palmenti, raggiungeremo Campese, il

 

borgo marinaio con la spiaggia più estesa dell’isola. Se rimane del tempo prima di prendere il bus per Giglio Porto , non ancora  sazi di bellezza seguendo un sentiero bellissimo tra l’azzurro del mare e il verde della macchia mediterranea, arriveremo al Faraglione, un picco roccioso caratteristico.

Rientro con la nave delle 18.00

 

 Caratteristiche tecniche

Quota di partecipazione:    195  euro
la quota comprende: pernottamento in camera doppia, colazione, cena, accompagnamento guida ambientale per le 2 giornate, assicurazione medica.
Il prezzo NON include: il viaggio da e per Isola del Giglio: costo 30 euro, pranzi al sacco e tutto quanto non espressamente indicato in “la quota comprende”
Supplemento singola:  25 euro
Data chiusura iscrizioni: 29/01/2024
La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 60 euro alla conferma.
Saldo entro il giorno 29/01/2024
N. minimo partecipanti 8;
Importante comunicare per iscritto, alla prenotazione, le proprie particolari esigenze alimentari (intolleranze, ecc.), o condizioni personali da tenere presenti.
Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 10 euro con copertura COVID
Prenotazioni: MORGANTI VIAGGI    tel  349 7703003   -   mail  morgantiviaggi@gmail.com

Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO  tel 3492303093  -  mail: mariaodiliaconsiglio@yahoo.it  

Organizzazione tecnica: MORGANTI VIAGGI 

 

RCA: Polizza Allianz n° 11112273  –  fondo garanzia: polizza TUA Assicurazioni  n° 40321512000931


CAMMINO DEI BORGHI SILENTI

Dal 25 al 28 gennaio 2024

 

Il Cammino dei Borghi Silenti è un percorso ad ANELLO di circa 90 km che si sviluppa nella parte sud occidentale dell’Umbria, in provincia di Terni, nel cuore dei monti Amerini, una zona intatta dal punto di vista naturalistico e paesaggistico, tra borghi silenziosi, sconosciuti, integri che si stanno lentamente spopolando e che proprio grazie a questo cammino stanno iniziando un percorso di rinascita.

Per la descrizione dell’itinerario ho usato la guida di Marco Fioroni, ideatore del cammino;

Il percorso è suddiviso in 4 giornate ed è rivolto a camminatori mediamente allenati che siano in grado di affrontare una ventina di km al giorno ed un dislivello medio giornaliero di circa 700m. Il percorso si sviluppa quasi interamente su sterrato e sentieri, attraversa tanti borghi medievali ancora intatti e di ognuno di essi ci innamoreremo. Il silenzio che pervade i boschi e i borghi è la caratteristica principale di questo cammino. La quota massima raggiunta è il monte Croce di Serra 996m da cui la vista spazia su gran parte dell’Italia centrale, dalla Tuscia alla Toscana meridionale a occidente, fino all’intera Umbria, ai monti Sibillini, il Gran Sasso e al Terminillo a oriente.

Si può raggiungere la partenza del cammino in auto, treno o bus: Tenaglie. Qui ci procureremo anche la credenziale del Pellegrino. E’ possibile utilizzare anche il servizio di trasporto bagagli che l’associazione Amerini Trekking propone agli escursionisti.

 


ALCUNI DEI BORGHI ATTRAVERSATI:

 

TENAGLIE ha solo 3 abitanti ma diverse cose da mostrare

MONTECCHIO Situato su di un’altura che domina la valle del Tevere, il paese di Montecchio conserva ancora intatto il carattere di borgo medievale con i suoi piccoli e curiosi vicoli e le poderose mura di cinta.

MELEZZOLE è uno dei centri medievali meglio conservati della Teverina; in particolare sono ben visibili una buona parte delle mura perimetrali con le antiche torri di difesa e l’assetto architettonico delle vecchie case.

GUARDEA L’origine del nome, dal tedesco “wart” (guardiano), dimostra che Guardea nacque come “posto di vedetta”.

SANTA RESTITUTA Il piccolo centro mantiene inalterato il fascino dei borghi antichi. Le case si allineano intorno a una strada gradinata che sale verso la parte alta del paese, un tempo occupata da un castello sorto con funzioni di difesa del corridoio bizantino e protagonista di diverse vicende storiche.

TOSCOLANO Il toponimo deriva dalla gens Toscola. Il borgo medievale si distribuisce alle pendici del monte Croce di Serra, in splendida posizione panoramica ed è immerso in folti boschi di castagni.

Mogol, il famoso autore di testi di canzoni di successo, per lungo tempo in sodalizio con il cantante Lucio Battisti, ha creato a Toscolano la Città della Musica.

BASCHI che sorge sulla riva sinistra del Tevere poco distante dalla confluenza con il Paglia, è il capoluogo di un grande comune che comprende oltre al suo antico territorio, altri paesi e raggruppamenti di case posti sui colli, verso Todi e che si trovano sul cammino: Acqualoreto, Morre, Morruzze, Collelungo, Civitella del lago, Cerreto, Scoppieto e Vagli.

CIVITELLA DEL LAGO era “l’antica città di Veascium. In epoca romana la zona era densamente popolata e numerosi sono i reperti archeologici ritrovati.

Il comune (rurale) nacque e si sviluppò in seno ad una signoria che fu una delle più lunghe: signoria che fu detta dei Baschi. Prodi ed impetuosi cavalieri, i Baschi (di quasi certa origine longobarda) abbracciarono la causa ghibellina. Li troviamo coinvolti in grandi avvenimenti dell’Italia centrale.Machiavelli nel 2° libro della sua Storia di Firenze dice che “dall’anno 1215 i Baschi erano tra le famiglie più nobili  e ricche di Firenze”

 

DESCRIZIONE SINTETICA DELLE TAPPE:

PRIMA TAPPA TENAGLIE – GUARDEA - TOSCOLANO

KM: 19,5 DISLIVELLO: Salita 680 mt Discesa 450 mt

DIFFICOLTÀ: media FONDO: 80 % Sterrato 20% Asfalto

Il percorso nella valle incantata ha inizio dal borgo di Tenaglie che dall’alto del suo colle domina la valle del Tevere e la Tuscia intera. Il primo tratto si sviluppa nella Valserana dove la campagna umbra offre un’immagine da cartolina. Ci si avvicina al castello di Poggio e si passa da Guardea, da dove una bella salita ci porta al piano Croci, una modesta altura da cui si domina tutta l’Umbria meridionale. Si entra a Santa Restituta che è il borgo emblema del cammino per la sua intatta e silenziosa bellezza. Dormiremo a Toscolano, borgo di 12 anime.

 

 

 

SECONDA TAPPA TOSCOLANO - MELEZZOLE - MORRE

KM: 21,2 DISLIVELLO: Salita 994 mt Discesa 890 mt

DIFFICOLTÀ: difficile FONDO: 95 % Sterrato 5% Asfalto

Ripartiamo  dal borgo di Toscolano e raggiungiamo in poco tempo Melezzole. Attraversiamo boschi di castagni, antiche carbonaie e pascoli abbandonati; da Piano Puosi  si ha una gran bella visione dei Monti Martani e della conca ternana; monte Croce di Serra è la cima più alta del percorso da dove seguendo la cresta si arriva all’altra cima, quella del Monte Melezzole da dove, se la giornata lo consente, si riesce a scorgere uno spicchio di Mare Tirreno. Si scende fino all’abitato di Morruzze silenzioso e accogliente e a seguire la nostra tappa finale, Morre.

 

TERZA TAPPA MORRE – COLLELUNGO – ACQUALORETO - CIVITELLA DEL LAGO - CERRETO

KM: 20,2 DISLIVELLO: Salita 670 mt Discesa 825 mt

DIFFICOLTÀ: media/difficile FONDO: 80 % Sterrato 20% Asfalto

Da Morre raggiungiamo il borgo di Collelungo e a seguire  Acqualoreto da cui si perde rapidamente quota per scendere nella Valle del Tevere e trovare in mezzo ad una fittissima selva l’eremo della Pasquarella

da dove si risale verso Scoppieto, altro borgo silente che prelude a Civitella del Lago; splendido affaccio sul lago di Corbara. Tra vigne e olivi arriveremo a Cerreto dove si conclude la nostra terza tappa.

 

QUARTA TAPPA CERRETO – BASCHI - TENAGLIE

KM: 25,2 DISLIVELLO: Salita 700 mt Discesa 710 mt

DIFFICOLTÀ: media FONDO: 70 % Sterrato 30% Asfalto

Da Cerreto, sempre camminando in un giardino vignato arriveremo a Baschi con il suo centro storico caratteristico. Si sale ancora verso i poggi di Montecchio e si scende verso la necropoli etrusca di San Lorenzo. Il borgo di Montecchio è uno dei più belli d’Italia.  Nel proseguire il cammino vedremo all’orizzonte il Palazzo Ancajani che prelude a  Tenaglie dove tutto osi conclude; non lasceremo il paese senza avere ottenuto la pergamena che attesta il nostro cammino.

 

 

Il prezzo del viaggio è di € 370 ed include sistemazione in camere doppie o triple in appartamenti, BB, agriturismi, colazione, cena, trasporto bagagli, accompagnamento con guida ambientale per le 4 giornate

Il prezzo NON include il viaggio da e per Tenaglie; pranzi al sacco ed eventuali bevande

Tutto quanto non espressamente indicato in “la quota comprende”

Supplemento singola: da valutare ove disponibile

INIZIO DEL PERCORSO IL GIORNO 29 GENNAIO ALLE 9.30 CIRCA DA TENAGLIE

 

Data chiusura iscrizioni: 23/12/2023

La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 200 € alla conferma.

Saldo entro il giorno 15/01/2024

N. minimo partecipanti  8; se il numero dei partecipanti dovesse essere inferiore a 8 riformuleremo la proposta valutando il vostro interesse.

 

In caso di mancato raggiungimento del numero minimo, la quota versata verrà restituita.

Importante comunicare per iscritto, alla prenotazione, le proprie particolari esigenze alimentari (intolleranze, ecc.), o condizioni personali da tenere presenti.

Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 20 €  con copertura COVID

 

Prenotazioni: MORGANTI VIAGGI    tel  349 7703003   -   mail  morgantiviaggi@gmail.com

Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO  tel 3492303093  -  mail: mariaodiliaconsiglio@yahoo.it  

Organizzazione tecnica: MORGANTI VIAGGI 

RCA: Polizza Allianz n° 11112273  –  fondo garanzia: polizza TUA Assicurazioni  n° 40321512000931

 

 

 


La Via Francigena del Sud da Fondi a Sessa Aurunca

Dal 18 al 21 gennaio 2024

La Via Francigena nel Sud, il fascio di strade che ci porta verso la Puglia, una regione quest’ultima che abbiamo più volte esplorato. Un cammino che sarebbe bello concludere per collegare il centro e il sud Italia ma soprattutto per “conoscere” l’Italia. Sapete già che i cammini includono tutto, sentieri che attraversano aree naturali di pregevole bellezza come aree industriali tristi e dismesse, periferie degradate e splendidi basolati romani recuperati all’incuria. Perché avventurarsi su un percorso che a volte delude? Perché ci consente di sbirciare nelle case della gente e nei loro giardini ed immaginare chi sono e come vivono; perché ci sono troppe bellezze naturali e ricchezze monumentali piccole e nascoste in ogni dove e in questo l’Italia è insuperabile. Con queste ultime tappe laziali entreremo in Campania e lì ci fermeremo. Le aree archeologiche che troveremo cercheremo di visitarle, così come abbiamo sempre fatto. Un cammino fuori stagione e fuori dai canoni.

Quattro giorni in viaggio, zaino trasportato o in spalla, dormiremo più che altro in B&B. Tappe facili, la lunghezza della terza tappa che è totalmente in piano serve a ridurre quella dell’ultimo giorno per consentirci di prendere il treno in tempi utili.

Luoghi di interesse attraversati:

Fondi

Via Appia Antica

Itri

Gaeta

Formia

Minturno

Ponte Real Ferdinando

Castelforte

Sessa Aurunca

 

18 gennaio: da Fondi a Itri (15km, 300m+ e 134m-) tappa facile, 35% sterrato e 65%asfalto

Ci troveremo intorno alle 12.00 alla stazione di Fondi e da qui o prenderemo un bus per arrivare in centro a Fondi o partiremo direttamente a piedi per raggiungere Itri. Una tappa breve e piacevole che si svolge tra i verdi rilievi dei Monti Aurunci. A metà percorso troveremo la gola di Sant’Andrea, uno dei tratti più belli del percorso che custodisce un tratto di  basolato perfettamente conservato dell’antica Via Appia. Nei pressi si trova un Fortino che ha avuto un’importanza fondamentale durante il regno borbonico, in quanto posizionato proprio lungo il confine con lo Stato pontificio. Nell’area si svolsero diverse battaglie, una delle più celebri riguarda lo scontro nel 1799, quando Fra Diavolo impedì la penetrazione delle truppe napoleoniche nel Napoletano.
Da qui una lenta e progressiva salita su contrade campestri ci porta al sentiero che poi scende nel bosco fino alle porte di Itri di cui visiteremo il caratteristico castello, la chiesa normanna di San Michele Arcangelo, tempo permettendo anche il museo del Brigantaggio.
Vi nacque nel 1771 fra' Diavolo (Michele Pezza), che fu prima fuorilegge e successivamente colonnello dell'esercito borbonico di Ferdinando IV che contrastava l'occupazione dei Francesi che lo presero e impiccarono a Napoli nel 1806.

19 gennaio: da Itri a Gaeta a Formia (21 km 332m+ e 483m-) fondo 100%asfalto

In questa tappa si ritorna a vedere il mare e a camminare lungo esso. Dagli Aurunci ci spostiamo verso il parco regionale riviera di Ulisse. Unico inconveniente della giornata è l’asfalto, si tratta comunque di strade secondarie e poco trafficate. In questa giornata avremo modo di visitare Gaeta, luogo mitico per Virgilio e Dante Alighieri, meta di villeggiatura di imperatori, senatori e consoli romani. Il borgo ha subito le influenze normanno-sveve, controllato da Angioini e Aragonesi, ha un centro storico ricchissimo di monumenti e si sviluppa sullo sperone di Monte Orlando che è un parco regionale urbano. A Gaeta, antica città marinara, tutto è legato al mare: le chiese mediterranee, l’odore di salsedine tra i vicoli, il vento che muove i panni stesi al sole sui balconi.

Formia per la dolcezza del clima e la bellezza del mare fu un ambito luogo di villeggiatura degli antichi romani, che vi fecero passare la via Appia e vi edificarono ville patrizie. Della cittadina ricostruita dopo le distruzioni saracene oggi si visitano tre quartieri, il borgo Mola, antico nucleo sul mare su cui troneggia la torre angioina di Mola del XIII secolo e in cui si scorge ancora un tratto dell’acquedotto romano; il borgo Castellone sulla collina dove sorgeva l’acropoli romana, con il castello medievale dalla torre ottagonale trecentesca, e il Cisternone, la grande struttura idraulica sotterranea del I secolo a.C. che si trova nell’attuale piazza S. Erasmo. Sul tracciato della via Appia, si vede il mausoleo tomba di Cicerone, un torrione cilindrico immerso nella vegetazione e la tomba di sua figlia Tullia.

 

20 gennaio: da Formia a Castelforte (28,2 km 57m+ e 67m-) fondo 100%asfalto

Ultimo tratto di Via Francigena nel Lazio prima del confine con la Campania.  Il percorso è quasi totalmente a ridosso del mare; d’obbligo una sosta al porticciolo romano di Gianola, nel parco Riviera d’Ulisse. Nelle vicinanze, anche un altro sito archeologico: una torre quadrata posta su uno sperone roccioso panoramico, con vista mare. Negli ultimi due chilometri prima di Minturno e della sua area archeologica si segue il corso del fiume Garigliano che segna il confine tra le due regioni. Dell’antica città porto di Minturnae è visibile nell’area archeologica un tratto dell’antica Via Appia, il teatro romano, i resti del foro, del complesso termale, dell’acquedotto. Nelle vicinanze si trova il ponte Real Ferdinando, il primo ponte sospeso a catenaria di ferro realizzato in Italia, un ponte all’avanguardia a livello internazionale. Arriviamo a Castelforte, un suggestivo borgo medievale racchiuso in una cinta muraria che collega varie torri. Nel dedalo di viuzze si trovano varie chiese tra cui quella di San Giovanni Batttista dell’anno 1000. Qui passeremo la notte.

 

21 gennaio: da Castelforte a Sessa Aurunca (16 km 340m+ e 153m-) fondo 80%asfalto e 20% sterrato

Percorrendo una lunga serie di sentieri sterrati si penetra nella pianura rigogliosa di uliveti, vigneti ed alberi da frutto. L’arrivo a Sessa Aurunca avviene attraverso la bellissima macchia di bosco del Monte Ofelio, collocata su un pendio di tufo a sud-ovest del vulcano spento di Roccamonfina. In questa città ricchissima in età imperiale troviamo un imponente teatro romano e dei successivi è la catacomba di San Casto.

La cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a è un vero gioiello architettonico, edificata tra il 1103 e il 1113, fa sfogio di uno stile romanico elegante e al suo interno si trovano sculture, bassorilievi e mosaici di epoca bizantina.  Questa cattedrale per i pellegrini diretti a Gerusalemme era di grande importanza in quanto si trova su una linea retta che da Mont Saint-Michel, in Francia arriva a  Gerusalemme, questa passava per Roma, Monte Sant’Angelo e Sessa Aurunca.

Treno di rientro per Roma verso le 15.30

Note tecniche sui percorsi: Si tratta di un trekking facile, in luoghi per lo più urbanizzati adatto a tutti coloro che hanno anche un modesto allenamento; in ogni caso confrontatevi con la guida che potrà darvi le giuste indicazioni.

 

Quota di partecipazione 340 € minimo 6 persone; se il numero fosse maggiore si applica una riduzione.


La quota comprende: sistemazione 3 notti in camera doppia o tripla, colazioni, cene, il servizio di guida ambientale escursionistica; assicurazione medico bagaglio.

La quota non comprende: viaggio per il punto di inizio trekking e per la propria destinazione di rientro (si può fare in treno), pranzi, bevande, ingressi; supplemento singola da valutare dove possibile; trasporto bagagli (abbiamo chiesto una quotazione)


Data chiusura iscrizioni: 08/12/2023
La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 150 € alla conferma.
Saldo entro il giorno 05/01/2024
N. minimo partecipanti 6- N. massimo partecipanti 15; se il numero di partecipanti è superiore a 6 la quota può diminuire
Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 40 € 
Prenotazioni: MORGANTI VIAGGI tel 349 7703003 - mail
morgantiviaggi@gmail.com
Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO tel 3492303093 - mail:
mariaodiliaconsiglio@yahoo.it

Organizzazione tecnica: MORGANTI VIAGGI RCA: Polizza Allianz n° 11112273 – fondo garanzia: polizza TUA Assicurazioni n° 40321512000931


Capodanno in Val d’Orcia e Val di Chiana

Tra le colline del Nobile di Montepulciano e del Brunello di Montalcino

Tra le crete di Pienza e quelle di Lucciolabella,

Tra le faggete di Pietraporciana e l’incantato borgo di Castiglioncello sul Trinoro

 

Dal 30 dicembre al 2 gennaio

 

Patrimonio infinito di bellezza, in questo trekking ci sarà da restare esterrefatti, parola appropriatissima che mi sento di usare con tranquillità quando ci muoviamo nel senese.

Camminando per le colline della Val d’Orcia a cavallo con la Val di Chiana, le cose da vedere vicine e lontane, dai dettagli del paesaggio, alle visioni più ampie, sono davvero tante. Nei centri storici avremo parecchio da fare e da scoprire, in un fuori stagione che non ci deluderà. Anche in caso di maltempo le alternative non mancheranno. Se avrete voglia anche quando fa buio troveremo luoghi da visitare e attività da sperimentare; per chi vorrà rilassarsi potrà approfittare delle terme di Chianciano. Abbikamo scelto per dormire una località termale per chi volesse fruire dei benefici delle acque di questa cittadina della Toscana. Il trekking è facile, volutamente ci sono percorsi fattibili da tutti, un po' di dislivello inevitabile, anche solo per scaldarsi un po' vista la stagione. Essendo inverno avremo modo di gustare un paesaggio arido, spoglio, non verdeggiante ma sicuramente affascinante e il calore del vino sarà un elemento di compagnia importante nelle nostre giornate.

Per invitarvi a questo percorso, mi piace riportare come viene giustificato l’inserimento della Val d’Orcia nella lista del Patrimonio dell’Unesco nel 2004:

« Criterio (iv): la Val d'Orcia è un eccezionale esempio di come il paesaggio naturale sia stato ridisegnato nel periodo Rinascimentale per rispecchiare gli ideali di buon governo e per creare un'immagine esteticamente gradevole;

Criterio (vi): il paesaggio della Val d'Orcia è stato celebrato dai pittori della Scuola Senese, fiorita durante il Rinascimento. Le immagini della Val d'Orcia ed in particolar modo le riproduzioni dei suoi paesaggi, in cui si raffigura la gente vivere in armonia con la natura, sono diventate icone del Rinascimento ed hanno profondamente influenzato il modo di pensare il paesaggio negli anni futuri.»

 

Cosa vedremo-faremo

Pienza: borgo medievale dall’anima rinascimentale conosciuta come la città "ideale" del Rinascimento, creazione del grande umanista Enea Silvio Piccolomini, diventato poi Papa Pio II. Il progetto venne realizzato dall'architetto Bernardo detto il Rossellino, sotto la guida del grande umanista Leon Battista Alberti. In soli 3 anni venne realizzato un complesso di bellissimi ed armoniosi palazzi: la Cattedrale, la residenza papale o Palazzo Piccolomini, il Comune, e l'incantevole piazza centrale.

 

Monticchiello: arroccato sulla cima di una collina e conosciuto come il balcone della Val d'Orcia. Mantiene un fascino accogliente e ci svelerà le sue meraviglie tra le vie e le case del borgo fino ad arrivare al piccolo Museo del teatro popolare povero toscano (Tepotratos) dove si ha la possibilità di immergersi nel mondo contadino con le sue tradizioni, poesie e divertimenti semplici.

 

Montalcino: possiede un centro storico dominato dalla possente Rocca, fortezza costruita nel 1361 come segnale del passaggio della città sotto il dominio di Siena. Caratteristica la torre stretta e lunga del Palazzo dei Priori, le tante chiese e naturalmente le stradine ed i vicoli che sono davvero incantevoli.

 

La Riserva Naturale di Pietraporciana: è stata istituita nel 1996, su un territorio di circa 341 ettari a cavallo tra la Val d’Orcia e la Val di Chiana. Dal punto di vista ambientale è notevole la faggeta che si sviluppa tra i 720 e gli 850 metri circa, con esemplari secolari e maestosi

 

Castiglioncello del Trinoro: è una fortificazione medievale, una scoperta recentissima, grazie all'intervento di un imprenditore illuminato che ha finanziato gli scavi e gli studi che hanno consentito la visione dei suoi ruderi. La sua posizione dominante (774 metri di altezza) sulla Val d'Orcia ne fece un centro di controllo sull'asse viario che scorreva nel fondovalle.

Montepulciano: Perla del ‘500 toscano tra Valdichiana e Val d’Orcia, conserva intatta la sua bellezza. Piazza Grande, con il Duomo del ‘600 dalla facciata incompleta, il Palazzo Comunale del ‘400 e tutto intorno palazzi rinascimentali. Al di fuori del borgo risalta la mole elegante del Tempio di San Biagio, un’opera rinascimentale realizzata dall’architetto Antonio da Sangallo il Vecchio.

 

Villa La Foce: è una Dimora Storica che Antonio e Iris Origo acquistarono la tenuta di La Foce e chiamarono l’architetto inglese Cecil Pinsent per ristrutturare gli edifici principali e creare un ampio giardino. Il giardino è stato concepito per valorizzare la casa rinascimentale ed espandere la vista spettacolare sulla Val d’Orcia e il monte Amiata. L’armonia tra edifici, giardino e natura, fa di La Foce un esempio ideale dell’evoluzione architettonica e culturale della Toscana nel XX secolo.

 

Montefollonico: si distingue per le strette vie e i palazzi di epoca medievale. E’ noto anche con il nome di “Borgo del Vin Santo”, il celebre vino liquoroso toscano che si abbina ai cantucci.

 

Terme di Chianciano e Montalbino

 

Degustazioni di vini e formaggi a Montalcino e Pienza.

 

  

30 dicembre sabato: Tra Montepulciano e Pienza

13 km – dislivello +380/-450 mt (percorso lineare)

 

Partiremo da Montepulciano, perla del Cinquecento costruita lungo una stretta cresta di calcare e circondata da una poderosa cinta muraria, famosa per i suoi bellissimi palazzi e la Piazza Grande col palazzo comunale che ricorda Palazzo Vecchio a Firenze; dalla cima della torre si gode di una vista mozzafiato che spazia sulle due vallate d'Orcia e di Chiana. Per le aggrovigliate vie del centro si incontrano caratteristiche botteghe artigiane come quella di uno storico ramaio. Ma ciò che rende famosa Montepulciano è soprattutto il vino che matura nelle enormi botti delle monumentali cantine del centro storico; il Vino Nobile di Montepulciano che “di tutti i vini è il Re”, come scrisse il poeta seicentesco Francesco Redi nel suo poema Bacco in Toscana, è il simbolo della città.

Lungo il percorso, oltre a famosi e fotografatissimi viali di cipressi e poderi, godremo di paesaggi ampi verso il Monte Amiata. Monticchiello, arroccato sulla cima di una collina e conosciuto come il balcone della Val d'Orcia, mantiene un fascino accogliente e ci svelerà le sue meraviglie tra le vie e le case del borgo fino ad arrivare al piccolo Museo del teatro popolare povero toscano (Tepotratos) dove si ha la possibilità di immergersi nel mondo contadino con le sue tradizioni, poesie, divertimenti semplici. Da qui, seguendo bellissime strade bianche alberate arriveremo a Pienza, la città ideale rimasta incompiuta; ci perderemo tra vicoli e piazze e arriveremo nel cuore della cittadina che ci svelerà la propria anima rinascimentale col Duomo e il Palazzo Piccolomini.

Degustazione di formaggi e olio locali presso una bottega del centro storico.

Rientro a Chianciano Terme per la cena ed il pernottamento.

 

31 dicembre domenica: Montepulciano - Montefollonico

17 km, 330+ e 240- (percorso ad anello)

 

Seguiremo un incantevole percorso tra le colline partendo da Montepulciano dove ritorneremo a fine percorso. Dal tempio di San Biagio attraverso strade sterrate immersi tra le vigne, i casolari, resti di abbazie e scorci panoramici di grande bellezza,  raggiungeremo l’incantevole borgo medievale di Montefollonico. Borgo attorniato da mura, che conserva ancora alcune torri cilindriche, tra cui la torre del Cassero, risalente al 1277, e 3 porte (porta a Follonica, porta del Triano e porta del Pianello), che danno accesso al centro storico. Non tutti sanno che Montefollonico è noto anche con il nome di “Borgo del Vin Santo”, il celebre vino liquoroso toscano che si abbina ai cantucci. La produzione del Vin Santo a Montefollonico non è limitata soltanto agli imprenditori agricoli, ma anche a tanti artigiani amatoriali che hanno ereditato le tecniche tradizionali e tuttora producono il vino liquoroso nelle loro cantine. Ritornati a Montepulciano avremo tempo per fare un giro del borgo.

Rientreremo a Chianciano Terme dove ci aspetta un ricco Cenone di Capodanno e della buona musica che ci accompagnerà verso il nuovo anno. Pernottamento.

 

1 gennaio lunedì: La Foce, Pietraporciana, Castiglioncello sul Trinoro

Km 13,5  430m dislivello (percorso ad anello),  facile, potremo ridurre il percorso lasciando delle auto sull’itinerario se non avremo tempo sufficiente ad ultimarlo

 

Passeremo la mattinata in relax. Per chi volesse c’ è la possibilità di farlo presso le Piscine Termali Theia a Chianciano Terme. La prenotazione è obbligatoria, Entrata prevista alle ore 9.30 (per una durata di 4 ore), costo 32 euro.

Nel pomeriggio, dopo pranzo, una piacevole passeggiata nella zona della Foce, tra panorami infiniti ed un paesaggio plasmato meravigliosamente dalla mano dell’uomo. Il sentiero parte da Località La Foce e prosegue per la Strada di Chiarentana, direzione Castiglioncello sul Trinoro. In questo tratto il panorama spazia per tutta la Val d’Orcia ed il Monte Amiata. A metà percorso ci inoltreremo nel bosco per raggiungere il Podere di Pietraporciana, subito al di sotto della omonima Riserva Naturale, con la sua bellissima faggeta. L’insolita verdeggiante area boschiva di Pietraporciana, caratterizzata da faggi secolari e maestosi emerge tra le crete, e quando si raggiunge il pittoresco borgo di Castiglioncello del Trinoro si domina tutta la Val d’Orcia e la Val di Chiana.

La fortificazione medievale di Castiglioncello del Trinoro è una (ri)scoperta recentissima, grazie all'intervento di un imprenditore illuminato che, oltre a trasformare il piccolo borgo in un albergo diffuso, ha finanziato gli scavi e gli studi che hanno consentito la visione dei suoi ruderi. La sua posizione dominante (774 metri di altezza) sulla Val d'Orcia ne fece un centro di controllo sull'asse viario che scorreva nel fondovalle. Da qui si gode di uno spettacolare affaccio sulla Val d'Orcia, uno dei punti panoramici più suggestivi della Toscana meridionale. Rientro a Chianciano Terme. Cena e Pernottamento.

 

2 gennaio martedì: L’anello del Brunello di Montalcino

13 km, 400m dislivello percorso ad anello

 

Escursione molto articolata per i saliscendi frequenti, per la varietà di ambienti attraversati e per le molteplici e meravigliose aperture sul territorio circostante. Seguendo strade bianche si attraversano anche i boschi, la risorsa principale per Montalcino prima che il vino avesse la meglio. Visiteremo il bellissimo borgo medievale arroccato sulla collina a 564m di altezza, contempleremo il paesaggio dalla bella terrazza dove mangeremo. Nel pomeriggio ci aggireremo per le vie del borgo alla scoperta dei suoi angoli più caratteristici e faremo una degustazione dei vini locali in un’enoteca nel centro del paese.

 

 

Quota di partecipazione: 560 euro

La quota comprende: sistemazione 3 notti in camera doppia con colazione, cene, cenone di capodanno, servizio di guida ambientale escursionistica, degustazione di vini a Montalcino, degustazione formaggi a Pienza, assicurazione medico bagaglio

La quota non comprende: viaggio per il punto di inizio trekking e per la propria destinazione di rientro, pranzi, ingressi, e tutto quanto non espressamente indicato in “la quota comprende”.   

Data chiusura iscrizioni: 27/11/2023

La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 150 € alla conferma.

Saldo entro il giorno 04/12/2023

N. minimo partecipanti 8  -  N. massimo partecipanti 15;

supplemento singola 100 euro

In caso di mancato raggiungimento del numero minimo, la quota versata verrà restituita.

Importante comunicare per iscritto, alla prenotazione, le proprie particolari esigenze alimentari (intolleranze, ecc.), o condizioni personali da tenere presenti.

Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 30 €  con copertura COVID

Prenotazioni:  MORGANTI VIAGGI    tel  349 7703003   -   mail: morgantiviaggi@gmail.com

Per info percorso: MARIA CONSIGLIO  tel 349 2303093  - mail: mariaodiliaconsiglio@yahoo.it  

Convocazione - appuntamento :

L’appuntamento con la guida è previsto per il giorno 30/12/2023, alle ore 10.00 a Montepulciano nei pressi del tempio di San Biagio;

Spostamenti con auto proprie nelle varie giornate, in genere brevi; sarà possibile organizzarsi con la guida per ottimizzare il numero di persone nelle auto; al momento della prenotazione indicare se si è automuniti e disponibili a portare altre persone in macchina oppure bisognosi di un passaggio.

Montepulciano è raggiungibile anche con mezzi pubblici (autobus e treno)

Livello di difficoltà: trekking medio facile su strade di campagna sterrate per lo più, asfaltate per brevi tratti e sentieri; saliscendi per le colline agevoli. In genere il periodo invernale non crea ostacolo al cammino su questi percorsi anche in caso di maltempo. Eventuali tratti che possono diventare fangosi verranno dalla guida opportunamente evitati. Si consiglia di confrontarsi con la guida per essere sicuri che il trekking sia adatto ad ognuno.

Durata media delle tappe: tra le 4 e le 6 ore, dislivello positivo tra i 330 e i 450m al giorno.

Organizzazione tecnica: MORGANTI VIAGGI    RCA: Polizza Allianz n° 11112273  –  fondo garanzia: polizza TUA Assicurazioni  n° 40321512000931


Le Vie Cave Etrusche e le Terme di Saturnia

8-10 dicembre 2023

 

 

Una ricca tre giorni che ha il suo fulcro nelle bellissime Cascate del Mulino a Saturnia dove potremo concederci un bagno rilassante, per godere delle proprietà benefiche delle acque termali a 37°C ogni giorno a conclusione dei nostri trekking e dove potremo anche passare le serate o le notti…; i borghi di Montemerano, Manciano e Saturnia sono dei deliziosi borghi da scoprire camminando circondati dalla bellezza dell’entroterra maremmano, fatto di dolci colline, campi arati, sterminati vigneti, e tradizioni secolari. Infine l’Area del Tufo, con i paesini di Pitigliano e Sovana e le immancabili Vie Cave, opere uniche al mondo, antichissimi ed affascinanti percorsi etruschi, misteriosi corridoi scavati nella roccia tufacea che caratterizza il territorio di questa parte della Maremma dal fascino senza tempo. Attenzione! Ci sarà la possibilità di partecipare a tutte e tre le giornate o solo ad una di esse, di seguito riporto i costi delle singole escursioni. Prezzo delle singole escursioni 25 euro Prezzo per le 3 escursioni € 65 Prezzo del Pacchetto completo con pernottamento, colazione, cena e servizio guida viene fornito al momento in cui viene raggiunto il numero minimo di partecipanti; potete scrivermi per avere risposte a riguardo. Info e prenotazioni entro il 25 novembre 2023 con pagamento dell’intera quota. 8 dicembre anello Saturnia terme del Mulino Montemerano e Manciano (14 km e 350m dislivello+ e -) Partiti dalla zona delle terme a Saturnia, seguiamo un sentiero che attraversa un bel tratto collinare fino ad arrivare nel borgo Medioevale di Montemerano tra i più rappresentativi della Maremma. Dotato nei secoli di tre cerchia di mura, al borgo si accede attraverso la Porta Grossetana, sopra la quale si distende un elegante loggiato. Nella piazza della Chiesa si trova la chiesa romanica di San Giorgio, uno tra i più importanti monumenti di arte romanica di tutta la Maremma. Al suo interno sono conservate opere che vanno dal Quattrocento fino al Settecento, dal tardo Gotico fino al Barocco e al Rococò. La tavola che rappresenta la Madonna della Gattaiola al suo interno è famosa perché nella parte bassa di questa Annunciazione quattrocentesca vi era un foro che, secondo la tradizione, serviva per il passaggio i gatti. Pare, infatti, che un tempo questa tavola fosse l’anta di una porta e che l’apertura per i gatti sia stata creata da un parroco che voleva sbarazzarsi dei topi. Fiabesca la piazza del castello. Proseguendo lungo la vecchia strada di collegamento si arriva a Manciano arroccato su un colle, guarda a un’immensa campagna punteggiata qua e là da preziosi villaggi di fattezza medievale; qui il vento tira da ogni direzione. Al centro del paese si erge il Cassero, un possente edificio del XII secolo nelle cui sale c’è un museo spontaneo, con una carrellata di storia e di arte che vale la pena di visitare insieme alla torre. 9 dicembre Saturnia Sovana lungo la Via Clodia 19 km, 636m+ e 626mUn breve accenno alla Via Clodia, una strada intermedia tra le più note Aurelia, lungo il mare e Cassia, all’interno che iniziò a svilupparsi quando i Romani cominciarono ad espandere la loro potenza. Ne percorreremo un tratto da Saturnia a Sovana. A Saturnia si passa per la bellissima Porta Romana e il basolato della Clodia; si attraversa il fiume Fiora e si arriva alla Cava di Poggio Prisca e alla necropoli di Sovana con tombe monumentali. Visiteremo l’area monumentale del Parco Archeologico sulle colline a nord del torrente Calesine, dove attraverso suggestivi percorsi nella fitta vegetazione a macchia mediterranea, si raggiungono le necropoli con le tombe a fronte colonnata (tomba Pola e tomba Ildebranda), quelle a edicola (del Tifone, dei Demoni Alati e della Sirena) e le tombe a dado, semidado e falsodado. La magnifica Tomba Ildebranda, il complesso funerario, accessibile tramite due scalinate laterali risalente al III-II sec. a.C., è il più famoso monumento della necropoli sovanese e tra i più importanti dell’intera Etruria; di particolare fascino sono la via cava di San Sebastiano (che presenta pareti alte più di 20 metri) e il Cavone con numerose specie di felci, muschi e licheni che rivestono quasi interamente le sue pareti. Dopo questa visita entreremo a Sovana che ci riserverà molte sorprese essendo stata un importantissimo centro etrusco e una florida città durante il Medioevo come ancora oggi testimoniano i numerosi edifici religiosi e civili del borgo. 10 dicembre Le Vie cave tra Sovana e Pitigliano 19 km dislivello 420 m Già nel 2004 le Vie Cave di Pitigliano e Sorano vengono riconosciute come beni di interesse mondiale e pertanto da tutelare. Le Vie Cave sono opere uniche al mondo, antichissimi ed affascinanti percorsi etruschi, misteriosi corridoi scavati nella roccia tufacea che caratterizza il territorio di questa parte della Maremma; le ragioni che hanno portato gli Etruschi a realizzare questi percorsi sono ancora un mistero. Nel Medioevo, proprio in questi luoghi ricchi di sacralità per esorcizzare il culto pagano, il cristianesimo volle costruire tabernacoli, chiese, oratori e cappelle. Percorrerle oggi ci riempie di bellezza e ci fa rivivere i misteri e la sacralità del popolo etrusco che proprio nel culto dei morti, nel realizzare necropoli sembra volere stabilire un contatto col sottosuolo; tagliare la roccia penetrare il suo cuore, addentrarsi nei suoi bui recessi, significava aprire un varco verso una dimensione sovrannaturale; il mondo dei vivi e quello dei morti entravano in contatto attraverso questi cunicoli e labirinti che dovevano essere percorsi con rigidi ritualismi di cui noi oggi percepiamo ancora l’intensa potenza di contatto. Sul percorso passeremo da Pitigliano detta la Piccola Gerusalemme per la storica presenza di una comunità ebraica; il borgo di origini etrusche e con forti testimonianze dell'epoca medievale offre uno spettacolo unico al mondo col suo sviluppo su un alto sperone tufaceo e le case che si confondono con la roccia in un perfetto equilibrio tra uomo e natura. Sul percorso troveremo il Cammino del Londini, la via Cava dell’Annunziata, quella di Poggio dei Cani, della Madonna delle Grazie, di Fratenuti, la bellissima cava di San Giuseppe. A fine trekking ci sposteremo a Saturnia per un bagno nelle acque termali libere prima di rientrare alle nostre case. Note tecniche: Trekking non impegnativo, alcuni tratti all’interno delle vie cave lo diventano solo in caso di pioggia. I percorsi trekking sono medio facili. Il programma è stato redatto in base alle ultime ricognizioni; in caso di problematiche o imprevisti, chiusura di sentieri o altro, la guida troverà la soluzione adatta attenendosi il più possibile al programma


Nel parco delle foreste Casentinesi, la sinfonia dei colori autunnali in uno dei luoghi più colorati d’Italia

11 e 12 novembre 2023

 

Saremo nel parco nazionale delle Foreste Casentinesi, un parco che eccelle, dal punto di vista naturalistico, per avere una delle aree forestali più pregiate d’Europa al cui interno si trova la Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino, istituita nel 1959 che è stata riconosciuta Patrimonio Unesco. È anche un territorio con centri abitati ricchi di storia e di testimonianze artistiche e architettoniche in una meravigliosa cornice naturale, ricca di flora e di fauna, tra cui spicca la più importante popolazione di lupo dell’Appennino settentrionale, nonché l’eccezionale presenza di cinque specie di ungulati: cinghiale, capriolo, daino, cervo e muflone.

Le foreste casentinesi sono imponenti, ricche di boschi misti che ricoprono quasi tutto il territorio del Parco, al punto che lo si potrebbe attraversare in tutta la sua estensione senza mai uscire dal lussureggiante e rigoglioso manto verde che lo avvolge.

Foreste millenarie, testimoni del continuo evolversi della natura e impregnate di storia, dove il rapporto con l’uomo ha radici lontane nel tempo e ben documentate da quando i monaci Camaldolesi hanno iniziato ad essere custodi e gestori di questo patrimonio. Foreste rigogliose e prodighe di sostentamento e ricovero per tante piccole e grandi comunità, dalle quali si è tratto il pregiato legname per le impalcature di opere monumentali.

Foreste affascinanti nei loro colori che esplodono in autunno quando saremo testimoni della colorazione delle foglie prima che si stacchino dagli alberi; universalmente noto il fenomeno con il termine di “fall foliage o foliage”, raggiunge il massimo della sua espressione tra metà ottobre e metà novembre. Oltre al faggio che domina nella fascia montana, ci sono molte altre essenze arboree che si associano con esso: abete bianco, acero montano, riccio e opalo, olmo, tigli (nostrano e selvatico), frassini (maggiore e orniello). Questa ricchezza specifica si tramuta in infinite sfumature di colore. Sarà un’esperienza emozionale, immersiva, la scoperta di un ambiente prezioso, oltre che un tuffo nei colori delle Foreste Casentinesi.

11 novembre: La straordinaria foresta della Lama 13 km, 900m+ e 640m -

Atmosfere incantate e colori da sogno nella magnifica foresta della Lama, nel cuore del Parco. Qui, tra chiome variopinte che si spogliano per prepararsi all'inverno, si passeggerà lungo sentieri che offrono una moltitudine di spunti per immortalare scenari meravigliosi. Giro circolare di bellezza incomparabile, fra ambienti selvaggi come pochissimi altri in zona. Tra i tanti modi per raggiungere la Lama, questo è sicuramente quello migliore poiché permette di visitare le foreste vetuste che circondano il bel pianoro, in parte acquitrinoso, incastonato fra balze rocciose. La deviazione per Monte Penna è motivata dalla spettacolare veduta panoramica, forse la più bella di tutto il Parco. Un affaccio simile ad un balcone spalancato sul sottostante mare di foreste secolari, che si animano di colori dalle tinte più varie, testimoni della grande diversità e ricchezza delle Foreste Casentinesi.  Nelle giornate terse lo sguardo raggiunge la linea di costa adriatica e le colline romagnole.


12 novembre: Nella solitaria, selvaggia valle di Pietrapazza 11 km, 700m+ e 575m-

Un classico assoluto dell’escursionismo: la lunga cavalcata che da Pietrapazza porta al crinale della Bertesca è talmente bella da non far percepire più di tanto i suoi 700 metri di dislivello. Gli ambienti naturali attraversati sono molteplici e vari; dal crinale arido, al fondovalle boscoso fino – ed è un’apoteosi – alle Foreste storiche di faggio e abete bianco, attraverso cui si snoda tutto il tratto centrale. La discesa, per Siepe dell’Orso e Abetaccia, ripercorre una di quelle mulattiere consunte da migliaia di passi di viandanti, carbonai, contadini, boscaioli…

Quota di partecipazione: 190 euro

La quota comprende: 1 notte in camera doppia con colazione, cena, accompagnamento guida ambientale, assicurazione medico bagaglio.

la quota NON include: viaggio per Badia Prataglia, pranzi al sacco, ingressi e tutto quanto non espressamente indicato in “la quota comprende”

 

Data chiusura iscrizioni: 30/09/2023

La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 60 € alla conferma.

Saldo entro il giorno 15/10/2023

N. minimo partecipanti 8  -  N. massimo partecipanti 15; per un numero di partecipanti inferiore, sarà possibile effettuare il trekking con una maggiorazione di prezzo

supplemento singola: 20 euro

In caso di mancato raggiungimento del numero minimo, la quota versata verrà restituita.

Importante comunicare per iscritto, alla prenotazione, le proprie particolari esigenze alimentari (intolleranze, ecc.), o condizioni personali da tenere presenti.

Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 10 euro  con copertura COVID

 

Prenotazioni: MORGANTI VIAGGI    tel  349 7703003   -   mail  morgantiviaggi@gmail.com

 

Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO  tel 3492303093  -  mail: mariaodiliaconsiglio@yahoo.it  

Organizzazione tecnica: MORGANTI VIAGGI 

RCA: Polizza Allianz n° 11112273  –  fondo garanzia: polizza TUA Assicurazioni  n° 40321512000931

 

extra possibile per interessati:

13 novembre: Un anello nella Valle dell’Archiano tra Serravalle e Badia Prataglia10 km 261m- e 700m +

Inizio moduloFine moduloBel giro ad anello per la varietà degli ambienti attraversati (dai rimboschimenti di pino nero alla faggeta, dalle larghe radure con ginestre dei carbonai fino ai fitti e ombrosi impianti di douglasia), per la presenza di scorci panoramici e per la bellezza dei due paesi, Serravalle (posizione da presepe, case in sasso e un ponticello medievale da cartolina) e Badia Prataglia, con la sua cripta millenaria.

Le foreste sopra Badia Prataglia 9 km, 600m+ e 395m-

A nord di Badia Prataglia si estende la Foresta omonima, che si spinge fino al crinale spartiacque per poi scendere senza soluzione di continuità nel versante romagnolo, verso La Lama e il Bidente di Pietrapazza. L’itinerario proposto si sviluppa interamente in habitat forestale, soprattutto fra magnifiche faggete a fustaia, solenni per il portamento colonnare. Il percorso, pur con dislivello notevole, è facile, svolgendosi su larghi stradelli e sul sentiero di crinale, qui molto placido.

 

 


LA VIA VANDELLI DA SAN PELLEGRINO IN ALPE E MASSA

 

Dal 6 all'8 ottobre 2023

 

La prima delle strade moderne, costruita tra il 1739 e il 1751 da Domenica Vandelli su idea di Francesco III d’Este, duca di Modena che voleva realizzare una via completamente lastricata per collegare la capitale del ducato Modena col mar Tirreno a Massa: il Frignano, la Garfagnana e le Alpi Apuane. Sette tappe, tre palazzi ducali, innumerevoli torri, chiese, campagne, foreste e boschi silenziosi, calanchi, valli inospitali,borghi e panorami vastissimi dal crinale tosco-emiliano alle Alpi Apuane: tutto questo in poco più di 170 km da Modena e con 5.400 m di dislivello (attenzione: noi ne percorreremmo la metà).

Giulio Ferrari è un abitante della Via Vandelli che ha recuperato l’intero tracciato della Vai Vandelli e, per quanto è stato possibile, ha cercato di mantenere la nuova via fedele a quella originaria individuando deviazioni se c’erano situazioni di eccessivo traffico veicolare o impossibili passaggi dovuti alle proprietà private, consentendo a volte di raggiungere punti di notevole interesse storico a architettonico. Il percorso è quindi quanto più possibile fedele all’originale perché percorrerlo sia più significativo e memorabile. Come dice il suo ideatore moderno “ la via è una” poi siamo liberi di camminare dove e come vogliamo.

Il percorso presenta soluzioni ingegneristiche e logistiche uniche: tornanti, canalette di scolo, osterie, stazioni di posta, sbancamenti, muri a secco, filari di querce tuttora visibili sul cammino e   molto altro. 

Tengo a precisare che il percorso è impegnativo sia per la lunghezza delle tappe che per i dislivelli da affrontare, in questa parte da valutare bene l’impegno richiesto per le discese; abbiamo percorso la prima parte da Modena a San Pellegrino in Alpe dall’1 al 4 giugno ed ora in 3 giorni percorreremo la parte toscana da San Pellegrino in Alpe a Massa, volendo fino al mare. Siamo nella parte più montuosa della Vandelli, partendo da uno dei due punti più alti che si raggiungono, il Passo del Lagardello presso San Pellegrino in Alpe con due importanti saliscendi arriveremo a Poggio in Garfagnana per poi risalire al Passo della Tambura nuovamente a 1600 m e scendere quindi fino a Massa. Osservando il profilo altimetrico sottostante che ho tratto dal sito della via Vandelli, vedete bene il percorso che affronteremo.

 

 

Le tappe che faremo

5 San Pellegrino in Alpe ➔ Poggio 25,8

6 Poggio ➔ Campaniletti 18,3

7 Campaniletti ➔ Massa 18,3

7Var Massa ➔ mare 6,3 (facoltativo)

 

 

Il passaporto della Via Vandelli

Anche la Via Vandelli ha un documento che accompagna l’escursionista durante il cammino, che si chiama passaporto del Viandante. Si tratta di un piccolo pieghevole che si può scaricare liberamente dal sito www.viavandelli.com e stampare in autonomia. 

 

Il ritrovo sarà a Lucca alla stazione dove, con mezzo privato raggiungeremo San Pellegrino in Alpe

Arriveremo a Massa e da qui ognuno rientrerà a casa.

Per la seconda tappa siamo a dormire al Rifugio Nello Conti, numero di posti limitato, necessità di avere con sé un sacco a pelo o sacco lenzuolo, asciugamano.

Non è previsto il trasporto bagagli perché non ci sono mezzi che possono portarli al rifugio.

Attenzione! Ho riportato la lunghezza delle tappe come da descrizione originale, non tenendo conto delle variazioni in più o in meno dovute al raggiungimento del luogo del pernotto. Si consiglia elasticità fisica e mentale!

 

Le tappe in dettaglio

6 ottobre: Da San Pellegrino in Alpe a Poggio

25,8 km, dislivello 395m+ e 1455m-, asfalto 49% + sterrato 51%

Una giornata immersi nella Garfagnana: si lascia il crinale tosco emiliano con una lunga e ripida discesa che ricalca il confine tra il ducato estense e la repubblica di Lucca. Tra San Pellegrino e il fiume Serchio ci sono quasi 1300m di dislivello in discesa. Il percorso  tocca alcuni dei paesi più suggestivi della valle: si inizia con Pieve Fosciana, antica città in pietra, poi Castelnuovo paese fortificato e capitale estense del territorio ed, a seguire la perla di Pontecosi. Prima della conclusione, l’attraversamento del ponte ferroviario della Villetta sarà un momento indimenticabile. In questa tappa potremo fare anche una doccia termale a 35 gradi aPrà di Lama

 

7 ottobre: Da Poggio al Passo della Tambura (Campaniletti)

18,3km, D+ 1380m, D- 390m, asfalto 47%, sterrato 53%

Siamo sempre in Garfagnana, percorrendo la valle dell’Edron fino a Vagli dove passando sulla diga attraverseremo il lago in cui giace sommerso il borgo di Fabbriche di Careggine; la Vandelli al tempo passava dal paese, qualche volta se l’acqua è bassa è possibile vedere la strada al bordo del lago. Da qui iniziare la lunga ascesa nella valle dell’Arnetola, le cave sono l’altro elemento caratteristico del percorso  fino al passo della Tambura con una vista meravigliosa sul mar Tirreno. L’ultimo tratto in discesa ci porta fino alla Finestra Vandelli e al Rifugio Nello Conti dove passeremo la notte

 

8 ottobre: Dai Campaniletti a Massa

18,3 km + 6,3 fono al mare, D+ 500 m, D- 1875m, 45% asfalto, 55% sterrato e sentiero

Sicuramente è questo il tratto più spettacolare della Via Vandelli: chilometri di muro a secco costruiti sui ripidi fianchi delle Alpi Apuane, sopra cui corrono i tornanti ancora oggi perfettamente lastricati con la vista sul mare che man mano andrà scomparendo e arriviamo a Resceto proseguiamo lungo il torrente Renara fino a Guadine dove inizia la seconda parte che costeggia il tracciato originale percorrendo le mulattiere che erano dei cavatori lungo il canale Renara e il torrente Frigido. Si arriva in Piazza Aranci a Massa da dove volendo si può proseguire fino al mare.

 

Quota di partecipazione   330 €

La quota comprende: 1 notte in appartamento + 1 notte in rifugio con colazione, 2 cene, transfer da Lucca a San pellegrino in Alpe, bus da Massa a Marina di Massa o alla stazione ferroviaria, accompagnamento guida ambientale, assicurazione medico bagaglio.

la quota NON include: viaggio per Lucca e viaggio di rientro da Massa, pranzi al sacco, ingressi

e tutto quanto non espressamente indicato in “la quota comprende”

 

Data chiusura iscrizioni: 25/09/2023

La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 100 € alla conferma.

Saldo entro il giorno 04/10/2023

N. minimo partecipanti 8  -  N. massimo partecipanti 12

supplemento singola: non disponibile

 

In caso di mancato raggiungimento del numero minimo, la quota versata verrà restituita.

Importante comunicare per iscritto, alla prenotazione, le proprie particolari esigenze alimentari (intolleranze, ecc.), o condizioni personali da tenere presenti.

Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 20 €  con copertura COVID

 

Prenotazioni: MORGANTI VIAGGI    tel  349 7703003   -   mail  morgantiviaggi@gmail.com

Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO  tel 3492303093  -  mail: mariaodiliaconsiglio@yahoo.it   

Organizzazione tecnica: MORGANTI VIAGGI  

 

RCA: Polizza Allianz n° 11112273  –  fondo garanzia: polizza TUA Assicurazioni  n° 40321512000931

 


Un itinerario nell’Appennino Modenese tra laghi e monti

 

9-10 settembre 2023

 

Il Monte Giovo con i suoi 1991m è la più alta e possente montagna del crinale appenninico modenese, con vaste fiancate, due circhi glaciali, ripidi canaloni, spalti rocciosi e diverse cime che vanno a costituire la sommità. La croce metallica alta circa 4 metri realizzata nel 1963 e i 180 kg di peso furono portati, con più viaggi, suddivisi negli zaini di circa 40 giovani scout emiliani capitanati da Emilio Ballestri e da Tullio Marchetti, fondatore dello storico rifugio che porta il suo nome.

Il Monte Rondinaio si trova tra il Monte Giovo, a nord-ovest, e l’Alpe Tre Potenze, ad est, al confine tra Toscana e Emilia-Romagna, tra le provincie di Modena e di Lucca. Il Monte Rondinaio (1.964 metri), dopo il Monte Prado (2.054 metri) e il vicino Monte Giovo (1.991 metri) è la terza vetta più alta della Toscana. Il Monte Rondinaio è uno stupendo punto panoramico sull’Appennino Tosco-Emiliano. Da qui si hanno splendide vedute sul crinale appenninico, sul Monte Cimone, sulle Alpi Apuane, la Garfagnana, il Monte Pisano e il mare. A strapiombo, sotto al Rondinaio, sono visibili il Lago Turchino e il Lago Torbido, più lontano il Lago Baccio.

Sui percorsi troveremo i  celebri quattro laghi situati ai piedi del massiccio Giovo-Rondinaio: Santo, Baccio, uno dei laghi più belli dell’Appennino,  Turchino una piccola gemma incastonata tra le rocce e i prati e Torbido un lago effimero

Il Lago Santo è sovrastato dal Monte Giovo ed è il più grande lago naturale di origine glaciale dell’Appennino modenese, si trova ad un altitudine di 1.501 metri. Sulle sponde del lago si trovano il Rifugio Vittoria e il Rifugio Giovo. Una piccola cappella con all’esterno alcune strane statue si trova lungo il sentiero superiore del lago.

 

 

9 settembre: Ascensione alla cima del Monte Giovo dal Passo della Boccaia, discesa per la Borra dei Porci al Lago Santo.  10km, 630m (o 417?) dislivello

La salita al Monte Giovo dal Passo della Boccaia per la tozza cresta e lo spallone settentrionale è un percorso molto panoramico.  Attraversiamo la stupenda vallata dei Campi Di Annibale caratterizzato da un’estesa prateria con mirtilli e rocce sparse di arenaria, anticamente sede dell’ultimo ghiacciaio del Monte Giovo, si entra nel bosco, si supera la sorgente delle Fontanacce raggiungendo il passo Porticciola – Colle Bruciata (1766 mt). Ora seguiamo verso sinistra il sentiero 00 che con salita costante ed il successivo tratto di crinale abbastanza ampio  tra erba e roccette  e con salita mai eccessivamente ripida ci porta in vetta al Monte Giovo.  La vista a 360 gradi è magnifica. Dalla cima si scende per la Borra dei Porci con un po' di attenzione al Lago Santo

10 settembre: lago Santo lago Baccio Monte Rondinaio, Lago Torbido>Lago Turchino> Rondinaio Lombardo Lago Santo.

Questo itinerario comincia dal Lago Santo Modenese. Il sentiero in leggera salita si immerge, ombreggiato, in un bosco di faggi e in circa 20 minuti si arriva al bel Lago Baccio, un lago di origine glaciale dominato dalle sagome imponenti dei primi contrafforti del Monte Giovo. Dopo il lago finisce il bosco e ci inoltriamo nella macchia bassa tipica dei paesaggi appenninici a questa quota. Inizia la salita che ci porta al passo da dove si riescono a scorgere il laghi da cui passeremo al ritorno Torbido e Turchino. Saliamo per l’ultimo tratto fino alla croce del Monte Rondinaio, ci troviamo a 1.964 metri d’altezza, lungo il confine tra la Toscana e l’Emilia-Romagna.  Da qui si hanno splendide vedute sul crinale appenninico,  il Monte Cimone, le Alpi Apuane, la Garfagnana, il Monte Pisano e il mare.  Le vette dell’Altaretto, della Grotta Rosa e del Monte Giovo si stagliano a sinistra del Rondinaio.

EXTRA

Il Sentiero delle Cascate è un sentiero escursionistico di circa 12 chilometri che si sviluppa lungo il Rio Valdarno e il Fosso del Terzino, due corsi d’acqua che scorrono a Sant’Annapelago, all’interno del Parco del Frignano, Lungo il tragitto incontriamo cascatelle e salti d’acqua molto suggestivi. Il percorso, prevalentemente all’ombra, è fiancheggiato da boschi di faggio; il tempo di percorrenza è di circa 4 ore. Si parte da Sant’Anna Pelago e si incontrano molteplici cascate sul percorso.

 

Caratteristiche tecniche del percorso:

Percorsi di montagna fattibili da chi ha un po' di dimestichezza con dislivelli e terreni accidentati. Sono percorsi di difficoltà E escursionistici, possono diventare più impegnativi per brevi tratti in alcuni passaggi in quota o nelle discese su terreni scivolosi. La lunghezza dei percorsi consente di affrontare tutto con calma. Si arriva quasi a 2000 m di altezza, partendo dai circa 1500 del Lago Santo; se ci sarà voglia e tempo io inserisco un percorso aggiuntivo o alternativo in caso di maltempo, il sentiero delle cascate di Sant’Anna Pelago

 

 

Come arrivare:

Con auto proprie o in alternativa con i mezzi pubblici a Pieve Pelago; è prevista un’organizzazione per ottimizzare i trasporti

 

 

Quota di partecipazione  190 euro
La quota comprende:
 sistemazione 1 notte in camera doppia con colazione, cena, il servizio di guida ambientale escursionistica, assicurazione medico bagaglio.
La quota non comprende: viaggio a/r  per il punto di inizio trekking, pranzi, bevande, ingressi, e tutto quanto non espressamente indicato in “la quota comprende”.
Singola:  supplemento 20 euro
Data chiusura iscrizioni:    10/08/2023
La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 60 euro alla conferma.
Saldo entro il giorno      18/08/2023
N. minimo partecipanti 8 - N. massimo partecipanti 15
In caso di mancato raggiungimento del numero minimo, la quota versata verrà restituita.
Importante comunicare per iscritto, alla prenotazione, le proprie particolari esigenze alimentari (intolleranze, ecc.), o condizioni personali da tenere presenti.
Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 10 € con copertura COVID
Prenotazioni: MORGANTI VIAGGI tel 349 7703003 - mail 
morgantiviaggi@gmail.com
Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO tel 3492303093 - mail: 
mariaodiliaconsiglio@yahoo.it


La Lunigiana terra di cascate, borghi di pietra

e boschi lussureggianti

29 e 30 luglio 2023

 

Aldilà delle Alpi Apuane si estende la Lunigiana, una terra verde, ricca di tradizioni e storia, il cui nome deriva dalla Luna. Attraversata dai percorsi medievali della Via Francigena testimonia, ancora oggi, i segni dell’antica e intensa civiltà.

La Lunigiana è straordinariamente ricca di piccoli borghi solitari e dimenticati; la pietra ricavata dai fianchi delle montagne, riveste ogni edificio assieme al legno di castagno. Gli scalpellini locali sono abili maestri nella lavorazione di stipiti, finestre, stemmi, portali e figure grottesche. Le architetture delle case sembrano ferme da generazioni e modificate quel tanto che basta alle nuove esigenze. Una curiosità della Lunigiana sono i cosiddetti Faccion, volti umani scolpiti ad altorilievo nella pietra, di fatture rustiche e arcaiche, dai lineamenti deformati e dalle espressioni enigmatiche, se ne trovano ovunque, negli spigoli, negli archi di volta dei portali, sulle finestre, sui cornicioni, sulle chiese e servono a scacciare gli influssi maligni.

La Lunigiana, visto anche il periodo in cui facciamo questa proposta di trekking è imprescindibile dalle sue acque e dai boschi: cascate ovunque, corsi d’acqua che non sembrano patire la sete, emozionanti gole, bozzi, marmitte e cavità scavate dalla forza di questo elemento in cui potremo godere della frescura e della suggestione che l’acqua sa provocare

I percorsi sono volutamente facili e lunghi il gusto per consentirci di fare anche qualche tuffo nelle acque fresche dei corsi d’acqua. La cascata di Pracchiola lascia a bocca aperta tanto quanto alcun dei borghi che visiteremo come Mulazzo, Montereggio, Bagnone.

 

29 luglio: Escursione al Piscio di Pracchiola e alla cascata delle Colombaia 6 km e 235m di dislivello;

Cascata di Farfarà da Cervara e i Facion nella Valle del Verde 12,5 km 383m dislivello

 

Il piscio di Pracchiola si trova nei pressi dell’omonimo borgo, nell’alto corso del fiume Magra a 700 metri d’altezza, in Valdantena. In questa parte, il fiume ha un regime torrentizio, prima di rallentare il suo corso dopo Pontremoli. La cascata è di una trentina di metri di altezza, molto suggestiva, cade giù da una parete rocciosa che circonda tutta la zona e si tuffa in una pozza d'acqua cristallina dove è possibile fare il bagno.

Pracchiola, tra castagneti bellissimi dal sapore antico, interrotti da case in sasso, piccoli campi e pascoli. Pur essendo località ormai poco abitate, la natura mantiene l'ordine impostato da secoli da chi viveva in queste zone. Basta guardarsi intorno per vedere ancora castagneti ben tenuti o pascoli ancora in ordine.... magari con l'erba alta e abbandonati ma dove la natura selvaggia non ha ancora preso il sopravvento. Sono ancora presenti e quasi intatti i terrazzamenti, i muretti a secco e quelli di contenimento. La gente viveva di pastorizia, agricoltura e di qualche scambio di merci con i paesi e le città vicine e l’’antica strada detta "lombarda garantiva un certo traffico di persone e merci

La Valle del Verde si trova nella parte settentrionale del territorio comunale di Pontremoli e prende il suo nome dal torrente omonimo. Storicamente importante, per il passaggio della Via del Brattello e del Borgallo, le numerosissime maestà ed edicole sacre, i ponti medievali, la valle è caratterizzata da una natura rigogliosa, con i bellissimi paesaggi creati dal torrente come per esempio nelle cascate nei pressi di Guinadi e Cervara e quella di Farfarà sopra il Lago Verde.  Cervara, con la chiesa di San Giorgio, è famosa per i faciòn, sculture apotropaiche tipiche di tutte la Lunigiana e della valle in particolare. Da Cervara è possibile arrivare tra caratteristici alpeggi fino al Lago Verde e la cascata di Farfarà.

 

30 luglio Percorso tra Mulazzo la cascata della Parana e Montereggio il borgo dei librai circa 15 km dislivello 500m; Bagnone, il castello e il torrente

Da Mulazzo, in particolare da Montereggio e Parana, due frazioni del comune,  a metà Ottocento numerose famiglie partivano con gerle cariche di libri da vendere su bancarelle come ambulanti al centro e nord Italia prima e all'estero poi. Montereggio è l'unico paese italiano presente nel circuito internazionale delle Book Town e sede a fine agosto della festa del Libro di Montereggio. Un po' incuriosita da queste peculiari vicende faremo una visita a questi borghi con un percorso che attraversa un territorio

Mulazzo sorge ben visibile e caratteristico su un colle alla destra del fiume, ebbe una certa importanza in epoca medievale essendo centro del feudo dei Malaspina. Il centro storico ben tenuto e ordinato, dominato dal grigio della pietra arenaria possiede antiche porte di accesso, palazzi di pregevole fattura e di una bella piazza da cui si gode una bella vista della valle del fiume Magra, qui si alza la statua di Dante ha soggiornato a Mulazzo; rimane la torre a pianta esagonale, unica reminescenza del castello
Le suggestive Cascate di Parana è un luogo incantevole fatto di pozze d'acqua limpida e fresca.

Montereggio è l’unico “paese dei libri” di tutta Italia, è stato il solo in Italia a meritare l’inclusione nella lista delle Book Town di tutto il mondo; da Montereggio partivano numerosi librai ambulanti verso la pianura Padana e anche l’estero già dal Rinascimento. Sistemando i carretti nelle vie e nelle piazze delle città che non avevano ancora un commercio librario particolarmente sviluppato, i librai di Montereggio portavano con le loro bancarelle la lettura in tutti gli angoli del Paese. La loro intraprendente e pionirestica avventura di librai-ambulanti vive ancora oggi grazie all'importantissimo Premio Bancarella, nato qui nel 1952 e ancor oggi basato sugli esclusivi giudizi di librai e bancarellari.

Esso sorge su un colle nell’alta valle del torrente Mangiola, lungo il tracciato di un’antica via medievale che univa il Passo dei Casoni, la Val di Vara e quella del Magra;l’abitato si distende lungo l’asse viario in modo lineare, con una porta che distingue la parte meridionale del borgo, forse di più antica origine, riposizionata al contrario, con il bugnato verso l’interno. All’inizio del paese sorge un palazzo malaspiniano che costituisce un innesto sul primitivo castello, del quale restano due torri cilindriche inglobate nell’edificio.

Il Borgo di Bagnone è un borgo medievale sulle pendici collinari preappenniniche Tosco-Emiliane. È caratterizzato dalle cascatelle che scorrono sulla parte destra del paese, formatesi nella roccia dallo scorrere del Torrente Bagnone.
La parte più antica del paese sorge sulla parte sinistra del Torrente Bagnone, dal quale poi prese il nome. La torre circolare posta in questa zona del borgo serviva per il controllo della viabilità della vallata ed era posto in collegamento con le altre torri simili: Malgrate, Groppoli e Mulazzo. Il castello si trova sulla collina più alta ed è ben visibile appena entrati nel paese. È dominato da un imponente torrione cilindrico in pietra. La torre rimane l’unica struttura superstite del castello, oggi del tutto scomparso e in parte inglobato in edifici minori della villa dei conti Ruschi-Noceti.

Il torrente Bagnone nasce dal monte Sillara a 1861 metri ed è ricco d'acqua, con diverse centrali idroelettriche lungo il suo corso. Numerosi sono i punti dove poter fare il bagno come il bozzo dell’Anguillara e i bozzi di Treschietto

 

Note al trekking:

Ci muoveremo con le auto e i percorsi da fare a piedi sono uno o due nella giornata e sempre o lungo corsi d’acqua o dentro i boschi. Si visitano anche borghi. Alcune cose riportate sono indicative, da spostare da un giorno all’altro o da decidere al momento in base alle tempistiche di svolgimento della giornata come la visita ad alcune delle cascate numerose che si ritrovano nel territorio. Escursioni medio facili.

Quota di partecipazione 180 €
La quota comprende:
sistemazione 1 notte in camera singola con bagni in comune colazione e cena, il servizio di guida ambientale escursionistica; assicurazione medico bagaglio.

La quota non comprende: viaggio per il punto di inizio trekking e per la propria destinazione di rientro, pranzi, bevande, ingressi e tutto quanto non espressamente indicato in “la quota comprende”.

Data chiusura iscrizioni: 10/07/2023
La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 60 € alla conferma.
Saldo entro il giorno 15/07/2023
N. minimo partecipanti 8 - N. massimo partecipanti 15
In caso di mancato raggiungimento del numero minimo, la quota versata verrà restituita. Importante comunicare per iscritto, alla prenotazione, le proprie particolari esigenze alimentari (intolleranze, ecc.), o condizioni personali da tenere presenti.
Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 10 € con copertura COVID
Prenotazioni: MORGANTI VIAGGI tel 349 7703003 - mail morgantiviaggi@gmail.com
Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO tel 3492303093 - mail: mariaodiliaconsiglio@yahoo.it

Organizzazione tecnica: MORGANTI VIAGGI RCA: Polizza Allianz n° 11112273 – fondo garanzia: polizza TUA Assicurazioni n° 40321512000931

 


Uno spettacolare trekking intorno al Re di Pietra

il Monviso

Dal 3 al 6 agosto 2022

 

Il Giro del Monviso è il primo trekking intorno ad una vetta del quale vi sia notizia. Oggi è uno dei

trekking di alta quota più conosciuti e spettacolari d’Europa. La cornice paesaggistica in cui si

sviluppa l’anello è idilliaca ed offre molti scorci panoramici sui diversi profili del “re di Pietra” che

con i suoi 3841m di altezza è la vetta più alta delle Alpi Cozie ed è visibile con la sua caratteristica

forma di piramide da tutta la pianura ed anche da casa mia (aggiungo).

Dal 2013 è stato dichiarato Patrimonio Unesco come riserva della biosfera nazionale e

transfrontaliera con la Francia; la natura è protetta da due parchi naturali: il parco regionale del

Monviso e quello del Queyras in territorio francese ed è caratterizzato da una grande varietà di

ecosistemi in diverse condizioni climatiche (il territorio va dai 450 ai 3841 metri sul livello del mare), tra cui si segnala l’ area del Monte Viso dalle ardite pareti rocciose, il bosco dell’Alevè

popolato principalmente dal Pinus cembra e il bacino del Fiume Po, che ha origine a Pian del Re (2020 metri) e scorre attraverso l’intera area centrale della riserva della biosfera; di grande suggestione i laghetti cristallini di alta quota e gli specchi d’acqua della valle del Po, le praterie alpine, il Buco di Viso, storica galleria lunga circa settantacinque metri interamente scavata nella roccia che collega l’Italia con la Francia, i vasti spazi del Queyras francese, gli animali che

troveremo sul percorso: stambecchi, camosci, aquile, marmotte.

Percorrendo l’anello del Monviso si trovano vari rifugi alpini che ci raccontano la storia dell’alpinismo e consentono agli escursionisti di “perdersi” davanti a straordinari orizzonti e a memorabili albe.

Info al seguente link


Montagne di Calabria: Il Pollino, la Sila

e i fossili viventi

Non solo mare in questa terra misteriosa, imprevedibile, affascinante, contrastante e selvaggia

Dal 17 al 23 luglio 2023

 

Come posso raccontarvi questa terra e farvi venire voglia di visitarla a luglio quando fa caldissimo e buona parte delle persone identifica la Calabria come una terra arida e desolata, dal bellissimo mare in cui rifugiarsi per sfuggire alla calura estiva?

Parto con le parole di un giornalista, fotografo naturalista calabrese che più di tutte mi hanno coinvolta, quelle di Francesco Bevilacqua che a proposito della Calabria in uno dei suoi tanti libri su questa terra “Montagne di Calabria” così scrive di lei… Eccola la Calabria verace, bella e quasi sconosciuta , modellata a piene mani da madre natura con larga generosità di colori, odori, sapori, di montagne verdi ed intriganti con un’eccezionale patrimonio di biodiversità che intreccia specie alpine e mediterranee e che ben 3 parchi nazionali proteggono. Le montagne della Calabria sono luminose perché vicinissime al mare, non c’è scenario dalle sue cime che non abbia il mare come sfondo, sono in continuità con esso. Sono monti intrisi di una cultura e di una storia quasi scomparsa che, dove affiora o viene ritrovata, è in grado di suscitare forti emozioni.

Quando si arriva in Calabria si entra subito in contatto con l’aspetto montuoso di questa terra: rilievi imponenti alti oltre 2000m nella zona calcarea dolomitica del Pollino con una bellezza quasi architettonica, mirabilmente composta; rilievi più arrotondati di natura granitica e cristallina nella Sila, le Serre e la catena costiera, con un aspetto più bucolico e silvestre.

Due sono i peculiari abitanti di questi monti, i fossili viventi del titolo:  il pino loricato sul Pollino, albero dall’aspetto robusto che si è adattato a vivere in ambienti di alta quota in condizioni estreme sviluppando un portamento tormentato, affascinante, spesso scultoreo e monumentale che rimane tale anche negli esemplari morti resistenti alla decomposizione per le particolari resine che possiede; il pino laricio nella Sila, il simbolo della flora calabrese, presente sullo Stemma della Regione Calabria,  esso raggiunge nella riserva di Fallistro i 45 metri di altezza con esemplari di 350 anni.

Già questi due monumenti naturali potrebbero essere una motivazione sufficiente per invogliarci a visitare questa regione ma, posso continuare…

La Calabria è stata raccontata come meta esotica dai tanti viaggiatori del grand tour che ne sono rimasti incantati tra il settecento e i primi del Novecento; sordi agli avvertimenti di chi li metteva in guardia contro il brigantaggio e le strade inesistenti e gli alloggi disagevoli, intrapresero questi avventurosi viaggi rimanendo folgorati dai paesaggi montani dai tratti sublimi così simili a quelli delle Alpi

E quando dagli anni 80 la Calabria ha cominciato ad essere percorsa da moderni viaggiatori, questi si sono trovati davanti cose inimmaginabili come: canyon, cascate fragorose, boschi fitti e immensi, ampie vallate prative, pinete ed abetine nordiche, altopiani sconfinati e maestose timpe di roccia.

Insomma, un viaggiatore che arriva in Calabria da sempre ne resta disorientato, non si riesce a definirla. La si trova diversa, non solo dalle altre regioni italiane, ma da qualsiasi parte del mondo, essa muta bruscamente ad ogni curva nel paesaggio, nel clima, nella composizione etnica degli abitanti. È certo la più strana tra le nostre regioni. (Guido Piovene)
Pronti quindi a sopportare le strade contorte di questa regione che scendono e risalgono dal mare? A compiere un gran numero di andirivieni come se si seguisse il capriccioso tracciato di un labirinto (Piovene)? Se siete viaggiatori che hanno “fede nel Sud” come scrive Predrag Matvejevic “allora venite al sud per compiere il viaggio della vostra vita”.

Programma completo su richiesta : odiapiedi@gmail.com


Nel parco nazionale dei Monti Sibillini

Le fioriture di Castelluccio di Norcia

La salita al Monte Vettore e

 “la Cappadocia italiana” le Lame rosse e il lago di Fiastra

30 giugno – 2 luglio 2023

A 1300m di quota si apre il magico e suggestivo tetto “dei Sibillini”, uno dei luoghi più belli d’Italia, da qualche anno noto anche come facente parte “delle Terre Mutate”…, mutate dal terremoto che ha lasciato Castelluccio fortemente colpito ed alcuni suoi abitanti ancora lì a cercare di risanare le ferite ed andare avanti come possono.

In questo altopiano magico e suggestivo ogni anno si verifica tra maggio e luglio un fenomeno straordinario: la fioritura delle lenticchie e di mille altre specie di fiori, che creano un’alternanza di colori dal giallo ocra al rosso, dal viola al blu, con qualche punta di bianco qua e là. La fioritura si espande sulle morbide curve dell’altopiano circondato dalle aspre pareti rocciose dei monti, tra cui il maestoso Vettore con i suoi 2476 m di altezza.

Fortunati coloro che hanno modo di vedere le fioriture di Castelluccio ogni anno o in momenti diversi; vederle una sola volta non basta: cambia ogni anno, anzi ogni settimana, con nuovi fiori che sbocciano e altri che appassiscono.  Camminando lungo i sentieri possiamo incontrare: genzianelle, narcisi, violette, papaveri, ranuncoli, asfodeli, viole, trifogli, acetoselle e tanto altro.

Tutto ha inizio quando si sciolgono le nevi ed inizia la semina; in particolare quando arriva il momento della fioritura delle piante chevivono in simbiosi con la lenticchia; i campi non seminati a lenticchia spezzano stupendamente l’armonia dei colori, con strisce verdi brillanti per il grano, viola tenue per la lupinella. Ben lo sanno gli agricoltori di Castelluccio, che ogni anno orchestrano sapientemente, seguendo il ciclo della semina dei campi, ildisegno del quadro della fioritura.

 A questo link potete vedere i cambiamenti settimanali delle fioriture del 2020 https://www.castellucciodinorcia.it/project/fioritura-castelluccio-2020/

Quest’anno saliremo anche sul Monte Vettore che domina il piano di Castelluccio Dalla vetta del monte si può ammirare in giornate limpide il Gran Sasso, il Terminillo, il litorale marchigiano e l’Adriatico. Sulla pendice nord del monte Vettore, nella conca naturale abbracciata dall’arco montuoso, a 1.941 metri di quota si trova il Lago di Pilato di grande interesse tra i naturalisti e i biologi, ospita tuttora un endemismo peculiare, una specie autoctona di gambero: il Chirocefalo del Marchesoni.

Nella giornata di rientro ci fermeremo al lago di Fiastra dove con un itinerario facile di trekking raggiungeremo il canyon rosso delle Marche, la Cappadocia italiana.

.Cosa vedremo in questo viaggio

§  Castelluccio, con i suoi 1452 m di quota è il centro abitato più elevato dell’Appennino umbro-marchigiano e cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

§  i piani carsici di Castelluccio e le fioriture

§  il monte Vettore

§  Le lame Rosse ed il lago di Fiastra

§  Ussita

 

 

30 giugno: Grande anello dei Sibillini: La fioritura dei piani di Castelluccio

12 km, 340m di dislivello

 

Nell’anfiteatro naturale dei Monti Sibillini dominato dal borgo di Castelluccio, tra Pian Grande, Pian Piccolo e il Pian Perduto, cammineremo tra le fioriture e i punti panoramici da dove poterle ammirare; sarà un trekking di grande bellezza e di riflessione perché le crepe e i crolli del terremoto non potremo ignorarli ma impareremo dagli abitanti del posto che si sono rialzati ad essere anche noi più costruttivi. In serata spostamento in hotel, cena e pernottamento

 

1 luglio: Monte Vettore da Forca di Presta

10 km 5 ore e mezzo 930 m +e -

Il percorso inizia al valico di Forca di Presta (1536 m). Si sale per il sentiero che all’inizio si tiene leggermente sotto il crinale. Giunti a quota 1920, in prossimità di una sella, si oltrepassa la croce in memoria di Tito Zilioli e si sale al monte Vettoretto (2052 m), cima poco pronunciata a cavallo tra la Valle Santa (Umbria) e il versante sud del Vettore (Marche). Si prosegue fino a giungere al rifugio Zilioli (2240 m) e da qui in direzione nord-est si sale piuttosto rapidamente fino alla vetta del Monte Vettore (2476 m).

Il Monte Vettore (dal latino Victor, vincitore) è il rilievo montuoso più alto dei Sibillini, con i suoi 2.476 metri di altitudine. Durante il Pleistocene superiore (da 125.000 a 10.000 anni fa) il ghiacciaio ha trascinato in avanti detriti morenici che hanno generato uno sbarramento naturale creando un circo glaciale che oggi ospita il Lago di Pilato. Al rientro a Ussita con chi lo desidera faremo un giro per le borgate

Rientro in hotel, cena e pernottamento

 

2 luglio: La Cappadocia d’Italia: Le lame Rosse e il lago di Fiastra

10 km, dislivello 300m

 

Uno dei più famosi itinerari dei Monti Sibillini e delle Marche, immerso nella splendida cornice del lago di Fiastra si trova uno dei siti più particolari del Parco dei Sibillini dove l’erosione degli agenti atmosferici, nel corso del tempo, ha modellato la roccia in forme suggestive e spettacolari formando un canyon rosso dalle suggestive forme e colori. L’itinerario parte dalla diga del lago di Fiastra, con scorci sull’azzurro lago e sulla valle caratterizzata dalle rocciose gole del Fiastrone, si immerge subito nell’ombra del bosco di leccio fino ad arrivare al fosso della Regina dal quale in breve tempo si giunge alla vista dei pinnacoli.
Ci fermeremo a fare una sosta sulle sponde del lago dove è possibile anche fare il bagno.Alla fine del percorso rientreremo a casa

 

Caratteristiche dei percorsi e requisiti richiesti:

Percorsi facili il primo e terzo giorno, escursione mediamente impegnativa quella in cui saliremo sul Monte Vettore per il dislivello da affrontare ma sempre di livello

 

escursionistico, fattibile con calma in quanto sono 10 km, andata e ritorno sullo stesso percorso.

Quota di partecipazione in camera doppia   300 euro

La quota comprende: sistemazione 2 notti in hotel in camera doppia con colazione, 2 cene, servizio di guida ambientale escursionistica per 3 giorni; assicurazione medico bagaglio, degustazione prodotti tipici.

La quota non comprende: viaggio per i Monti Sibillini; i pranzi, gli ingressi e tutto quanto non espressamente indicato ne “la quota comprende”.   

Camera singola disponibile con supplemento di 60 € 

Data chiusura iscrizioni: 15/05/2023

La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 80 € alla conferma.    Saldo entro il giorno      05/06/2023

N. minimo partecipanti 8  -  N. massimo partecipanti 15

In caso di mancato raggiungimento del numero minimo, la quota versata verrà restituita.

Importante comunicare per iscritto, alla prenotazione, le proprie particolari esigenze alimentari (intolleranze, ecc.), o condizioni personali da tenere presenti.

Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 20 €    con copertura COVID

 

Prenotazioni:   MORGANTI VIAGGI     tel  3497703003   -   mail morgantiviaggi@gmail.com

Per info sul percorso:    MARIA CONSIGLIO    tel 3492303093  -

  mail: mariaodiliaconsiglio@yahoo.it  

Organizzazione tecnica: MORGANTI VIAGGI 

RCA: Polizza Allianz n° 11112273

fondo garanzia: polizza TUA Assicurazioni  n° 40324512000337

 


LA VIA VANDELLI DAL PALAZZO DUCALE DI MODENA

A QUELLO DI MASSA

Prima parte da MODENA A SAN PELLEGRINO IN ALPE

Dall’1 al 4 giugno 2023

 

La prima delle strade moderne, costruita tra il 1739 e il 1751 da Domenica Valdelli su idea di Francesco III d’Este, duca di Modena che voleva realizzare una via completamente lastricata per collegare la capitale del ducato Modena col mar Tirreno a Massa: il Frignano, la Garfagnana e le Alpi Apuane.  Sette tappe, tre palazzi ducali, innumerevoli torri, chiese, campagne, foreste e boschi silenziosi, calanchi, valli inospitali, borghi e panorami vastissimi dal crinale tosco-emiliano alle Alpi Apuane: tutto questo in poco più di 170 km da Modena e con 5.400 m di dislivello (attenzione: noi ne percorreremmo la metà).

Giulio Ferrari è un abitante della Via Vandelli che ha recuperato l’intero tracciato della Vai Vandelli e, per quanto è stato possibile, ha cercato di mantenere la nuova via fedele a quella originaria individuando deviazioni se c’erano situazioni di eccessivo traffico veicolare o impossibili passaggi dovuti alle proprietà private, consentendo a volte di raggiungere punti di notevole interesse storico a architettonico. Il percorso è quindi quanto più possibile fedele all’originale perché percorrerlo sia più significativo e memorabile. Come dice il suo ideatore moderno “ la via è una” poi siamo liberi di camminare dove e come vogliamo.

Il percorso presenta soluzioni ingegneristiche e logistiche uniche: tornanti, canalette di scolo, osterie, stazioni di posta, sbancamenti, muri a secco, filari di querce tuttora visibili sul cammino e

 

 

molto altro di cui avremo modo di godere dalla partenza alla nostra meta intermedia a San Pellegrino in Alpe.

Tengo a precisare che il percorso è impegnativo sia per la lunghezza delle tappe che per i dislivelli da affrontare; farla in due parti può aiutarci nell’impresa. I primi chilometri del cammino si effettuano in pianura. Il resto del percorso è principalmente in montagna, spesso nei boschi; più di un quarto della Via Vandelli si sviluppa oltre i 1.000 m di quota, con due passi oltre i 1.600 m. Osservando il profilo altimetrico sottostante che ho tratto dal sito della via Vandelli, vedete bene il percorso che affronteremo.

Le nostre tappe

1 Modena Puianello 27,2
2 Puianello
Pavullo nel Frignano 24,4
3 Pavullo nel Frignano
La Santona 25

4 La Santona San Pellegrino in Alpe 25,8

Il passaporto della Via Vandelli

Anche la Via Vandelli ha un documento che accompagna l’escursionista durante il cammino, che si chiama passaporto del Viandante. Si tratta di un piccolo pieghevole che si può scaricare liberamente dal sito www.viavandelli.com e stampare in autonomia.

 

Le tappe in dettaglio

Credo sarà bene trovarsi a Modena la sera del giorno prima, diversamente chi vorrà arrivare a Modena direttamente il primo giorno potrà farlo considerando la partenza alle 8.00 del mattino del primo giugno.

Attenzione! Ho riportato la lunghezza delle tappe come da descrizione originale, non tenendo conto delle variazioni in più o in meno dovute al raggiungimento del luogo del pernotto. Si consiglia elasticità fisica e mentale!

 

1 giugno: Dal Palazzo Ducale di Modena (30m slm) a Puianello (410m slm),

27,2 km, dislivello 410m+ e 10m-, asfalto 40% (principalmente ciclabili) + sterrato 60%

La prima tappa della Via Vandelli, con partenza da Modena, inizia proprio dal Palazzo Ducale Estense in Piazza Roma. Una volta attraversato il centro storico di Modena passando per Piazza Grande, Duomo e la Torre Ghirlandina si raggiunge l’imbocco della ciclabile Modena - Vignola per poi deviare per il percorso natura del Tiepido che condurrà fino a per Torre Maina. Infine, si sale sulle prime colline modenesi fino a raggiungere il Santuario di Puianello, che rappresenta la fine di questa tappa.

 

2 giugno: Da Puianello (410m slm) a Pavullo(700m slm)

25,1km, D+ 850m, D- 615m, asfalto 56% (piccole strade comunali), sterrato 44%

Continua l’attraversamento delle prime colline modenesi, tra vulcani di fango, calanchi e panorami sulle valli del Tiepido e del Panaro. In questa tappa, la Via Vandelli del 1739 in partenza da Modena si ricongiunge con la Via Vandelli del 1751 che parte dal Palazzo Ducale di Sassuolo passando per Serramazzoni per concludere la tappa al Palazzo e al Parco Ducale di Pavullo.

 

3 giugno: Da Pavullo (700m slm) a La Santona (1200m slm)

24.9km, D+ 975m, D- 490m, 40% asfalto (ciclabile + strade comunali) , 60% sterrato e sentiero

Dal centro di Pavullo parte la terza tappa con il selciato originale della Vandelli sempre più visibile, prepotente, duro, pietre grigie posate a secco.  Presto la strada passa in un bosco ombreggiato e poi in un tratto larghissimo dove potevano incrociarsi anche due carrozze. Poco dopo il cippo dedicato al partigiano Celeste Guido Boni, caduto nel 1944. Una enorme piazzola di sosta ospitava uno dei primi autogrill della storia, al suo interno anche la stanza del duca. Si toccano luoghi storicamente molto importanti come il Castello di Montecuccolo, il borgo medievale di Monzone; si percorrono vie panoramiche e sentieri che conducono a luoghi molto antichi come il Ponte d’Ercole o Ponte del Diavolo, per poi attraversare Lama Mocogno e raggiungere infine La Santona.

 

4 giugno: La Santona (1160m slm) a San Pellegrino (1500m slm)

25.8km, D+ 870m, D- 515m; asfalto 15% (piccole strade comunali), sterrato 85% (fondo originale lastricato + sterrato + sentiero

La quarta tappa si immette immediatamente nel percorso originale progettato da Domenico Vandelli che si seguirà fino a raggiungere San Pellegrino in Alpe. I punti importanti da non perdere lungo il percorso sono le cosiddette “capanne celtiche”, con la caratteristica copertura pensata per favorire lo scioglimento delle nevi, sono un unicum in Italia, un’esclusiva del Frignano. Una lapide in onore di Domenico Vandelli si ritrova in località La Fabbrica (Pievepelago), dove sorgeva una delle stazioni più importanti del percorso anche per laricchezza di acqua. Il passo del Lagadello è il punto più alto della Via Vandelli a 1620 mt di altezza che marca il confine tra Emilia Romagna e Toscana.

Il prezzo del viaggio è di 450 euro ed include sistemazione in camere doppie o triple di mezza pensione in hotel, BB, agriturismi, trasporto bagagli, viaggio da Lucca a Modena in treno e da San Pellegrino a Lucca bus e treno, accompagnamento con guida ambientale, assicurazione medico bagaglio

Il prezzo NON include il pernottamento a Modena del 31 maggio, necessario per chi viene da lontano perché si parte la mattina presto dell’1 giugno, il viaggio da e per Lucca dove il percorso si conclude arrivando con i mezzi pubblici; pranzi al sacco ed eventuali bevande

Tutto quanto non espressamente indicato in “la quota comprende”

 

Data chiusura iscrizioni: 25/03/2023

La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 150 € alla conferma.

Saldo entro il giorno 05/05/2023

N. minimo partecipanti 6  -  N. massimo partecipanti 10

 

supplemento singola: non disponibile il primo giorno

In caso di mancato raggiungimento del numero minimo, la quota versata verrà restituita.

Importante comunicare per iscritto, alla prenotazione, le proprie particolari esigenze alimentari (intolleranze, ecc.), o condizioni personali da tenere presenti.

Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 20 €  con copertura COVID

 

Prenotazioni: MORGANTI VIAGGI    tel  349 7703003   -   mail  morgantiviaggi@gmail.com

Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO  tel 3492303093  -  mail: mariaodiliaconsiglio@yahoo.it  

Organizzazione tecnica: MORGANTI VIAGGI 

RCA: Polizza Allianz n° 11112273   fondo garanzia: polizza TUA Assicurazioni  n° 40321512000931

Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 20 €  con copertura COVID

 

Prenotazioni: MORGANTI VIAGGI    tel  349 7703003   -   mail  morgantiviaggi@gmail.com

Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO  tel 3492303093  -  mail: mariaodiliaconsiglio@yahoo.it  

Organizzazione tecnica: MORGANTI VIAGGI 

RCA: Polizza Allianz n° 11112273   fondo garanzia: polizza TUA Assicurazioni  n° 40321512000931

 

 

 

 

 

Il Delta del Po a piedi, in bicicletta e barchino

Un territorio fatto di terra e acqua in continua evoluzione, una mano che si protende verso il mare con le 5 dita che sono i rami principali del fiume Po

Dal 12 al 14 maggio 2023

 

Il delta del Po, l’unico delta in Italia, è la più grande riserva nazionale di biodiversità e zone umide. Un paesaggio in evoluzione che avanza ogni anno di circa 60 metri. La varietà e ricchezza di ambienti, rami fluviali e paludi di acqua dolce e salmastra, sacche marine, boschi e pinete, dune e spiagge naturali ha fatto sì che il delta del Po diventasse Patrimonio culturale dell’umanità e che vi fosse istituito un Parco Regionale a cavallo di due regioni Emilia Romagna e Veneto nel 1988.

I paesaggi sono tanti e riconoscibili andando dall’interno verso il mare: Il paesaggio agricolo solcato da innumerevoli canali e dai vari rami del Po segnato da distese di mais, barbabietole, erba medica e soia e quello antico, marginale, vallivo –lagunare: il prezioso ambiente umido, economicamente rinvigorito dalle attività di miticoltura e acquacoltura. E’ un mosaico intricato di valli, lagune, sacche, bordure sabbiose, le strade di argine sembrano finire in mare aperto, spesso i canali sono più in alto della pianura circostante, e si scorgono ancora i casoni dai tetti spioventi di vegetali di palude dove i vallesani stavano da ottobre a Natale.

Il Parco sembra un vero e proprio paradiso in cui acqua e terra creano un sistema idroviario unico in Europa per estensione e fascino naturale. Comunque si affronti un itinerario in questa zona sospesa e trasparente, molte sono le suggestioni legate ai giochi luminosi che la natura offre sull’acqua del fiume, ai fitti intrichi della vegetazione nelle golene, al movimento improvviso degli uccelli e degli insetti. E non mancheranno suggestioni artistiche e architettoniche che ricordano una storia millenaria

Ogni giorno ci sarà da camminare e da pedalare o da godersi le acque stando sulle barche, facendo visite di centri storici e monumenti e musei e gustando le prelibatezze locali.

Dormiremo a Comacchio, la piccola Venezia, chiamata così per i tanti ponti e canali che la attraversano, sarà stupefacente fare anche la conoscenza di questa cittadina.

 

Punti di forza del viaggio:

  • Comacchio la piccola Venezia
  • La città etrusca di Spina 
  • L’abbazia di Pomposa
  • Sacca degli Scardovari
  • Il bosco della Mesola
  • In barca nelle valli di Comacchio e lungo il Po di Maistra
  • Pedalare nell’ambiente suggestivo delle Valli di Comacchio e del Delta

maggiori info a questo link:


La Via Francigena da Gallina ad Acquapendente

al confine tra Toscana e Lazio

2 e 3 maggio

 

La Via Francigena Patrimonio dell’Unesco, è ormai un itinerario notissimo, percorso da pellegrini di tutto il mondo. La proposta per questi due giorni sarà quella di camminare insieme per cogliere tutto quello che di semplice e sorprendente questa via saprà regalarci.

Il percorso che noi andremo a fare va da Gallina ad Acquapendente ed è straordinariamente bello paesaggisticamente, arricchito lungo il percorso dalla presenza di borghi come Radicofani, Proceno e Acquapendente dove concluderemo il nostro percorso. Il bagliore e la sinuosità che caratterizza i percorsi del senese qui si fanno più potenti perché completamente sconfinati. La stagione è perfetta per godere delle fioriture, quello che non possiamo prevedere sono le temperature, speriamo non sia troppo caldo.

 2 maggio: Da Gallina a Radicofani

18 km, dislivello in salita 560 m

 

Inizieremo questa tappa della Via Francigena da Gallina dove passa il 43°parallelo e arriveremo a Radicofani nota come “il nido delle aquile”. Il percorso è straordinariamente bello paesaggisticamente. Il bagliore e la sinuosità che caratterizza i percorsi del senese qui si fanno più potenti perché completamente sconfinati. Le strade bianche si snodano con leggerezza per le colline e noi su di esse “ci solleveremo anche un po' da terra”. Il percorso è caratterizzato da una salita non ripida ma costante verso Radicofani a 790 m. slm. La visita del borgo ci riserverà delle piacevoli scoperte: la chiesa romanica di San Pietro che conserva all’interno una collezione di terrecotte robbiane, il palazzo Pretorio e di fronte l’Ospizio che accoglieva i pellegrini di un tempo ed infine la fortezza sulla Rocca di Radicofani a quasi 900m sul livello del mare che è stata una delle roccaforti più importanti d’Italia ed appare da decine di chilometri di distanza. Il paese è rimasto famoso per secoli per aver ospitato, dal 1297 al 1300, il nobile ghibellino Ghino di Tacco (temuto anche come brigante) che compì memorabili imprese in queste contrade, ricordate anche da Dante Alighieri e dal Boccaccio.

Notte in ostello a Radicofani o dove ognuno preferisce prenotare (riporto il nome di qualche struttura
Casa del Calzolaio Podere casa al Maestro Casa del moro 5 Casa Holiday del Giardino La gioiosa

Casa del ciliegio); cena in ristorante convenzionato

Per motivi pratici sarà necessario portare un’auto ad Acquapendente in modo da trovarla il giorno dopo a fine tappa. Se riuscite ad organizzarvi e volete


3 maggio: da Radicofani ad Acquapendente, variante da Proceno

29 km, tempo di percorrenza 7 ore circa; dislivello in salita 352m, in discesa752m

 

La tappa di oggi è di transizione tra Toscana e Lazio tra colline ormai familiari ma mai banali e che non ci stancano mai gli occhi. La discesa da Radicofani lungo la vecchia Cassia è uno dei tratti più belli ed emozionanti dell'intera Via Francigena: attorno i colline a perdita d'occhio e il Monte Amiata, dietro la Rocca, davanti le valli che si allungano verso il Lazio. Giunti a Ponte a Rigo si segue la variante alla francigena ufficiale che passa da Proceno, magnifico borgo laziale con un bellissimo castello. Questo percorso dopo la seconda metà del 1100, rappresentò un’alternativa più sicura alla Via Francigena originale che attraversava più in basso lo spartiacque tra la Val d’Orcia e la Valle del Paglia, lungo un percorso divenuto ormai pericoloso per le frequenti imboscate nei confronti dei pellegrini e gli allagamenti delle zone vallive a bassa quota. Da Proceno raggiungeremo il Ponte Gregoriano prima di affrontare l'ultima breve salita verso Acquapendente dove troveremo il punto tappa presso la chiesa del Santo sepolcro
La chiesa del Santo Sepolcro, situata nel suo centro storico, è una basilica in stile romanico, appartenente storicamente all’ordine benedettino. Il suo nome è dovuto al fatto che nella sua cripta sia conservata una pietra macchiata di sangue che si dice provenga dal Santo Sepolcro di Gerusalemme. La cripta è una delle più antiche (X-XI secolo) e rinomate d’Italia, sorretta da 24 colonne che formano con gli archi un affascinante gioco di forme. L’edicola del Santo Sepolcro che vi è contenuta è la copia più antica rimasta in Europa dell'originale, che si trova a Gerusalemme.

 

Caratteristiche tecniche e Logistica:

Trekking con zaino in spalla, mediamente impegnativo vista la lunghezza delle tappe, i dislivelli che affronteremo sono graduali e non particolarmente impegnativi

Per le cene e le colazioni ci sono delle strutture convenzionate; il costo è di circa 15-20 euro per la cena. Possibile anche utilizzare a Radicofani in ostello la cucina in autogestione; lenzuola incluse

Il pernottamento e le cene vengono pagati in loco direttamente dai partecipanti.

Il servizio di guida ha un costo di € 50,00 a persona per le due giornate, € 25 per la giornata singola.

La quota deve essere versata con bonifico bancario entro il 31 marzo 2023.

Il ritrovo il primo giorno sarà a Gallina o in altro luogo da concordare; Conclusione del trekking ad Acquapendente alle 17 circa del 3 maggio, rientro da Acquapendente a Gallina con le auto, da organizzare.

Possibilità di organizzarsi per il viaggio di andata e ritorno raggruppandosi nelle auto.

Minimo 6 persone, massimo 15.

 

Per chi dorme negli ostelli come pellegrino, è preferibile avere La Credenziale ma se non riuscite a procurarvela non preoccupatevi

La Credenziale del Pellegrino, insieme al Testimonium, è il documento fondamentale per il pellegrino. La Credenziale è una sorta di "carta d'identità", un documento che attesta che la persona che ne è in possesso sta svolgendo un pellegrinaggio verso un luogo di culto. Il pellegrino dovrà sempre averla con sé per essere identificato come tale e avere accesso alle strutture di accoglienza. In ogni luogo dove sarà ospitato riceverà un timbro, fino al completamento del cammino.

Per info e prenotazioni sull’itinerario entro il 31 marzo

Maria Consiglio Guida ambientale escursionistica

Tel. 349 2303093 mariaodiliaconsiglio@yahoo.it

Seguiranno info e ulteriori dettagli al momento delle iscrizione.


Il sentiero del viandante

Un cammino sulle sponde del lago di Como

da Lecco a Colico

22-25 aprile

 

Il Sentiero del Viandante è un’antica via di comunicazione che si dipana sulla sponda orientale del lago di Como tra Lecco e la Valtellina che passa per borghi meravigliosi di mezza costa in un paesaggio naturale indimenticabile; su questa felice sponda, più che altrove si cammina per contemplare i luoghi di manzoniana memoria. E’ un sentiero per tutti, un balcone panoramico sul lago che sorprende di continuo per le singolarità geologiche e botaniche, gli edifici religiosi e storici, i luoghi dell’immaginario popolare, i ritagli di campi, casali, vigne e oliveti che compongono un quadro celebrato da sempre da scrittori e viaggiatori.

La mulattiera più volte interrotta, isolata, ridotta di importanza, non è mai scomparsa del tutto e si è mantenuta memoria fino a quando una ventina di anni fa lo storico Pietro Pensa, l’azienda di promozione turistica del Lecchese e la comunità montana del Lario orientale non l’hanno riportata in vita ed è divenuta un sorprendente itinerario di “qualità” recentemente certificato dal Touring Club e percorso da migliaia di escursionisti ogni anno.

Il percorso completo va da Lecco a San Martino in Val Masino ma la parte del lago che si conclude a Colico è lunga circa 45 km ed è questa che percorreremo in 3 tappe. Si attraversano tra i comuni più iconici del lago come Abbadia Lariana, Mandello del Lario, Lierna, Varenna, Perledo, Bellano, Dervio, alla scoperta di torri medievali, antichi setifici, castelli; si attraversano torrenti che scorrono all’ombra di antichi mulini, si ammirano panorami ampi che spaziano dalla punta di Bellagio a Menaggio e fino alle montagne che fanno da confine con la Svizzera.

 

Lungo tutto il sentiero del Viandante avremo come compagno di viaggio il Lario che nell’etimo della lingua etrusca pare significasse “principe”. Il lago di Como è uno di quei luoghi celebrati e ammirati da sempre e il geografo tedesco Johan George Kohl ha scritto: “il lago di Como non deve mancare in Paradiso, essendo impossibile che al mondo esista un lago che lo avanzi in bellezze naturali”. Estasi romantica ed evocazioni continue di scrittori, poeti e pittori che sono servite a far conoscere il lago in tutto il mondo e noi andremo a ricercare al ritmo dei nostri passi quell’armonia che deriva dalla combinazione della natura e dell’attività dell’uomo che ha plasmato questo paesaggio i cui particolari si sono sovrapposti nel tempo ma mai cancellati o disturbati vicendevolmente fino all’arrivo dei tempi attuali quando il nastro di asfalto lungo il lago ha interrotto la delicatezza e la proporzione di questo paesaggio col quale dialoga malamente e lo noteremo…

 

Le nostre tappe del sentiero del Viandante

   1a Tappa: da Lecco a Lierna

    2a Tappa: da Lierna a Dervio.

    3a Tappa: da Dervio a Colico.

Caratteristiche tecniche del percorso:

Percorso adatto a tutti lungo sentieri, mulattiere selciate o gradonate, qualche tratto di strada asfaltata.

La lunghezza totale del percorso è di 45 km e il dislivello complessivo di 1400m.

Non ci sono difficoltà di sorta se non qualche tratto dove bisogna prestare un po' più di attenzione in alcuni passaggi e altri per il dislivello da affrontare concentrato in brevi tratti; per il resto è un itinerario a mezza costa che si abbassa in corrispondenza di alcune conche vallive o dei centri abitati per poi riguadagnarla. Tra un centro abitato e l’altro non c’è mai più di un’ora di cammino e questo ci consentirà di approvvigionarci facilmente sia di cibo che di acqua.

Come arrivare:

Il punto di partenza può essere raggiunto in treno con la linea Milano Sondrio Tirano.

Riporto di seguito alcune ipotesi di viaggio facendo riferimento alla provenienza più frequente dei partecipanti ai miei tour:

In auto da Cecina 4 ore e 10’

In treno con due cambi a Firenze e a Milano 5 ore e 10 minuti

Da Firenze 6.55 arrivo a Lecco alle 10

Da Cecina partendo alle 7.48 arrivo a Lecco alle 13

Passaporto del Viandante

Nell’ambito del progetto delle Vie del Viandante è stato realizzato un “Passaporto del Viandante”, che dà diritto ad agevolazioni, indicate sul sito ufficiale e che noi ci procureremo prima di lasciare Lecco.

 

22 aprile: Lecco e dintorni

Arriveremo a Lecco in mattinata o in giornata secondo l’orario che troverete più comodo

Lecco è una città caratterizzata da una minuta edilizia borghese ottocentesca derivante dalla sua storia legata al ferro, all’industria, alla meccanica inserita in un contesto naturale unico fatto di acqua e di roccia.

Tra i monumenti e i musei principali  della città visiteremo il campanile della basilica di San Nicolò eretto su un torrione del Cinquecento, facente parte delle mura del borgo fortificato di Lecco in epoca medievale.

Il ponte Azzone Visconti che ha più di 700 anni e che mettete in collegamento le due sponde dell’Adda e che ci consente di raggiungere Pescarenico, Il borgo di pescatori descritto nei Promessi Sposi merita davvero di essere scoperto camminando nei suoi vicoli per il suo fascino intramontabile

la piazza XX settembre ha un aspetto caratteristico con palazzetti e portici mercantili e su un angolo la torre viscontea dello scomparso castello.

Volendo possiamo percorrere la ciclabile lungo l’Adda fino ad Olginate e Calolzio

E tempo permettendo potremmo percorrere il Sentiero per la cappelletta di San Martino per vedere Lecco dall’alto. Cena e pernottamento a Lecco.

 

23 aprile: Prima tappa del Sentiero del Viandante Lecco-Lierna

17,5 km, 490 m+ e 470m- dislivello e 5 ore e mezzo di cammino

L’itinerario parte da Lecco, attraversa la città e arriva ai piedi delle incombenti pareti dei Pizzetti da dove ha inizio il percorso del viandante che in questo tratto attraversa una costiera alta e dirupata, aspra e sassosa, l’unica del percorso in continui saliscendi con scorci incantevoli sul lago e sui pinnacoli, ciclopici massi nel bosco. Arrivati ad Abbadia Lariana potremo visitare il museo setificio

Monti che rievoca la storia industriale del lago; essa offre scorci incantevoli sul lago e viste sui pinnacoli, ciclopici massi nel bosco.

Sul percorso diversi borghi e chiese: Borbino con le case tutte arroccate le une alle altre, la chiesa di San Giorgio a Mandello che contiene un tesoro inimmaginabile di affreschi del XV secolo,  a Maggiana troviamo la Torre del Barbarossa al cui interno sui 5 piani è allestito un museo del territorio, in cima una bella terrazza panoramica; Rongio con la chiesa di San Giacomo e nella piazzetta quella di Sant’Antonio di Padova. Proseguiamo attraversando il letto del fiume Meria, che proprio in questo punto scava un suggestivo passaggio sotto la roccia. Risaliamo fino alla frazione di Sonvico e poi di Olcio da dove si gode di una notevole vista sul lago. Prima di raggiungere la stazione di Lierna visiteremo questo bel centro che si protende nel lago con gli edifici che creano una serie di vicoli in cui si respira un’atmosfera d’altri tempi. Sulla spiaggia del lago si trovano anche gli attrezzi per la pesca dell’Agone.

Rientro in treno a Lecco, cena e pernottamento

 

24 aprile: seconda tappa da Lierna a Varenna a Dervio

22, 2 km 1010m di dislivello, circa 8 ore di cammino

Per la parte del percorso iniziale da Lierna a Varenna esistono due varianti, io ho scelto quella bassa un po' meno impegnativa per il dislivello. Dal castello di Lierna saliremo a Ronco con una scalinata e proseguiremo su sentiero fino a Coria, ci inoltreremo nell’impervia  Valle Vacchera  da dove gli alpigiani facevano rotolare a lago i tronchi tagliati lungo dei canaloni;  quindi proseguiremo in costa fino ad arrivare alle sorgenti del Fiumelatte il brevissimo corso d’acqua di soli 250m citato da Leonardo; da qui con una ripida mulattiera arriveremo a Varenna romantico centro turistico che ha mantenuto il suo aspetto originale di borgo lacustre  e che nel XIX secolo ha visto il proliferare di magnifiche ville con giardini per l’invidiabile posizione ed il clima. Risaliremo al  borgo di Vezio,  attraverseremo il fiume Esino ed il mulino del Crott; passeremo da Rogolo, Tondello  Perledo , aggireremo dall’alto Gittana e proseguiremo verso Fabbrica; in questa zona si trovano i resti dell’impianto termale e della funicolare che dal lago portava a Regoledo.  Da qui il sentiero scende verso Bellano chiamato anche il paese degli artisti, di cui il figlio più recente è Andrea Vitali. Il centro storico di Bellano è isolato nella parte nord tra il torrente Pioverna e la montagna ed è tutto un insieme armonico di passaggi voltati, case e cortili; era nel medioevo dimora di villeggiatura del vescovo di Milano e da questo ne derivarono una splendida parrocchiale e tanto prestigio. Nell’800 vi nacque un cotonificio con oltre 1000 operai. Oggi resta un reperto industriale che possiamo vedere dal sentiero. A Bellano visiteremo anche il pittoresco orrido formato dal fiume Pioverne al quale sono legate numerose leggende. Lasciata Bellano raggiungeremo Oro e Dervio con notevoli monumenti da visitare. Cena e pernottamento a Dervio

 

25 aprile: 3a Tappa da Dervio a Colico e abbazia di Piona

13, 7 km, 530m+ e 540m- di dislivello 4 ore di cammino

Ripartiamo dalla Stazione di Dervio e ci dirigiamo in alto verso il castello; lasciate le ultime case proseguiamo sul sentiero nel bosco fino allo splendido borgo sul lago di Corenno Plinio, con un magnifico castello recinto; ci soffermeremo a guardare le tre arche funerarie della famiglia Andreani  di notevole fattura fuori dalla parrocchiale; il borgo successivo che viteremo è Mandonico, piccolo nucleo caratteristico di case in pietra che commuove per il silenzio e la bellezza. Non ci abita più nessuno dagli inizi del ‘900. Rientriamo nel bosco, con un andamento pianeggiante superiamo un crotto e alcune altre baite, poi le pendenze iniziano a farsi leggermente più ripide fino ad arrivare alla chiesa di San Rocco collocata in una splendida posizione panoramica. Ci riaddentriamo nel bosco ed arriviamo a Perdonasco, . Sparese e Posallo dove il Sentiero del Viandante si sovrappone per l’ultimo tratto alla Dorsale Orobica Lecchese. Colico è la nostra meta finale, connette la provincia di Lecco e la Valtellina, ma anche la costa est con la costa ovest del lago ed è il punto in cui il fiume Adda entra nel Lago di Como. Per la sua posizione Colico ha subito numerose dominazioni ed è diventata un’area perfetta per il controllo del territorio; possiede diverse fortificazioni: Il Forte Montecchio Nord, una struttura che si può considerare moderna, venne completato alla fine del 1914 e rappresenta la più tecnologica istallazione italiana della Prima Guerra Mondiale e  Il Forte di Fuentes sorge sul Montecchio Est, nel Pian di Spagna. Fu costruito tra il 1601 e il 1605.

Abbazia di Piona Posta su una penisola che si allunga sulle calme acque del Lago di Como, l’Abbazia di Piona offre una delle più belle viste panoramiche sull’Alto Lago di Como. Essa ha un fascino misterioso e passeggiando tra le mura e gli orti, ancora coltivati dai monaci che vivono in questo luogo meraviglioso, si può ammirare un panorama mozzafiato, respirando un’atmosfera di calma e pace, ideale per placare le anime inquiete.

Recupero dei bagagli e rientro in treno a Lecco.

il seguito del programma a questo link

 


LA VIA VANDELLI DAL PALAZZO DUCALE DI MODENA A QUELLO DI MASSA

Prima parte da MODENA A SAN PELLEGRINO IN ALPE

1-4 giugno 2023

 

La prima delle strade moderne, costruita tra il 1739 e il 1751 da Domenica Valdelli su idea di Francesco III d’Este, duca di Modena che voleva realizzare una via completamente lastricata per collegare la capitale del ducato Modena col mar Tirreno a Massa: il Frignano, la Garfagnana e le Alpi Apuane.  Sette tappe, tre palazzi ducali, innumerevoli torri, chiese, campagne, foreste e boschi silenziosi, calanchi, valli inospitali,borghi e panorami vastissimi dal crinale tosco-emiliano alle Alpi Apuane: tutto questo in poco più di 170 km da Modena per 5.400 m di dislivello.

La caratteristica unica del cammino è di svilupparsi per la maggior parte esattamente sopra alla strada ducale o negli immediati dintorni. Sono state individuate dal progettista del cammino deviazioni dal percorso originale se c’erano situazioni di eccessivo traffico veicolare o impossibili passaggi dovuti alle proprietà private, consentendo a volte di raggiungere punti di interesse non lontani dal tracciato originale. Ovviamente si vuole rispettare l’idea di rimanere il più fedeli possibile al percorso originale perché il percorso sia più significativo e memorabile. Come dice il suo ideatore moderno “ la via è una” poi siamo liberi di camminare dove e come vogliamo.

Sicuramente percorrere la via Vandelli è un’impresa sia per la lunghezza del percorso che per i dislivelli, lo è stata in passato per i tanti che l’hanno percorso ed oggi lo è per noi camminanti. Il percorso presenta soluzioni ingegneristiche e logistiche uniche: tornanti, canalette di scolo, osterie, stazioni di posta, sbancamenti, muri a secco, filari di querce tuttora visibili sul cammino e molto altro di cui avremo modo di godere dalla partenza alla nostra meta intermedia a San Pellegrino in Alpe.

Tengo a precisare che il percorso è impegnativo sia per la lunghezza delle tappe che per i dislivelli da affrontare; farla in due parti può aiutarci nell’impresa. I primi chilometri del cammino si effettuano in pianura. Il resto del percorso è principalmente in montagna, spesso nei boschi; più di un quarto della Via Vandelli si sviluppa oltre i 1.000 m di quota, con due passi oltre i 1.600 m

Le nostre tappe

1 Modena Puianello 27,2
2 Puianello
Pavullo nel Frignano 24,4
3 Pavullo nel Frignano
La Santona 25

4 La Santona San Pellegrino in Alpe 25,8

 

Quelle per la prossima volta…

5 San Pellegrino in Alpe Poggio 25,8
6 Poggio
Campaniletti 18,3
7 Campaniletti
Massa 18,3
7Var Massa
mare 6,3


 

Il passaporto della Via Vandelli

Anche la Via Vandelli ha un documento che accompagna l’escursionista durante il cammino, che si chiama passaporto del Viandante. Si tratta di un piccolo pieghevole che si può scaricare liberamente dal sito www.viavandelli.com e stampare in autonomia.

 

Le tappe in dettaglio

Credo sarà bene trovarsi a Modena la sera del giorno prima, diversamente chi vorrà arrivare a Modena direttamente il primo giorno potrà farlo considerando la partenza alle 8.00 del mattino del primo giugno. Opzionale il pernottamento a Modena del 31 maggio.

Attenzione! Ho riportato la lunghezza delle tappe come da descrizione originale, non tenendo conto delle variazioni in più o in meno dovute al raggiungimento del luogo del pernotto. Si consiglia elasticità fisica e mentale!

 

1 giugno: Dal Palazzo Ducale di Modena (30m slm) a Puianello (410m slm),

27,2 km, dislivello 410m+ e 10m-, asfalto 40% (principalmente ciclabili) + sterrato 60%

La prima tappa della Via Vandelli, con partenza da Modena, inizia proprio dal Palazzo Ducale Estense in Piazza Roma. Una volta attraversato il centro storico di Modena passando per Piazza Grande, Duomo e la Torre Ghirlandina si raggiunge l’imbocco della ciclabile Modena - Vignola per poi deviare per il percorso natura del Tiepido che condurrà fino a per Torre Maina. Infine, si sale sulle prime colline modenesi fino a raggiungere il Santuario di Puianello, che rappresenta la fine di questa tappa.

 

2 giugno: Da Puianello (410m slm) a Pavullo(700m slm)

25,1km, D+ 850m, D- 615m, asfalto 56% (piccole strade comunali), sterrato 44%

Continua l’attraversamento delle prime colline modenesi, tra vulcani di fango, calanchi e panorami sulle valli del Tiepido e del Panaro. In questa tappa, la Via Vandelli del 1739 in partenza da Modena si ricongiunge con la Via Vandelli del 1751 che parte dal Palazzo Ducale di Sassuolo passando per Serramazzoni per concludere la tappa al Palazzo e al Parco Ducale di Pavullo.

 

3 giugno: Da Pavullo (700m slm) a La Santona (1200m slm)

24.9km, D+ 975m, D- 490m, 40% asfalto (ciclabile + strade comunali) , 60% sterrato e sentiero

Dal centro di Pavullo parte la terza tappa con il selciato originale della Vandelli sempre più visibile, prepotente, duro, pietre grigie posate a secco.  Presto la strada passa in un bosco ombreggiato e poi in un tratto larghissimo dove potevano incrociarsi anche due carrozze. Poco dopo il cippo dedicato al partigiano Celeste Guido Boni, caduto nel 1944. Una enorme piazzola di sosta ospitava uno dei primi autogrill della storia, al suo interno anche la stanza del duca. Si toccano luoghi storicamente molto importanti come il Castello di Montecuccolo, il borgo medievale di Monzone; si percorrono vie panoramiche e sentieri che conducono a luoghi molto antichi come il Ponte d’Ercole o Ponte del Diavolo, per poi attraversare Lama Mocogno e raggiungere infine La Santona.

 

Quarta tappa: La Santona (1160m slm) a San Pellegrino (1500m slm)

25.8km, D+ 870m, D- 515m; asfalto 15% (piccole strade comunali), sterrato 85% (fondo originale lastricato + sterrato + sentiero

La quarta tappa si immette immediatamente nel percorso originale progettato da Domenico Vandelli che si seguirà fino a raggiungere San Pellegrino in Alpe. I punti importanti da non perdere lungo il percorso sono le cosiddette “capanne celtiche”, con la caratteristica copertura pensata per favorire lo scioglimento delle nevi, sono un unicum in Italia, un’esclusiva del Frignano. Una lapide in onore di Domenico Vandelli si ritrova in località La Fabbrica (Pievepelago), dove sorgeva una delle stazioni più importanti del percorso anche per la ricchezza di acqua. Il passo del Lagadello è il punto più alto della Via Vandelli a 1620 mt di altezza che marca il confine tra Emilia Romagna e Toscana.

 


LA VIA ELLENICA DA BRINDISI AD ALBEROBELLO

Passando per Serranova, Carovigno, Ostuni, Cisternino, Locorotondo

Dal 4 al 10 aprile 2023

 

“Apulia, cujus metropolis est Brundiston, per istam navigatur in terram sanctam” recita la didascalia del mappamondo di Hyggeden del 1360, a testimonianza della millenaria importanza di questa città come principale porto d’imbarco verso l’Oriente e la Terra Santa. Alla Porta d’Oriente i pellegrini giungevano attraverso la Via Appia-Traiana che proprio a Brindisi si concludeva. Dalla colonna terminale della Regina Viarum ha inizio la via Ellenica, uno dei sei percorsi del Cammino Materano. Si sviluppa per 290 Km da Brindisi a Matera in quindici tappe. Un itinerario d’entroterra che collega ben due siti Patrimonio Unesco: Alberobello, Capitale dei trulli e Matera, la Città dei sassi.

Il cammino per noi avrà inizio a Brindisi e si concluderà ad Alberobello, un totale di 5 tappe e 110 km per questa prima parte nella terra degli ulivi; la seconda dalla barocca Martina Franca a Matera da percorrere quanto prima in un paesaggio completamente diverso tra gravine e canyon.

La Via Ellenica nel tratto tra Brindisi e Alberobello è la “terra degli olivi”, delle piante secolari, contorte o attorcigliate dal vento; della terra rossa e fertile rivestita da coltivazioni di ogni genere; gli annessi agricoli, le masserie, i trulli che sono ovunque in questa campagna sono collegati da un reticolo di strade campestri dove un percorso scelto sai già che ne taglia fuori altri, bellissimi tanto quanto quello che stai seguendo.

Inizieremo il percorso da Brindisi, attraversando in barca il golfo che divide in due la città e costeggiando il mare che passa dalle meravigliose riserve naturali di Punta Penne e Torre Guaceto per inoltrarsi poi nella pianura costellata di olivi che non ci lascerà più fino al nostro arrivo ad Alberobello.

Cammineremo insieme a giganteschi, colonnari, monumentali piante di olivo, a volte sdraiate dal vento con le storie incise nei tronchi e l’immaginazione che galoppa davanti alle loro stranissime forme; cammineremo tra trulli di ogni fattezza e dimensione, che iniziano a far parte del paesaggio da Carovigno in poi. La Val d’Itria è caratterizzata da queste costruzioni e dai muretti a secco sapientemente conservati che delimitano strade e terreni.

E se già il paesaggio, le chiese rupestri e i santuari potrebbero essere sufficienti a giustificare il viaggio, figuriamoci cosa accade quando mettiamo piede nei centri abitati turisticamente noti come Ostuni, Cisternino, Locorotondo, Alberobello ed altri meno conosciuti come lo stupefacente

Carovigno:  centri storici che sono dei gioielli per ricchezza di monumenti e per la maestria con cui gli abitanti creano decori e arricchiscono ogni nostro passo di scoperta per le vie.

Essere in primavera a fare questo cammino evoca il percorso da Bari ad Altamura che abbiamo fatto nel 2018 dove l’esplosione delle fioriture spontanee, del tutto inaspettato ci ha lasciato senza fiato, incantati per la variabilità del percorso e per l’armonia del tutto.

 

 

Inoltre siamo nella settimana di Pasqua e anche di questo ci ricordiamo bene: poter cogliere le atmosfere, le luci, partecipare anche marginalmente alle celebrazioni pasquali nel sud ha un che di iconico, il coinvolgimento è forte e sentito e trasmesso.

Credo non possa non trapelare il mio entusiasmo; ho fatto questo percorso in inverno, e già sotto gli olivi c’era un manto di calendule e acetoselle, tappeti di finocchi e cavoli e cime di rapa…la luce invernale era straordinaria ed le scie dei tramonti colorati dietro gli scheletri dei fragni e la sagoma dei trulli, meravigliosi. Ogni volta penso che terra fortunata sia la Puglia e fortunata anche io per avere l’opportunità di scoprirla con i cammini e con voi.

 

maggiori info a questo link


Il versante grossetano dell’Amiata: Santa Fiora

torre Giurisdavidica del Monte Labbro

Arcidosso Castel del Piano

Montegiovi e Seggiano

25 - 26 (27) marzo 2022

 

 

Splendidi panorami e natura strabordante sul versante grossetano dell'Amiata, dove avremo la possibilità di conoscere borghi più o meno grandi vocati all’accoglienza, cura degli ambienti e ricchezza di opere d’arte inaspettata. Accanto al Monte Amiata si scorge da tutta la Maremma il profilo aguzzo del Monte Labbro, sulla vetta a 1193m di altezza in un luogo aspro e singolare spicca la sagoma della torre di David costruita sulle rocce calcaree della cima, fra pascoli e pietraie. L’ambiente spoglio e quasi lunare trasmette un senso di mistica solitudine e astrazione dal mondo.

 

 

Giorno 1: anello Santa Fiora Bagnolo

17 km 400m di dislivello

 

In questa giornata dobbiamo dare il giusto spazio alla visita del centro storico di Santa Fiora.  Appena arrivati nella parte del Castello di Santa Fiora, ad attirare l’attenzione è l’imponente Palazzo del Conte degli Sforza Cesarini oggi sede del Comune. All’interno del Palazzo è ospitato il Museo delle miniere del Monte Amiata, dedicato alla storia e alle tecniche di estrazione del mercurio che hanno fortemente caratterizzato questa zona tra l’Ottocento e il Novecento. Dal palazzo si arriva nella piazza del paese e poi lungo via Carolina si arriva alla chiesa del Suffragio e alla Pieve più importante del paese dedicata alle Sante Flora e Lucilla dell’anno 1000, riedificata nel 1200 e ampliata nel 1792. All’interno c’è una splendida collezione di terrecotte robbiane. Nel terziere del Borgo troviamo la Chiesa di Sant’Agostino e il Convento delle Cappuccine, fondato nel 1601 e chiuso nel 1991, legato al culto del Crocifisso Miracoloso e alla Processione dei Tronchi. Nel terziere di Montecatino si trova la Peschiera, un suggestivo laghetto che raccoglie le acque della Fiora nei cui pressi c’è la piccola Chiesa della Madonna della Neve nota “della Pescina, ricca di affreschi attribuiti a Francesco Nasini con la particolarità di un pavimento in vetro attraverso cui si può ammirare la sorgente del Fiora, che sgorga appena sotto il livello di calpestio. Vicino alla Peschiera si trova la Galleria delle Sorgenti del Fiume Fiora che hanno sempre colpito e affascinato, indistintamente, tutti i personaggi che hanno visitato Santa Fiora.

Sul percorso troveremo la frazione di Bagnolo, chiamato il paese delle sette fonti, le cui acque un tempo venivano utilizzate per lavare i panni e abbeverare gli animali da soma e, in mancanza di acqua corrente nelle case, per dare da bere a tutta la popolazione.

 

Giorno 2  Arcidosso Monte Labbro e Torre Giurisdavidica Montelaterone Castel del Piano

22km e 740m di dislivello

 

Partiamo da Arcidosso per il nostro percorso che attraversando la riserva naturale del Monte Labbro ci porta sulla vetta dove sorge l’eremo di David Lazzaretti, il cosiddetto “profeta dell’Amiata”, centro della comunità giurisdavidica che egli stesso fondò a metà ‘800, prima di venire ucciso da un gruppo di militari all’ingresso di Arcidosso, durante una processione.

Il percorso è estremamente panoramico e si sviluppa su strade sterrate senza particolari difficoltà anche se il dislivello da fare è discreto. Da qui scenderemo attraverso il parco faunistico dell’Amiata fino a  Zancona per poi dirigerci verso Montelaterone un luogo assolutamente da scoprire e di per sé merita una bella passeggiata perdendosi per le strette vie, per la maggior parte in salita che conducono al punto più alto che è rappresentato dai ruderi dell’antico Cassero; scopriremo angoli inediti e panorami mozzafiato. All’interno del borgo è possibile trovare la Cappella delle Schiacciaie con all’interno preziosi affreschi quattrocenteschi e la chiesa della Misericordia con affreschi del Nasini. Da via Petri si giunge alla chiesa di San Clemente, del XIII secolo con all’interno opere di varie attribuzioni.

 

 

Giorno 3 Escursione ad anello nella conca d’oro tra Seggiano, Montegiovi, castello di Potentino, Valle dell’Ente e del Vivo

18 km 520m dislivello + e -

 

Un trekking per conoscere una vallata bella e poco conosciuta della Maremma attraverso un sentiero panoramico che parte dal suggestivo borgo di Montegiovi che ci consente di addentrarci nella valle scavata dai torrenti Ente e Vivo. Visiteremo il famoso punto di confluenza in cui i due torrenti si incontrano creando il famoso canyon dove le rocce, scolpite nei secoli dal passaggio dell’acqua, circondano le vasche, e da qui risalendo il corso del torrente Vivo raggiungeremo il castello di Potentino e Seggiano. La vallata caratterizzata da oliveti della cultivar di Olivastra e dai vigneti della Docg Montecucco, da alberi da frutta, orti e soprattutto boschi di castagni.

 

 

2 giorni    25 - 26 Marzo     Quota di partecipazione in camera doppia  190 €

3 giorni    25 - 27 Marzo     Quota di partecipazione in camera doppia  290 €

 

maggiori info a questo link:


Il Gottardo dell’Umbria sull’ex ferrovia Spoleto - Norcia

Sant’Anatolia di Narco, Monte Coscerno,

Narni e gole del Nera

                                       3 - 5 marzo 2022

 

Nel 1926 venne inaugurata la linea ferroviaria che congiungeva la città di Spoleto a Norcia e che rappresentava in quei tempi un piccolo gioiello di ingegneria ferroviaria: lungo il percorso di poco più di 50 chilometri vennero costruite 19 gallerie, 24 ponti e viadotti di grande pregio architettonico, con tratti di linea elicoidali e pendenze fino al 4,5%. La ferrovia fu chiusa nel 1968 e, dopo molti anni di inutilizzo, nel luglio del 2014 sul tracciato della vecchia ferrovia è stato inaugurato un percorso ciclopedonale percorribile fino a Piedipaterno, che passa per borghi sospesi nel tempo e paesaggi meravigliosi dell’Appennino Umbro. Oltre Piedipaterno la ferrovia non è stata recuperata, inoltre a seguito del terremoto del 2016, diversi tratti della ferrovia sono stati danneggiati e chiusi.

Noi percorreremo il tratto da Spoleto a Sant’Anatolia di Narco e nei giorni successivi andremo a scoprire altre bellezze dell’Umbria, come il Monte Coscerno che è un balcone su Sibillini, Laga, Terminillo e Martani. Più a sud nella provincia di Terni andremo alla scoperta della misteriosa Narni e di un tratto incantevole del fiume Nera. Molti saranno poi ai borghi meno noti a contorno dei nostri percorsi: Ceselli, Ferentillo, Arrone, Casteldilago

 

Cosa vedremo:

ex ferrovia Spoleto Norcia nel tratto fino a Sant’Anatolia di Narco

Spoleto

Santa Anatolia di Narco

Castel San Felice

Scheggino

Piedipaterno

Gole della Nera

Narni

Gavelli

Monte Coscera

Ferentillo

Arrone

 

Giorno 1: ex ferrovia da Spoleto a Sant’Anatolia di Narco

Distanza 23,5 km; Dislivello +400m -440m, Difficoltà media

 

Ci ritroveremo a Spoleto verso le 10.00 del mattino e da lì partiremo per seguire il tracciato da Spoleto fino a Sant’Anatolia di Narco, attraversando colline, gole, gallerie, ponti e viadotti.

Diverse sono le gallerie ancora percorribili; quella della Caprareccia è al momento chiusa ma il viadotto del Cortaccione (più di 60 metri di altezza) il più alto del percorso offrirà vedute spettacolari. Si cammina tra i boschi con pendenze sempre minime fino al valico della Caprareccia, si raggiunge Castel San Felice, antico centro medievale famoso soprattutto per l’Abbazia dei Santi Felice e Mauro, che è tra i più suggestivi esempi di architettura romanica umbra. Da qui si inizia una

 

discesa di 7 km che tocca la chiesina di Madonna delle Scentelle e Grotti fino a Santa Anatolia di Narco. Nella descrizione di questa giornata non possiamo non descrivere i centri storici che attraverseremo.

 

Spoleto è tra le più affascinanti città d'arte dell'Umbria e simbolo della cultura internazionale Si estende sul colle Sant'Elia, ai piedi del bosco sacro di Monteluco. Straordinariamente ricca d'arte di ogni epoca che si può scoprire attraversando il suo centro storico. Accanto a evidenti influssi di epoca romana, mantiene intatta la struttura di epoca medievale. Alle più antiche origini di Spoleto appartengono l'Arco di Druso e Germanico, arco romano che introduceva al foro (sito attuale di piazza del Mercato) presso la chiesa romanica di Sant'Ansano, il teatro romano e la basilica di San Salvatore, un interessante monumento di origini paleocristiane (IV-V secolo), la duecentesca chiesa di San Gregorio Maggiore; ancora il ponte Romano (o Ponte Sanguinario) a tre arcate in blocchi di travertino e l'Anfiteatro del II sec. d.C. Il maggiore monumento cittadino è il Duomo. Eretto in forme romaniche nel XII secolo, ha subito interventi successivi con l'aggiunta di un portico di stile rinascimentale, sulla facciata è ornato da un grande mosaico bizantineggiante (1207). Dallo spazio antistante San Pietro, si gode un'ampia vista che abbraccia tutta Spoleto fino al possente ponte delle Torri alto 80 metri, con funzioni di acquedotto costruito sul finire del ‘300, che collega la alle pendici del monte che domina la cittadina.

 

Il piccolo borgo di Scheggino che si estende lungo le rive del fiume Nera, è sorto intorno a un castello ed è interamente percorso da un canale artificiale; nel borgo emergono il Palazzo Graziani, residenza padronale del XVIII secolo ed il Palazzo comunale insediato in un edificio singolare del XVII secolo.  Notevoli sono anche la chiesa di San Nicola del XIII secolo, che è stata interamente rifatta nel corso del ‘500 con pregevoli affreschi, in corrispondenza dell'abside attribuibile allo Spagna, e la chiesa di Santa Felicita, che pur essendo del pieno periodo romanico, stupisce per il suo stile primitivo che ne fece erroneamente attribuire la datazione al periodo longobardo. 

A poca distanza dal paese, attraversando la Porta Valcasana del XVI secolo si raggiunge un’area ricca di acque sorgive e di vegetazione acquatica: le splendide fonti di Valcasana che sono un esempio dello spettacolo che si può osservare in questa vallata di particolare bellezza

Sant’Anatolia di Narco sorge su un terrazzo fluviale che sovrasta la sottostante zona pianeggiante chiamata “le canapine”, a ricordo di quando la canapa era coltivata lungo le sponde del fiume Nera. La parte più antica del paese è rappresentata dal castello medievale che, secondo le fonti storiche, venne fondato nel 1198 in seguito alla distruzione del castello di Narco, di cui resta memoria nei racconti di alcuni dei narcani, i quali affermano come “Sant’Anatolia vecchia stava lungo la strada che porta a Castel San Felice”. Dentro le mura, sulla piazza centrale, si può ammirare l'ex palazzo Comunale (XVI secolo), oggi sede del Museo della Canapa, e la chiesa parrocchiale di Sant'Anatolia.

 

Giorno 2: Il Monte Coscerno da Gavelli

Distanza 17 km, 603 m + e 620m-

 

Gavelli sorse lungo la via di transumanza che percorreva il Monte Coscerno: il borgo è stato reso famoso soprattutto dalla presenza di edifici religiosi con importanti cicli pittorici attribuiti anche a

Giovanni di Pietro detto Lo Spagna, che si possono ammirare nella chiesa di San Michele. A Gavelli vive stabilmente solo una persona, Adele, che apre le porte della bellissima e preziosa chiesa di San Michele sopravvissuta al tempo, ai terremoti, all’incuria, splende ancora come una perla. Una meraviglia imperdibile.

Il massiccio del Monte Coscerno domina con le sue imponenti balze tutta la zona ed è una bellissima terrazza panoramica su: Sibillini, Laga, Terminillo, Martani. Faremo questo percorso per la visuale a tutto tondo di cui godremo dalla cima e per l’incredibile bellezza degli alberi, faggete  con esemplari straordinari. L’area è ricca d’invasi, fossi, fontanili, per la raccolta d’acqua.

Da segnalare la presenza dell’aquila reale, del lupo e di numerose specie di farfalle rare e protette.

Giorno 3: Narni gole della Nera, Stifone, Ferentillo, Arrone

Distanza 21 km , 510m dislivello + e –

 

Acque color smeraldo, natura incontaminata e una ferrovia dismessa in uno degli angoli più segreti dell’Umbria. Partendo da Narni e dal ponte di Augusto il sentiero conduce alle Gole del Nera, un’oasi tra Narni e Stifone  che ha ispirato da sempre schiere di artisti sedotti da questo luogo di rara bellezza; con resti di rara che ci porta in circa 6 km alla piscina naturale delle Mole di Narni, un laghetto dalle acque color smeraldo. Lungo il cammino si trova l’abbazia benedettina del X secolo  di San Cassiano immersa nei boschi  ed il piccolo paese di Stifone che sembra uscito dalle fiabe, Stifone. Qui un tempo i romani costruivano le loro navi. I resti dell’antico cantiere navale romano si trovano lungo un canale artificiale. Il borgo è sovrastato dalla roccia su cui poggia il castello di Taizzano; la particolarità è data anche dal fatto che qui il fiume crea un’ansa e una misteriosa sorgente subacquea riversa nel suo alveo migliaia di litri d’acqua. Nessuno sa bene dove si trovino queste sorgenti. L’acqua ha una particolare concentrazione di minerali che gli fornisce un colore turchese intenso.

Piccola ma ricca di bellezze naturali e monumentali, Narni conserva un piccolo tesoro nascosto dai tradizionali circuiti turistici: il suo magnifico centro storico. La sua posizione, strategica nei secoli passati, ci conquisterà con la sua parte sotterranea: un insieme di ipogei scoperti nel 1979, quando sei giovani speleologi scoprirono una chiesa del XII secolo accessibile dal Complesso Conventuale di San Domenico. Si trovano affreschi tra i più antichi della città ma anche una cisterna romana ed una stanza in cui la Santa Inquisizione era solita... interrogare gli imputati. 

maggiori info a questo link:

 


Ai confini della Toscana, nel Senese che incanta

Tra Val d’Orcia e Val di Chiana

Lucciolabella, la Foce, faggeta di Pietraporciana, Castiglioncello sul Trinoro,

Sarteano, Monte Cetona, Chiusi

(17) - 18 – 19 febbraio

 

In alcuni luoghi si deve tornare… c’è da vedere un patrimonio infinito di bellezza e in questo trekking ci sarà da restare esterrefatti, parola appropriatissima che mi sento di usare con tranquillità quando ci muoviamo nel senese.

 

Siamo stati in queste zone di confine a maggio, rimasti estasiati da Montefollonico, Lucciolabella e dai giardini della Villa La Foce; abbiamo camminato nel territorio modellato ad arte dalla famiglia Origo.

Erano arrivati gli input per andare a vedere “altro” e così ritorniamo convinti dove eravamo rimasti per spingerci ancora più a sud. Dalla Foce raggiungeremo Castiglioncello sul Trinoro e Sarteano, inoltrandoci nella riserva di Pietraporciana, una faggeta secolare relitta; poi ci sposteremo verso Cetona e saliremo in vetta al Monte omonimo caratterizzato da cavità e anfratti abitati nella Preistoria e poi da santi ed eremiti e che oggi costituiscono il parco archeologico naturalistico del Monte Cetona.

Nel titolo il numero tra parentesi sta ad indicare che se ci sono persone interessate, il trekking potrebbe durare un giorno in più (io me lo augurerei); pertanto scegliete la formula che più vi aggrada, noi faremo il prezzo per due o tre notti. Nel giorno extra trekking tra Chiusi e il suo lago.

 

Cosa vedremo:

Chiusi e la città sotterranea

Lago di Chiusi

Sarteano

Cetona

Monte Cetona

Pietraporciana

Castiglioncello sul Trinoro

Riserva di Pietraporciana

La Foce

 

17 febbraio   Chiusi, Torre Beccati Questo, lago di Chiusi

14 km, 216m dislivello facile

 

Il “Chiaro” è il nome che aveva il lago di Chiusi, terra di confine tra il granducato e lo stato pontificio.

La zona del  lago di Chiusi è una delle poche aree umide dell’Italia centrale ed una riserva naturale; essa rappresenta ciò che rimane insieme al lago di Montepulciano dell’antica palude che un tempo occupava la valle; essendo il confine tra la Toscana e lo stato Pontificio, c’erano solo un paio di punti in cui poteva essere attraversato pagando un “dazio” e quei punti sono indicati dalle due torri che si fronteggiano: Beccati Questo e Beccati Quello.

L’itinerario parte dalla città di Chiusi e raggiunge il lago in località Sbarchino, si risale quindi tra le colline attraversando la località Poggio Gaiella, con importanti testimonianze etrusche, fino ad arrivare a Montevenere. Da qui, continuando fino a Giancorso, Poggio Renzo e Montebello, è tutto un susseguirsi di affacci e splendidi panorami, di cui potremo godere prima di ritornare a Chiusi.

Chiusi è una delle più importanti città dell'Impero Etrusco. Tante sono le storie sul re Porsenna, l’etrusco che fece tremare Roma. La leggenda narra del suo sarcofago contenuto all'interno di un carro d'oro trainato da 12 cavalli, e scortato da una gallina e da 5.000 pulcini...tutti fatti d'oro, ed il nascondimento di questo tesoro nel labirinto di tunnel della città sotterranea, dove non è stato ancora ritrovato. Queste storie alimentano il mistero su questa città potente e temibile, e sicuramente andremo a visitare la Chiusi sotterranea, costituita oggi da ciò che rimane delle canalizzazioni per la raccolta dell’acqua che gli etruschi avevano costruito e che i romani hanno in buona parte distrutto.

Di particolare interesse sono anche: la Cattedrale di S. Secondiano, una delle più antiche chiese toscane, la cattedrale di Chiusi e la Chiesa di San Francesco

 

18 febbraio : La Foce, Pietraporciana, Castiglioncello sul Trinoro, Sarteano

Km 15,5  450m dislivello,  facile

Il sentiero parte da Località La Foce e prosegue per la Strada di Chiarentana, direzione Castiglioncello sul Trinoro e Sarteano. In questo tratto il panorama spazia per tutta la Val d’Orcia ed il Monte Amiata. A metà percorso ci inoltreremo nel bosco per raggiungere il Podere di Pietraporciana, subito al di sotto della omonima Riserva Naturale con la sua bellissima faggeta.

La Riserva Naturale di Pietraporciana è stata istituita nel 1996 e raggiunge una quota massima di 847 metri sul livello del mare; la parte più bassa della Riserva coincide con il corso del torrente Astrone, ad una quota di 400 metri s.l.m. Dal punto di vista ambientale è notevole la faggeta con esemplari secolari e maestosi. La sua esposizione a nord, la sua presenza a quote più basse rispetto a quelle a cui dovrebbe trovarsi a queste latitudini, ne fanno una faggeta residuale di un bosco più esteso presente in epoche in cui il clima era più freddo dell’attuale. Da tempo la faggeta è protetta, non essendo più possibile dunque il taglio del bosco ceduo; gli alberi di grande fusto e quelli caduti formano a loro volta un ambiente ricco di varietà e forme di vita. Dal punto di vista geologico notevole è la parte sommitale della Riserva, costituita da placche di biocalcareniti, ovvero di un calcare originato da organismi viventi sul bordo di un mare pliocenico (Pliocene inferiore, dai 5 ai 3,5 milioni di anni fa); in queste placche sono anche scavate delle grotte ancora perfettamente transitabili senza l’ausilio di particolare attrezzatura.

La fortificazione medievale di Castiglioncello del Trinoro è una (ri)scoperta recentissima, grazie all'intervento di un imprenditore illuminato che, oltre a trasformare il piccolo borgo in un albergo diffuso, ha finanziato gli scavi e gli studi che hanno consentito la visione dei suoi ruderi. Si tratta dei resti di due torri di avvistamento, una porta monumentale con scalinata,  una cisterna ed il muro che cingeva l'area signorile, il tutto costruito in diverse fasi dall'XI al XIV secolo. La sua posizione dominante (774 metri di altezza) sulla Val d'Orcia ne fece un centro di controllo sull'asse viario che scorreva nel fondovalle. E pare che, sfruttando questa posizione strategica, Castiglioncello sia diventato sede di ladroni che derubavano chi percorreva quel tratto di strada e che il suo nome derivi proprio da Castrumtrium Latronum, cioè Castello dei tre Ladroni. Quello che oggi caratterizza la piccola frazione di Castiglioncello del Trinoro è lo spettacolare affaccio sulla Val d'Orcia che ne fa uno dei punti panoramici più suggestivi della Toscana meridionale.

Un paese insolito Sarteano, fino a poco tempo fa semi sconosciuto, adesso vivo e rigoglioso più che mai; è stato un centro strategico importante tra Val di Chiana e Val d’Orcia, sia da un punto di vista commerciale che militare; conteso da città come Siena, Firenze, Orvieto e Perugia. La prima cosa che salta all’occhio, appena si giunge a Sarteano, è sicuramente il castello costruito intorno all’anno mille e poi ristrutturato dai senesi nel quattrocento. Camminando tra vicoli caratteristici e palazzi nobiliari si arriva alla piazza principale che è uno scrigno di tesori. Nella chiesa di San Martino in Foro si trova l’Annunciazione di Beccafumi. Famosa la tomba della Quadriga infernale, il cui eccezionale rinvenimento nel 2003 ha fatto della necropoli una delle più importanti e significative scoperte in ambito etrusco degli ultimi decenni.

 

19 febbraio: Anello 1 del Monte Cetona da Fonte Vetriano

11 km, 470m dislivello media difficoltà

Si sale da Fonte Vetriana un borgo immerso nelle colline verdeggianti della Val d’Orcia. Situato a 750 m. di altitudine sulle pendici del Monte Cetona, è un borgo genuino abitato da famiglie radicate da secoli; su larga strada sterrata tra querce e poi faggi preparandosi ad un panorama sempre più ampio sull’Amiata, il Trasimeno, il lago di Chiusi. Si scende tra abeti, ornelli e aceri. Da questo lato si ha una bella vista su Radicofani, la Val di Chiana e il lago di Bolsena.

Anello 2  Cetona e dintorni, Convento di San Francesco, parco archeologico Balverde Cetona

6 km, dislivello 240m

 Da Cetona si raggiunge il convento di San Francesco, che si inserisce in una suggestiva cornice naturale: Nella chiesa si conserva una Madonna con bambino di Sano di Pietro ed una Madonna con bambino di Girolamo di Benvenuto. Da un paesaggio toscano si passa ad un ambiente montano aspro e selvaggio.  Si raggiunge Poggio Biancheto e si scende al parco archeologico dove si trova anche l’eremo di Santa Maria di Belverde. Da qui si ritorna a Cetona.

Cetona, raggruppata intorno ad un colle in Val di Chiana è caratterizzato da una perfetta disposizione del fortilizio medievale: in alto il piccolo fortilizio che contiene il mastio, una seconda cinta più in basso che poteva ospitare la popolazione in caso di assedio, una terza intorno al piede del colle che contiene il borgo.

La vasta piazza Garibaldi pare oggi un po' fuori scala rispetto al borgo medievale soprastante. Realizzata nel XVI sec., era pensata in epoca medicea come legame tra i diversi nuclei urbani, ma nel corso dei secoli ha perso le sue caratteristiche di invito scenografico. Rimane l’anima e il foro del paese, nonché punto di partenza per perlustrare i vicoli che salgono verso la rocca. Splendida la collegiata con un affresco attribuito alla bottega del Perugino e uno attribuito al Pinturicchio.

Il monte Cetona col suo parco archeologico e naturalistico possiede una stazione preistorica caratterizzata da cavità, cunicoli, interstizi indagata dal 1927 che ha portato alla luce reperti che si trovano nell’attiguo museo

Maggiori info  qui


LA VIA FRANCIGENA DEL SUD

Dall’Abbazia di Valvisciolo a Fondi

Dal 26 al 29 gennaio

 

Le Vie Francigene nel Sud uniscono l’Occidente all’Oriente, il cristianesimo al paganesimo, l’Età Antica al Medio Evo. Un itinerario trasversale, tra basolati romani ed antichi tratturi, templi pagani, imponenti cattedrali e santuari cristiani, dolci panorami collinari e aspri passaggi montani.

I pellegrini d'Europa percorrevano la Francigena per dirigersi a Roma e poi proseguire lungo la Via Appia, una straordinaria opera di ingegneria civile verso il porto di Brindisi ed imbarcarsi verso la Terrasanta. Nel nostro peregrinare di questi anni con molti di voi siamo arrivati a Roma percorrendo la Via Francigena della Toscana e del Lazio; a gennaio 2022 abbiamo percorso il tratto da Roma ai giardini di Ninfa nei pressi di Norma, ora ripartiamo dall’abbazia di Valvisciolo per arrivare a Fondi.

La Via Francigena è un itinerario ampio, un fascio di strade, un ventaglio di possibilità per muoversi dal Nord al Sud dell’Europa. Il percorso che è stato individuato come ufficiale cerca di toccare centri abitati e religiosi in qualche modo legati al pellegrinaggio, a volte le direttrici principali non sono “le più belle”, a tale proposito ci sono le varianti per pellegrini occasionali quali siamo noi che possono essere sfruttate per rendere il percorso più interessante e variegato. E’ questo il nostro intento.

Dobbiamo inoltre vivere la Via Francigena nel Sud come una possibilità di far vivere luoghi e persone che restano tagliati fuori dagli itinerari più turistici, lo sviluppo integrato del cammino è una nostra priorità: monumenti, tradizioni e attività gli elementi da valorizzare in un lungo percorso di consapevolezza.

 

Cosa vedremo sul percorso:

Abbazia di Valvisciolo

Sermoneta

Sezze

Priverno

Abbazia di Fossanova

Sonnino

Monumento nazionale di Campo Soriano

Terracina

Monte San Biagio

Abbazia di San Magno

Fondi

maggiori info a questo link

 


Il mare d’inverno….

 da Sestri Levante a Monterosso

9-10-11 Dicembre 2022

 

Nel nostro percorso di conoscenza della Liguria, partiti da Bocca di Magra siamo arrivati a Riomaggiore. Saltiamo il tratto delle 5 Terre per la sola ragione che credo quasi tutti gli escursionisti abbiano percorso questo tratto di costa e visitato i suoi borghi. Da ovest ad est stavolta partiremo da Sestri Levante per raggiungere Monterosso, una parte di costa un po' meno battuta dove mare e montagna si incontrano creando paesaggi spettacolari, non è affatto una novità in Liguria.

Percorreremo profumati e assolati sentieri godendoci luci e colori che solo in inverno si riescono a trovare; Visiteremo Levanto, Deiva, Moneglia, Framura, Bonassola, Sestri Levante, con magnifici scorci sulla Baia del Silenzio. Usufruiremo della comoda linea ferroviaria per fare rientro al nostro hotel a fine tappa.

Per chi conosce la Liguria lo schema che si ripeterà per tutte le cinque giornate sarà il medesimo: si parte dal mare a quota zero, si risale il promontorio successivo a quote variabili tra i 300 e i 500 metri per poi ridiscendere nuovamente al mare al paese successivo ... tutto ciò permette di attraversare una varietà di ambienti interessanti sia da un punto di vista naturalistico che per le coltivazioni presenti e di arricchirsi con la visita di borghi marinari molto interessanti

Punti di forza del trekking

•Sestri Levante  e la Baia del Silenzio

•Punta Manara

•Monte Castello

•Riva Trigoso

•Torre di Punta Baffe

• Monte Moneglia

•Monte Comunaglia

• Moneglia

•Deiva Marina

•Framura

•Salto della Lepre

•Bonassola

•Levanto

•Sant'Antonio Semaforo (Punta Mesco)

 •Monterosso a mare

RITROVO E PARTENZA IN AUTO: Il nostro hotel è a Sestri Levante e da qui ci muoveremo con il treno per raggiungere o rientrare dalle tappe giornaliere.

DIFFICOLTA’: Le escursioni saranno di livello intermedio. E’ quindi consigliato avere un minimo di abitudine ad escursioni con dislivelli di 600-700 metri. Si trovano sentieri, creuze, strade sterrate, scaloni di pietra, brevi tratti di asfalto nei paesi

 

 

N.B: Tutti gli itinerari saranno valutati di giorno in giorno in base al livello generale del gruppo e alle condizioni meteo e di sicurezza. Potranno quindi essere previste variazioni dell’ultima ora.

GRUPPO: Il numero massimo di partecipanti è di 15.

PROGRAMMA SINTETICO:

1° giorno – Venerdì 9 Dicembre Sestri Levante Punta Manara Riva Trigoso Moneglia

918m dislivello + e - 17 km

Da Sestri Levante in mattinata, dopo avere fatto scorta di focaccia e torte salate meravigliose visiteremo questa bellissima cittadina nota come la città dei due mari: una parte della cittadina si protende verso il mare su quella che un tempo era un’isola oggi collegata da uno stretto istmo alla parte più ampia dell’abitato; a destra e a sinistra la baia del silenzio e la baia delle favole. Da qui ci incammineremo verso Punta Manara, suggestivo affaccio sulla costa. Scenderemo nel paesino di Riva Trigoso e risaliremo fino alla panoramica Punta Baffe, continueremo quindi verso Punta Moneglia fino a raggiungere l’omonimo paesino. Rientro a Sestri Levante in treno, cena e pernottamento

 

2° giorno – Sabato 10 Dicembre Moneglia Deiva Framura Bonassola

950m dislivello + e - 18 km (da Framura a Bonassola c’è l’opzione percorso in galleria lungo la vecchia ferrovia che fa ridurre lunghezza e dislivello)

 

Moneglia, un tempo chiamata in latino “Monilia, gioiello prezioso per cagione dei fruttiferi e ameni colli” circostanti è diviso in due borghi (un tempo separati da un fiume), corrispondenti a due parrocchie, due campanili, due magnifiche chiese.

Dal centro storico di Moneglia si sale verso il panoramico abitato di Lemeglio per poi superare le pendici del monte Crocetta e scendere fino all’abitato di Deiva Marina. Ritornati sui sentieri e sulle strade sterrate arriveremo nei pressi dell’orto botanico di Punta degli Apicchi, per poi continuare in discesa fino a Framura, passeremo nei pressi del caratteristico Porto Pidocchio, prenderemo quindi il sentiero che sovrasta la spiaggia di Punta dei Marmi per poi immergerci nel bosco del rio Valle di Lame e arrivare a Bonassola.

 

3° giorno – Domenica 11 Dicembre Bonassola Levanto Monterosso

550m dislivello + e - 12 km (da Bonassola a Levanto c’è l’opzione percorso in galleria lungo la vecchia ferrovia che fa ridurre lunghezza e dislivello)

 

Da Bonassola ci si avvia verso Levanto scollinando tra le caratteristiche case del Valico di Scernio.  Levanto è una cittadina che conserva ancora un certo fascino anni ’50 ma che nasconde nel suo centro storico molte tracce della sua origine medievale nel Castello, nella chiesa di Sant’Andrea e nella piazza del Popolo. Da qui si segue il percorso per Punta Mesco che divide Levanto da Monterosso, magnifica realtà paesaggistica non senza aspetti curiosi: le cave di pietra abbandonate che creano un’atmosfera particolare, il vecchio semaforo, cioè il faro di origine militare che restò in funzione fino alla seconda guerra mondiale e la lapide che ricorda

gli esperimenti di Marconi. Dall’eremo di Sant’Antonio si gode di una vista incredibile su tutte le Cinque Terre; seguendo il sentiero panoramico in discesa si arriva a Monterosso che non ha bisogno di commenti. Rientro in treno a Sestri levante nel primo pomeriggio e ritorno a casa

 maggiori info a questo link


Il  Monte Amiata, Abbadia San Salvatore e Piancastagnaio

tra le faggete e i colori autunnali

12 e 13 novembre 2022

 

Un antico vulcano ormai spento si eleva nel sud della Toscana a dominio delle vallate e territori circostanti; dall’inconfondibile profilo, il Monte Amiata svetta con la cima che raggiunge i 1738 mt. Il trekking che faremo sarà un’immersione nella natura amiatina per godere a 360°degli splendidi panorami che offre dalle sue altitudini, delle innumerevoli sfumature di giallo, rosso e arancio, per annusare odore di funghi e di castagne percorrendo il sentiero del Monte Amiata che ne compie il periplo tra castagneti, abetine e suggestive faggete.

Visiteremo la splendida abbazia di San Salvatore che dà il nome al paese. Essa fu fondata nel 750 dal re longobardo Ratchis, nel luogo dove secondo la leggenda aveva visto apparirgli la Trinità sopra un abete bianco, una storia suggestiva che si può ammirare ancora oggi negli affreschi seicenteschi di Francesco Nasini dentro la chiesa. A stupire la cripta, con 32 colonne tutte diverse l'una dall'altra; infine non mancheremo di assaggiare un dolce che troveremo solo ad Abbadia: la Ricciolina, una torta di pastafrolla farcita con crema al cioccolato, nocciole e meringa, l'ideale per recuperare le energie dopo una giornata nei boschi.

Piancastagnaio: arroccato su un ripiano che domina la valle del Paglia e la Cassia, alle pendici del Monte Amiata.  Sorge, probabilmente nel X secolo, come villaggio agricolo fondato dagli abati dell’Abbazia di San Salvatore. Il borgo di forma circolare si sviluppa a ventaglio. Oggi le mura sono in gran parte scomparse, inglobate in abitazioni. Restano visibili, oltre alla Rocca, altre tre torri  (due semicircolari e una quadrata) e rimangono ancora ben conservate la Porta principale, a fianco della Rocca, e le altre tre porte: Porta Romana, Porticciola, Porta di Voltaia. Delle antiche costruzioni resta anche il palazzo pretorio situato in Piazza dell’Orologio. Numerose fonti puntellano l’abitato.

Noi sfrutteremo l’ospitalità di Abbadia San Salvatore, uno dei tanti piccoli gioielli medievali che caratterizzano questa montagna

 

Punti forti del trekking:

I colori dell’autunno per gli amanti della fotografia:  Percorrere le strade che salgono sui versanti della montagna è come fare un tuffo nei colori più intensi e affascinanti che questa stagione può offrire.

funghi castagne e prodotti vari del sottobosco

la vetta dell’Amiata

La torta “Ricciolina”, vero e proprio patrimonio culinario dell’Amiata, pastafrolla farcita di crema al cioccolato, nocciole e meringa

I borghi di Abbadia San Salvatore con la splendida abbazia medievalee

Piancastagnaio con la caratteristica rocca e tutto il centro storico

 

altre info a questo link


 

Napoli Procida e Ischia

Dalle suggestioni letterarie di Procida a quelle dei paesaggi della verde e lussureggiante Ischia ad un’immersione di colorato folclore nella bella Napoli

29 ottobre – 2 novembre

I campi Flegrei, per i greci, “i campi infuocati” derivano da una terra con le viscere turbolente, dalle quali fuoriescono sbuffi di vapore e acque termali; Ischia e Procida sono le isole partenopee da cui ci faremo ammaliare in questo nuovo viaggio autunnale alla scoperta delle isole italiane.

Tengo a sottolineare la scelta dell’hotel finalizzata a farci approfittare degli aspetti termali dell’isola

Ischia è inserita all’arcipelago delle isole Flegree; l’attività eruttiva si è protratta fino al 1302 e ha più volte raso al suolo interi paesi poi ricostruiti e ha determinato la straordinaria fertilità dell’isola che non a caso è detta la “verde”, lussureggiante come è di agrumeti, pinete, castagneti e vigneti.

Cammineremo in sentieri scavati nel tufo, tra ambienti contadini e una rigogliosa vegetazione, tra crateri vulcanici e e le presenze di un termalismo diffuso, viste panoramiche sul golfo di Napoli e curiosità e dettagli nascosti di un’isola sorprendente.

L’isola di Procida, dove la scrittrice Elsa Morante ambientò l’isola di Arturo, possiede alte e frastagliate scogliere che si alternano a calette sabbiose, frutto dell’affioramento di 4 crateri; anche qui la presenza di materiale lavico rende la vegetazione assai rigogliosa. L’antica Terra Murata, un centro fortificato di estrema bellezza e l’ineguagliabile borgo marinaro della Corricella sono solo due delle mete principali che visiteremo nella nostra giornata di escursioni sull’isola.

Concluderemo a Napoli di cui cercheremo di seguire le trame barocche in una città che tra il XVI e il XVII ha visto splendere ori e marmi in un linguaggio fastoso derivato dal gusto spagnolo. Saremo accompagnati da una guida locale.

 

 

Punti di forza del trekking:

 

  1. Procida: Il borgo della Corricella, la terra Murata, Palazzo D’Avalos, Abbazia di San Michele Arcangelo, Spiaggia del Postino, isolotto di Vivara
  2. Ischia: Ascesa al monte Epomeo, Il villaggio di Frassitelli con le case scavate nella roccia, il Castello Aragonese , i  Giardini La Mortella,  Il Borgo di Sant'Angelo, Forio, Il sentiero della Scarrupata, la spiaggia di Cartaromana, Casamicciola, ecc.
  3. la varietà di ambienti naturalisticamente rilevanti che vedremo sia in terraferma che nelle isole, i panorami che abbracciano le isole
  4. La piscina termale del nostro hotel e le altre manifestazioni termali dell’isola
  5. La visita di Napoli con trekking urbano

maggiori info a questo link

 


GRANDE TRAVERSATA ELBANA

La spina dorsale dell’isola

 dal 7 al 9 ottobre

 

La Grande Traversata Elbana è la spina dorsale che attraversa tutta l’isola, da est a ovest diramandosi poi a nord e a sud in prossimità del Monte Capanne.

Percorrendo questo magnifico sentiero possiamo conoscere tutti gli ambienti dell’isola, con cambi di vegetazione frequenti; le rocce variegate e variamente mineralizzate che hanno determinato da sempre la storia estrattiva dell’isola e parte del suo aspetto attuale sono il colorato substrato su cui ci muoveremo.

E’ un trekking grandioso che percorreremo in 3 giorni, seguendo l’itinerario classico fino a Procchio e scegliendo di raggiungere Pomonte; si svolge per lo più su crinale e, oltre ad offrire continui affacci su tutti i versanti dell’isola, il continente, le altre isole dell’arcipelago e la Corsica, permette di raggiungere i centri abitati dell’isola ed entrare in contatto con la realtà del posto.

Il trekking è valutato di difficoltà E, solo in brevi tratti EE. Verranno affrontate discrete pendenze e il fondo spesso costituito da roccia viva non è semplice da percorrere per cui è richiesto un buon allenamento; 58 km di percorso, in salita e in discesa oltre 2000m di dislivello; una bella soddisfazione oltre che un innegabile piacere; ci sarà la possibilità di fare il bagno in mare a fine tappa nei centri abitati in cui alloggeremo.

Foto del trekking che abbiamo effettuato a settembre 2020 a questo link:  foto GTE

 

7 ottobre: da Cavo a Porto Azzurro

Lunghezza: 20 km, Quota max: mt 514 slm., dislivello 920 m+ e 925m -    difficoltà impegnativo

Una tappa spettacolare perché si toccano molteplici vette, si cammina quasi sempre su crinale, si entra nella parte mineraria dell’isola.

Si parte da Cavo, dove arriveremo dopo una breve traversata da Piombino e ci incammineremo in direzione di Monte Grosso lungo un sentiero che ci rivela il Mausoleo Tonietti, un’inaspettata opera funeraria in stile liberty realizzata dall’architetto Coppedè.

Dal Monte Grosso dove si trova ancora ben conservato “Il Semaforo” con un panorama superbo sulla costa italiana ed il resto dell’isola. Scendiamo per poi salire ripidamente sul panoramico Monte Strega dalla cui vetta si possono osservare le miniere di ferro sottostanti.
La vetta più alta della giornata è Cima del Monte (516 m) da dove la vista spazia su tutta L’Elba Orientale, il castello del Volterraio e la baia di Portoferraio.
Le cime da dove approfittare di inaspettati panorami non sono finite e da Monte Castello potremo ammirare la valle del Monserrato con il suggestivo santuario spagnolo. Infine discesa tra vigneti e oliveti a Porto Azzurro dove concluderemo la prima tappa.

Sistemazione in albergo a Porto Azzurro, cena e pernottamento

 

8 ottobre: da Porto Azzurro a Procchio

Lunghezza: 20,56 Km, Quota max: 288 slm.,  Dislivello 624 m + e -   difficoltà media

Un percorso più scorrevole e tranquillo rispetto a quello del giorno precedente.

Dal nostro hotel arriveremo a Porto Azzurro sulla bella passeggiata Carmignani che contorna il carcere, da qui, dopo aver fatto i nostri acquisti, saliamo fino a Capo Galletti per poi scollinare nella valle del Buraccio caratterizzata da coltivazione di viti e olivi, scendiamo tutta la vallata e risaliamo fino quasi alla sommità del monte Orello da dove si gode di una bella vista sui golfi di Lacona e Stella e dove si trovano fortificazioni militari della seconda guerra mondiale.

Dopo la cava di Colle Reciso, imbocchiamo un’ampia ex strada militare immersa in una rigogliosa Macchia Mediterranea e giunti ad un quadrivio raggiungiamo il Colle di Procchio, ubicato nelle immediate vicinanze del paese omonimo. Sistemazione in albergo a Procchio, cena e pernottamento

 

9 ottobre: Da Procchio a Pomonte

Lunghezza: 17,5 km, quota max 834 mslm, dislivello 997m + e 976 m -    difficoltà impegnativo

Il tracciato si inerpica dalla Strada Provinciale fino a Monte Castello (226 m), dove si possono ammirare il panorama sul Golfo di Campo, le rovine di un’importante fortezza etrusca nascoste tra la vegetazione e una postazione militare della Seconda Guerra Mondiale.
La via, prima di innestarsi su una carrareccia, attraversa una zona in cui la vegetazione si sviluppa sopra il sentiero formando un “tunnel”. Si sale fino al Monte Perone; attraversata la strada provinciale il tracciato si innesta nel Santuario delle farfalle, con il quale coincide per circa 2 km.
Giunti al punto panoramico di Monte Maolo (749 m),  lo sguardo può spaziare a settentrione sulla costa nord occidentale dell’Elba e l’isola di Capraia, a meridione sul Golfo di Campo e le isole di Montecristo e Giglio m a est sull’Elba orientale.
A circa 1500 m da Monte Maolo la GTE giunge sotto i contrafforti del Monte Capanne dove si biforca in due rami: uno conduce a Patresi, l’altro a Pomonte, la nostra meta in circa 7 km. Seguiremo lo spettacolare crinale che divide l’ampia valle di Pomonte da Vallebuia dove non è raro incontrare esemplari di muflone.
La posizione panoramica fu sfruttata dai popoli antichi e sono stati trovati insediamenti dell’Età del Bronzo.
Sono inoltre presenti nei pressi del Colle della Grottaccia (645 m) e di Monte Orlano (549 m) alcuni caprili, testimonianza di una più recente frequentazione umana dedita alla pastorizia.
Tra i rilievi che caratterizzano il percorso a saliscendi vi sono anche Le Mure (629 m) e Monte Cenno (589 m).Tra magnifici terrazzamenti e bei vigneti, lungo un tratto molto suggestivo, si giunge a Pomonte.

Qui un bus privato ci porterà a Portoferraio.

Nave ne pomeriggio da Portoferraio e rientro a casa


L’ISOLA DAL CUORE DI GRANITO: IL GIGLIO

 2 e 3 OTTOBRE

 Non è un week end ma una domenica ed un lunedì che qualcuno potrebbe apprezzare, due giornate di trekking sull’isola dal cuore di granito, tra ultimi bagni estivi e profumo di mosto 

 

Se l’Elba ha il cuore di ferro, il Giglio ce l’ha di granito. L’isola è collocata di fronte al promontorio dell'Argentario e per la sua posizione geografica "strategica" ebbe una storia avventurosa e contesa. Già abitata all'Età della Pietra, poi dagli Etruschi che ne fecero pare un avamposto militare, fu sotto il dominio romano che ebbe il momento di maggiore splendore. Il suo nome deriva dalla latinizzazione del vocabolo greco “aigilion”, capra: isola delle capre, sulla quale prevale la macchia bassa mediterranea caratterizzata dal cisto e da altre essenze profumatissime. Non mancano specie rare ed endemiche del parco come il discoglosso sardo, sono frequenti gli incontri con i conigli selvatici e molti sono gli uccelli che qui si soffermano durante la migrazione autunnale. Non è raro inoltre avvistare i cetacei. Andremo alla scoperta della storia di quest’isola, del suo territorio, delle sue coste e spiagge al ritmo dei nostri passi, i fari a nord e a sud dell’isola e quello della Vaccareccia saranno i nostri punti di riferimento, percorrendo sentieri e vecchie mulattiere che gli abitanti usavano per spostarsi da una parte all’altra dell’isola. Numerose sono le vigne e della sua storia vinicola passata rimangono i caratteristici palmenti, piccole costruzioni rurali dette capannelli dai gigliesi ed utilizzati per la spremitura dell’uva. Oggi si possono trovare molti vini interessanti, di cui il più noto è l’Ansonoca. In una stagione estiva non ancora conclusa potremo concederci qualche bagno in mare e sentiremo il profumo del mosto che comincia a fermentare; il senso di quiete e di pace che ci avvolge ci conquisterà.

Link per vedere foto dei trekking passati sull’isola https://www.odiapiedi.com/galleria/arcipelago-toscano/

 

PROGRAMMA 

02/10/2022: Appuntamento a Porto Santo Stefano. Nave per Giglio Porto.  Giglio Porto – Giglio Castello – Faro delle Vaccarecce – Punta del Fenaio – Scopeto – Campese – Faraglione (5 ore di camminata – 11 km – dislivello +/-800 mt) 

Ritrovo a Porto Santo Stefano alle ore 08.00 e imbarco per Giglio Porto alle 08.30. Giglio Porto è la frazione più vivace e colorata dell'Isola del Giglio con le case disposte a ghiera davanti al mare. La trasparenza dell'acqua nel porto ci farà subito intuire la qualità del mare che circonda l'isola. L'antica torre di avvistamento, le botteghe colorate lungo la passeggiata, ed i locali con terrazza sul mare creano un’atmosfera calda e accogliente. 

Nella salita a Giglio Castello lungo un’affascinate e ben conservata mulattiera, ci godremo la frescura e i panorami prima di conquistare il castello che si trova sulla sommità dell'isola. Il borgo medievale ha una porta d'accesso, mura e torri d'avvistamento. All'interno delle mura l'atmosfera è surreale, le vie strettissime, gli archi, le scalinate e le piazzette, ci faranno fare un salto all'indietro nel tempo. Nella discesa verso Campese passeremo nei pressi del Faro delle Vaccarecce, raggiungeremo l’estremità nord dell’isola al faro del Fenaio e quindi sempre su mulattiere e tratturi scavati nel granito, incrociando conigli selvatici, qualche vigna e antichi palmenti, raggiungeremo Campese, il borgo marinaio con la spiaggia più estesa dell’isola. Non ancora sazi di bellezza seguendo un sentiero bellissimo tra l’azzurro del mare e il verde della macchia mediterranea, arriveremo al Faraglione, un picco roccioso caratteristico.

Rientro in hotel con bus di linea, cena e pernottamen

 

03/10/2022: Giglio Castello – Faro di Capel Rosso – spiaggia dell’Arenella  (6 ore di camminata,  13 km, dislivello +/-700m)

Partendo da Giglio Castello, il borgo fortificato a 400m slm seguendo un percorso molto panoramico con ampie vedute sull’isola stessa e su quelle che la circondano e la terraferma arriveremo alla punta del Capel Rosso nella parte più meridionale dell’isola. Questa zona rientra nel parco dell’Arcipelago Toscano ed anche quella più integra da un punto di vista naturalistico. Il nome del faro pare venga dalla presenza di muschi – coralli di colore rossastro che crescono sugli scogli e che sembrano capelli. Con una vertiginosa scala si può arrivare al mare, l’emozione che regala questo luogo è straordinaria, nelle giornate limpide e ventose si potrebbe rimanere sdraiati a lungo sui lastroni di granito ai piedi del faro. Nel percorso di rientro chiuderemo l’anello su Giglio Castello con possibile visita ad una cantina e raggiungeremo la piccola spiaggia dell’Arenella, un vero gioiello naturale per la posizione e la sabbia granitica dai riflessi dorati. Qui potremo fare un ultimo bagno prima di lasciare l’isola. Rientro a Giglio Porto e partenza in traghetto per Porto Santo Stefano alle ore 18.00.    Rientro da Porto S. Stefano previsto entro le ore 19.00. 

 

maggiori info a questo link:


 Bastia, la fisionomia di Capo Corso

e il sentiero dei Doganieri

 

15 al 18 settembre 2022

 

La Corsica è ribelle e affascinante, misteriosa e seducente.

Mare e montagna, cime montuose e baie profonde, calette incontaminate e alture ammantate di foreste, macchia mediterranea, laghi glaciali, stranezze geologiche e spiagge di sabbia fine. I villaggi corsi remoti, con vicoli stretti, le case di granito, le chiese, le cappelle in stili diversi sparse sul territorio, le città fortificate, le torri genovesi che punteggiano il litorale e le strade sinuose per raggiungere tutte queste bellezze.

Capo Corso è la regione dell’isola con il carattere più marcato, dai selvaggi scenari, quasi un’isola nell’isola. La lingua di terra rivestita di macchia mediterranea verde e odorosa lunga 40 km e larga 10, è davvero un mondo a parte ricco di sorprese.

 

Le torri genovesi, le marine, i porti di pesca, i paesini arroccati e les maisons americains (le case in stile coloniale che i pescatori corsi emigrati nelle colonie francesi di Africa e America si fecero costruire al loro ritorno in patria a Sisco e Canelle), saranno lo scenario in cui ci muoveremo per conoscere la regione.

 

Cosa vedremo:

 

Bastia e la chiesa di San Giovani Battista che domina il vecchio porto è l’immagine più celebre della città ma è il porto vecchio ad essere ricco di vita e di storia, il cuore pulsante in cui si mescolano pescatori e turisti su uno sfondo pittoresco di facciate colorate, nei quartieri di terra vecchia e terra nuova si cammina nei vicoli ricchi di locali.

 

Erbalunga: le strette stradine accolgono con la loro maglia un minuscolo e affascinante borgo di pesca in cui è ormeggiata una manciata di barche multicolori intorno alla torre genovese.

Pittori paesaggisti affascinati dalla sua splendida marina, hanno fatto prendere al borgo il nome di “nido dei pittori”.

 

Macinaggio: E’il luogo con il porto più frequentato di Capo Corso e con una delle più belle spiagge della regione: la spiaggia di Tamarone

 

Rogliano: situato sopra Macinaggio, offre un magnifico scorcio sulle alture del capo; i piccoli borghi che costituiscono Rogliano sono ricchi di monumenti, chiese, cappelle e maisons d ‘Americains, , torri genovesi, fortezze e vigneti.

 

Barcaggio e Tollare: benvenuti in capo al mondo! Ultimo bastione dell’isola prima dell’azzurra distesa del Mediterraneo, Barcaggio sembra assorta nella contemplazione silenziosa dell’inaccessibile isolotto della Giraglia e del suo faro, la cui costruzione durò ben 10 anni; Tollare è un vivace villaggio di pescatori

 

Mulino Mattei: il piccolo mulino circolare decanta le virtù del “Mattei Capo Corso”, uno squisito liquore digestivo al cedro; con le sue pale ed i muri imbiancati la struttura è un suggestivo punto panoramico.

 

Centuri: uno dei borghi più belli di Capo Corso col suo porto in miniatura molto pittoresco, con le case affiancate sul mare, i mucchi di reti da pesca a formare macchie colorate. La barche ormeggiate nel porto perpetuano la pesca dell’aragosta a ritmi di altri tempi, le aragoste sono destinate per lo più ai ristoranti locali.

 

Arcipelago di Finocchiaro: la riserva naturale dal 1987 è un’eccezionale oasi faunistica e ospita la più importante colonia di gabbiani Audoin della Francia, una rarissima specie mediterranea.

 

Sentiero dei Doganieri: Si chiama Sentiero dei Doganieri, come molti altri sentieri costieri della Francia continentale, perché era sorvegliato giorno e notte contro gli sbarchi illegali. Oggi è un itinerario suggestivo fra terra e mare che aggira la punta estrema a nord della Corsica, toccando piccole ‘marine’, cale sabbiose, cappelle romaniche, aspri promontori dominati dai ruderi delle torri di guardia genovesi.

Maggiori info a questo link

 


Nella fresca valle de la Lima

Tra borghi dai nomi curiosi, incastonati tra le montagne

27 e 28 agosto 2022

Una valle selvaggia, verde e fresca, ricca di acque, fiumi e torrenti incontaminati.

La val di Lima con la sua storia, con le sue vite povere e dignitose, le sue attività legate al bosco, la sua esistenza montanara, il suo secolare isolamento è un unicum che conserva suggestivi ambienti, paesaggi immensi, stili e modi di vita semplici e tradizioni ormai difficili da trovare nel nostro mondo.  

Numerose sono le pievi e chiese presenti in valle permeate dei più vari stili architettonici, ricche di arte; hanno lasciato tracce del loro operato Jacopo Della Quercia, suo padre Piero d’Angelo; troviamo sculture attribuite alla scuola di Giotto e innumerevoli sono i simboli lasciati dopo il passaggio dei Cavalieri Templari.

Nel periodo di grande splendore della Val di Limaletterati italiani e stranieri, musicisti, importanti politici e nobili provenienti da tutto il mondo, inglesi notoriamente in maggioro numero, ne hanno alimentata la cultura, hanno reso la cittadina di Bagni di Lucca e la valle, una vera e propria “cullainternazionale.

Ancora oggi si respira qui l’aria poetica, grazie ad affermati e pluripremiati scrittori contemporanei che valorizzano e diffondono, peculiarità culturali e bellezze naturalistiche di questa terra.

Di certo pochi sono gli abitanti che vivono in questi borghi dallo sviluppo verticale rimasti attaccati alla memoria ed al passato e noi andremo a conoscere chi e cosa gravita in questi luoghi, riscoprendo magari anche noi dei legami e delle sensazioni nuove o dimenticate.

Se avremo tempo e voglia potremo anche percorrere a Popiglio il famoso ponte sospeso delle ferriere che collega i due versanti del torrente Lima tra Popiglio e Mammialla.

Attenzione! Il programma è aperto perchè al momento della stesura non ho ancora fatto i sopralluoghi, entro qualche giorno avrete la versione definitiva ma, nei limiti del possibile, faremo tutto quello che è riportato nel programma.

 

27 agosto: itinerario dei 5 borghi e itinerario la Via Romana

28 agosto: I borghi a ventaglio isolati dal mondo: Casabasciana e Crasciana e itinerario del castagno

 

maggiori info a questo link


La Via Francigena dal Monginevro a Rivoli

 

Dal 5 al 9 agosto in Val di Susa

 

 

Stavolta percorreremo il ramo della Via Francigena che entra in Italia dal Monginevro lungo un itinerario ricchissimo di arte, storia, natura e cultura. L’afflusso intenso di genti lungo la Via Francigena produsse una circolazione e scambio di saperi, che contribuirono allo sviluppo in Valle di una vivacità culturale di impronta europea e notorietà internazionale identificabili oggi con l’Abbazia di Novalesa e la Sacra di San Michele, borghi cittadini sedi di mercato o luoghi di transito e di pedaggio obbligati come Susa, Bussoleno, Avigliana e Oulx. Lungo il percorso nacquero hospitali, locande e alberghi come le locande di Novalesa e Bussoleno, Castelli fortificati, caseforti e palazzi borghesi a Oulx, Chiomonte, Susa, San Giorgio che ci raccontano dell’importanza economica e commerciale che l’itinerario assunse nel tempo.

 

Già nel 333 d.C. il Colle del Monginevro viene attraversato dall’autore dell’Itinerarium burdigalense (la più antica descrizione di un itinerario di pellegrinaggio cristiano), che annota con precisione le mansiones e le stationes della Valle di Susa, alcune delle quali oggi importanti siti archeologici; a partire dall’Alto Medioevo è invece il Colle del Moncenisio a diventare protagonista con la prima discesa in Italia di Carlo Magno, nel 773, per la Battaglia delle Chiuse contro i Longobardi.

 

Sentieri e mulattiere nelle montagne, strade bianche del fondovalle tra campi e paesaggi memorabili ad ogni passo ci consentono di scoprire la Valle di Susa e la sua identità.

 

Le tappe

 

5 agosto -  arrivo in giornata ad Sauze d Oulx dove passeremo la prima

 

6 agosto -  da Claviere (Monginevro) a Oulx.   20,4 km, dislivello 300 m + e 980 -

 

7 agosto - da Oulx a Susa.   28,5 km, 1100+ e 1600-

 

8 agosto - Da Susa a Vaie.  24km, 710+ e 810 -

 

9 agosto -  da Vaie -  Sacra di San Michele a Rivoli.   25,7 km, 910m+ e 930m-

 

 

 

Elementi di rilievo sul percorso:

 

Oulx

 

Monginevro

 

Susa

 

Sacra di San Michele

 

Parco naturale Gran Bosco di Salbertrand

 

Exilles

 

Chiomonte

 

Bussoleno

 

San Giorgio di Susa

 

San’Ambrogio di Torino

 

Avigliana il borgo e i laghi

 

Buttigliera e la precettoria

 

Rivoli

 

maggiori info a questo link:

 


 

La Via Matildica del Volto Santo nel tratto toscano

 

 2 giorni tra Garfagnana e media valle del Serchio

 

2 e 3 luglio 2022

 

 

La Via Matildica del Volto Santo è un antico cammino di pellegrinaggio e di commercio di oltre 200 km, collega la città di Mantova, forse luogo di nascita della contessa Matilde di Canossa a Lucca, dove è ospitato il Volto Santo

 

Un cammino che, attraversando i possedimenti della contessa Matilde di Canossa nella pianura Padana, si inerpicava sull’Appennino e scendendo verso Lucca di immetteva sulla Via Francigena, dove tocca suggestivi Borghi, eremi e antichi e strategici Castelli in una varietà culturale e ricchezza naturalistica unica.

 

L’itinerario è suddiviso in 3 tratti storici: la Via del Preziosissimo Sangue (da Mantova a Reggio Emilia, 3 tappe); il Cammino di San Pellegrino (da Reggio Emilia a San Pellegrino in Alpe, 5 tappe) e Via del Volto Santo (da Castelnuovo di Garfagnana a Lucca, 3 tappe).

 

Noi cammineremo tra San Pellegrino in Alpe e Borgo a Mozzano, percorrendo la parte toscana dell’itinerario, attraverso la Garfagnana e la media Valle del Serchio; non raggiungeremo Lucca perché non è la stagione giusta per fare l’ultima tappa.

 

1 luglio da San Pellegrino in Alpe a Castelnuovo in Garfagnana
2 luglio da Castelnuovo in Garfagnana a Borgo a Mozzano

 

Lungo il cammino:

 

  • Castiglione: le mura e il castello medievale 
  • Chiesa di San Michele a Castiglione
  • La Rocca Ariostesca a Castelnuovo
  • Duomo dei santi Pietro e Paolo a Castelnuovo
  • Fortezza Mont’Alfonso a Castelnuovo
  • Mura del borgo antico a Castelnuovo
  • Il Borgo di Cascio
  • Duomo di Barga
  • Casa Pascoli a Barga
  • Pieve di Loppia
  • Ghivizzano
  • La Rocca sopra Borgo a Mozzano
  • Ponte della Maddalena detto “del Diavolo” a Borgo a Mozzano

maggiori info a questo link:

 

 

 


 

Le fioriture di Castelluccio di Norcia

 

nel cuore del parco nazionale dei Monti Sibillini

 

24-26 giugno 2022

 

 

 

A 1300 m di quota si apre il magico e suggestivo tetto “dei Sibillini”, uno dei luoghi più belli d’Italia, da qualche anno noto anche come facente parte “delle Terre Mutate”…, mutate dal terremoto che ha lasciato Castelluccio fortemente colpito ed alcuni suoi abitanti ancora lì a cercare di risanare le ferite ed andare avanti come possono.

 

In questo altopiano magico e suggestivo ogni anno si verifica tra maggio e luglio un fenomeno straordinario: la fioritura delle lenticchie e di mille altre specie di fiori, che creano un’alternanza di colori dal giallo ocra al rosso, dal viola al blu, con qualche punta di bianco qua e là. La fioritura si espande sulle morbide curve dell’altopiano circondato dalle aspre pareti rocciose dei monti, tra cui il maestoso Vettore con i suoi 2476 m di altezza.

 

Fortunati coloro che hanno modo di vedere le fioriture di Castelluccio ogni anno o in momenti diversi; vederle una sola volta non basta: cambia ogni anno, anzi ogni settimana, con nuovi fiori che sbocciano e altri che appassiscono.  Camminando lungo i sentieri possiamo incontrare: genzianelle, narcisi, violette, papaveri, ranuncoli, asfodeli, viole, trifogli, acetoselle e tanto altro.

 

Tutto ha inizio quando si sciolgono le nevi ed inizia la semina; in particolare quando arriva il momento della fioritura delle piante che vivono in simbiosi con la lenticchia; i campi non seminati a lenticchia spezzano stupendamente l’armonia dei colori, con strisce verdi brillanti per il grano, viola tenue per la lupinella. Ben lo sanno gli agricoltori di Castelluccio, che ogni anno orchestrano sapientemente, seguendo il ciclo della semina dei campi, il disegno del quadro della fioritura.

 

 A questo link potete vedere i cambiamenti settimanali delle fioriture del 2020 https://www.castellucciodinorcia.it/project/fioritura-castelluccio-2020/

 

Nell’anfiteatro naturale dei Monti Sibillini dominato dal borgo di Castelluccio, tra Pian Grande, Pian Piccolo e il Pian Perduto, cammineremo tra le fioriture e i punti panoramici da dove poterle ammirare; sarà un trekking di grande bellezza e di riflessione perché le crepe e i crolli del terremoto non potremo ignorarli ma impareremo dagli abitanti del posto che si sono rialzati ad essere anche noi più costruttivi.

 

 

 

Cosa vedere e cosa assaporare in questo viaggio

 

§      Formaggi del luogo, lenticchie e norcineria

 

§     Castelluccio, con i suoi 1452 m di quota è il centro abitato più elevato dell’Appennino umbro-marchigiano e cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

 

§  i piani carsici di Castelluccio

 

§    Ussita

 

§      Visso

 

§  Il bosco d’Italia

 

§       Le fioriture

    maggiori info a questo link

 

 


 Sorrento, Capri e la Costiera Amalfitana

 Il paradiso in terra

 1-5 giugno 2022

 

Fortunati gli abitanti di Amalfi a cui un’iscrizione su una delle antiche porte ricorda ogni giorno di vivere in un “paradiso in terra, tanto che […] nel momento in cui moriranno e andranno in paradiso, per loro non cambierà nulla”a firma del narratore toscano Renato Fucini.

 

Una considerazione del genere promette già bene e quasi incute soggezione ed allora, per non farsi scoraggiare dagli aspetti meno piacevoli della costiera amalfitana, come guidare e muoversi lungo la sua famosa statale, noi scopriremo il più possibile a piedi e con i mezzi pubblici e lasceremo questi luoghi con l’animo di chi vorrà sicuramente tornarci.

 

Partiremo da Sorrento con la facciata aperta sul mare ed i giardini di aranci e limoni che hanno i rami che sporgono dalle mura che contornano le vie segrete del suo centro storico. La nostra prima escursione nel pomeriggio ci porterà in punti panoramici emozionanti sul promontorio.

 

Il giorno successivo raggiungeremo Capri e con due belle escursioni a Capri ed Anacapri ci godremo pienamente l’isola.

 

Non potremo mancare di percorrere Il Sentiero degli Dei partendo da Positano; il percorso stranoto che stupisce per i suoi paesaggi e gli affacci a sbalzo sulla Costiera Amalfitana, dove la dorsale dei monti Lattari scivola nell’azzurro del mare verso l’isola di Capri.

 

Partendo dall’entroterra, percorrendo le colline a picco sul mare, seguendo stradine tracciate da contadini e commercianti scopriremo la costiera più autentica fatta di gente che ancora lavora e si muove faticando con i muli, dove le capre pascolano beatamente tra orti e limoneti

 

Ad Amalfi ci tufferemo nel centro abitato fatto di piccole case, contorte stradine, ville e chiese dagli stupendi mosaici che conserva ancora il suo aspetto medievale e l’influenza bizantina e araba. E poi a Minori, Maiori, Positano, Ravello ne scopriremo di tutti i colori, sempre arrivando con percorsi magnifici come la via delle Ferriere che, dall’alto dei Monti Lattari, arriva ad Amalfi, o percorrendo la Via dei Limoni tra Maiori, Minori e Ravello.

 

Illustri i visitatori di queste terre che ne hanno fatto materia prima per le loro composizioni letterarie, per i loro dipinti, per i canti e le hanno usate come set cinematografico; terra di naviganti ed inventori, di creatori e personaggi che hanno stupito il mondo, e davvero possiamo trovare questa terra cantata, decantata, dipinta in mille modi diversi.

 

La Costiera cercheremo di  viverla più che visitarla, assaporando i profumi, i sapori, gli ambienti, il caldo del sole, vivendo un’esperienza con i nostri piedi che, speriamo sia davvero unica.

 

Non esiste nulla di facile in costiera, servono gambe allenate, la fatica di percorrere gradini e sentieri che non sono mai in pari è una condizione imprescindibile per questo trekking, quindi, se volete godervela, cominciate a fare salite e discese, insomma allenatevi immagazzinando non solo chilometri ma “dislivello”. Sono consentite fughe, in alcune giornate, come a Capri, perché si può “alleggerire” il percorso andando ad intercettare mezzi pubblici.

 

Dormiremo a Sorrento e ad Agerola, una splendida terrazza sulla Costiera.

 

maggiori info qui


 La Toscana di Iris Origo dai commoventi paesaggi:

 Lucciolabella, Montefollonico, Castelmuzio, Montepulciano

 21 e 22 maggio 2022

 

 

Caratterizzata da colline dolci alternate a crete frastagliate da paesaggio lunare, questa è una delle zone più suggestive della Val d’Orcia. Il lembo di terra che dalla valle sale verso la Foce in direzione Chianciano, è stato trasformata dall’azione dell’erosione del fiume Orcia che ha plasmato nei secoli il paesaggio e, aiutato dalla presenza di un terreno argilloso, ha creato dei calanchi dalla bellezza sbalorditiva. Il tutto è colorato dalla presenza di piante della macchia mediterranea, le ginestre sapranno come colorare e profumare l’aria di maggio. L’orzo marittimo e l’assenzio, specie piuttosto rare, si faranno ammirare in uno dei paesaggi più belli, suggestivi e emozionanti della Val d’Orcia, che hanno ammaliato personaggi come Iris Origo e consorte. I 2 hanno cercato di determinare negli anni ’60 cambiamenti in queste terre, e migliorie nella conduzione e nella condizione dei contadini e delle loro famiglie.

Accanto alle lande argillose ecco emergere l’insolita verdeggiante area boschiva di Pietraporciana, caratterizzata da faggi secolari e maestosi; da questa altura è possibile dominare tutta la Val d’Orcia e la Val di Chiana e raggiungere il pittoresco borgo di Castiglioncello del Trinoro.

Montepulciano è una cittadina medievale di rara bellezza, un borgo unico con eleganti palazzi rinascimentali, antiche chiese, splendide piazze e piccoli angoli nascosti. Ma la vera sorpresa saranno i borghi di Montefollonico e Castelmuzio. Vi invito a scoprire le loro peculiarità e non credo riuscirete a resistere alla curiosità di visitarli; la Toscana stupisce sempre, il senese ancor di più, le sue ricchezze sono ovunque e la cultura che le rende tali si respira ancora.

 

Punti di forza del trekking:

 

Riserva di Lucciola bella: La Riserva di Lucciola Bella, circoscrive un piccolo angolo del famoso paesaggio delle Crete Senesi. Lucciola Bella è il nome del podere ormai abbandonato che domina le colline argillose su cui sorge l'area protetta. L'elemento saliente è certamente costituito dalle biancane e dai calanchi, forme erosive caratteristiche del paesaggio delle Crete Senesi, e ad esso sono legati importanti ed esclusivi aspetti vegetazionali e ornitologici.

 

La Riserva Naturale di Pietraporciana: è stata istituita nel 1996, su un territorio di circa 341 ettari a cavallo tra la Val d’Orcia e la Val di Chiana. Dal punto di vista ambientale è notevole la faggeta che si sviluppa tra i 720 e gli 850 metri circa, con esemplari secolari e maestosi

 

Montepulciano: Perla del ‘500 toscano tra Valdichiana e Val d’Orcia, conserva intatta la sua bellezza. Piazza Grande, con il Duomo del ‘600 dalla facciata incompleta, il Palazzo Comunale del ‘400 e tutto intorno palazzi rinascimentali. Al di fuori del borgo risalta la mole elegante del Tempio di San Biagio. Un ‘opera rinascimentale realizzata dall’architetto Antonio da Sangallo il Vecchio.

 

Villa La Foce: è una Dimora Storica . Quando Antonio e Iris Origo acquistarono la tenuta di La Foce chiamarono l’architetto inglese Cecil Pinsent – per ristrutturare gli edifici principali e creare un ampio giardino. Quest’ultimo è stato concepito per valorizzare la casa rinascimentale ed espandere la vista spettacolare sulla Val d’Orcia e il monte Amiata. L’armonia tra edifici, giardino e natura fa di La Foce un esempio ideale dell’evoluzione architettonica e culturale della Toscana nel XX secolo.

 

Montefollonico: si distingue per le strette vie e i palazzi di epoca medievale. Montefollonico è noto anche con il nome di “Borgo del Vin Santo”, il celebre vino liquoroso toscano che si abbina ai cantucci. La produzione del Vin Santo a Montefollonico non è limitata soltanto agli imprenditori agricoli, ma anche a tanti artigiani amatoriali che hanno ereditato le tecniche tradizionali e tuttora producono il vino liquoroso nelle loro cantine.

 

Castelmuzio: il borgo salotto, ‘modello’ di felicità. Una comunità orgogliosa, senso di civiltà, bellezza. Un gruppo di donne caparbie ha messo insieme cittadini e imprenditori per curare il borgo, quella che considerano la loro 'casa allargata', un patrimonio comune da preservare. Approfondiremo la loro storia.

 

maggiori info a questo link:


Trekking a Capraia

 La più selvaggia delle isole dell’arcipelago Toscano

 Trai percorsi trekking più belli del Mediterraneo

  6-8 maggio

 

Il profumo di Capraia lo si sente già avvicinandosi con la nave all’isola, d’estate si coglie il profumo del cisto marino; quello del mirto, del rosmarino e delle altre piante della macchia che ci avvolgeranno percorrendo i suoi sentieri.

 

E’ un dominio incontrastato della più vera natura mediterranea, sui sentieri lungo la costa come in quelli dell’interno si percepisce un intenso senso di selvaticità. Qui è possibile fare incontri con flora e fauna affascinanti tra scenari suggestivi e selvaggi.

 

Nel nostro week end di scoperta dell’isola, entreremo in questo aspro territorio vulcanico colonizzato da garighe e macchia mediterranea, coste quasi totalmente incontaminate, quelle orientali più dolci, quelle occidentali irte e a picco con grotte e fenomeni erosivi spettacolari, monti in miniatura con creste e anfratti da dove si godono panorami eccezionali sul Tirreno e sulle isole di Corsica, Sardegna, Elba, Gorgona, fino alle Alpi Apuane;  raggiungeremo spiagge, vette e luoghi come lo Stagnone e Cala Rossa di forte attrazione ed interesse. Capraia ti conquista totalmente, è quello che succede a chi entra nel cuore dell’isola, a chi la conquista faticosamente perché tutto in lei è cangiante e imprevedibile.

Maggiori info a questo link

foto dell'evento


 TREKKING PER LE VIE CAVE ETRUSCHE

 TRA PITIGLIANO, SORANO, SOVANA, VITOZZA

E LE TERME DI SATURNIA

 23-24 aprile 2022

 

Le vie cave e le belle città del tufo di Pitigliano, Sorano, Sovana, Vitozza e San Quirico; un viaggio indietro nel tempo nella natura e nei misteri della Maremma Toscana, saremo baldanzosi esploratori in cammino nelle fresche vie cave e faremo anche una visita guidata con Stefania di Pitigliano.

 

Già nel 2004 le Vie cave di Pitigliano e Sorano vengono riconosciute come beni di interesse mondiale e pertanto da tutelare.

 

Le Vie Cave sono opere uniche al mondo, antichissimi ed affascinanti percorsi etruschi, misteriosi corridoi scavati nella roccia tufacea che caratterizza il territorio di questa parte della Maremma; le ragioni che hanno portato gli Etruschi a realizzare questi percorsi sono ancora un mistero.

 

Essi divennero maestri nella lavorazione e perforazione di questo materiale poroso e relativamente fragile, costruirono tombe, ipogei, pozzi e cunicoli ma le opere più singolari sono le cosiddette vie cave o tagliate, corridoi semi sotterranei con pareti alte 20-30 metri. La lunghezza dei percorsi, il loro anomalo andamento, la permanente semioscurità, le aperture e i repentini restringimenti in cui si imbatte chi vi si avventura, rendono suggestivi e spettacolari questi arcaici corridoi.

 

Di certo non furono opere per canalizzare le acque, né tantomeno vie di comunicazione.

 

Perché scavarle così in profondità? Molte hanno andamento parallelo tra loro, altre si intersecano creando dei labirinti, altre ancora hanno andamento concentrico.

 

Ci sono delle risposte certe, delle teorie, delle leggende, delle storie…poi nel Medioevo, proprio in questi luoghi ricchi di sacralità e mistero, per esorcizzare il culto pagano, il cristianesimo volle costruire tabernacoli, chiese, oratori e cappelle.

 

Percorrerle oggi ci riempie di bellezza e ci fa rivivere i misteri e la sacralità del popolo etrusco che proprio nel culto dei morti, nel realizzare necropoli sembra volere stabilire un contatto col sottosuolo; tagliare la roccia penetrare il suo cuore, addentrarsi nei suoi bui recessi, significava aprire un varco verso una dimensione sovrannaturale; il mondo dei vivi e quello dei morti entravano in contatto attraverso questi cunicoli e labirinti che dovevano essere percorsi con rigidi ritualismi di cui noi oggi percepiamo ancora l’intensa potenza di contatto.

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 LA VIA ELLENICA DA BRINDISI AD ALBEROBELLO

 Passando per Serranova, Carovigno, Ostuni, Cisternino, Locorotondo

 Dal 14 al 20 aprile

 

 

“Apulia, cujus metropolis est Brundiston, per istam navigatur in terram sanctam” recita la didascalia del mappamondo di Hyggeden del 1360, a testimonianza della millenaria importanza di questa città come principale porto d’imbarco verso l’Oriente e la Terra Santa. Alla Porta d’Oriente i pellegrini giungevano attraverso la Via Appia-Traiana che proprio a Brindisi si concludeva. Dalla colonna terminale della Regina Viarum ha inizio la via Ellenica, uno dei sei percorsi del Cammino Materano. Si sviluppa per 290 Km da Brindisi a Matera in quindici tappe. Un itinerario d’entroterra che collega ben due siti Patrimonio Unesco: Alberobello, Capitale dei trulli e Matera, la Città dei sassi.

 

Il cammino per noi avrà inizio a Brindisi e si concluderà ad Alberobello, un totale di 5 tappe e 110 km per questa prima parte; la seconda dalla barocca Martina Franca a Matera da percorrere quanto prima in un paesaggio completamente diverso tra gravine e canyon.

La Via Ellenica nel tratto tra Brindisi e Alberobello è la “terra degli olivi”, delle piante secolari, contorte o attorcigliate dal vento; della terra rossa e fertile rivestita da coltivazioni di ogni genere; gli annessi agricoli, le masserie, i trulli che sono ovunque in questa campagna sono collegati da un reticolo di strade campestri dove un percorso scelto sai già che ne taglia fuori altri, bellissimi tanto quanto quello che stai seguendo.

 

Inizieremo il percorso da Brindisi, attraversando in barca il golfo che divide in due la città e costeggiando il mare che passa dalle meravigliose riserve naturali di Punta Penne e Torre Guaceto per inoltrarsi poi nella pianura costellata di olivi che non ci lascerà più fino al nostro arrivo ad Alberobello.

Cammineremo insieme a giganteschi, colonnari, monumentali piante di olivo, a volte sdraiate dal vento con le storie incise nei tronchi e l’immaginazione che galoppa davanti alle loro stranissime forme; cammineremo tra trulli di ogni fattezza e dimensione, che iniziano a far parte del paesaggio da Carovigno in poi. La Val d’Itria è caratterizzata da queste costruzioni e dai muretti a secco sapientemente conservati che delimitano strade e terreni.

E se già il paesaggio, le chiese rupestri e i santuari potrebbero essere sufficienti a giustificare il viaggio, figuriamoci cosa accade quando mettiamo piede nei centri abitati turisticamente noti come Ostuni, Cisternino, Locorotondo, Alberobello ed altri meno conosciuti come lo stupefacente Carovigno:  centri storici che sono dei gioielli per ricchezza di monumenti e per la maestria con cui gli abitanti creano decori e arricchiscono ogni nostro passo di scoperta per le vie.

 

Credo non possa non trapelare il mio entusiasmo; ho fatto questo percorso in inverno, e già sotto gli olivi c’era un manto di calendule e acetoselle, tappeti di finocchi e cavoli e cime di rapa…la luce invernale era straordinaria ed le scie dei tramonti colorati dietro gli scheletri dei fragni e la sagoma dei trulli, meravigliosi. Ogni volta penso che terra fortunata sia la Puglia e fortunata anche io per avere l’opportunità di  scoprirla con i cammini e con voi.

 

Il viaggio:

 

Arrivo a Brindisi il 14 aprile, conclusione il 20 aprile ad Alberobello

 

Le tappe:

 

 

  1. Brindisi –Carovigno (tra i 26 e i 30 km) Tempo medio di percorrenza 8 h
  2. Carovigno – Ostuni (21, 8 Km). Tempo medio di percorrenza: 5h
  3. Ostuni – Cisternino (19,5 km) Tempo medio di percorrenza: 5 h
  4. Cisternino – Locorotondo (17 Km) Tempo medio di percorrenza: 4/5 h
  5. Locorotondo – Alberobello (23 km). Tempo medio di percorrenza: 6 h
  6. Alberobello visita della città e rientro nel pomeriggio

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I tesori della Montagnola Senese

 di boschi, di marmo, di acque, di mulini, castelli, pievi e romitori sperduti…Dio sol sa…

 26 e 27 marzo 2022

 

La Montagnola senese è un’area collinare che si estende tra i comuni di Casole d’Elsa, Monteriggioni, Siena e Sovicille. Naturalisticamente la Montagnola Senese è una zona interessantissima: colline calcaree, forme geomorfologiche di origine carsica sia superficiali che sotterranee come doline, polije e grotte per lo più sviluppate in profondità , ammantate di boschi di castagni e sclerofille sempreverdi, che nascondono tesori marmorei di ogni colore bianchi, grigi e gialli  cavati da secoli ed usati come pietre ornamentali per decorare gli edifici monumentali storici in area senese, come ad esempio il Duomo di Siena.

 

La Val di Merse il territorio meno evocato turisticamente ma con un  patrimonio storico artistico ricchissimo di Pievi, Chiese, Ville, Castelli, Siti Archeologici, Abbazie, mulini inseriti in un contesto paesaggistico straordinario, bello e appagante in ogni senso.
Nel territorio di Sovicille dove ci muoveremo prevalentemente  troviamo una diffusa presenza di Pievi romaniche come Pernina, Molli, Ponte allo Spino, la Pieve di San Giovanni Battista a Rosia, la chiesa di San Lorenzo a Sovicille e Torri con il notevole chiostro policromo dell’Abbazia di Santa Mustiola, in stile romanico gotico del XIII secolo, un capolavoro straordinario di arte romanica.

 

Tra le ville, quella seicentesca di Cetinale con il bellissimo parco della Tebaide, il castello di Celsa con la cinquecentesca cappella del Peruzzi, il granaio, il parco e lo scenografico giardino all’italiana. Infine nel percorso che faremo lungo Il fiume Merse e i suoi affluenti in ambienti suggestivi con un’elevata naturalità troveremo mulini di ogni sorta, il Castello di Dio sol sa e Il Ponte della Pia, che la leggenda vuole fosse attraversato dalla Pia de’ Tolomei per il suo esilio in Maremma, come ricordato da Dante nel V canto dell’Inferno.

 


ELEMENTI DI RILIEVO :

 

Villa Cetinale e Parco della Tebaide

Castello di Celsa

Pieve di Pernina

Pieve a Molli

Cave di Marmo

Torri e l’ abbazia di Santa Mustiola

Cetina

Ponte della Pia e chiesa di Santa Lucia

Castiglion che Dio Sol Sa

Mulini sul Merse

 

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Le fortezze dell’Argentario, Porto Ercole, la Feniglia, Andedonia, Capalbio

 La mediterranea vivacità dell’Argentario

 12 e 13 marzo 2022

 

 

Il Monte Argentario è un promontorio proteso verso il Mar Tirreno nel sud della Toscana. I due centri principali sono Porto Santo Stefano, capoluogo, orientato a nord, e Porto Ercole rivolto a sud; già abitato dagli Etruschi, era una proprietà personale della famiglia Domitii Ahenobarbi, che la ottenne in cambio del denaro prestato alla Repubblica Romana nelle Guerre Puniche. Il nome attuale probabilmente trova la sua origine qui, poiché Argentarii era il nome dei prestatori di denaro nell'antica Roma. I forti spagnoli: Stella, Filippo e la Rocca sono stati costruiti a difesa dello stato dei presidi e rientrano nell’itinerario proposto che ha inizio a Porto Ercole, antico borgo di pescatori, "sorvegliato" dalle poderose fortezze con il centro storico percorribile solo a piedi e che ha mantenuto intatta l'architettura e l'atmosfera dei secoli passati.

 

Il secondo giorno esploreremo il Il tombolo della Feniglia  una splendida duna sabbiosa racchiusa tra la collina di Ansedonia e il Monte Argentario; è una riserva di protezione dal 1971; la parte interna si affaccia sulla Laguna di Orbetello, mentre la parte esterna è direttamente sul mare. Si estende per una superficie di 474 ettari ed è lunga circa 6 km; percorreremo la sua spiaggia fatta di sabbia fine e dorata e le sue pinete andando a scoprire l’antica città di Cosa, la colonia romana costruita in cima al promontorio di Ansedonia di cui possiamo vedere le mura ciclopiche, il foro, l’acropoli e raggiungeremo infine la tagliata etrusca, il canale costruito dai romani per far defluire le acque e lo spacco della Regina. A fine giornata una capatina a Capalbio, la piccola Atene all’ombra dell’Argentarioun antico borgo che domina la sottostante campagna maremmana. Dalla torre merlata del castello aldobrandesco e dalle sue mura, si ammira un panorama di straordinaria bellezza, ancor più al tramonto

 

 

12 marzo:  Porto Ercole, i forti e Punta Telegrafo 19 km, 806m dislivello, 6 ore circa

 

Da Porto Ercole si sale verso Forte Stella, bellissimi panorami sul forte e la torre dell’Avvoltore; si continua a salire nella macchia mediterranea e quando ci sono delle aperture nella vegetazione, gli scorci e gli avvistamenti anche di rapaci sono notevoli; si arriva nei pressi di Poggio del Telegrafo e della croce Monumentale da dove la vista spazia su Orbetello e la laguna, il monte Amiata, Ansedonia, le isole dell’arcipelago. Punta Telegrafo è la vetta dell’Argentario a 645m di quota, caratterizzata dai ripetitori della RAI; nel rientrare si passa dal convento dei padri Passionisti e si completa il giro dei forti: la Rocca Spagnola, Forte Filippo. Il percorso si sviluppa su sentieri a tratti ripidi, strade sterrate e asfaltate.

 

 

13 marzo: il Tombolo di Feniglia e la citta di Cosa, lo Spacco della Regina e la Tagliata etrusca, Capalbio e l’anello di Monteti 16km, 94m dislivello, 4 ore nella Feniglia, Capalbio - Monteti 5 km, 197 m dislivello, 1 ora e 1/2

 

Percorreremo la strada che attraversa la duna delle Feniglia, il tombolo di sabbia che collega il Monte Argentario con la città di Cosa; qui il Caravaggio, in fuga per problemi con la giustizia, trovò la morte ed una stele votiva lo ricorda. Spingendosi oltre Ansedonia lungo costa troviamo la torre della Tagliata dove soggiornò varie volte Giacomo Puccini, che qui lavorò a molte delle sue opere. A poca distanza dalla torre si trovano i resti dei moli romani dell’antica città di Cosa. Il promontorio è segnato dal canale della cosiddetta Tagliata Etrusca, che in realtà era l’emissario artificiale scavato dai Romani per regolare il livello del vicino Lago di Burano e dalla profonda frattura naturale dello Spacco della Regina.

 

A Capalbio si entra nel centro storico dalla caratteristica porta Senese e ci si trova in un groviglio di viuzze racchiuse all’interno delle antiche mura quattrocentesche. Troveremo il castello e l’abbazia delle Tre Fontane di Roma, la torre della Rocca Aldobrandesca, il palazzo Collacchioni, la quattrocentesca chiesetta di San Nicola e l'Oratorio della Provvidenza con affresco attribuito al Pinturicchio. E’ un luogo che ha avuto sempre una grande importanza in epoca rinascimentale. Da Capalbio raggiungeremo la collina di Monteti alle spalle del paese, percorrendo strade e sentieri in boschi di lecci e sughere con affacci sul mare e sull’interno.

 

 

Punti di forza del trekking:

Forte Filippo, Forte Stella e la Rocca

Il centro storico di Porto Ercole

La duna della Feniglia

L’antica città di Cosa

Lo Spacco della Regina e la Tagliata Etrusca

Capalbio

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DA LA SPEZIA A PORTO VENERE A RIOMAGGIORE

  Seguendo le vie dei panorami mozzafiato

 5 e 6 marzo 2022

 

I punti forti di questo trekking: percorsi molto panoramici lungo sentieri che si sviluppano a picco sul mare, nel bosco, tra i terrazzamenti e borghi che sono dei gioielli patrimonio Unesco, all’interno del Parco di Porto Venere che offre un paesaggio unico con le alte coste, le grotte, la vegetazione variegata che finisce in mare, dove si riflettono le rocce multicolori e la roccia su cui svetta la Chiesa di San Pietro. In Liguria l’infinito comincia dopo uno scoglio. Là dove “sei alle origini / e decidere è stolto: / partirai più tardi / per assumere un volto” come scrive il poeta ligure Eugenio Montale. L’infinito sta tutto lì, dietro la Chiesa di San Pietro, senza alcun dubbio uno dei luoghi più spettacolari del Mediterraneo. Sospesa, salda, mistica, schiaffeggiata dagli spruzzi, accarezzata dalle ali dei gabbiani: pare proprio il luogo dove si ferma il mondo e comincia l'orizzonte (da la Mia Liguria)

 

 

Punti di forza del trekking:

Porto Venere

Riomaggiore

Il Santuario della Madonna di Monte Nero

La zona costiera tra Varignano, Fezzano, Le Grazie

 

Sabato 5 marzo: La Spezia, le cave di Castellana, Le Grazie, Fezzano e Varignano (16 km, 700m, 6 ore circa)

 

Itinerario di interesse storico, naturalistico e geologico all’interno del parco naturale di Porto Venere. Si parte a piedi dalla stazione di La Spezia e seguendo il lungomare si arriva a Marola da dove iniziamo a salire per una mulattiera che offre un bel colpo d’occhio sulla citta di La Spezia; si prosegue passando sul bordo della cava di marmo nero con venature dorate Portoro e si arriva nella zona delle cave di Castellana; la vista sul golfo di La Spezia, Montemarcello, Lerici, le cime appenniniche è memorabile. Si prosegue in discesa verso Le Grazie, un nucleo antico adagiato in un’insenatura che fa perno nella chiesa di Nostra Signora delle Grazie, chiesa quattrocentesca con antico refettorio. In zona Varignano vecchio si trovano i resti una villa romana del I sec. A.C. Il borgo di Fezzano anticipa nella sua struttura Porto Venere ed è caratterizzato da suggestivi Carruggi, al centro del paese la chiesa di San Giovanni Battista del 1740. Nel borgo si trovano i resti di villa Cattaneo dove visse Simonetta Cattaneo che pare abbia ispirato Botticelli per la realizzazione della Nascita di Venere, con sullo sfondo il golfo di La Spezia. Sistemazione in hotel a Le Grazie, cena e pernottamento

 

 

 

Domenica 6 marzo: da Porto Venere a Rio Maggiore (550m, 16,5 km, circa 5 ore)

 

Oggi affronteremo una traversata straordinariamente bella, tratti scoscesi e ambiente selvaggio, scorci panoramici ovunque entusiasmanti sulla costa,

Partendo a piedi dal nostro hotel arriveremo a Portovenere, che vedremo in una tranquilla veste invernale. Il paese ha mantenuto pressoché immutate le sue caratteristiche nel corso di 8 secoli, ne coglieremo gli innumerevoli scorci caratteristici e pittoreschi, i portali delle case torri che si allineano lungo la calata e i carruggi. Straordinaria la chiesa di San Pietro costruita tra il V e il XIII secolo sulle rovine del luogo di culto pagano dedicato alla dea della bellezza Venere, che dà il nome al borgo. La decorazione di San Pietro è quella tipica dello stile gotico genovese, con l'alternanza di strisce orizzontali bianche e nere. Proprio nei pressi della chiesa imboccheremo la scalinata che ci porta al castello e cominceranno le viste spettacolari. Si passa sotto le falesie del Muzzerone e raggiungiamo il panoramico paese di Campiglia.

Da Campiglia ci portiamo in direzione di Monesteroli, dove inizia la famosa scalinata, la vista è mozzafiato. Si risale passando per Casotti e Fossola fino al colle del Telegrafo, 517m, il punto più alto della nostra traversata. Da ora in poi si scende in direzione Riomaggiore passando dal santuario della Madonna di Monte Nero con una magnifica vista sul sottostante paese di Riomaggiore, tutte le Cinque Terre fino al promontorio di Punta Mesco da un lato e sulla costa fino a Portovenere con le isole di Palmaria, Tino e Tinetto dall’altra. Visita di Riomaggiore e rientro a La Spezia in treno dopo le 17.00.

per altre info qui

 


 

DA LA SPEZIA A PORTO VENERE A RIOMAGGIORE

  Seguendo le vie dei panorami mozzafiato

 26 e 27 febbraio 2022

 

Percorsi molto panoramici lungo sentieri che si sviluppano a picco sul mare, nel bosco, tra i terrazzamenti e borghi che sono dei gioielli patrimonio Unesco, all’interno del Parco di Porto Venere che offre un paesaggio unico con le alte coste, le grotte, la vegetazione variegata che finisce in mare, dove si riflettono le rocce multicolori e la roccia su cui svetta la Chiesa di San Pietro. In Liguria l’infinito comincia dopo uno scoglio. Là dove “sei alle origini / e decidere è stolto: / partirai più tardi / per assumere un volto” come scrive il poeta ligure Eugenio Montale. L’infinito sta tutto lì, dietro la Chiesa di San Pietro, senza alcun dubbio uno dei luoghi più spettacolari del Mediterraneo. Sospesa, salda, mistica, schiaffeggiata dagli spruzzi, accarezzata dalle ali dei gabbiani: pare proprio il luogo dove si ferma il mondo e comincia l'orizzonte (da la Mia Liguria)

 

Punti di forza di questo trekking:

 

Porto Venere

Riomaggiore

Il Santuario della Madonna di Monte Nero

La zona costiera tra Varignano, Fezzano, Le Grazie

i parchi di Porto Venere e Cinque Terre

 

Sabato 26 febbraio: La Spezia, le cave di Castellana, Le Grazie, Fezzano e Varignano (16 km, 700m, 6 ore circa)

 

Itinerario di interesse storico, naturalistico e geologico all’interno del parco naturale di Porto Venere. Si parte a piedi dalla stazione di La Spezia e seguendo il lungomare si arriva a Marola da dove iniziamo a salire per una mulattiera che offre un bel colpo d’occhio sulla citta di La Spezia; si prosegue passando sul bordo della cava di marmo nero con venature dorate Portoro e si arriva nella zona delle cave di Castellana; la vista sul golfo di La Spezia, Montemarcello, Lerici, le cime appenniniche è memorabile. Si prosegue in discesa verso Le Grazie, un nucleo antico adagiato in un’insenatura che fa perno nella chiesa di Nostra Signora delle Grazie, chiesa quattrocentesca con antico refettorio. In zona Varignano vecchio si trovano i resti una villa romana del I sec. A.C. Il borgo di Fezzano anticipa nella sua struttura Porto Venere ed è caratterizzato da suggestivi Carruggi, al centro del paese la chiesa di San Giovanni Battista del 1740. Nel borgo si trovano i resti di villa Cattaneo dove visse Simonetta Cattaneo che pare abbia ispirato Botticelli per la realizzazione della Nascita di Venere, con sullo sfondo il golfo di La Spezia. Sistemazione in hotel a Le Grazie, cena e pernottamento

 

 

Domenica 27 febbraio: da Porto Venere a Rio Maggiore (550m, 16,5 km, circa 5 ore)

 

Oggi affronteremo una traversata straordinariamente bella, tratti scoscesi e ambiente selvaggio, scorci panoramici ovunque entusiasmanti sulla costa,

Partendo a piedi dal nostro hotel arriveremo a Portovenere, che vedremo in una tranquilla veste invernale. Il paese ha mantenuto pressoché immutate le sue caratteristiche nel corso di 8 secoli, ne coglieremo gli innumerevoli scorci caratteristici e pittoreschi, i portali delle case torri che si allineano lungo la calata e i carruggi. Straordinaria la chiesa di San Pietro costruita tra il V e il XIII secolo sulle rovine del luogo di culto pagano dedicato alla dea della bellezza Venere, che dà il nome al borgo. La decorazione di San Pietro è quella tipica dello stile gotico genovese, con l'alternanza di strisce orizzontali bianche e nere. Proprio nei pressi della chiesa imboccheremo la scalinata che ci porta al castello e cominceranno le viste spettacolari. Si passa sotto le falesie del Muzzerone e raggiungiamo il panoramico paese di Campiglia.

Da Campiglia ci portiamo in direzione di Monesteroli, dove inizia la famosa scalinata, la vista è mozzafiato. Si risale passando per Casotti e Fossola fino al colle del Telegrafo, 517m, il punto più alto della nostra traversata. Da ora in poi si scende in direzione Riomaggiore passando dal santuario della Madonna di Monte Nero con una magnifica vista sul sottostante paese di Riomaggiore, tutte le Cinque Terre fino al promontorio di Punta Mesco da un lato e sulla costa fino a Portovenere con le isole di Palmaria, Tino e Tinetto dall’altra. Visita di Riomaggiore e rientro a La Spezia in treno dopo le 17.00.

 

Uleritori info a questo link

 


 LA VIA FRANCIGENA DEL SUD

 DA ROMA AL GIARDINO DI NINFA

 Dal 20 al 23 gennaio

 

 

 

Le Vie Francigene nel Sud uniscono l’Occidente all’Oriente, il cristianesimo al paganesimo, l’Età Antica al Medio Evo. Un itinerario trasversale, tra basolati romani ed antichi tratturi, templi pagani, imponenti cattedrali e santuari cristiani, dolci panorami collinari e aspri passaggi montani.

 

I pellegrini d'Europa percorrevano la Francigena per dirigersi a Roma e poi proseguire lungo la Via Appia, una straordinaria opera di ingegneria civile verso il porto di Brindisi ed imbarcarsi verso la Terrasanta. Nel nostro peregrinare di questi anni con molti di voi siamo arrivati a Roma percorrendo la Via Francigena della Toscana e del Lazio; ora proseguiamo verso sud per ricongiungerci ad altri percorsi già fatti e che faremo come la Via Peuceta e la Via Ellenica.

 

 

 

C’è una descrizione di una parte del percorso che faremo di Ferdinand Gregorovius che ha viaggiato in Italia a metà ottocento e che così descrive il territorio in “Itinerari Laziali“

[...] Mi era stato detto a Roma della bellezza di questo colpo d'occhio e che non avrei potuto trovare nulla di più bello dei Monti Volsci e della vista da lassù delle paludi pontine e del mare; e non mi era stato detto abbastanza. Consiglierò ad ogni viaggiatore che voglia visitare le terre romane, di non perdersi questo spettacolo unico. (Ferdinand Gregorovius, Itinerari laziali) altre info

 


 La Via Ellenica da Matera a Martina Franca

 27 dicembre 2020 – 2 gennaio 2021

 

 

 

“Apulia, cujus metropolis est Brundiston, per istam navigatur in terram sanctam” recita la didascalia del mappamondo di Hyggeden del 1360, a testimonianza della millenaria importanza della città di Brindisi come principale porto d’imbarco verso l’Oriente e la Terra Santa. Alla Porta d’Oriente i pellegrini giungevano attraverso la Via Appia-Traiana che proprio a Brindisi si concludeva. Un affascinante cammino collega: due siti Unesco (Sassi di Matera e Trulli di Alberobello), gli incantevoli borghi della Valle d’Itria, e il paradiso naturalistico del Parco delle Gravine, straordinario museo a cielo aperto della civiltà rupestre.

 

A dominare buona parte del nostro percorso è l’habitat rupestre delle gravine ed un medioevo dimenticato che troveremo a Ginosa, Laterza, Castellaneta, Mottola, Massafra, strade sterrate e ponti e che si affacciano su canyon con paesaggi naturalistici ammalianti. Inizieremo il percorso da Matera e Montescaglioso che ricadono nell’area archeologica storica e naturale del Parco delle Chiese rupestri, concluderemo il nostro percorso nella nobile Martina Franca, con l’eleganza delle linee dei suoi edifici di età moderna.

 

Le tappe non sono lunghe e compatibili con il periodo invernale; i percorsi si svolgono in gran parte su strade sterrate e asfaltate secondarie e sentieri; si cammina per circa 5 ore al giorno, a parte un paio di tappe più lunghe, i dislivelli sono contenuti; è possibile anche in questo caso acquistare la credenziale ed apporre i timbri, esiste anche lo Xenium, la carta di metà cammino.Maggiori info qui

 


 

GENOVA LA SUPERBA, IL PROMONTORIO DI PORTOFINO E LA COSTA DI LEVANTE

 

 10-12 dicembre 2021

 

 

«Fetta di anguria, amuleto, mezzaluna cristiana incurvata sul mare che essa domina con tutti i suoi santuari appesi come lampadari..» ed ancora  «Genova austera, vibrante, ampia! Luogo unico dai trecento ripiani a terrazza sul mare, ornata di parchi stupendi! Genova, dove i tramways sono gli ascensori! Le strade ed i quartieri, sovrapposti, si aggrovigliano, si superano, si ricongiungono, si dividono ancora ...»

 

 

Imbattersi nelle citazioni di Valery Larbaud, da Ex voto: San Zorzo e rimanerne affascinati tanto da riproporle per introdurre questo viaggio dicembrino in uno spicchio di Liguria che avrà Zena come centro per la nostra scoperta, mi è sembrata la cosa migliore da fare. Alcuni escursionisti genovesi e colleghi guide Liguri hanno portato nei miei trekking questa regione alla quale sono legata da tempo, dove ho passato parte delle mie vacanze “invernali e pasquali in gioventù” e dove negli anni passati ho accompagnato gruppi di escursionisti stranieri ed ora…andiamoci con chi vorrà farsi intrigare come me da quello che questa terra tutta sviluppata arduamente in verticale ha da offrire.

 

Cosa vedremo:

Genova, città che può sembrare altezzosa, il suo vero cuore lo si trova dove l’antico e il moderno si fondono senza soluzione di continuità

 

-      i Forti di Genova costituiscono un sistema difensivo imponente con una cinta muraria che è la più lunga in Europa

 

-        Camogli uno dei borghi marinari più belli della Riviera di Levante

 

-          Il parco del promontorio di Portofino con San Fruttuoso, Portofino e Santa Margherita Ligure

 

-          Il sentiero dei tubi e delle batterie

 

-          Boccadasse

 

-          La zona di Genova Nervi, Monte Moro, Pieve Ligure

 

-          Altro a sorpresa

 

       info sul programma a questo link

 

 


Il promontorio del Circeo Ponza e Zannone, un insolito mare

 

29 ottobre – 2 novembre

 

 

Il Circeo secondo Plinio e Strabone, era il limite meridionale del Latium Vetus, la terra madre dei Latini.

 

Al Circeo è ubicata la leggenda della maga Circe, narrata da Omero nell’Odissea ma il Circeo è un ambiente straordinario e ricchissimo di vita, un parco nazionale istituito nel 1933.

 

Nonostante sia stato preso d’assalto nel passato dall’uomo che ha fatto scempio di alcune sue parti, nonostante le ridotte dimensioni, è uno dei più vari d’Europa. Sono presenti 5 mondi ben diversi:

 

il primo è la selva del Circeo che comprende boschi umidi sopravvissuti alle bonifiche degli anni 30; il secondo è la duna costiera, spettacolare e tranquilla nelle stagioni diverse dall’estate, che si estende per 23 km tra il lido di  Latina e le rocce di Torre Paola; poi ci sono i 4 laghi costieri di Fogliano, dei Monaci, di Caprolace, di Paola che la duna separa dal mare aperto dove troviamo una ricca avifauna e molte rovine romane, segue il promontorio del Circeo, un’autentica “montagna sul mare” che raggiunge i 541m di quota, difesa da pareti rocciose verticali e da ripidi pendii ricoperti  da un’intricata foresta di lecci, infine l’isola di Zannone che fa parte delle isole Pontine, ancora autenticamente selvaggia, raggiunge i 194 m di quota col monte Pellegrino, formata da rocce vulcaniche e da una costa rocciosa spettacolare, fa parte del parco dal 1979.

 

Ponza è un’isola interamente vulcanica, la sua caratteristica predominate è la roccia, le scogliere a picco sul mare, i numerosi anfratti, l’acqua cristallina sono le meraviglie che caratterizzano questa piccola perla del mare Tirreno, ricca di storia per presenza di siti archeologici di epoca greca e romana: necropoli, grotte artificiali, i resti di due sontuose ville imperiali e tante cisterne disseminate su tutto il territorio. Ponza Porto ha case colorate con colori pastello ed un centro storico fatto di viottoli e scalette che scendono al porto e salgono al belvedere.

 

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TREKKING TRA MONTEMARCELLO, TELLARO, LERICI E SAN TERENZO

 

Il primo lembo di Liguria che sfuma in Toscana

 

16 – 17 ottobre 2021

 

 

Il promontorio del Caprione è il sistema collinare che separa il Golfo della Spezia dalla pianura alluvionale della Magra. Percorrendo i suoi sentieri si potrà godere dei bei panorami verso il Golfo della Spezia sino al promontorio di Porto Venere e alle isole di Palmaria, Tino e Tinetto da una parte e sulle Apuane dall’altra. I sentieri si sviluppano tra i terrazzamenti e i boschi di leccio andando a toccare borghi di una bellezza poetica e ammaliante come Tellaro, Lerici, Fiascherino, Montemarcello, più o meno noti da tempo e raccontati da scrittori e personaggi illustri.

 

Nell’entrare in terra ligure, oltrepassando il capo di Punta Bianca, inizia il matrimonio tra mare e monti caratterizzato dagli stretti vicoli e dai muretti a secco dei paesini piccoli e indimenticabili a picco sul mare che caratterizzano il Golfo della Spezia, ribattezzato dal commediografo Sam Benelli il “Golfo dei Poeti”.

 

I punti forti di questo trekking: percorsi medio facili e godibili, molto panoramici lungo sentieri che si sviluppano a picco sul mare, nel bosco, tra i terrazzamenti e borghi che sono dei gioielli all’interno del Parco regionale Montemarcello Magra

 

La visita di Lerici e San Terenzo

 

Il lungomare “Walk of Poetry” tra Lerici e San Terenzo

 

Tellaro, inclusi i centri abbandonati di Portesone e Barbazzano

Montemarcello, Punta Bianca, Monastero Santa Croce, la foce del Magra
maggiori info


 

TREKKING TRA MONTEMARCELLO, TELLARO, LERICI E SAN TERENZO

 Il primo lembo di Liguria che sfuma in Toscana

 

2 – 3 ottobre 2021

 

 

Il promontorio del Caprione è il sistema collinare che separa il Golfo della Spezia dalla pianura alluvionale della Magra. Percorrendo i suoi sentieri si potrà godere dei bei panorami verso il Golfo della Spezia sino al promontorio di Porto Venere e alle isole di Palmaria, Tino e Tinetto da una parte e sulle Apuane dall’altra. I sentieri si sviluppano tra i terrazzamenti e i boschi di leccio andando a toccare borghi di una bellezza poetica e ammaliante come Tellaro, Lerici, Fiascherino, Montemarcello, più o meno noti da tempo e raccontati da scrittori e personaggi illustri.

 

Nell’entrare in terra ligure, oltrepassando il capo di Punta Bianca, inizia il matrimonio tra mare e monti caratterizzato dagli stretti vicoli e dai muretti a secco dei paesini piccoli e indimenticabili a picco sul mare che caratterizzano il Golfo della Spezia, ribattezzato dal commediografo Sam Benelli il “Golfo dei Poeti”.
 

 

- I punti forti di questo trekking: percorsi medio facili e godibili, molto panoramici lungo sentieri che si sviluppano a picco sul mare, nel bosco, tra i terrazzamenti e borghi che sono dei gioielli all’interno del Parco regionale Montemarcello Magra

 

- La visita di Lerici e San Terenzo

 

- Il lungomare “Walk of Poetry” tra Lerici e San Terenzo

 

- Tellaro, inclusi i centri abbandonati di Portesone e Barbazzano

 

- Montemarcello, Punta Bianca, Monastero Santa Croce, la foce del Magra

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FINE ESTATE SULL’ISOLA DAL CUORE DI GRANITO

 

 l’ISOLA DEL GIGLIO IL 26 E 27 SETTEMBRE

 

 

Non è un week end ma una domenica ed un lunedì che qualcuno potrebbe apprezzare, due giornate di trekking sull’isola dal cuore di granito, tra ultimi bagni estivi e profumo di mosto 

 

 

 

Se l’Elba ha il cuore di ferro, il Giglio ce l’ha di granito. L’isola è collocata di fronte al promontorio dell'Argentario e per la sua posizione geografica "strategica" ebbe una storia avventurosa e contesa. Già abitata all'Età della Pietra, poi dagli Etruschi che ne fecero pare un avamposto militare, fu sotto il dominio romano che ebbe il momento di maggiore splendore. Il suo nome deriva dalla latinizzazione del vocabolo greco “aigilion”, capra: isola delle capre, sulla quale prevale la macchia bassa mediterranea caratterizzata dal cisto e da altre essenze profumatissime. Non mancano specie rare ed endemiche del parco come il discoglosso sardo, sono frequenti gli incontri con i conigli selvatici e molti sono gli uccelli che qui si soffermano durante la migrazione autunnale. Non è raro inoltre avvistare i cetacei. Andremo alla scoperta della storia di quest’isola, del suo territorio, delle sue coste e spiagge al ritmo dei nostri passi, i fari a nord e a sud dell’isola e quello della Vaccareccia saranno i nostri punti di riferimento, percorrendo sentieri e vecchie mulattiere che gli abitanti usavano per spostarsi da una parte all’altra dell’isola. Numerose sono le vigne e della sua storia vinicola passata rimangono i caratteristici palmenti, piccole costruzioni rurali dette capannelli dai gigliesi ed utilizzati per la spremitura dell’uva. Oggi si possono trovare molti vini interessanti, di cui il più noto è l’Ansonoca. In una stagione estiva non ancora conclusa potremo concederci qualche bagno in mare e sentiremo il profumo del mosto che comincia a fermentare; il senso di quiete e di pace che ci avvolge ci conquisterà. Link per vedere foto dei trekking passati sull’isola https://www.odiapiedi.com/galleria/arcipelago-toscano/

 

più ifno a questo link


 

FINE ESTATE SULL’ISOLA DAL CUORE DI GRANITO

 

 l’ISOLA DEL GIGLIO IL 12 E 13 SETTEMBRE

 

Non è un week end ma una domenica ed un lunedì che qualcuno potrebbe apprezzare, due giornate di trekking sull’isola dal cuore di granito, tra ultimi bagni estivi e profumo di mosto 

 

 

 

Se l’Elba ha il cuore di ferro, il Giglio ce l’ha di granito. L’isola è collocata di fronte al promontorio dell'Argentario e per la sua posizione geografica "strategica" ebbe una storia avventurosa e contesa. Già abitata all'Età della Pietra, poi dagli Etruschi che ne fecero pare un avamposto militare, fu sotto il dominio romano che ebbe il momento di maggiore splendore. Il suo nome deriva dalla latinizzazione del vocabolo greco “aigilion”, capra: isola delle capre, sulla quale prevale la macchia bassa mediterranea caratterizzata dal cisto e da altre essenze profumatissime. Non mancano specie rare ed endemiche del parco come il discoglosso sardo, sono frequenti gli incontri con i conigli selvatici e molti sono gli uccelli che qui si soffermano durante la migrazione autunnale. Non è raro inoltre avvistare i cetacei. Andremo alla scoperta della storia di quest’isola, del suo territorio, delle sue coste e spiagge al ritmo dei nostri passi, i fari a nord e a sud dell’isola e quello della Vaccareccia saranno i nostri punti di riferimento, percorrendo sentieri e vecchie mulattiere che gli abitanti usavano per spostarsi da una parte all’altra dell’isola. Numerose sono le vigne e della sua storia vinicola passata rimangono i caratteristici palmenti, piccole costruzioni rurali dette capannelli dai gigliesi ed utilizzati per la spremitura dell’uva. Oggi si possono trovare molti vini interessanti, di cui il più noto è l’Ansonoca. In una stagione estiva non ancora conclusa potremo concederci qualche bagno in mare e sentiremo il profumo del mosto che comincia a fermentare; il senso di quiete e di pace che ci avvolge ci conquisterà. Link per vedere foto dei trekking passati sull’isola https://www.odiapiedi.com/galleria/arcipelago-toscano/

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TREKKING PER LE VIE CAVE ETRUSCHE

 

TRA PITIGLIANO, SORANO, SOVANA, VITOZZA

 

28 - 29 agosto 2021

 

 

Le vie cave e le belle città del tufo di Pitigliano, Sorano, Sovana, Vitozza e San Quirico; un viaggio indietro nel tempo nella natura e nei misteri della Maremma Toscana, saremo baldanzosi esploratori in cammino nelle fresche vie cave e faremo anche una visita guidata con Stefania di Pitigliano.

 

 

Già nel 2004 le Vie cave di Pitigliano e Sorano vengono riconosciute come beni di interesse mondiale e pertanto da tutelare.

 

Le Vie Cave sono opere uniche al mondo, antichissimi ed affascinanti percorsi etruschi, misteriosi corridoi scavati nella roccia tufacea che caratterizza il territorio di questa parte della Maremma; le ragioni che hanno portato gli Etruschi a realizzare questi percorsi sono ancora un mistero.

 

Essi divennero maestri nella lavorazione e perforazione di questo materiale poroso e relativamente fragile, costruirono tombe, ipogei, pozzi e cunicoli ma le opere più singolari sono le cosiddette vie cave o tagliate, corridoi semi sotterranei con pareti alte 20-30 metri. La lunghezza dei percorsi, il loro anomalo andamento, la permanente semioscurità, le aperture e i repentini restringimenti in cui si imbatte chi vi si avventura, rendono suggestivi e spettacolari questi arcaici corridoi.

 

Di certo non furono opere per canalizzare le acque, né tantomeno vie di comunicazione.

 

Perché scavarle così in profondità?  Molte hanno andamento parallelo tra loro, altre si intersecano creando dei labirinti, altre ancora hanno andamento concentrico.

 

Ci sono delle risposte certe, delle teorie, delle leggende, delle storie…poi nel Medioevo, proprio in questi luoghi ricchi di sacralità e mistero, per esorcizzare il culto pagano, il cristianesimo volle costruire tabernacoli, chiese, oratori e cappelle.

 

Percorrerle oggi ci riempie di bellezza e ci fa rivivere i misteri e la sacralità del popolo etrusco che proprio nel culto dei morti, nel realizzare necropoli sembra volere stabilire un contatto col sottosuolo; tagliare la roccia penetrare il suo cuore, addentrarsi nei suoi bui recessi, significava aprire un varco verso una dimensione sovrannaturale;  il mondo dei vivi e quello dei morti entravano in contatto attraverso questi cunicoli e labirinti che dovevano essere percorsi con rigidi ritualismi di cui noi oggi percepiamo ancora l’intensa potenza di contatto. Più info qui

 


 

TREKKING PER LE VIE CAVE ETRUSCHE

 

TRA PITIGLIANO, SORANO, SOVANA, VITOZZA

 

7 - 8 agosto 2021

 

 

Le vie cave e le belle città del tufo di Pitigliano, Sorano, Sovana, Vitozza e San Quirico; un viaggio indietro nel tempo nella natura e nei misteri della Maremma Toscana, saremo baldanzosi esploratori in cammino nelle fresche vie cave e faremo anche una visita guidata con Stefania di Pitigliano.

 

 

Già nel 2004 le Vie cave di Pitigliano e Sorano vengono riconosciute come beni di interesse mondiale e pertanto da tutelare.

 

Le Vie Cave sono opere uniche al mondo, antichissimi ed affascinanti percorsi etruschi, misteriosi corridoi scavati nella roccia tufacea che caratterizza il territorio di questa parte della Maremma; le ragioni che hanno portato gli Etruschi a realizzare questi percorsi sono ancora un mistero.

 

Essi divennero maestri nella lavorazione e perforazione di questo materiale poroso e relativamente fragile, costruirono tombe, ipogei, pozzi e cunicoli ma le opere più singolari sono le cosiddette vie cave o tagliate, corridoi semi sotterranei con pareti alte 20-30 metri. La lunghezza dei percorsi, il loro anomalo andamento, la permanente semioscurità, le aperture e i repentini restringimenti in cui si imbatte chi vi si avventura, rendono suggestivi e spettacolari questi arcaici corridoi.

 

Di certo non furono opere per canalizzare le acque, né tantomeno vie di comunicazione.

 

Perché scavarle così in profondità?  Molte hanno andamento parallelo tra loro, altre si intersecano creando dei labirinti, altre ancora hanno andamento concentrico.

 

Ci sono delle risposte certe, delle teorie, delle leggende, delle storie…poi nel Medioevo, proprio in questi luoghi ricchi di sacralità e mistero, per esorcizzare il culto pagano, il cristianesimo volle costruire tabernacoli, chiese, oratori e cappelle.

 

Percorrerle oggi ci riempie di bellezza e ci fa rivivere i misteri e la sacralità del popolo etrusco che proprio nel culto dei morti, nel realizzare necropoli sembra volere stabilire un contatto col sottosuolo; tagliare la roccia penetrare il suo cuore, addentrarsi nei suoi bui recessi, significava aprire un varco verso una dimensione sovrannaturale;  il mondo dei vivi e quello dei morti entravano in contatto attraverso questi cunicoli e labirinti che dovevano essere percorsi con rigidi ritualismi di cui noi oggi percepiamo ancora l’intensa potenza di contatto. più info qui

 


 

 

 Il Lago di Garda dall’alto: vertiginosa meraviglia

 

Dall’1 al 4 luglio 2021

 

 

 

Con il lago di Garda ho un legame affettivo che dura da una vita, da quando sin da piccola si partiva dalla Calabria per trascorrere quassù quasi due mesi d’estate; la casetta meravigliosa in campagna all’ombra della quercia, dalla quale da adolescente volevo per lo più venire via, è all’origine del mio amore per la natura e di come sono adesso.

 

La premessa è necessaria per spiegare come mai ho scelto di farvi conoscere questa parte del lago, sicuramente meno nota rispetto a quella meridionale ma indiscutibilmente bella, dove il parco alto Garda Bresciano istituito nel 1989 è la riprova del patrimonio naturalistico qui celato.

 

Tremosine è un verde altopiano disseminato di minuscole frazioni, da un lato tagliato a picco sul lago con abbacinanti falesie dallo spiccato carattere mediterraneo, dall’altro contornato da una selvaggia regione montuosa, ricoperta da fitti boschi di abeti e faggi. Di fronte, al di là del lago, l’imponenza del Monte Baldo.

 

Per arrivare a Tremosine si deve percorrere “la strada nella forra”, un capolavoro di ingegneria stradale, opera epica e coraggiosa inaugurata nel 1913, prima di questa data un sentiero tortuoso e ripido collegava Pieve di Tremosine con il lago; percorrendola sembra di entrare nella montagna che incombe dall’alto con la sua rigogliosa vegetazione, nel frastuono del corso d’acqua che ancora scava le pareti della forra.

 

All’inaugurazione, nel 1913, un corrispondente della Frankfurter Zeitung la definì «la strada più bella del mondo».

 

 

 

Limone sulla costa del lago, ai piedi dei monti, lascia ancora trapelare dietro il bazar della sua attuale vocazione turistica, i tratti originari di un borgo di pescatori, “giardinieri” e “montanari”. I pilastri delle limonaie sono l’affascinante memoria di un’attività economica particolarissima per una regione così a nord.

 

Riva del Garda, elegante cittadina, perla del lago di Garda ha ospitato nel passato personaggi illustri come Nietzsche, Kafka, i fratelli Mann che ne hanno decantato la bellezza e piacevolezza del soggiorno.

 

Il Sentiero del Ponale spettacolare strada a picco sul lago è stata trasformata nel 2004 in un percorso transitabile a piedi e in bicicletta, è il sentiero più conosciuto e frequentato del Garda Trentino, è un classico imperdibile.

 

Il percorso da Limone a Punta Larici per godere di uno dei panorami più stupefacenti del lago.

 

Il sentiero da Pieve di Tremosine a Campione del Garda per fare nostro questo paesaggio che non conosce mezze misure, contrassegnato da contrasti netti: acqua e roccia, ombra e luce, calura e frescura, aridità e rigoglio.

 

Il sentiero Busatte-Tempesta a Torbole, una passeggiata panoramica nella parte più settentrionale del lago.

 

La ciclabile del Garda tra Limone e Capo Reamol, inaugurata nel luglio del 2018, soprannominata “ciclovia dei sogni”, è una panoramica passerella d’acciaio che corre lungo il lago, In certi punti a sbalzo sull’acqua, agganciata alla roccia viva, regala a chi la percorre una vista mozzafiato della sponda trentina.

 

Il Parco Alto Garda Bresciano un’area di grande pregio naturalistico e ambientale, con punto di forza quello paesaggistico. Un piccolo "sistema alpino" a sé stante ricco di forti contrasti ambientali di carattere altimetrico (dai 65 metri sul livello del mare del lago ai quasi 2000 m. delle montagne più elevate), climatico e vegetazionale (dalla macchia mediterranea agli endemismi rupicoli subalpini).

più info qui


 

LA VIA GHIBELLINA DA FIRENZE A LA VERNA 

 Dal 17 al 20 giugno 2021

 

La Via Ghibellina collega Firenze con il Santuario de La Verna, meta spirituale dell'itinerario, per un totale di circa 80 km, è un trekking impegnativo per la lunghezza delle tappe ed il dislivello.

 

In un territorio già segnato da antiche strade di origine romana, è certo che un contributo rilevante alla viabilità venne dai conti Guidi di Poppi, importante famiglia che per circa cinque secoli estese il suo dominio feudale sulla Romagna, il Casentino, parte delle terre fiorentine e di quelle pistoiesi. La Ghibellina era chiamata Via dei Guidi di Poppi, e proprio alla nobile famiglia era delegata la sua manutenzione; i conti Guidi tramite questa strada potevano portare prontamente il loro aiuto militare a Firenze, città alleata.

 

Venute meno le esigenze strettamente militari, la zona si andò affermando come luogo di fede: accanto all’abbazia di Vallombrosa, complesso di grande rilevanza spirituale, c’è il santuario di Santa Maria del Sasso di Bibbiena, costruito per volere di Lorenzo il Magnifico, quello di Santa Maria delle Grazie a Stia, il monastero di San Giovanni Evangelista e quello di Santa Maria della Neve a Pratovecchio. I primi 3 santuari sono sul nostro percorso, l’itinerario si conclude al santuario de La Verna, fondato da san Francesco nel 1213: luogo di stupefacente bellezza e tra i più importanti del francescanesimo. La tappa finale di 14 km ci consente di arrivare abbastanza presto a La Verna e potremo quindi visitare e approfittare della bellezza e della quiete straordinaria di questo luogo.

 

Il percorso attraversa il Casentino, oasi verde dell’Appennino tosco romagnolo, è una delle terre più belle della Toscana. La sua conformazione lo rende simile a un anfiteatro racchiuso entro dorsali montuose e attraversato dall’Arno. La Via Ghibellina si snoda dunque attraverso una ricca varietà di paesaggi, passando dalla vite e dall’olivo delle colline prossime a Firenze, alle faggete e ai pascoli di media quota.

 

Quasi tutto il percorso si snoda su sentieri, strade bianche o se asfaltate, poco trafficate. Alcuni tratti lastricati testimoniano un’antica origine. 

 

Dal Palazzo del Bargello, centro del potere dei conti Guidi e attraversando Piazza Santa Croce giungiamo sui lungarni di Firenze che percorriamo fino a Nave di Rovezzano. Si raggiunge l’Antico Spedale del Bigallo, dove nel Medioevo venivano accolti i viandanti. Si prosegue salendo verso Montecucco, percorrendo suggestivi lastricati, per scendere poi ai ruderi del Monastero di Corsignano, ora detto Monasteraccio. Prima di Rignano sull'Arno si incontra il sito di Castelluccio di Rignano e la stupenda Pieve di San Leonino.  Salendo verso Vallombrosa si incontra la Pieve di San Pietro a Pitiana sulla Via Aretina Vetus, e dopo un’erta salita di 6 km che fa toccare quota 1.000 metri di altitudine, si giunge a uno dei luoghi più visitati della Toscana: l’abbazia di Vallombrosa con la sua stupenda foresta che regala un momento di grande emozione.

 

Dalla Croce Vecchia si scende verso Pieve Molino, e più oltre si attraversa il torrente Pistiano su un bellissimo ponte medievale. Da Pagliericcio dove è possibile visitare il Mulino Grifoni mosso dalle acque del Torrente Solano, ancora in funzione per merito dei fratelli Grifoni che con amore e dedizione proseguono il lavoro dei loro avi. (info qui)


GRANDE TRAVERSATA ELBANA

La spina dorsale dell’isola

 dal 30 maggio al 2 giugno 2021

 

La Grande Traversata Elbana è la spina dorsale che attraversa tutta l’isola, da est a ovest diramandosi poi a nord e a sud in prossimità del Monte Capanne.

Percorrendo questo magnifico sentiero possiamo conoscere tutti gli ambienti dell’isola, con cambi di vegetazione frequenti; le rocce variegate e variamente mineralizzate che hanno determinato da sempre la storia estrattiva dell’isola e parte del suo aspetto attuale sono il colorato substrato su cui ci muoveremo.

Le fioriture saranno al massimo del loro splendore e solo per ricordare qualche essenza, cammineremo tra il giallo delle ginestre, il viola della lavanda, il bianco degli asfodeli, il rosa dei cisti, le variegate orchidee, tra profumi e visioni inebrianti.

E’ un trekking grandioso che percorreremo in 4 giorni, si svolge per lo più su crinale e, oltre ad offrire continui affacci su tutti i versanti dell’isola, il continente, le altre isole dell’arcipelago e la Corsica, permette di raggiungere i centri abitati dell’isola ed entrare in contatto con la realtà del posto.

Il trekking è valutato di difficoltà E, in alcuni tratti EE. Verranno affrontate discrete pendenze e il fondo spesso costituito da roccia viva non è semplice da percorrere; più di 70 km di percorso, in salita e in discesa oltre 2000m di dislivello; una bella soddisfazione oltre che un innegabile piacere. (più info)

Foto del trekking che abbiamo effettuato a settembre 2020 a questo link:  foto GTE