GENOVA LA SUPERBA E IL MONTE FASCE
IL PROMONTORIO DI PORTOFINO TRA SANTA MARGHERITA E CAMOGLI
06-08 dicembre 2024
«Fetta di anguria, amuleto, mezzaluna cristiana incurvata sul mare che essa domina con tutti i suoi santuari appesi come lampadari..» ed ancora «Genova austera, vibrante, ampia! Luogo unico dai trecento ripiani a terrazza sul mare, ornata di parchi stupendi! Genova, dove i tramways sono gli ascensori! Le strade ed i quartieri, sovrapposti, si aggrovigliano, si superano, si ricongiungono, si dividono ancora ...» Valery Larbaud, da Ex voto
Questo viaggio dicembrino in uno spicchio di Liguria avrà Zena come luogo centrale da cui partire per la nostra scoperta. Ci faremo intrigare da questa terra tutta sviluppata arduamente in verticale partendo da :
- Genova, città che può sembrare altezzosa, il suo vero cuore lo si trova dove l’antico e il moderno si fondono senza soluzione di continuità
- Camogli uno dei borghi marinari più belli della Riviera di Ponente
- Il Parco del promontorio di Portofino con San Fruttuoso, Portofino e Santa Margherita Ligure
- Boccadasse e Capo Santa Chiara col castello Turke
- Monte Moro e Monte Fasce
- Altro a sorpresa
6 dicembre: visita della città di Zena “la Superba” e Boccadasse
Ci troveremo a Boccadasse, un antico borgo marinaro che si trova nella parte più orientale del lungomare di Genova; le sue vie sono rimaste pressoché immutate negli ultimi 200 anni e questo lo ha reso un gioiellino in città con le casette colorate, la spiaggia, le barche dei pescatori, tutto come una volta. Seguendo il lungomare che è bellissimo e ricco di cose da vedere, arriveremo a Genova che scopriremo con una visita costruita ad hoc per noi da Simona, la genovese doc. Saremo nella città sospesa tra passato e futuro, tra riservatezza e cosmolpolitismo, tra tradizione e innovazione. Solo per accennare a qualcosa: l’ascensore di Monte Galletto, un impianto unico al mondo in grado di percorrere un tratto di 300 metri come una funicolare per poi trasformarsi in ascensore e salire in verticale i 70 metri di dislivello; Piazza Fontane Marose, Via Garibaldi, Via Cairoli, largo Zecca, Spianata Castelletto, piazza Banchi, il porto Antico, il Bigo panoramico, la cattedrale, Piazza De Ferrari….
Ci sisteremo in albergo. Cena in ristorante tipico cittadino e pernottamento
Le isole Egadi, Erice e la Riserva dello Zingaro
Alcune perle della Sicilia Nord occidentale
Dal 29 ottobre al 3 novembre 2024
Isole Egadi Basta poco per scoprire il fascino di Favignana, Levanzo e Marettimo e degli isolotti di Formica e Maraone. Sarà per i colori della vegetazione che qui sembrano essere più intensi, per la bellezza dei paesaggi aspri e brulli, per la semplicità dei capolavori in tufo che nascondono piccoli capolavori di ingegneria, per l’azzurro carico del mare: tutto si fonde indissolubilmente con la storia e l’antica presenza umana.
Favignana è raffigurata come una farfalla con le due ali completamente diverse fra loro ed il corpo costituito dalla penisola di Punta Lunga e dalla cittadina principale con il porticciolo; è anche il regno della mattanza con l’antico metodo arabo della pesca del tonno, che non è più praticata dal 2007 ma è una delle tradizioni più antiche ed affascinanti della Sicilia ; Marettimo è un’isola montuosa e calcarea, con le coste scoscese che sono un susseguirsi di falesie a strapiombo sul mare, di spiaggette e grotte marine come Levanzo, piccola e romantica.
La Riserva dello Zingaro tutela un tratto di mare di natura intatta e incontaminata salvato dalla speculazione edilizia negli anni ’80 e che può essere percorso solo a piedi; pensando al nostro viaggio non ho resistito alla tentazione di inserirlo nel programma facendo tappa a San Vito lo Capo.
Erice è una tappa imperdibile e nel trasferimento da Trapani a San Vito sosteremo qualche ora per visitare il castello di Venere, una fortezza medievale che offre una vista panoramica mozzafiato sulla città e sul mare. Passeggiando per le stradine acciottolate, potremo ammirare la Chiesa Matrice con il suo splendido campanile e la Chiesa di San Martino, famosa per i suoi affreschi.
L’antico borgo di San Vito Lo Capo considerato la patria del Cous Cous, con spiagge caraibiche sarà il nostro punto di partenza per escursioni lungo la costa sia nella Riserva dello Zingaro che verso Macari, piccolo borgo dallo straordinario belvedere divenuto noto per la fiction televisiva Makari.
Punti di forza del viaggio:
Riserva marina delle Isole Egadi: Levanzo, Marettimo, Favignana
Giro in barca a Marettimo
Giro in bici a Favignana
Erice
Scopello
Riserva dello Zingaro
Macari
San Vito lo Capo
Martedì 29 ottobre:
Favignana castello di Santa Caterina e Punta Faraglione 10 km circa 320m dislivello+ e –
Arrivo all’aeroporto di Palermo, trasferimento privato al porto di Trapani e imbarco alle 11.40 per Favignana, sistemazione in hotel e partenza per la nostra prima escursione a piedi nell’isola per godere di panorami straordinari. Raggiungeremo la tonnara Florio, meraviglia da visitare, custode di una cultura ormai scomparsa, ovvero quella della pesca e del confezionamento del tonno che ha portato la famiglia Florio ed anche Favignana ad essere conosciuti in tutto il mondo. Inizieremo a salire lungo la strada asfaltata che si inerpica sul monte fino ad arrivare al forte saraceno di Monte Santa Caterina a 314m di altezza. La struttura è in parte pericolante anche se ancora ricca di fascino e ripagherà della fatica. Torniamo indietro al bivio per seguire la strada in terra battuta fino a Punta Grossa da dove avremo un’affascinante panoramica sia su Levanzo che su Marettimo, le altre isole dell’Area marina protetta delle Egadi.
Mercoledì 30 ottobre:
Marettimo Punta Troia Case Romane Punta Bassana Carcaredda Zotta Muletti circa 16 Km dislivello tra i 500 e i 700m dipenderà dai percorsi che faremo + giro in barca
Marettimo è l’isola più selvaggia, verde e montuosa dell’arcipelago delle Egadi.
Gli abitanti dell'isola per secoli vissero nelle grotte, per fuggire ai predoni, all'interno delle quali costruirono case di tufo. Solo nell'800 il re Ferdinando II di Borbone portò la
tranquillità in queste terre. La famiglia Florio aiutò l'economia costruendo tonnare e favorendo la coltivazione dei campi attorno al paese.
Le peculiarità di quest’isola dipendono dal suo antico distaccamento dalla terraferma, risalente a 600.000 anni fa, che le ha permesso di sviluppare flora e fauna endemiche. Ci immergeremo per terra e per mare dentro quest’isola che richiederà impegno fisico, essendo i dislivelli non trascurabili. Avremo a disposizione una moltitudine di percorsi e valuterò quali fare anche in base al gruppo e alla giornata.
Dallo Scalo Vecchio di Marettimo ci dirigiamo verso Case Romane un complesso di epoca romana formato da due edifici a pianta quadrata, ormai in rovina. Accanto si trova la chiesa bizantina, costruita dai monaci Basiliani, proseguiamo con sentiero a mezza costa verso Pizzo Madonnuzza e Punta Troia dove su un promontorio sorge l’omonimo castello visitabile anche all'interno. Fu
costruito dai saraceni nel IX secolo ma gli Spagnoli lo ampliarono. Secondo i racconti dei prigionieri era un luogo spaventoso. Venivano calati in una fossa profonda sette metri, senza porte né finestre, e sopra veniva posta una pietra, in pratica era come essere sepolti vivi. Da qui col sentiero costiero si torna verso Marettimo per poi proseguire in direzione di Punta Bassana.
Giovedì 31 ottobre:
Levanzo circa 18km e 500m dislivello, sono vari percorsi che si intersecano e che consentono di visitare tutta l’isola
Nell’esplorare Levanzo a piedi non mancheremo di visitare la grotta del Genovese, una cavità che è un gioiello paleontologico dalle pareti affrescate con pitture neolitiche oltre che soffermarsi nelle varie calette selvagge. Il percorso è ad anello con alcune diramazioni. Dal porto ci dirigiamo verso la spiaggia del Faraglione e da qui verso la grotta del Genovese, tra macchia mediterranea bassa. A Capo Grosso c’è un faro, il punto è molto panoramico. Poco prima del paese si passa accanto a Casa Florio, la dimora dei famosi proprietari di cantine e tonnare che, un tempo, avevano acquisito la proprietà delle intere Egadi, Levanzo era appunto un’isola coltivata a vigneti di cui restano oggi i muretti a secco. Cala della Calcara, Cala Minnola, Cala Fredda e Cala Tramontana si susseguono sul nostro percorso di rientro al paese con le casette bianche e gli infissi blu che riprendono il colore del mare ricordano un po' quelle di tante isole greche.
Venerdì 1 novembre:
Escursione in bicicletta nella parte orientale di Favignana di 20 km, 90m di dislivello; Erice e San Vito lo Capo
Un percorso affascinante alla scoperta delle cale dell’isola e delle cave del cosiddetto tufo, una calcarenite usata come materiale da costruzione di Favignana, che è stata insieme alla pesca del tonno una delle attività principali dell’isola. L’itinerario lungo costa privo di dislivelli, ci consente di salutare l’isola prima di imbarcarci in tarda mattinata per Trapani dove con bus privato raggiungeremo Erice. Arrivo nel pomeriggio a San Vito lo Capo.
Sabato 2 novembre:
La Riserva dello Zingaro, 17,5 km, 790m di dislivello + e -, Cala Capreria, Cala della Disa e Cala Berretta, Torre Uzzo, Borgo Cusenza
Il percorso per la Riserva dello Zingaro si snoda lungo 17 km di paesaggi mozzafiato, partendo dall’ingresso nord della Riserva a San Vito lo Capo fino a Scopello seguendo il tracciato costiero e quello a mezzacosta della riserva, la prima istituita dalla Regione Siciliana nel 1981.
Il sentiero costiero è il più semplice, meno impervio di circa 7 km tra macchia bassa, ginestre e timo, mandorli, frassini e carrubi. Incantevole nella sua cromatura di colori consente di fermarsi nelle varie calette sul percorso: Cala Capreria, della Disa e del Varo Cala dell’Uzzo, Cala Marinella, Cala Beretta; il percorso di ritorno si farà seguendo Il percorso di mezza costa, di media difficoltà, molto panoramico che ci condurrà nel caratteristico Borgo Cusenza e Contrada Sughero. Borgo Cusenza è un tuffo nel passato della Sicilia, Il cuore dello Riserva dello Zingaro, pulsante, nonostante non sia più abitato. Un agglomerato rurale aggrappato alla montagna, culla di un popolo antico e sapiente, libero dalle contaminazioni dei borghi vicini possiede una bellezza eterea che si lascia contemplare. Scopello potrebbe essere la nostra meta intermedia prima di ritornare indietro: è un caratteristico borgo marinaro circondato da un mare cristallino con la bella piazza Nettuno e l’antica tonnara del XIII secolo, un corpo di fabbrica addossato alla roccia con le torrette di guardia, scenografico contesto per diversi films.
Domenica 3 novembre:
Da San Vito lo Capo a Macari, escursione lungo costa 10 km andata e ritorno
Macari è un pugno di case arrampicate sul costone di una montagna, eppure dà il nome a un intero golfo dal fascino selvaggio, contornato di spiagge bellissime. Il Golfo di Macari è infatti una mezzaluna di terra aspra e rocciosa, un susseguirsi di calette ritagliate tra scogliere a strapiombo e rocce accarezzate dal vento e dalle onde. E’una località nota perché hanno girato una fiction tv ed anche per il belvedere sulla costa. Al rientro a San Vito lo Capo ci organizzeremo per la partenza, trasferimento privato in aeroporto.
Nel parco delle foreste Casentinesi, la sinfonia dei colori autunnali in uno dei luoghi più colorati d’Italia
12 e 13 ottobre 2024
Saremo nel parco nazionale delle Foreste Casentinesi, un parco che eccelle, dal punto di vista naturalistico, per avere una delle aree forestali più pregiate d’Europa al cui interno si trova la Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino, istituita nel 1959 che è stata riconosciuta Patrimonio Unesco. È anche un territorio con centri abitati ricchi di storia e di testimonianze artistiche e architettoniche in una meravigliosa cornice naturale, ricca di flora e di fauna, tra cui spicca la più importante popolazione di lupo dell’Appennino settentrionale, nonché l’eccezionale presenza di cinque specie di ungulati: cinghiale, capriolo, daino, cervo e muflone.
Le foreste casentinesi sono imponenti, ricche di boschi misti che ricoprono quasi tutto il territorio del Parco, al punto che lo si potrebbe attraversare in tutta la sua estensione senza mai uscire dal lussureggiante e rigoglioso manto verde che lo avvolge.
Foreste millenarie, testimoni del continuo evolversi della natura e impregnate di storia, dove il rapporto con l’uomo ha radici lontane nel tempo e ben documentate da quando i monaci Camaldolesi hanno iniziato ad essere custodi e gestori di questo patrimonio. Foreste rigogliose e prodighe di sostentamento e ricovero per tante piccole e grandi comunità, dalle quali si è tratto il pregiato legname per le impalcature di opere monumentali.
Foreste affascinanti nei loro colori che esplodono in autunno quando saremo testimoni della colorazione delle foglie prima che si stacchino dagli alberi; universalmente noto il fenomeno con il termine di “fall foliage o foliage”, raggiunge il massimo della sua espressione tra metà ottobre e metà novembre. Oltre al faggio che domina nella fascia montana, ci sono molte altre essenze arboree che si associano con esso: abete bianco, acero montano, riccio e opalo, olmo, tigli (nostrano e selvatico), frassini (maggiore e orniello). Questa ricchezza specifica si tramuta in infinite sfumature di colore. Sarà un’esperienza emozionale, immersiva, la scoperta di un ambiente prezioso, oltre che un tuffo nei colori delle Foreste Casentinesi.
12 ottobre: La straordinaria foresta della Lama 13 km, 900m+ e 640m -
Atmosfere incantate e colori da sogno nella magnifica foresta della Lama, nel cuore del Parco. Qui, tra chiome variopinte che si spogliano per prepararsi all'inverno, si passeggerà lungo sentieri che offrono una moltitudine di spunti per immortalare scenari meravigliosi. Giro circolare di bellezza incomparabile, fra ambienti selvaggi come pochissimi altri in zona. Tra i tanti modi per raggiungere la Lama, questo è sicuramente quello migliore poiché permette di visitare le foreste vetuste che circondano il bel pianoro, in parte acquitrinoso, incastonato fra balze rocciose. La deviazione per Monte Penna, il balcone della Romagna, è motivata dalla spettacolare veduta panoramica, forse la più bella di tutto il Parco. Un affaccio simile ad un balcone spalancato sul sottostante mare di foreste secolari, che si animano di colori dalle tinte più varie, testimoni della grande diversità e ricchezza delle Foreste Casentinesi. Nelle giornate terse lo sguardo raggiunge la linea di costa adriatica e le colline romagnole.
13 ottobre: Nel bosco di Camaldoli: Camaldoli, rifugio Cotozzo, Prato della Penna Passo del Gioghetto 15 km e 500m di dislivello + e -
Camaldoli rappresenta il cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, senza dubbio merito dei Monaci
Camaldolesi la sopravvivenza di questi boschi, la cui cura fin dalla fondazione dell’eremo , agli inizi dell’XI secolo, è affidata ai monaci.
Il Monastero e il Sacro Eremo di Camaldoli si integrano in modo perfetto con la foresta circostante. Oggi sarebbe impossibile pensare alla spiritualità di
questi luoghi escludendo la stupenda natura in cui sono immersi. Tra boschi di abete bianco e faggete, tra rifugi e antiche fonti, tra vie di comunicazione e luoghi di meditazione, il percorso
appagherà occhi e spirito.
Completato il percorso sulla via del ritorno in auto, potremmo fermarci a visitare
Bibbiena.
Quota di partecipazione: 190 €
La
quota comprende: sistemazione 1 notte in camera doppia con colazione, cena bevande incluse, il servizio di guida ambientale escursionistica, assicurazione medica.
La quota non comprende: viaggio per il punto di inizio trekking e per la propria destinazione di rientro, pranzi, e tutto quanto non espressamente indicato in “la quota comprende”.
Data chiusura iscrizioni: 10/08/2024
La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 50 euro alla conferma.
Saldo entro il giorno: 20/09/2024
N. minimo partecipanti 8 - N. massimo partecipanti 15
supplemento singola: 20 euro
In caso di mancato raggiungimento del numero minimo, la quota versata verrà restituita.
Importante comunicare per iscritto, alla prenotazione, le proprie particolari esigenze alimentari (intolleranze, ecc.), o condizioni personali da tenere presenti.
Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 10 euro
Prenotazioni: MORGANTI VIAGGI: tel 3497703003 - mail morgantiviaggi@gmail.com
Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO tel 3492303093 - mailmariaodiliaconsiglio@yahoo.it
Organizzazione tecnica: MORGANTI VIAGGI
RCA: Polizza Allianz n° 11112273 - fondo garanzia: Vacanze Garantite certificato n° 2023121667AT
extra possibile per interessati da aggiungere alle 2 giornate, quotazione su richiesta
14 ottobre: Un anello nella Valle dell’Archiano tra Serravalle e Badia Prataglia 10 km 261m- e 700m +
Inizio moduloFine moduloBel giro ad anello per la varietà degli ambienti attraversati (dai rimboschimenti di pino nero alla faggeta, dalle larghe radure con ginestre dei carbonai fino ai fitti e ombrosi impianti di douglasia), per la presenza di scorci panoramici e per la bellezza dei due paesi, Serravalle (posizione da presepe, case in sasso e un ponticello medievale da cartolina) e Badia Prataglia, con la sua cripta millenaria.
A nord di Badia Prataglia si estende la Foresta omonima, che si spinge fino al crinale spartiacque per poi scendere senza soluzione di continuità nel versante romagnolo, verso La Lama e il Bidente di Pietrapazza. L’itinerario proposto si sviluppa interamente in habitat forestale, soprattutto fra magnifiche faggete a fustaia, solenni per il portamento colonnare. Il percorso, pur con dislivello notevole, è facile, svolgendosi su larghi stradelli e sul sentiero di crinale, qui molto placido.
Il Delta del Po a piedi, in bicicletta ed in barca
Un territorio fatto di terra e acqua in continua evoluzione,
i 5 rami del Po come le dita di una mano
che entrano in mare
Dal 20 al 22 settembre 2024
Il delta del Po, l’unico delta in Italia, è la più grande riserva nazionale di biodiversità e zone umide. Un paesaggio in evoluzione che avanza ogni anno di circa 60 metri caratterizzato dalla varietà e ricchezza di ambienti. Rami fluviali e paludi di acqua dolce e salmastra, sacche marine, boschi e pinete, dune e spiagge naturali, hanno fatto sì che il delta del Po diventasse Patrimonio culturale dell’umanità e che vi fosse istituito un Parco Regionale a cavallo di due regioni, Emilia Romagna e Veneto, nel 1988.
I paesaggi sono tanti e riconoscibili andando dall’interno verso il mare. Il paesaggio agricolo, solcato da innumerevoli canali e dai vari rami del Po, segnato da distese di mais, barbabietole, erba medica e soia. E poi quello antico, marginale, vallivo –lagunare, ossia il prezioso ambiente umido, economicamente rinvigorito dalle attività di miticoltura e acquacoltura. E’ un mosaico intricato di valli, lagune, sacche, bordure sabbiose. Le strade di argine sembrano finire in mare aperto e spesso i canali sono più in alto della pianura circostante, dove si scorgono ancora i casoni dai tetti spioventi di vegetali di palude in cui i vallesani abitavano da ottobre a Natale.
Il Parco sembra un vero e proprio paradiso in cui acqua e terra creano un sistema idroviario unico in Europa per estensione e fascino naturale. Comunque si affronti un itinerario in questa zona sospesa e trasparente, molte sono le suggestioni legate ai giochi luminosi che la natura offre sull’acqua del fiume, ai fitti intrichi della vegetazione nelle golene, al movimento improvviso degli uccelli e degli insetti. E non mancheranno suggestioni artistiche e architettoniche che ricordano una storia millenaria
Ogni giorno ci sarà da camminare e da pedalare, o da godersi le acque stando sulle barche, facendo visite di centri storici e monumenti e musei e gustando le prelibatezze locali.
Dormiremo a Comacchio, la piccola Venezia, chiamata così per i tanti ponti e canali che la attraversano, e sarà stupefacente fare anche la conoscenza di questa cittadina.
Punti di forza del viaggio:
Comacchio la piccola Venezia
L’abbazia di Pomposa
Sacca degli Scardovari
Il bosco e il castello della Mesola
In barca nelle valli di Comacchio e lungo il Po di Maistra
Pedalare nell’ambiente suggestivo delle Valli di Comacchio e del Delta
per il progamma completo questo il link:
La Lunigiana terra di cascate, borghi di pietra e boschi lussureggianti
31 agosto-1 settembre 2024
Aldilà delle Alpi Apuane si estende la Lunigiana, una terra verde, ricca di tradizioni e storia, il cui nome deriva dalla Luna. Attraversata dai percorsi medievali della Via Francigena testimonia, ancora oggi, i segni dell’antica e intensa civiltà.
La Lunigiana è straordinariamente ricca di piccoli borghi solitari e dimenticati; la pietra ricavata dai fianchi delle montagne, riveste ogni edificio assieme al legno di castagno. Gli scalpellini locali sono abili maestri nella lavorazione di stipiti, finestre, stemmi, portali e figure grottesche. Le architetture delle case sembrano ferme da generazioni e modificate quel tanto che basta alle nuove esigenze. Una curiosità della Lunigiana sono i cosiddetti Faccion, volti umani scolpiti ad altorilievo nella pietra, di fatture rustiche e arcaiche, dai lineamenti deformati e dalle espressioni enigmatiche, se ne trovano ovunque, negli spigoli, negli archi di volta dei portali, sulle finestre, sui cornicioni, sulle chiese e servono a scacciare gli influssi maligni.
La Lunigiana, visto anche il periodo in cui facciamo questa proposta di trekking è imprescindibile dalle sue acque e dai boschi: cascate ovunque, corsi d’acqua che non sembrano patire la sete, emozionanti gole, bozzi, marmitte e cavità scavate dalla forza di questo elemento in cui potremo godere della frescura e della suggestione che l’acqua sa provocare
I percorsi sono volutamente facili e lunghi il gusto per consentirci di fare anche qualche tuffo nelle acque fresche dei corsi d’acqua. La cascata di Pracchiola lascia a bocca aperta tanto quanto alcun dei borghi che visiteremo come Pracchiola, Bagnone, Treschietto, Vico.
22 giugno: Escursione al Piscio di Pracchiola e alla cascata delle Colombaia 6 km e 235m di dislivello e Cascata dell’Acquetta circa 3 km e 80 m dislivello; tempo permettendo con un breve percorso possiamo raggiungere anche i Bozzi di Vico Valle, una serie di vasche, sia grandi che piccole, create dallo scorrimento delle acque del fiume; c’è spazio per stendere il proprio telo sotto l’ombra degli alberi e le vasche diventano piccole jacuzzi. Nel torrente si trovano i ruderi di un antico mulino abbandonato.
Il piscio di Pracchiola si trova nei pressi dell’omonimo borgo, nell’alto corso del fiume Magra a 700 metri d’altezza, in Valdantena. In questa parte, il fiume ha un regime torrentizio, prima di rallentare il suo corso dopo Pontremoli. La cascata è di una trentina di metri di altezza, molto suggestiva, cade giù da una parete rocciosa che circonda tutta la zona e si tuffa in una pozza d'acqua cristallina dove è possibile fare il bagno.
Pracchiola, tra castagneti bellissimi dal sapore antico, interrotti da case in sasso, piccoli campi e pascoli. Pur essendo località ormai poco abitate, la natura mantiene l'ordine impostato da secoli da chi viveva in queste zone. Basta guardarsi intorno per vedere ancora castagneti ben tenuti o pascoli ancora in ordine.... magari con l'erba alta e abbandonati ma dove la natura selvaggia non ha ancora preso il sopravvento. Sono ancora presenti e quasi intatti i terrazzamenti, i muretti a secco e quelli di contenimento. La gente viveva di pastorizia, agricoltura e di qualche scambio di merci con i paesi e le città vicine e l’’antica strada detta "lombarda garantiva un certo traffico di persone e merci”
L'alveo del torrente Acquetta è scavato nell'arenaria macigno e sono moltissime le pozze e i salti d'acqua lungo tutto il percorso, la cascata è facilmente accessibile dal basso con una bella spiaggetta.
Il Borgo di Bagnone è un borgo medievale sulle pendici collinari preappenniniche Tosco-Emiliane. È caratterizzato dalle cascatelle che
scorrono sulla parte destra del paese, formatesi nella roccia dallo scorrere del Torrente Bagnone.
La parte più antica del paese sorge sulla parte sinistra del Torrente Bagnone, dal quale poi prese il nome. La torre circolare posta in questa zona del borgo serviva per il controllo della
viabilità della vallata ed era posto in collegamento con le altre torri simili: Malgrate, Groppoli e Mulazzo. Il castello si trova sulla collina più alta ed è ben visibile appena entrati nel
paese. È dominato da un imponente torrione cilindrico in pietra. La torre rimane l’unica struttura superstite del castello, oggi del tutto scomparso e in parte inglobato in edifici minori della
villa dei conti Ruschi-Noceti.
Il torrente Bagnone nasce dal monte Sillara a 1861 metri ed è ricco d'acqua, con diverse centrali idroelettriche lungo il suo corso. Numerosi sono i punti dove poter fare il bagno come il bozzo dell’Anguillara e i bozzi di Treschietto
1 settembre: Cascata di Farfarà da Cervara e i Facion nella Valle del Verde 14,8 km 383m dislivello + cascata e pozze di Corlaga circa 3 km e 40m di dislivello
Il percorso è davvero rilassante e rigenerante, si sviluppa quasi totalmente su sterrato, completamente immerso in boschi di castagno e faggete, tra ruderi ed edifici tipicamente montani legati alle attività del bosco. E’ una zona straordinariamente verdeggiante. La Valle del Verde si trova nella parte settentrionale del territorio comunale di Pontremoli e prende il suo nome dal torrente omonimo. Storicamente importante, per il passaggio della Via del Brattello e del Borgallo, le numerosissime maestà ed edicole sacre, i ponti medievali, la valle è caratterizzata da una natura rigogliosa, con i bellissimi paesaggi creati dal torrente come per esempio nelle cascate nei pressi di Guinadi e Cervara e quella di Farfarà sopra il Lago Verde. Cervara, con la chiesa di San Giorgio, è famosa per i faciòn, sculture apotropaiche tipiche di tutte la Lunigiana e della valle in particolare. Da Cervara è possibile arrivare tra caratteristici alpeggi fino al Lago Verde e la cascata di Farfarà, alta 40 m, è una delle più belle della Lunigiana; visibile dall’alto e dal basso con una breve risalita del fiume, fattibile in base alla stagione.
A conclusione del percorso ci sposteremo verso la Cascata e le pozze di Corlaga che si trovano lungo il Torrente Bagnone, poco a monte dell’immissione del Redivalle. La cascata alta una decina di metri è tuttavia molto suggestiva e dà origine una bellissima ed ampia pozza di un intenso colore verde smeraldo. Scendendo per qualche decina di metri lungo il torrente si trovano altre piccole ma deliziose pozze. (3 km circa andata e ritorno); in alternativa potremo visitare il castello di Lusuolo dimora dei Malaspina e che attualmente ospita il museo dell’emigrazione della gente di Toscana (visita guidata a pagamento)
Note al trekking:
Ci muoveremo con le auto e i percorsi da fare a piedi sono uno o due nella giornata e sempre o lungo corsi d’acqua o dentro i boschi. Si visitano anche borghi. Alcune cose riportate sono indicative, da spostare da un giorno all’altro o da decidere al momento in base alle tempistiche di svolgimento della giornata. Escursioni medio facili.
Quota di partecipazione 190 €
La quota comprende: sistemazione 1 notte in camera doppia,
colazione e cena con bevande incluse, il servizio di guida ambientale escursionistica; assicurazione medico bagaglio.
La quota non comprende: viaggio per il punto di inizio trekking e per la propria destinazione di rientro, pranzi, bevande, ingressi e tutto quanto non espressamente indicato in “la quota comprende”.
Data chiusura iscrizioni: 29/07/2024
La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 60 euro alla conferma.
Saldo entro il giorno: 05/08/2024
N. minimo partecipanti 8 - N. massimo partecipanti 15
supplemento singola: 25 euro
In caso di mancato raggiungimento del numero minimo, la quota versata verrà restituita. Importante comunicare per iscritto, alla prenotazione, le proprie particolari esigenze alimentari
(intolleranze, ecc.), o condizioni personali da tenere presenti.
Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 10 € con copertura COVID
Prenotazioni: MORGANTI VIAGGI tel 349 7703003 - mail morgantiviaggi@gmail.com
Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO tel 3492303093 - mail: mariaodiliaconsiglio@yahoo.it
Organizzazione tecnica: MORGANTI VIAGGI RCA: Polizza Allianz n° 11112273 – fondo garanzia: polizza TUA Assicurazioni n° 40321512000931
In viaggio tra la Sacra di San Michele e il Forte di Fenestrelle
in collaborazione con Riccardo e Franca
11-14 luglio 2024
Sarà un viaggio costruito per vedere due simboli del Piemonte e le vallate che li ospitano. Sarà un viaggio di scoperta ed anche di improvvisazione, è possibile che faremo percorsi diversi da quelli indicati, sempre nei dintorni, c’è l’imbarazzo della scelta. Per coloro che non conoscono Riccardo e Franca, sarà un’occasione per farlo
La Sacra di San Michele evoca bellezza, fascino e mistero. Quel mistero che la avvolge fin dalla sua costruzione, avvenuta tra il 983 e il 987 d.C. Un’imponente abbazia che, sfidando i principi della fisica, domina la cima del Monte Pirchiriano, all’imbocco della Valle di Susa.
Un luogo meraviglioso e denso di spiritualità, custodito in origine dai monaci benedettini e che dal 1837 è affidato ai padri Rosminiani. La storia, il valore spirituale e il paesaggio che la circonda hanno ispirato lo scrittore Umberto Eco per il best-seller “Il nome della Rosa” e rendono la Sacra una meta di richiamo per visitatori da tutta Europa.
Il Forte di Fenestrelle fece il suo ingresso sul palcoscenico della Storia nell’autunno del 1727, quando l’ingegner Ignazio Bertola, su richiesta del re Vittorio Amedeo II, presentò il progetto di un’opera che aveva del fantastico: una grande muraglia, costellata da più opere fortificatorie, posta a sbarramento della valle del Chisone contro le invasioni straniere.
La sua architettura ha dell’incredibile: si sviluppa sul crinale della montagna per una lunghezza di oltre 3 chilometri, con una superficie complessiva è di 1.350.000 metri quadrati e un dislivello tra il primo e l’ultimo corpo di fabbrica di circa 600 metri. Osservandolo nel suo insieme ci si trova di fronte ad un’opera fuori da ogni canone, se riferito alle precedenti tecniche di difesa fortificatoria, per le sue gigantesche dimensioni e l’articolazione dei suoi fabbricati.
Poco alla volta nasceva quella che diventerà la più grande fortezza alpina d’Europa.
Abbiamo scelto questo periodo per poter partecipare al “racconto delle Antiche Mura” il 13 luglio: una suggestiva rievocazione in notturna per raccontare la storia e i segreti dal 1728 ai giorni nostri della più grande fortificazione alpina d’Europa, simbolo della Città Metropolitana di Torino.
Programma giorno per giorno
Giovedì 11 luglio: Il sentiero dei principi da Mortera alla Sagra di San Michele 12 km e 550m di dislivello
Il nome del sentiero deriva da un fatto accaduto il 25 ottobre del 1836. Si narra che per volere di Carlo Alberto, ventisette salme di nobili Savoia furono portate dal duomo di Torino alla Sacra di San Michele attraverso questo sentiero. Le salme vennero poi tumulate nei sotterranei della Sacra stessa. Da lì in poi divenne la Strada dei principi, anche detto in “piemontese” Strà dij Prinsi. Durante il percorso, si raggiunge un punto molto panoramico, da dove poter ammirare i laghi di Avigliana e la Sacra di San Michele che si raggiungerà in circa 2 ore di cammino.
Partenza da Cecina e arrivo a Mortera per l’ora di pranzo.
Escursione e poi spostamento a Mentoulles, sistemazione nelle camere, cena e pernottamento.
Venerdì 12 luglio:
Parco Naturale dell’Orsiera Rocciavrè, Pracatinat, Rifugio Selleries, Lago Chardonnet 16,8 km e 600m dislivello
Il Lago Ciardonnet è un lago alpino situato a 2558 m, nel cuore del Parco Orsiera Rocciavrè, in una conca magnifica ai piedi del Monte Orsiera e poco distante dal Rifugio Alpino Selleries. Sempre partendo dal rifugio possiamo raggiungere altri due laghi il Manica incastonato tra pascoli e una grande pietraia ai piedi del Torrione Centrale del Monte Cristalliera.m il Laus ai piedi dell’imponente Monte Cristalliera.
Sabato 13
luglio:
Anello per la testa dell’Assietta, l percorso militare più alto d’Europa 16km e 800m dislivello + e -
L’anello per la Testa dell’Assietta è un itinerario indimenticabile che consente di raggiungere i luoghi teatro della storica battaglia dell’Assietta combattuta e vinta dall’esercito sabaudo contro i francesi il 19 luglio del 1747.
L’escursione parte dalla frazione di Grand Puy, posta sopra Pragelato a 1.831 mt. di altitudine. Da subito, percorrendo un’agevole strada sterrata che arriva ad Alpe Rocce e poi proseguendo su bel sentiero, si ha una visuale superba sulla parte medio-alta della Val Chisone. Il percorso si snoda successivamente su bei pascoli prativi per toccare Casa Assietta e infine Testa dell’Assietta (2.566 m s.l.m.) dove è collocato un obelisco inaugurato nel 1882 a ricordo della famosa battaglia. Da qui il panorama spazia su tutto l’arco alpino a 360 gradi con Rocciamelone da una parte e Albergian dall’altra in primo piano. L’itinerario prosegue a ritroso lungo l’altrettanto famosa strada dell’Assietta, il percorso militare più alto d’Europa, per alcuni chilometri in falsopiano fino ad incontrare il Colle Lauson. Dal colle inizia la discesa che riporterà al punto di partenza, a chiusura del bellissimo anello, dopo aver costeggiato il lago Lauson e attraversato un bel bosco di conifere. In serata assisteremo all’evento spettacolo il racconto delle antiche mura presso il forte di Fenestrelle
Domenica 14
luglio:
Dal lago di Laux a Usseaux 12,5 km e 516m dislivello
In Alta Val Chisone, a poco più di 1400 metri d’altitudine sorge il piccolo borgo di Usseaux, un piccolo gioiello veramente!
Talmente bello, da essere stato annoverato tra i borghi più belli d’Italia. Meno di 200 abitanti vivono nelle casette di pietra e legno che compongono il paesino a sua volta suddiviso in 5 borgate: Usseaux, Balboutet, Laux, Pourrieres e Fraisse.
Ogni borgata ha una caratteristica che lo contraddistingue: Usseaux è il paese del pane e dei forni, ma soprattutto dei murales; I muri delle case, le piazze ed ogni angolo sono dipinti con immagini perlopiù tratte da favole. Una vera e propria opera d’arte a cielo aperto, da ammirare e scoprire passo dopo passo, angolino dopo angolino. Poco distante, la piccola borgata di Laux ci regalerà un paesaggio da cartolina con il piccolo laghetto naturale con acque color smeraldo sul quale si affaccia un vecchio casolare, il tutto incorniciato dai verdeggianti pendii delle Alpi.
Dettagli e costi
La soluzione che abbiamo pensato è la seguente:
i partecipanti potranno scegliere autonomamente dove dormire, noi abbiamo individuato una struttura che per 60 euro al giorno offre mezza pensione in camera doppia; 180 euro a persona per le 3 notti.
Potete prenotare autonomamente o rivolgervi all’agenzia Morganti
In ogni caso la prenotazione e il versamento della caparra all’hotel va fatto entro e non oltre il 14 giugno
La quota guida verrà pagata direttamente a me e sarà di € 120 a persona per 4 giorni di accompagnamento entro il 14 giugno.
Per info e prenotazioni : Maria Consiglio 3492303093mariaodiliaconsiglio@yahoo.it
Morganti Viaggi: tel 3497703003 morgantiviaggi@gmail.com
La Lunigiana terra di cascate, borghi di pietra
e boschi lussureggianti
22 e 23 giugno 2024
Aldilà delle Alpi Apuane si estende la Lunigiana, una terra verde, ricca di tradizioni e storia, il cui nome deriva dalla Luna. Attraversata dai percorsi medievali della Via Francigena testimonia, ancora oggi, i segni dell’antica e intensa civiltà.
La Lunigiana è straordinariamente ricca di piccoli borghi solitari e dimenticati; la pietra ricavata dai fianchi delle montagne, riveste ogni edificio assieme al legno di castagno. Gli scalpellini locali sono abili maestri nella lavorazione di stipiti, finestre, stemmi, portali e figure grottesche. Le architetture delle case sembrano ferme da generazioni e modificate quel tanto che basta alle nuove esigenze. Una curiosità della Lunigiana sono i cosiddetti Faccion, volti umani scolpiti ad altorilievo nella pietra, di fatture rustiche e arcaiche, dai lineamenti deformati e dalle espressioni enigmatiche, se ne trovano ovunque, negli spigoli, negli archi di volta dei portali, sulle finestre, sui cornicioni, sulle chiese e servono a scacciare gli influssi maligni.
La Lunigiana, visto anche il periodo in cui facciamo questa proposta di trekking è imprescindibile dalle sue acque e dai boschi: cascate ovunque, corsi d’acqua che non sembrano patire la sete, emozionanti gole, bozzi, marmitte e cavità scavate dalla forza di questo elemento in cui potremo godere della frescura e della suggestione che l’acqua sa provocare
I percorsi sono volutamente facili e lunghi il gusto per consentirci di fare anche qualche tuffo nelle acque fresche dei corsi d’acqua. La cascata di Pracchiola lascia a bocca aperta tanto quanto alcun dei borghi che visiteremo come Mulazzo, Montereggio, Bagnone.
22 giugno: Escursione al Piscio di Pracchiola e alla cascata delle Colombaia 6 km e 235m di dislivello;
Cascata di Farfarà da Cervara e i Facion nella Valle del Verde 12,5 km 383m dislivello
Il piscio di Pracchiola si trova nei pressi dell’omonimo borgo, nell’alto corso del fiume Magra a 700 metri d’altezza, in Valdantena. In questa parte, il fiume ha un regime torrentizio, prima di rallentare il suo corso dopo Pontremoli. La cascata è di una trentina di metri di altezza, molto suggestiva, cade giù da una parete rocciosa che circonda tutta la zona e si tuffa in una pozza d'acqua cristallina dove è possibile fare il bagno.
Pracchiola, tra castagneti bellissimi dal sapore antico, interrotti da case in sasso, piccoli campi e pascoli. Pur essendo località ormai poco abitate, la natura mantiene l'ordine impostato da secoli da chi viveva in queste zone. Basta guardarsi intorno per vedere ancora castagneti ben tenuti o pascoli ancora in ordine.... magari con l'erba alta e abbandonati ma dove la natura selvaggia non ha ancora preso il sopravvento. Sono ancora presenti e quasi intatti i terrazzamenti, i muretti a secco e quelli di contenimento. La gente viveva di pastorizia, agricoltura e di qualche scambio di merci con i paesi e le città vicine e l’’antica strada detta "lombarda garantiva un certo traffico di persone e merci
La Valle del Verde si trova nella parte settentrionale del territorio comunale di Pontremoli e prende il suo nome dal torrente omonimo. Storicamente importante, per il passaggio della Via del Brattello e del Borgallo, le numerosissime maestà ed edicole sacre, i ponti medievali, la valle è caratterizzata da una natura rigogliosa, con i bellissimi paesaggi creati dal torrente come per esempio nelle cascate nei pressi di Guinadi e Cervara e quella di Farfarà sopra il Lago Verde. Cervara, con la chiesa di San Giorgio, è famosa per i faciòn, sculture apotropaiche tipiche di tutte la Lunigiana e della valle in particolare. Da Cervara è possibile arrivare tra caratteristici alpeggi fino al Lago Verde e la cascata di Farfarà.
23 giugno Percorso tra Mulazzo la cascata della Parana e Montereggio il borgo dei librai circa 15 km dislivello 500m; Bagnone, il castello e il torrente
Da Mulazzo, in particolare da Montereggio e Parana, due frazioni del comune, a metà Ottocento numerose famiglie partivano con gerle cariche di libri da vendere su bancarelle come ambulanti al centro e nord Italia prima e all'estero poi. Montereggio è l'unico paese italiano presente nel circuito internazionale delle Book Town e sede a fine agosto della festa del Libro di Montereggio. Un po' incuriosita da queste peculiari vicende faremo una visita a questi borghi con un percorso che attraversa un territorio
Mulazzo
sorge ben
visibile e caratteristico su un colle alla destra del fiume, ebbe una certa importanza in epoca medievale essendo centro del feudo dei Malaspina. Il centro storico ben tenuto e ordinato, dominato
dal grigio della pietra arenaria possiede antiche porte di accesso, palazzi di pregevole fattura e di una bella piazza da cui si gode una bella vista della valle del fiume Magra, qui si alza la
statua di Dante ha soggiornato a Mulazzo; rimane la torre a pianta esagonale, unica reminescenza del castello
Le suggestive Cascate di Parana è un luogo incantevole fatto di pozze d'acqua limpida e fresca.
Montereggio è l’unico “paese dei libri” di tutta Italia, è stato il solo in Italia a meritare l’inclusione nella lista delle Book Town di tutto il mondo; da Montereggio partivano numerosi librai ambulanti verso la pianura Padana e anche l’estero già dal Rinascimento. Sistemando i carretti nelle vie e nelle piazze delle città che non avevano ancora un commercio librario particolarmente sviluppato, i librai di Montereggio portavano con le loro bancarelle la lettura in tutti gli angoli del Paese. La loro intraprendente e pionirestica avventura di librai-ambulanti vive ancora oggi grazie all'importantissimo Premio Bancarella, nato qui nel 1952 e ancor oggi basato sugli esclusivi giudizi di librai e bancarellari.
Esso sorge su un
colle nell’alta valle del torrente Mangiola, lungo il tracciato di un’antica via medievale che univa il Passo dei Casoni, la Val di Vara e quella del Magra;l’abitato si distende lungo l’asse
viario in modo lineare, con una porta che distingue la parte meridionale del borgo, forse di più antica origine, riposizionata al contrario, con il bugnato verso l’interno. All’inizio del paese
sorge un palazzo malaspiniano che costituisce un innesto
sul primitivo castello, del quale restano due torri cilindriche inglobate nell’edificio.
Il Borgo di Bagnone è un borgo medievale sulle pendici collinari preappenniniche Tosco-Emiliane. È caratterizzato dalle cascatelle che scorrono sulla parte destra del paese, formatesi
nella roccia dallo scorrere del Torrente Bagnone.
La parte più antica del paese sorge sulla parte sinistra del Torrente Bagnone, dal quale poi prese il nome. La torre circolare posta in questa zona del borgo serviva per il controllo della
viabilità della vallata ed era posto in collegamento con le altre torri simili: Malgrate, Groppoli e Mulazzo. Il castello si trova sulla collina più alta ed è ben visibile appena entrati nel
paese. È dominato da un imponente torrione cilindrico in pietra. La torre rimane l’unica struttura superstite del castello, oggi del tutto scomparso e in parte inglobato in edifici minori della
villa dei conti Ruschi-Noceti.
Il torrente Bagnone nasce dal monte Sillara a 1861 metri ed è ricco d'acqua, con diverse centrali idroelettriche lungo il suo corso. Numerosi sono i punti dove poter fare il bagno come il bozzo dell’Anguillara e i bozzi di Treschietto
Note al trekking:
Ci muoveremo con le auto e i percorsi da fare a piedi sono uno o due nella giornata e sempre o lungo corsi d’acqua o dentro i boschi. Si visitano anche borghi. Alcune cose riportate sono indicative, da spostare da un giorno all’altro o da decidere al momento in base alle tempistiche di svolgimento della giornata come la visita ad alcune delle cascate numerose che si ritrovano nel territorio. Escursioni medio facili.
Quota di partecipazione 175 €
La quota comprende: sistemazione 1 notte in camera doppie, colazione e cena, il servizio di guida ambientale escursionistica; assicurazione medico bagaglio.
La quota non comprende: viaggio per il punto di inizio trekking e per la propria destinazione di rientro, pranzi, bevande, ingressi e tutto quanto non espressamente indicato in “la quota comprende”.
Data chiusura iscrizioni e saldo: 10/06/2024
La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 60 € alla conferma.
N. minimo partecipanti 8 - N. massimo partecipanti 15
In caso di mancato raggiungimento del numero minimo, la quota versata verrà restituita. Importante comunicare per iscritto, alla prenotazione, le proprie particolari esigenze alimentari
(intolleranze, ecc.), o condizioni personali da tenere presenti.
Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 10 € con copertura COVID
Prenotazioni: MORGANTI VIAGGI tel 349 7703003 - mail morgantiviaggi@gmail.com
Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO tel 3492303093 - mail: mariaodiliaconsiglio@yahoo.it
Organizzazione tecnica: MORGANTI VIAGGI RCA: Polizza Allianz n° 11112273 – fondo garanzia: polizza TUA Assicurazioni n° 40321512000931
Montagne di Calabria: Il Pollino, la Sila
e i fossili viventi
Non è solo mare questa terra misteriosa, imprevedibile, affascinante, contrastante e selvaggia
Dall’11 al 17 luglio 2024
Come posso raccontarvi questa terra e farvi venire voglia di visitarla a luglio quando fa caldissimo e buona parte delle persone identifica la Calabria come una terra arida e desolata, dal bellissimo mare in cui rifugiarsi per sfuggire alla calura estiva?
Parto con le parole di un giornalista, fotografo naturalista calabrese che più di tutte mi hanno coinvolta, quelle di Francesco Bevilacqua che a proposito della Calabria in uno dei suoi tanti libri su questa terra “Montagne di Calabria” così scrive di lei… Eccola la Calabria verace, bella e quasi sconosciuta , modellata a piene mani da madre natura con larga generosità di colori, odori, sapori, di montagne verdi ed intriganti con un eccezionale patrimonio di biodiversità che intreccia specie alpine e mediterranee e che ben 3 parchi nazionali proteggono. Le montagne della Calabria sono luminose perché vicinissime al mare, non c’è scenario dalle sue cime che non abbia il mare come sfondo, sono in continuità con esso. Sono monti intrisi di una cultura e di una storia quasi scomparsa che, dove affiora o viene ritrovata, è in grado di suscitare forti emozioni.
Quando si arriva in Calabria si entra subito in contatto con l’aspetto montuoso di questa terra: rilievi imponenti alti oltre 2000m nella zona calcarea dolomitica del Pollino con una bellezza quasi architettonica, mirabilmente composta; rilievi più arrotondati di natura granitica e cristallina nella Sila, le Serre e la Catena Costiera, con un aspetto più bucolico e silvestre.
Due sono i peculiari abitanti di questi monti, i fossili viventi del titolo: il pino loricato sul Pollino, albero dall’aspetto robusto che si è adattato a vivere in ambienti di alta quota in condizioni estreme sviluppando un portamento tormentato, affascinante, spesso scultoreo e monumentale che rimane tale anche negli esemplari morti resistenti alla decomposizione per le particolari resine che possiede; il pino laricio nella Sila, il simbolo della flora calabrese, presente sullo Stemma della Regione Calabria, esso raggiunge nella riserva di Fallistro i 45 metri di altezza con esemplari di 350 anni.
Già questi due monumenti naturali potrebbero essere una motivazione sufficiente per invogliarci a visitare questa regione ma, posso continuare…
La Calabria è stata raccontata come meta esotica dai tanti viaggiatori del grand tour che ne sono rimasti incantati tra il Settecento e i primi del Novecento; sordi agli avvertimenti di chi li metteva in guardia contro il brigantaggio e le strade inesistenti e
gli alloggi disagevoli, intrapresero questi avventurosi viaggi rimanendo folgorati dai paesaggi montani dai tratti sublimi così simili a quelli delle Alpi
E quando dagli anni ‘80 la Calabria ha cominciato ad essere percorsa da moderni viaggiatori, questi si sono trovati davanti cose inimmaginabili come: canyon, cascate fragorose, boschi fitti e immensi, ampie vallate prative, pinete ed abetine nordiche, altopiani sconfinati e maestose timpe di roccia.
Insomma, un viaggiatore che arriva in Calabria da sempre ne resta disorientato, non si riesce a definirla. La si trova diversa, non solo dalle
altre regioni italiane, ma da qualsiasi parte del mondo, essa muta bruscamente ad ogni curva nel paesaggio, nel clima, nella composizione etnica degli abitanti. È certo la più strana tra le
nostre regioni. (Guido Piovene)
Pronti quindi a sopportare le strade contorte di questa regione che scendono e risalgono dal mare? A compiere un gran numero di andirivieni come se si
seguisse il capriccioso tracciato di un labirinto (Piovene)? Se siete viaggiatori che hanno “fede nel Sud” come scrive Predrag Matvejevic “allora venite al sud per compiere il viaggio
della vostra vita”.
CAMMINO DEL SALENTO
La Via del mare
Dal 29 maggio al 2 giugno
Si costeggia il Mar Adriatico per 115 Km, tra natura e scogliere a picco sul mare;
quasi tutto il percorso segue la linea della costa e alcuni tratti sono addirittura sulla sabbia delle spiagge salentine.
Il dislivello delle tappe è praticamente nullo,tratti di asfalto, sentieri e tratturi tra le rocce e i muretti a secco, saràun’incantevole scoperta di questo territorio.
Questo lembo d’Italia che si protende nelle acque del Mediterraneo è conosciuto in tutto il mondo, ed è amatissimo per lo straordinario connubio tra natura e mare cristallino a cui aggiungere monumenti e borghi attraversati, tutto dipinto da accesi toni mediterranei.
Grotte, torri costiere, spiagge, riserve naturali, pinete di pino d’Aleppo,mare cristallino, scogliere, piscine naturali, piccoli e grand centri attraversati come Lecce, Otranto, San Foca, Santa Cesarea Terme, Marina Serra e Santa Maria di Leuca
Il percorso è stato ideato da due donne Federica Miglietta e Mariarita Scarpino che hanno realizzato uno dei più interessanti cammini italiani, il primo ad essere stato ideato e messo in pratica da donne under 30.
Programma di viaggio
28 maggio: Ci sono varie modalità di viaggio per raggiungere Lecce, noi abbiamo evidenziato quella in aereoda Pisa e quindi un ritrovo a Lecce alle 15.00 circa;
Partenza alle 13.45 da Pisa Aeroporto, arrivo a Brindisi e trasferimento a Lecce dove visiteremo la città. Cena e pernottamentoa Lecce.
29 maggio LECCE – SAN FOCA 24 km, 38 metri dislivello+ 6 h
E’ Porta Napoli a Lecce il punto iniziale del Cammino del Salento, un arco di trionfo che segna l’entrata nel centro storico della città, dove si potrà ammirare il Palazzo dei Celestini e la Basilica di Santa Croce, piazza Sant’Oronzo e l’Anfiteatro romano. Da Piazza Sant’Oronzo si prosegue verso il Castello e la Fontana dell’Armonia, usciamo da Lecce e raggiungiamo il piccolo borgo di Merine e la sua caratteristica piazza. Tramite strade vicinali di campagna si raggiunge il borgo di Acaya, bellissimo esempio di città fortificata. Camminiamo nella riserva naturale delle Cesine e arrivati alla spiaggia, si prosegue lungo la costafino a raggiungere Torre Specchia Ruggeri. Si prosegue per gli ultimi km sul sentiero costiero, fino ad arrivare al lungomare di San Foca.Notte a Santa Foca, cena e pernottamento
30 maggio SAN FOCA – OTRANTO 24 km dislivello 87m 5,5 h
Si prosegue da San Foca sulla pista ciclabile, fino ad arrivare a una piccola spiaggia. La attraversiamo, per poi proseguire su un sentiero retrodunale, arrivando a Roca. Ammirata la torre sull’isoletta, entriamo all’interno del Parco Archeologico di Roca Vecchia e Grotta della Poesia; tramite un sentiero si arriva a Torre dell’Orso all’interno dell’area naturale pineta costiera di Torre dell’Orso. Si segue il sentiero per le due sorelle, due meravigliosi faraglioni, resi celebri anche da una antica leggenda; sempre camminando lungo costa si arriva ai faraglioni di Torre Sant’Andrea, un’opera d’arte della natura e oltre, alla piccola baia con lo scoglio Tafaluro, conosciuto come “la sfinge”. Si passa dai laghi Alimini e alla baia dei Turchi. Seguendo una strada vicinale si arriva trionfalmente ad Otranto, una perla del Salento. La cattedrale col famoso mosaico pavimentale, il castello Aragonese, la porta Alfonsina sono solo alcuni dei monumenti con cui “ci faremo gli occhi”.
31 maggio: OTRANTO - SANTA CESAREA TERME 22,5 km, dislivello 350m, 6,5 h
Tramite un trekking costiero mozzafiato si raggiunge la torre del Serpe, masseria Orte, il laghetto ex cava di bauxite, il faro Palascìa (punto più a est dell’Italia), torre Sant’Emiliano, fino a Porto Badisco, il primo approdo di Enea, descritto nell’Eneide di Virgilio: l’eroe vi avrebbe fatto scalo nel suo viaggio in Italia dopo la fuga da Troia. Dalla sabbia, sul lato sinistro, si nota un singolare fenomeno: affiora acqua dolce che si trasforma in un piccolo rigagnolo lungo pochi metri prima di finire in mare. È una sorgente, uno degli ultimi rami del fiume sotterraneo in cui convogliano le acque della Valle dei Cervi. Il mare di Porto Badisco è ricchissimo di gustosi ricci marini ed altre prelibatezze che si possono assaggiare nel bar del borgo oppure nei vicini ristoranti. Tramite sentieri e la via Appia Calabro Salentina, passando per la Masseria Grande, si arriva infine a Santa Cesarea
Terme dove si può ammirare la Chiesa Madre del Sacro Cuore, le scritte in ebraico sulla facciata della Porta d’Oriente, Palazzo Sticchi.
1 giugno: SANTA CESAREA TERME - MARINA SERRA 22,9 km dislivello + 250m,6 h
Proseguendo lungo il Cammino del Salento si arriva alla baia di Porto Miggiano tra rocce e acqua cristallina.Si visita Castro e poi da Punta Correnti inizia un tratto di 2 km su scogliera. Si arriva così alla cala dell’Acquaviva, una insenatura con sorgenti di acqua fredda, ai piedi della serra di Marittima. Si prosegue tramite il sentiero natura belvedere, il sentiero serra del mito, passando la torre del sasso e le sette pajare e arrivando a Tricase porto.Si raggiunge infine Marina Serra tramite la litoranea, famosa per la sua favolosa piscinanaturale.
2 giugno: MARINA SERRA - SANTA MARIA DI LEUCA (tappa ridotta) 13 km dislivello+ 50m, 4 h
Faremo un breve trasferimento in bus e partiremo da Marina di Novaglie, con le sue torri costiere e grotte accessibili dal mare. Tramite il Sentiero delle Cipolliane, dove sono presenti le famose grotte, sulla linea di confine tra la terra e il mare, lungo un paesaggio mozzafiato a picco sul mare si arriva all’insenatura del Ciolo. Ad unire le due sponde più alte delle rocce, c’è un grande ponte (Ponte Ciolo), a 40 metri dal livello del mare. Dal Ciolo si raggiunge Gagliano del Capo tramite un percorso disseminato di grotte e falesie. Proseguendo su strade vicinali si raggiunge l’Erma Antica, dove si può effettuare il rito delle pietre degli antichi pellegrini. Camminando ancora ci troveremo ai piedi della cascata monumentale di Santa Maria di Leuca: 284 gradini ci separano dal Santuario de FinibusTerrae, meta finale del Cammino del Salento.
Quota di partecipazione: 615 euro
La quota comprende: sistemazione 4 notti in camera doppia con servizi privati; colazioni, cene con bevande incluse, trasporto bagagli per 5 tappe, transfer con bus/treno in arrivo e transfer con bus privato in partenza dalla Puglia, guida ambientale escursionistica dalla mattina del 29/05 al rientro il 2/06, assicurazione medico/bagaglio.
La quota non comprende: Viaggio per la Puglia, prima notte a Lecce, i pranzi, ingressi, e tutto quanto non espressamente indicato in “la quota comprende”.
Camera singola: supplemento 70 euro
Data chiusura iscrizioni: 20/04/2024
La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 150 euro alla conferma.
Saldo entro il 06/05/2024
N. minimo partecipanti 8 - N. massimo partecipanti 15
In caso di mancato raggiungimento del numero minimo, la quota versata verrà restituita.
Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 30 €
L’isola d’Elba da Rio Marina al golfo di Lacona
Circum-camminando
Dal 17 al 19 maggio 2024
L’Elba, narra la leggenda, è una delle sette perle scivolate in mare dalla collana di Afrodite mentre nasceva emergendo dalle onde. Una perla colorata, cangiante e di grande valore naturalistico e ambientale, riconosciuta con l’istituzione, nel 1996, del Parco Nazionale.
Le ampie vedute che si colgono dalle creste battute dal vento sono sempre regali straordinari; muovendosi lungo strade e sentieri che si inerpicano per i colli profumati di macchia mediterranea tra i terrazzamenti è possibile raggiungere santuari, eremi, piccoli borghi, fortezze e miniere.
Le vigne, gli ulivi, gli orti, le cave di granito sono un mosaico di antichi saperi da scovare e che vi lasceranno il desiderio di tornare.
Nella parte di Elba che scopriremo, a colpirci sarà in particolare la ricchezza dei minerali che dipinge le rocce e le sabbie. L’approdo nel placido borgo di Rio Marina, dove si ritrovano le radici minerarie degli uomini che hanno scavato nel cuore dell’isola, ci farà entrare subito in un mondo coloratissimo.
Capoliveri è uno dei borghi più belli dell’isola, la porta per accedere al promontorio del Calamita, il quale deve il suo nome ad una concentrazione di ferro talmente alta da far deviare gli aghi delle bussole. Qui avremo modo di fermarci su alcune delle sue bellissime spiagge incorniciate da resti di archeologia industriale.
Il Golfo Stella e di Lacona offriranno l’ultimo giorno panorami mozzafiato.
Durata: 3 giorni / 2 notti (3 giorni di cammino)
Cosa vedremo:
Rio Marina, le miniere e il laghetto rosso delle Conche, Ortano, lago di Terra Nera, Porto Azzurro, Capoliveri, Promontorio del Calamita e miniere, golfo di Lacona e Capo Stella
PROGRAMMA
17 maggio: parco Minerario di Rio Marina, Laghetto delle Conche, promontorio di Ortano, laghetto di Terra Nera e Porto Azzurro
Percorso all’interno del parco Minerario per vedere il laghetto rosso delle Conche (7km,200m+e240m-)
Rio Marina – Porto Azzurro Cala Barbarossa (11 km – dislivello +360/-350mt.)
Ho diviso in due il percorso perché volendo si può scegliere di non fare il primo anello verso il lago delle Conche e fare solo l’itinerario verso Porto Azzurro con partenza da Rio Marina
Appuntamento a Piombino. Traghetto per Rio Marina alle 8.20, arrivo alle 9.05
Il primo itinerario ripercorrendo le strade un tempo
utilizzate per il trasporto del minerale estratto consente di visitare i principali cantieri della miniera di Rio Marina, la più antica e sfruttata dell’isola d’Elba. La miniera inizia subito a ridosso delle case del paese e si estende a Nord sino
al Monte Giove.
Il Monte di Rio si presenta con un intenso colore rosso dovuto alle polveri di minerale di ferro
provenienti dalle escavazioni. Tra i minerali più abbondanti delle miniere di Rio Marina ci sono l’Ematite e la Pirite. Un’area di enorme pregio paesaggistico e culturale: luoghi dove la natura e l’opera
dell’uomo, hanno creato scenari tanto ricchi di qualità storiche quanto di caratteri
geo-ambientali.
Ritornati a Rio Marina imboccheremo il sentiero che sprigiona profumo di lavandula e che ci consente di avere
una vista dall’alto delle varie calette del promontorio di Ortano; scenderemo nella spiaggia omonima, per poi risalire raggiungendo Capo d’Arco; troveremo una grande abbondanza e
varietà di orchidee fino alla spiaggia di Terra Nera. Arrivando dall’alto è possibile cogliere l’inaspettata bellezza verde smeraldo del laghetto minerario di Terra Nera, separato
dal blu del mare da una lingua di sabbia nera di ematite e in cui si riflettono argini striati e coloratissimi. Qui avremo modo di ammirare le diversissime rocce e minerali che attraggono
appassionati e studiosi da tutto il mondo prima di proseguire lungo le spiagge di Reale e Barbarossa e arrivare con un sentiero panoramico che aggira il tratto di costa rocciosa su
cui incombe il carcere di Forte Longone nel centro di Porto Azzurro Sistemazione in hotel, cena in ristorante convenzionato e pernottamento.
18 maggio: Capoliveri – promontorio del Calamita (17 km – dislivello +500/-470 mt.)
Dopo colazione con bus di linea raggiungeremo Capoliveri uno dei borghi più belli e vivaci dell’isola, la porta per accedere al promontorio del Calamita che deve il suo nome all’alta concentrazione di ferro che fa deviare gli aghi delle bussole. Qui avremo modo di fermarci in alcune delle sue bellissime spiagge incorniciate da resti di archeologia industriale e di visitare le miniere chiuse negli anni ‘80 facendo un viaggio nelle gallerie del Ginevro.
Ad attenderci in questo periodo dell’anno un’esplosione di colori, con una predominanza del giallo delle ginestre e viste mozzafiato su gran parte dell’isola, Montecristo, Pianosa e sulle vicine spiagge dell’Innamorata, del Morcone, di Preti, e le isole Gemini.
Dalle miniere del Calamita, raggiungeremo la spiaggia nei pressi della miniera del Vallone, un percorso panoramicissimo ed interessante anche da un punto di vista minerario, tra i resti del cantiere chiuso dal 1981 che conserva le tracce del passato più recente attraverso i macchinari che oggi ci ricordano la storia e la vita di questa parte dell’isola.
Seguendo in parte la strada principale del promontorio ritorneremo a Capoliveri.
Note: La miniera del Ginevro (visita facoltativa) è l'unica miniera in profondità
dell'isola famosa per l'estrazione della magnetite. E’ possibile percorrere le vecchie gallerie sotterranee e le strade degli antichi minatori. (visita in miniera circa 900 mt, e visita officine,
tempo totale circa 2 ore e mezzo/ 3ore ma ci sono anche visite più brevi)
Rientro in bus da Capoliveri a Porto Azzurro, cena e pernottamento in hotel.
19 maggio: 2 percorsi tra panorami mozzafiato
Golfo di Lacona e Capo Stella 8,5 km e 235 m di dislivello + e –
Anello di Segagnana e Monte Fonza 8 km e 350 m di dislivello + e -
Con bus di linea raggiungeremo il golfo di Lacona da dove partono entrambe le escursioni, molto panoramiche sul golfo di Lacona, Marina di Campo e Golfo Stella. La vegetazione è in prevalenza bassa e le specie principali sono la ginestra spinosa, il cisto marino, la lavanda, il rosmarino che si adattano bene a queste condizioni.
Da Monte Capo Stella a quota 154 m possiamo godere scorci panoramici suggestivi della costa del Golfo Stella con le sue incantevoli baie e le sue spiagge da quella di Margidore a quella del Lido e la costa occidentale del Calamita con Capoliveri e le isole Gemini. La penisola è interessante oltre che dal punto di vista paesaggistico anche da quello geologico per la presenza di rocce ofiolitiche. Tra le specie non originarie, quelle più evidenti sono alcuni alberi di Eucalipto.
Spostamento con bus privato a Portoferraio dove lasceremo l’isola.
Il rientro in traghetto può avvenire in orari diversi a seconda delle esigenze di ognuno. Partenze ogni mezz’ora.
Caratteristiche tecniche
Terreno: sentieri e strade sterrate, brevi tratti di asfalto. È consigliabile avere già una minima esperienza di trekking o avere svolto un piccolo allenamento.
Numero di partecipanti: minimo 8
Trasporto dei bagagli: Si
Quota di partecipazione 350 euro
La quota comprende: sistemazione 2 notti a Porto Azzurro in hotel *** in camera doppia con servizi privati; 2 colazioni, 2 cene, trasferimenti e trasporto bagagli con bus privato in arrivo e in partenza dall’isola, biglietti bus come da programma; guida ambientale escursionistica dalla mattina del primo giorno al pomeriggio dell’ultimo giorno; assicurazione medico/bagaglio.
La quota non comprende: traghetto da e per l’Elba (circa 35 euro a persona a/r), i pranzi, bevande, ingressi, e tutto quanto non espressamente indicato in “la quota comprende”.
Camera singola: supplemento 60 euro
Data chiusura iscrizioni: 15/04/2024
La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 100 euro alla conferma.
Saldo entro il giorno 29/04/2024
N. minimo partecipanti 8 - N. massimo partecipanti 15
caso di mancato raggiungimento del numero minimo, la quota versata verrà restituita.
Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 20 €
Come arrivare : E’ possibile arrivare a Piombino sia in treno che in auto. Parcheggi a pagamenti nei pressi del porto
Importante comunicare per iscritto, alla prenotazione, le proprie particolari esigenze alimentari (intolleranze, ecc.), o condizioni personali da tenere presenti.
Prenotazioni: MORGANTI VIAGGI tel 3497703003 - mail morgantiviaggi@gmail.com
Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO tel 3492303093 - mailmariaodiliaconsiglio@yahoo.it
Organizzazione tecnica: MORGANTI VIAGGI
RCA: Polizza Allianz n° 11112273 - fondo garanzia: Vacanze Garantite certificato n° 2023121667AT
Il Matanna e le giunchiglie del Monte Croce
11-12 maggio 2024
Due bellissimi giorni a contatto con la natura selvaggia delle Alpi Apuane; partiremo dal piccolo paese di Pomezzana, situato a pochi km da Stazzema per un percorso ad anello che ci impegnerà per due giorni. Ad accoglierci i bellissimi boschi di castagno e faggio che ci condurranno, regalandoci qualche scorcio panoramico sulla Versilia, fra i pascoli meridionali del Monte Matanna dove cavalli allo stato brado corrono e si nutrono; con il Monte Prana in vista, la nostra prima meta sarà la vetta del Matanna (1318mt s.l.m.) con vista mozzafiato; da quassù il mare della Versilia, le isole, la Liguria, molte vette delle Apuane Meridionali, l’Appennino e i Monti Pisani saranno i protagonisti del panorama. La vera fatica della giornata sarà la discesa al Rifugio Alto Matanna per il pernottamento.
Il giorno seguente di buon mattino partiremo alla volta del Monte Croce (1314mt s.l.m.) dove ammireremo la famosa fioritura di giunchiglie; il Narcissus poeticus è un fiore tipico delle nostre montagne (Alpi Apuane e Appennino) e, a maggio in particolare riveste di bianco l’intera vetta del monte; tutto sarà superlativo e la distesa delle giunchiglie, a migliaia, ci lascerà senza fiato. Se ne consiglia la visione almeno una volta nella vita! Dopo aver lasciato il Monte Croce, prima dell'arrivo dei numerosi visitatori della domenica, scenderemo attraverso la Foce delle Porchette verso il Rifugio Forte dei Marmi passando sotto il Monte Procinto e il Monte Nona, altre due bellissime vette delle Alpi Apuane. Concluderemo il percorso attraversando ancora i boschi del primo giorno fino a Pomezzana.
Il programma:
11 maggio. Ritrovo a Pomezzana (LU) ore 10.00 per l’inizio del trekking. Per le indicazioni di Google
Maps–> Clicca qui. La vetta de Monte Matanna e arrivo al Rifugio Alto Matanna.
Lunghezza: 9km
Dislivello: +700mt/-250mt
Difficoltà: E (intermedia)
Arrivo al Rifugio Alto Matanna per le 16/16.30 circa; sistemazione, cena e pernottamento.
12 maggio. Sveglia e colazione in Rifugio e partenza per il secondo giorno di trekking. Il Monte
Croce, le giunchiglie e il rientro a Pomezzana.
Lunghezza: 14km
Dislivello: +500mt/-935mt
Difficoltà: E (intermedio)
Per questa giornata per pranzo arriveremo al Rifugio Forte dei Marmi, chi non vuole comprarsi il pranzo al sacco la mattina può pranzare al Rifugio: è necessario comunicarlo a noi guide per poter
prenotare un tavolo.
Fine escursione nel pomeriggio intorno alle 16.30; saluti e rientro a casa.
Cosa portare: scarpe da trekking (obbligatorie), abbigliamento “a cipolla”, mantella impermeabile, coprizaino,
borraccia per l’acqua, pranzo al sacco del primo giorno (il secondo giorno è possibile acquistarlo al Rifugio Alto Matanna), bastoncini da trekking per chi è abituato ad usarli, copricapo per il
sole, crema solare.
Lo zaino: consigliamo zaino da 40/50L che dovrà contenere anche un cambio, il sacco a pelo, spazzolino, dentifricio, un asciugamano.
Il Rifugio Alto Matanna: rifugio completamente immerso nella natura tra il Monte Matanna, il Nona, il Croce e il Monte Prana più a sud.
Ottima cucina, camere multiple (4-6 letti), bagno in comune.
Al Rifugio Forte dei Marmi è possibile fare il pranzo del secondo giorno
Costi
Per la prenotazione è richiesta una caparra di €35 da versare all’iscrizione tramite bonifico;
Saldo entro il 2
maggio.
Fornire i
seguenti dati: nome, cognome, codice fiscale e indirizzo di residenza.
Numero massimo di partecipanti 20.
La partenza è garantita con un minimo di 10 partecipanti.
Per questa due giorni non sono validi i buoni escursione!!
Informazioni e prenotazioni:
info@passidinatura.it
mariaodiliaconsiglio@yahoo.it
Francesco 338 9392043 (anche WhatsApp)
Maria 349 2303093 (anche WhatsApp)
Il sentiero del viandante
Un cammino sulle sponde del lago di Como da Lecco a Colico
25-28 aprile 2024
Il Sentiero del Viandante è un’antica via di comunicazione che si dipana sulla sponda orientale del lago di Como tra Lecco e la Valtellina che passa per borghi meravigliosi di mezza costa in un paesaggio naturale indimenticabile; su questa felice sponda, più che altrove si cammina per contemplare i luoghi di manzoniana memoria. E’ un sentiero per tutti, un balcone panoramico sul lago che sorprende di continuo per le singolarità geologiche e botaniche, gli edifici religiosi e storici, i luoghi dell’immaginario popolare, i ritagli di campi, casali, vigne e oliveti che compongono un quadro celebrato da sempre da scrittori e viaggiatori.
La mulattiera più volte interrotta, isolata, ridotta di importanza, non è mai scomparsa del tutto e si è mantenuta memoria fino a quando una ventina di anni fa lo storico Pietro Pensa, l’azienda di promozione turistica del Lecchese e la comunità montana del Lario orientale non l’hanno riportata in vita ed è divenuta un sorprendente itinerario di “qualità” recentemente certificato dal Touring Club e percorso da migliaia di escursionisti ogni anno.
Il percorso completo va da Lecco a San Martino in Val Masino ma la parte del lago che si conclude a Colico è lunga circa 45 km ed è questa che percorreremo in 3 tappe. Si attraversano tra i comuni più iconici del lago come Abbadia Lariana, Mandello del Lario, Lierna, Varenna, Perledo, Bellano, Dervio, alla scoperta di torri medievali, antichi setifici, castelli; si attraversano torrenti che scorrono all’ombra di antichi mulini, si ammirano panorami ampi che spaziano dalla punta di Bellagio a Menaggio e fino alle montagne che fanno da confine con la Svizzera.
Lungo tutto il sentiero del Viandante avremo come compagno di viaggio il Lario che nell’etimo della lingua etrusca pare significasse “principe”. Il lago di Como è uno di quei luoghi celebrati e ammirati da sempre e il geografo tedesco Johan George Kohl ha scritto: “il lago di Como non deve mancare in Paradiso, essendo impossibile che al mondo esista un lago che lo avanzi in bellezze naturali”. Estasi romantica ed evocazioni continue di scrittori, poeti e pittori che sono servite a far conoscere il lago in tutto il mondo e noi andremo a ricercare al ritmo dei nostri passi quell’armonia che deriva dalla combinazione della natura e dell’attività dell’uomo che ha plasmato questo paesaggio i cui particolari si sono sovrapposti nel tempo ma mai cancellati o disturbati vicendevolmente fino all’arrivo dei tempi attuali quando il nastro di asfalto lungo il lago ha interrotto la delicatezza e la proporzione di questo paesaggio col quale dialoga malamente e lo noteremo…
Le nostre tappe del sentiero del Viandante
1a Tappa: da Lecco a Lierna
2a Tappa: da Lierna a Dervio.
3a Tappa: da Dervio a Colico.
Caratteristiche tecniche del percorso:
Percorso adatto a tutti lungo sentieri, mulattiere selciate o gradonate, qualche tratto di strada asfaltata.
La lunghezza totale del percorso è di 45 km e il dislivello complessivo di 1400m.
Non ci sono difficoltà di sorta se non qualche tratto dove bisogna prestare un po' più di attenzione in alcuni passaggi e altri per il dislivello da affrontare concentrato in brevi tratti; per il resto è un itinerario a mezza costa che si abbassa in corrispondenza di alcune conche vallive o dei centri abitati per poi riguadagnarla. Tra un centro abitato e l’altro non c’è mai più di un’ora di cammino e questo ci consentirà di approvvigionarci facilmente sia di cibo che di acqua.
Come arrivare:
Il punto di partenza può essere raggiunto in treno con la linea Milano Sondrio Tirano.
Riporto di seguito alcune ipotesi di viaggio, grassetto quella che preferirei attuare facendo riferimento alla provenienza più frequente dei partecipanti ai miei tour:
Andata
In auto da Cecina 4 ore e 10’
In treno da Cecina partendo alle 6.53 arrivo a Lecco alle 12.59 con due cambi a Firenze e a Milano
In auto fino a Pisa e poi da Pisa treno alle 6.29 arrivo a Lecco alle 10.59 2 cambi
Da Firenze SMN alle 7.55 e arrivo a Lecco alle 10.59
Per il ritorno non ci sono treni che consentano di arrivare a Cecina in serata il 28 aprile però, è possibile arrivare comodamente a Firenze partendo alle 16.15 e arrivando alle 20.04, oppure sempre partendo da Colico alle 16.15 si arriva a Pisa alle 22.17; organizzandosi si può sfruttare questa opzione lasciando un’auto a Pisa. Altrimenti chi vuole può partire con calma il giorno dopo.
Per motivi di logistica e comodità di alcuni spostamenti in loco, io andrò in auto e chi vuole, può venire con me
Nell’ambito del progetto delle Vie del Viandante è stato realizzato un “Passaporto del Viandante”, che dà diritto ad agevolazioni, indicate sul sito ufficiale e che noi ci procureremo prima di lasciare Lecco.
25 aprile: Lecco e dintorni
Arriveremo a Lecco a fine mattinata o in giornata secondo l’orario che troverete più comodo
Lecco è una città caratterizzata da una minuta edilizia borghese ottocentesca derivante dalla sua storia legata al ferro, all’industria, alla meccanica inserita in un contesto naturale unico fatto di acqua e di roccia.
Tra i monumenti e i musei principali della città visiteremo il campanile della basilica di San Nicolò eretto su un torrione del Cinquecento, facente parte delle mura del borgo fortificato di Lecco in epoca medievale.
Il ponte Azzone Visconti che ha più di 700 anni e che mettete in collegamento le due sponde dell’Adda e che ci consente di raggiungere Pescarenico, Il borgo di pescatori descritto nei Promessi Sposi merita davvero di essere scoperto camminando nei suoi vicoli per il suo fascino intramontabile la piazza XX settembre ha un aspetto caratteristico con palazzetti e portici mercantili e su un angolo la torre viscontea dello scomparso castello. Il lungolago e tempo permettendo potremmo percorrere il Sentiero per la cappelletta di San Martino per vedere Lecco dall’alto. Cena e pernottamento a Lecco.
26 aprile: Prima tappa del Sentiero del Viandante Lecco-Lierna
17,5 km, 490 m+ e 470m- dislivello e 5 ore e mezzo di cammino
L’itinerario parte da Lecco, attraversa la città e arriva ai piedi delle incombenti pareti dei Pizzetti da dove ha inizio il percorso del viandante che in questo tratto attraversa una costiera alta e dirupata, aspra e sassosa, l’unica del percorso in continui saliscendi con scorci incantevoli sul lago e sui pinnacoli, ciclopici massi nel bosco. Arrivati ad Abbadia Lariana potremo visitare il museo setificio
Monti che rievoca la storia industriale del lago; essa offre scorci incantevoli sul lago e viste sui pinnacoli, ciclopici massi nel bosco.
Sul percorso diversi borghi e chiese: Borbino con le case tutte arroccate le une alle altre, la chiesa di San Giorgio a Mandello che contiene un tesoro inimmaginabile di affreschi del XV secolo, a Maggiana troviamo la Torre del Barbarossa al cui interno sui 5 piani è allestito un museo del territorio, in cima una bella terrazza panoramica; Rongio con la chiesa di San Giacomo e nella piazzetta quella di Sant’Antonio di Padova. Proseguiamo attraversando il letto del fiume Meria, che proprio in questo punto scava un suggestivo passaggio sotto la roccia. Risaliamo fino alla frazione di Sonvico e poi di Olcio da dove si gode di una notevole vista sul lago. Prima di raggiungere la stazione di Lierna visiteremo questo bel centro che si protende nel lago con gli edifici che creano una serie di vicoli in cui si respira un’atmosfera d’altri tempi. Sulla spiaggia del lago si trovano anche gli attrezzi per la pesca dell’Agone.
Rientro in treno a Lecco, cena e pernottamento
27 aprile: seconda tappa da Lierna a Varenna a Dervio
22, 2 km 1010m di dislivello, circa 8 ore di cammino
Per la parte del percorso iniziale da Lierna a Varenna esistono due varianti, io ho scelto quella bassa un po' meno impegnativa per il dislivello. Dal castello di Lierna saliremo a Ronco con una scalinata e proseguiremo su sentiero fino a Coria, ci inoltreremo nell’impervia Valle Vacchera da dove gli alpigiani facevano rotolare a lago i tronchi tagliati lungo dei canaloni; quindi proseguiremo in costa fino ad arrivare alle sorgenti del Fiumelatte il brevissimo corso d’acqua di soli 250m citato da Leonardo; da qui con una ripida mulattiera arriveremo a Varenna romantico centro turistico che ha mantenuto il suo aspetto originale di borgo lacustre e che nel XIX secolo ha visto il proliferare di magnifiche ville con giardini per l’invidiabile posizione ed il clima. Risaliremo al borgo di Vezio, attraverseremo il fiume Esino ed il mulino del Crott; passeremo da Rogolo, Tondello Perledo , aggireremo dall’alto Gittana e proseguiremo verso Fabbrica; in questa zona si trovano i resti dell’impianto termale e della funicolare che dal lago portava a Regoledo. Da qui il sentiero scende verso Bellano chiamato anche il paese degli artisti, di cui il figlio più recente è Andrea Vitali. Il centro storico di Bellano è isolato nella parte nord tra il torrente Pioverna e la montagna ed è tutto un insieme armonico di passaggi voltati, case e cortili; era nel medioevo dimora di villeggiatura del vescovo di Milano e da questo ne derivarono una splendida parrocchiale e tanto prestigio. Nell’800 vi nacque un cotonificio con oltre 1000 operai. Oggi resta un reperto industriale che possiamo vedere dal sentiero. A Bellano visiteremo anche il pittoresco orrido formato dal fiume Pioverne al quale sono legate numerose leggende. Lasciata Bellano raggiungeremo Oro e Dervio con notevoli monumenti da visitare. Cena e pernottamento a Dervio
28 aprile: Terza Tappa da Dervio a Colico e Abbazia di Piona
13, 7 km, 530m+ e 540m- di dislivello 4 ore di cammino
Ripartiamo dalla Stazione di Dervio e ci dirigiamo in alto verso il castello; lasciate le ultime case proseguiamo sul sentiero nel bosco fino allo splendido borgo sul lago di Corenno Plinio, con un magnifico castello recinto; ci soffermeremo a guardare le tre arche funerarie della famiglia Andreani di notevole fattura fuori dalla parrocchiale; il borgo successivo che viteremo è Mandonico, piccolo nucleo caratteristico di case in pietra che commuove per il silenzio e la bellezza. Non ci abita più nessuno dagli inizi del ‘900. Rientriamo nel bosco, con un andamento pianeggiante superiamo un crotto e alcune altre baite, poi le pendenze iniziano a farsi leggermente più ripide fino ad arrivare alla chiesa di San Rocco collocata in una splendida posizione panoramica. Ci riaddentriamo nel bosco ed arriviamo a Perdonasco, Sparese e Posallo dove il Sentiero del Viandante si sovrappone per l’ultimo tratto alla Dorsale Orobica Lecchese. Colico è la nostra meta finale, connette la provincia di Lecco e la Valtellina, ma anche la costa est con la costa ovest del lago ed è il punto in cui il fiume Adda entra nel Lago di Como. Per la sua posizione Colico ha subito numerose dominazioni ed è diventata un’area perfetta per il controllo del territorio; possiede diverse fortificazioni: Il Forte Montecchio Nord, una struttura che si può considerare moderna, venne completato alla fine del 1914 e rappresenta la più tecnologica istallazione italiana della Prima Guerra Mondiale e Il Forte di Fuentes sorge sul Montecchio Est, nel Pian di Spagna. Fu costruito tra il 1601 e il 1605.
Abbazia di Piona Posta su una penisola che si allunga sulle calme acque del Lago di Como, l’Abbazia di Piona offre una delle più belle viste panoramiche sull’Alto Lago di Como. Essa ha un fascino misterioso e passeggiando tra le mura e gli orti, ancora coltivati dai monaci che vivono in questo luogo meraviglioso, si può ammirare un panorama mozzafiato, respirando un’atmosfera di calma e pace, ideale per placare le anime inquiete.
Recupero dei bagagli e rientro in treno a Lecco.
Quota di partecipazione: 460 €
La quota comprende: sistemazione 3 notti in camera doppia o tripla in residence a Dervio, 3 colazioni, 2 cene, biglietti treno per 3 giorni, il servizio di guida ambientale escursionistica per 4 giorni; assicurazione medico bagaglio.
La quota non comprende: viaggio di andata e ritorno per Lecco, pranzi, ingressi e tutto quanto non espressamente indicato in “la quota comprende”.
Data chiusura iscrizioni: 29/02//2024
La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 150 € alla conferma.
Saldo entro il giorno: 31/03/2024
N. minimo partecipanti 8 - N. massimo partecipanti 15
supplemento singola: da quantificare secondo disponibilità
In caso di mancato raggiungimento del numero minimo, la quota versata verrà restituita.
Importante comunicare per iscritto, alla prenotazione, le proprie particolari esigenze alimentari
(intolleranze, ecc.), o condizioni personali da tenere presenti.
Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 25 € con copertura COVID
Prenotazioni: MORGANTI VIAGGI tel 349 7703003 - mail morgantiviaggi@gmail.com
Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO tel 3492303093 - mail: mariaodiliaconsiglio@yahoo.it
Organizzazione tecnica: MORGANTI VIAGGI
RCA: Polizza Allianz n° 11112273 – fondo garanzia: polizza TUA Assicurazioni n° 40321512000931
La Costiera Amalfitana
Il paradiso in terra
27-30 marzo 2024
Fortunati gli abitanti di Amalfi a cui un’iscrizione su una delle antiche porte ricorda ogni giorno di vivere in un “paradiso in terra, tanto che […] nel momento in cui moriranno e andranno in paradiso, per loro non cambierà nulla”a firma del narratore toscano Renato Fucini.
Una considerazione del genere promette già bene e quasi incute soggezione ed allora, per non farsi scoraggiare dagli aspetti meno piacevoli della costiera amalfitana, come guidare e muoversi lungo la sua famosa statale, noi scopriremo il più possibile a piedi e con i mezzi pubblici e lasceremo questi luoghi con l’animo di chi vorrà sicuramente tornarci.
Non potremo mancare di percorrere Il Sentiero degli Dei partendo da Positano; il percorso stranoto che stupisce per i suoi paesaggi e gli affacci a sbalzo sulla Costiera Amalfitana, dove la dorsale dei monti Lattari scivola nell’azzurro del mare verso l’isola di Capri.
Partendo dall’entroterra, percorrendo le colline a picco sul mare, seguendo stradine tracciate da contadini e commercianti scopriremo la costiera più autentica fatta di gente che ancora lavora e si muove faticando con i muli, dove le capre pascolano beatamente tra orti e limoneti
Ad Amalfi ci tufferemo nel centro abitato fatto di piccole case, contorte stradine, ville e chiese dagli stupendi mosaici che conserva ancora il suo aspetto medievale e l’influenza bizantina e araba. E poi a Minori, Maiori, Positano, Ravello ne scopriremo di tutti i colori, sempre arrivando con percorsi magnifici come la via delle Ferriere che, dall’alto dei Monti Lattari, arriva ad Amalfi, o percorrendo la Via dei Limoni tra Maiori, Minori e Ravello.
Illustri i visitatori di queste terre che ne hanno fatto materia prima per le loro composizioni letterarie, per i loro dipinti, per i canti e le hanno usate come set cinematografico; terra di naviganti ed inventori, di creatori e personaggi che hanno stupito il mondo, e davvero possiamo trovare questa terra cantata, decantata, dipinta in mille modi diversi.
La Costiera cercheremo di viverla più che visitarla, assaporando i profumi, i sapori, gli ambienti, il caldo del sole, vivendo un’esperienza con i nostri piedi che, speriamo sia davvero unica.
Non esiste nulla di facile in costiera, servono gambe allenate, la fatica di percorrere gradini e sentieri che non sono mai in pari è una condizione imprescindibile per questo trekking, quindi, se volete godervela, cominciate a fare salite e discese, insomma allenatevi immagazzinando non solo chilometri ma “dislivello”. Sono consentite fughe perché si possono intercettare i mezzi pubblici.
Dormiremo ad Agerola, una splendida terrazza sulla Costiera.
Dove andremo:
Monti Lattari
Agerola
Positano
Amalfi
Maiori e Minori
Ravello
il sentiero degli Dei
il sentiero dei Limoni
Il sentiero delle Ferriere
27 marzo: arrivo ad Agerola e trekking pomeridiano sui Monti Lattari (lunghezza e durata in relazione all’orario di arrivo)
6 km, difficoltà media, 470 m di dislivello + e -
Piacevole “scalata” al Massiccio dei Tre Calli che sormonta la valle Ovest di Agerola; viene così denominato l’insieme dei tre cimali che danno vita ad un’evidente dorsale con tre calli che si susseguono in linea. Il percorso richiede una buona dose di lavoro in salita, ma ripagato certamente dall’incantevole vista che si apprezza raggiunta la quota di 1100 metri; attraverso la caratteristica macchia mediterranea si raggiunge l’altopiano di Capo Muro simboleggiato dal suo “Fungo di Roccia”, piacevole luogo di sosta per ammirare la bellezza del Golfo di Positano da un lato, e l’intera cittadina di Agerola dall’altro.
28 marzo: Il sentiero degli Dei da Agerola a Positano e la grotta dello smeraldo
10 km, difficoltà media, 800 m di dislivello- e 140 m + negativo
Il nostro obiettivo di oggi è percorrere il sentiero degli Dei che Calvino così ha descritto: “quella strada sospesa sul magico golfo delle “Sirene” solcato ancora oggi dalla memoria e dal mito”, ed è proprio con questa frase impressa su una targa in ceramica che inizia il percorso che rappresenta un vanto per l’intera Costiera Amalfitana. Partiremo di buon mattino direttamente dall’hotel e scenderemo dalla sede degli dei sull’antico tracciato dei coloni greci che un tempo era circondato dai templi. Insieme a noi i contadini percorrono quello che non è solo un itinerario turistico, ma la via più breve che collega le frazioni immersa nei profumi della macchia mediterranea. Soprattutto in estate ci sono i muli carichi di frutti e ogni bontà offerta dalla terra fertile. Il panorama è straordinario con le rocce a picco sul mare e la Costiera Amalfitana che si mostra in tutto il suo splendore: i Faraglioni dell’isola di Capri, Punta Penna, il Monte San Costanzo, la catena dei Monti Lattari. Non mancano l’acqua e i punti sosta in cui riposarsi e rifocillarsi lungo il cammino. Per chi avrà voglia di percorrerli (per gli altri c’è il bus di linea) giunti a Nocelle si può continuare lungo la particolare serie di gradini spaccagambe, 1500 pare, fino ad Arienzo e da qui seguendo la statale ancora per 1 km si arriva a Positano. Positano è la città verticale dove le scale sostituiscono le strade. Vista dal mare appare quasi come una conchiglia. Dal verde dei Monti Lattari che la incoronano fino al bianco, al rosa e al giallo delle sue case mediterranee, il grigio argento delle spiagge di ciottoli e, infine, il blu del suo mare. Un luogo seducente come le sirene che secondo il mito vivevano sugli scogli de Li Galli, le piccole isole che si trovano di fronte Positano. Positano è il paese che è risorto, da borgo di pescatori ed emigranti a meta vacanziera di élite, il salto è stato riempito da una strada, quella della costiera che ha messo in collegamento Salerno e Napoli, togliendo il paese dall’ isolamento. Da ogni punto del paese si può ammirare la cupola in maiolica multicolore della Collegiata di Santa Maria Assunta che al suo interno custodisce l'icona della Madonna Nera di ispirazione bizantina e risalente al XVIII sec. Non lontano da Positano c’è l'Oasi del Vallone Porto, un luogo da fiaba ricco di cascate, animali e piante rare che non ha nulla da invidiare a quelli oltreoceano.
30 marzo: Amalfi, il sentiero delle Ferriere e Scala
12km e 600m di dislivello + e -
Un affascinante percorso è quello della valle delle Ferriere attraversata dal torrente Canneto dove veniva lavorato il ferro. Sembra incredibile che qui crescano felci, la Woodwardia radicans, esempio di pianta del periodo pre-glaciale ci sta benissimo proprio perché c’è tanta acqua e frescura. Piccole rapide e cascate custodiscono quella che dal 1972 è una riserva naturale. Ad Amalfi si può visitare la Valle dei Mulini dove vi sono i resti delle antiche cartiere e dei mulini famosi per la lavorazione della carta.
Il pomeriggio lo dedicheremo a scoprire Amalfi da soli e in compagnia o a fare altre scale per raggiungere altri luoghi ameni.
Amalfi ha preservato il suo fascino di antica Repubblica Marinara: le viette del centro, le casette abbarbicate, le belle fonti e il maestoso Duomo, preceduto da una ripida scala che aggiunge regalità e, sotto l’edificio, una cripta coloratissima dove si trovano le spoglie del santo protettore. Amalfi è sempre entrata in contatto con diverse culture e ne ha tratto vantaggio, per esempio importando le tecniche della lavorazione della carta in Italia e perfezionando la pratica fino a creare un proprio tipo di foglio. Il risultato, particolarmente pregiato e tutt’ora in uso per eventi di eccezionale importanza, è composto da cellulosa ricavata da stracci di cotone e lino bianco, e non dal legno, come in un moderno centro di riciclaggio. Tutto questo potremo approfondirlo nel museo della carta.
29 marzo: Amalfi, Atrani, Ravello e lungo il sentiero dei limoni da Minori e Maiori
11 km, 540 m di dislivello + e -
Raggiungeremo Ravello con il bus di linea e da qui partiremo per il nostro ultimo percorso in costiera non prima di avere visitato uno dei centri più autentici della costiera amalfitana, patrimonio dell’Unesco Perdersi nelle strade, nei meandri di viuzze, nelle botteghe degli artigiani è necessario per poter respirare l’aria di questo luogo che ha da offrire anche la possibilità di visitare (compatibilmente con i tempi) due splendide ville: Villa Rufolo un vero gioiello, eccezionale sotto il profilo architettonico ed estetico, con una bellezza senza tempo che ha stregato chiunque sia passato da queste parti e la Villa Cimbrone attigua alla terrazza sull’Infinito, un terrazzo sospeso a 400 metri che permette di godere di una vista incredibile, sia verso la montagna sia verso il mare. Uno dei migliori belvedere di tutta la Costiera. Continuiamo verso Minori e Maiori seguendo il sentiero dei limoni che passa dal villaggio di Torre. L’antica strada che congiunge Maiori e Minori è stata in passato una delle vie più trafficate della Costiera Amalfitana, soprattutto in funzione della coltivazioni di limoni. Proprio nel borgo di Torre si trova una delle aree di massima diffusione e qualità del limone, già da molti secoli; potremo quindi toccare con mano la tradizione e la storia che il profumo degli agrumi ancora oggi ci racconta, osservando da vicino tutto il duro lavoro che ruota attorno allo sfusato amalfitano. Durante tutto l’anno, e in particolare nei periodi di raccolta tra primavera ed estate, è possibile assistere alle fasi della limonicoltura. Soprattutto nei mesi da giugno ad agosto, non è raro incontrare uomini che trasportano a schiena o a dorso di mulo pesanti casse di limone, le cosiddette “sporte” di quasi 60 kg, e notare le cure che i limonicoltori della Costiera Amalfitana dedicano ai loro preziosi frutti. A fine giornata trasferimento con bus privato a Napoli stazione e rientro a casa
Info generiche sul viaggio
Le tappe del trekking sono di media difficoltà, va considerato che ci sono sempre delle scale da fare e consistenti dislivelli da coprire ogni giorno sia in salita che in discesa. Non dovrebbe fare caldo ma chi può dirlo ormai…sappiamo però di avere tante fontane sul percorso. Per partecipare è necessario avere un medio allenamento, vi chiedo di confrontarvi con me se avete dei dubbi. I percorsi non sono mai lunghi e ci ritaglieremo del tempo per visitare i centri abitati che attraverseremo (aspetto che determinerà un chilometraggio giornaliero superiore a quello riportato)
Cammineremo su tutti i tipi di terreno, prevalentemente sentieri, stradine acciottolate, scale, strade sterrate e di rado su tratti di asfalto ma ci saranno anche quelli a volte.
C’è sempre la possibilità di usare i mezzi pubblici e di abbreviare i percorsi se per qualche ragione si vuole camminare meno del previsto.
I pranzi che faremo al sacco o in altra formula saranno quasi sempre nei centri abitati, non avremo problemi a procurarci il cibo.
Quota
di partecipazione 460 euro
La quota comprende: sistemazione 3 notti in hotel in camera doppia con colazione, 3 cene, servizio di guida ambientale escursionistica per 4 giorni; trasferimento con mezzi privati in costiera
amalfitana a/r , tkt bus pubblici e assicurazione medico bagaglio.
La quota non comprende: treno per e da Napoli; i pranzi, gli ingressi e tutto quanto non espressamente indicato ne “la quota comprende”.
Camera singola non disponibile
Data chiusura iscrizioni: 20/02/2024
La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 160 euro alla conferma.
Saldo entro il giorno 07/03/2024
N. minimo partecipanti 8 - N. massimo partecipanti 12
caso di mancato raggiungimento del numero minimo, la quota versata verrà restituita.
Importante comunicare per iscritto, alla prenotazione, le proprie particolari esigenze alimentari (intolleranze, ecc.), o condizioni personali da tenere presenti.
Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 25 € con copertura COVID
Prenotazioni: MORGANTI VIAGGI tel 3497703003 - mail morgantiviaggi@gmail.com
Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO tel 3492303093- mail mariaodiliaconsiglio@yahoo.it
RCA: Polizza Allianz n° 11112273 - fondo garanzia: Vacanze Garantite certificato n° 2023121667AT
I sentieri della fascia olivata tra Spoleto e Assisi
La bellezza dei borghi e dei paesaggi umbri per un coinvolgimento
estetico ed estatico oltre le aspettative
dal 7 al 10 marzo 2024
La Fascia Olivata Assisi-Spoleto è un patrimonio di storia e arte, di paesaggi e bellezze artistiche che appartiene all’umanità intera. Un territorio pedemontano che abbraccia sei comuni (Spoleto, Campello sul Clitunno, Trevi, Foligno, Spello, Assisi). L’inconfondibile presenza dell’ulivo è il risultato millenario di cultura non di natura spontanea, equilibrio perfetto tra uomo e ambiente ed è questo elemento di equilibrio ed armonia, di integrità, che si percepisce ovunque. I borghi, le case, le chiese, le cappelle, le edicole, i castelli, le abbazie, le fonti, gli acquedotti millenari, gli eremi, qui tutto vive e rivive e suscita stupore come nel borgo di Lizori che lascia attoniti e col sorriso stampato sulla faccia.
All’interno del percorso i Sentieri nella Fascia Olivata noi percorreremo vari tratti nelle 4 giornate. Non sarà un percorso itinerante ma faremo base per due notti a Spoleto ed una a Spello e da lì partiremo per i vari percorsi perché, al di là dell’itinerario che collega Assisi con Spoleto, quello che viene subito spontaneo fare è fermarsi ovunque, ad ogni passo, per guardare in ogni direzione. Andremo a scovare delle cose che per me sono risultate più interessanti di altre e quelle escluse lasciano naturalmente spazio ad un altro viaggio in queste zone.
Il trekking nel complesso è facile, fattibile da chiunque abbia già fatto escursioni anche solo giornaliere.
Elementi di rilievo:
SPOLETO, CAMPELLO SUL CLITUNNO, TREVI, SPELLO, ASSISI
Tra i borghi minori Collepino, Lizori, Poreta, Campello alto, Eggi, Bazzano, Santa Maria, Silvignano, Collecchio, eremo delle Carceri, Eremo di San Silvestro, Fonti e tempietto del Clitunno, Santa Maria in Valle, Collecchio, il Terzo paradiso del Pistoletto ad Assisi, a Bovara l’olivo millenario di Sant’Emiliano solo per citarne alcuni
7 MARZO Spoleto – Poreta IL SENTIERO DELLE ROCCHE 16 km, 540m+e 550m- dislivello
Il primo tracciato dei sentieri nella Fascia Olivata è definito “il sentiero delle rocche”, perché ne collega due: una alla partenza, la Rocca di Albornoz, e una all’arrivo, la fortificazione del paese di Poreta, un tempo centro difensivo nevralgico della Valle Spoletana. Ma questa denominazione è incompleta perché in questo tracciato si ritrova di tutto: ville, monumenti, opere d’arte e costruzioni visionarie che hanno dato l’impronta a un paesaggio unico e irripetibile.
Partiremo non dalla rocca Albornoz (a causa del terremoto non è percorribile il ponte delle Torri che collegava col fortilizio dei Mulini) ma dalla stazione della ex ferrovia Spoleto Norcia per poi lasciarla dopo qualche chilometro e raggiungere Eggi, Bazzano, Santa Maria, Silvignano e le loro meraviglie nascoste dal tempo. Il punto più alto del nostro percorso il castello di Poreta posto a 470 metri di
altitudine domina l’intera piana compresa tra Spoleto e Trevi, oggi solo in parte fruibile, da qui si raggiunge la fine del nostro percorso, Poreta.
Rientro con bus di linea a Spoleto. Sistemazione in hotel, cena e pernottamento
8 marzo Poreta Fonti del Clitunno Trevi IL SENTIERO DELL'OLIO 17,6 km 550m+ e 470m-dislivello
Poreta – Trevi è il “sentiero dell’olio” perché il percorso si immerge nelle dolci colline che dal basso della pianura si arrampicano fino alla città di Trevi conosciuta anche come una delle capitali dell’extra vergine di oliva. Oltre ai numerosi frantoi presenti da generazioni sul territorio. Caratteristica del paesaggio di questa giornata sono le torri colombaie. Alcuni di questi edifici risalgono ai primi anni del Trecento quando, nel periodo di lotte intestine fra Guelfi e ghibellini, venivano a rifugiarsi i Guelfi cacciati dalla città di Spoleto. Queste torri, riadattate in abitazioni dopo il XVIII sec., erano adibite all’allevamento dei colombi palombini che producevano un ottimo fertilizzante per la coltivazione degli olivi. Tra ciglioni, lunette e terrazzamenti, svicolando tra i muretti a secco dichiarati patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’Unesco, si arriva fino al piccolo forte medievale di Campello Alto, a 514 metri sul livello del mare. Dal castello, in età medievale vero crocevia di arti, mestieri e nobili conquistatori, si dominano lunghi tratti della valle spoletana e ci si può gettare a capofitto verso la pianura raggiungendo una tra le bellezze decantate da poeti e scrittori: le Fonti del Clitunno che formano un piccolo laghetto dalle acque limpidissime che lasciò a bocca aperta molti artisti e visitatori come George Gordon Lord Byron e Giosuè Carducci. E come se non bastasse su questo itinerario si attraversa anche il borgo di Lizori, non solo borgo antico, ma officina d’arte e di cultura umanistica, abbandonato fino agli anni 70 ha ricominciato a splendere grazie all’artista contemporaneo recentemente scomparso Antonio Meneghetti e alla fondazione a lui dedicata.
A fine percorso arriveremo a Trevi, uno dei borghi più caratteristici dell’Umbria che Montaigne nel 1581, nel suo viaggio da Roma a Loreto descrisse così: “Fatto sta che è una città costruita su un alto monte, e da un lato si stende lungo le pendici fino a mezza costa; è una posizione amenissima, su quella montagna, carica tutt’intorno d’olivi”. Rientro da Trevi con bus di linea, cena e pernottamento
9 marzo Spello Collepino lungo l’acquedotto romano 12 km e 460m di dislivello e visita di Spello
Raggiungeremo Spello con le nostre auto e partiremo per il percorso che si sviluppa nella valle del torrente Chiona in direzione di Collepino. Seguiremo il corso dell’acquedotto romano di 5,6 km che è stato funzionale per la città di Spello fino a tutto l’ 800, tra fonti, abbeveratoi, ponti ed olivi secolari. Collepino è il borgo montano dalle atmosfere incantate da dove raggiungeremo l’Eremo di San Silvestro edificato da San Romualdo nel 1015 con la cripta triastila, dal 1972 c’è la piccola casa delle Sorelle di Maria. Da questo punto cominceremo a scendere verso Spello, camminando tra le sue meravigliose colline. La città di antichissima memoria fondata dagli umbri, fu denominata Hispellum dai romani e dichiarata d a Augusto imperatore “Splendidissima Colonia Julia”; la sua ricchezza di monumenti la rende notissima oltre che incantare per la bellezza dei suoi vicoli e piazze e noi cercheremo di dedicarle tempo per gustarla in tutte le sue peculiarità.
10 marzo SPELLO ASSISI SENTIERO SERAPHICO 17 km 700m+ e - dislivello
“Sentiero Seraphico” perché il percorso collega Spello alla città di Francesco ricalcando per ampi tratti le stesse vie calpestate dal santo. Da Porta Montanara di Spello inizia il nostro percorso che raggiunge la via degli Ulivi verso Assisi costeggiando il Monte Subasio; una stradetta pianeggiante ricca di fonti naturali di acqua servite nei secoli per l’irrigazione e il sostentamento di uomini e animali con appellativi che ricordano usi, tradizioni e leggende.
Nel tratto intermedio, invece, si inizia a salire tra boschi e sentieri fino all’Eremo delle Carceri di Assisi immerso nel cuore di una verde boscaglia di lecci. Da lì si raggiunge il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto. Si tratta di un ‘opera di “land art”, un uliveto unico al mondo con area di 90 x 35 metri. Un disegno a tre cerchi che ricorda il simbolo dell’infinito e costituito da un doppio filare di olivi 160 con al centro un’asta di acciaio a significare l’unione tra il Cielo e acqua che si trova nel sottosuolo. Si trova all’entrata di Bosco di San Francesco, proprio sotto la Basilica Maggiore, e nell’intenzione dell’artista è la fusione tra il paradiso in cui la vita sulla Terra è totalmente regolata dalla natura e un secondo paradiso, creato dall’uomo e basato su bisogni, prodotti, piaceri e comodità artificiali.
Visiteremo Assisi e poi con un mezzo privato raggiungeremo Spello e le nostre auto per rientrare a casa.
Caratteristiche tecniche:
Un trekking facile, con percorsi che hanno un chilometraggio che è sempre sotto i 20 km ed un dislivello giornaliero non superiore ai 700 m dell’ultimo giorno, in genere graduale (vedere le varie tappe)
In buona parte sono strade sterrate, quindi con fondo regolare facilmente percorribile.
Si toccano sempre dei centri abitati e c’è la possibilità di interrompere il trekking in qualsiasi momento grazie alla presenza di una buona rete di servizi di trasporto pubblico, questo per rassicurare chi avesse timoe di non farcela.
Sono 3 itinerari lineari con rientro con mezzi pubblici ed un itinerario ad anello.
Monte Argentario e Isola del Giglio
Dal 10 all’11 febbraio 2024
Il Monte Argentario è un promontorio unito alla costa da due sottili lingue di sabbia, tanto da sembrare ancora l’isola che era originariamente e che col passare del tempo è stata collegata alla terraferma con la formazione dei tomboli della Feniglia e della Giannella. Scopriremo questo affascinante territorio con un percorso che parte dal vecchio porto di Porto San Stefano e arriva a Capo d'Uomo da dove si può godere di una vista mozzafiato sul mare.
Il giorno successivo ci avventureremo nell’isola del Giglio, l’isola dal cuore di granito collocata di fronte al promontorio dell'Argentario che per la sua posizione geografica "strategica" ebbe una storia avventurosa e contesa. Il suo nome deriva dalla latinizzazione del vocabolo greco “aigilion”, capra: isola delle capre, sulla quale prevale la macchia bassa mediterranea caratterizzata dal cisto e da altre essenze profumatissime. Andremo alla scoperta di una parte dell’isola percorrendo sentieri e vecchie. Numerose sono le vigne e della sua storia vinicola passata rimangono i caratteristici palmenti, piccole costruzioni rurali dette capannelli dai gigliesi ed utilizzati per la spremitura dell’uva.
Sabato 10 febbraio: Escursione da Porto Santo Stefano a Capo d’Uomo, tra torri e forti sul promontorio dell’Argentario (19 km e 640m di dislivello)
Ci ritroveremo a Porto Santo Stefano intorno alle 9.15. La Fortezza spagnola del XVII secolo domina la parte alta del paese, ed ai suoi piedi, si snodano numerosi vicoli e scalinate molto suggestive; prenderemo il sentiero che sale a Poggio Spadino e Poggio Vacca e arriva a Capo d'Uomo da dove si può godere di una vista mozzafiato. La falesia di Capo d'Omo alta 358m si immerge nel mare sottostante, una splendida parete verticale ha sulla sommità, l'antica Torre di Capo d'Omo (in rovina) che continua a dominare la costa sud ovest dell'Argentario e che aveva la funzione di raccogliere le segnalazioni emesse dalle torri della costa sud occidentale e di trasmetterle a Porto Santo Stefano. Sulla via del ritorno il sentiero passa la torre dell'Argentiera e termina alla Fortezza Spagnola.
Notte a Porto Santo Stefano, cena e pernottamento.
Domenica 11 febbraio Giglio Castello – Faro delle Vaccarecce – Punta del Fenaio – Scopeto – Campese – Faraglione (11 km e dislivello +/-800 mt)
Imbarco da Porto Santo Stefano per Giglio Porto alle 08.00. Giglio Porto è la frazione più vivace e colorata dell'Isola del Giglio con le case disposte a ghiera davanti al mare. La trasparenza dell'acqua nel porto ci farà subito intuire la qualità del mare che circonda l'isola. L'antica torre di avvistamento, le botteghe colorate lungo la passeggiata, ed i locali con terrazza sul mare creano un’atmosfera calda e accogliente.
Nella salita a Giglio Castello lungo un’affascinate e ben conservata mulattiera, ci godremo la frescura e i panorami prima di conquistare il castello che si trova sulla sommità dell'isola. Il borgo medievale ha una porta d'accesso, mura e torri d'avvistamento. All'interno delle mura l'atmosfera è surreale, le vie strettissime, gli archi, le scalinate e le piazzette, ci faranno fare un salto all'indietro nel tempo. Nella discesa verso Campese passeremo nei pressi del Faro delle Vaccarecce, raggiungeremo l’estremità nord dell’isola al faro del Fenaio e quindi sempre su mulattiere e tratturi scavati nel granito, incrociando conigli selvatici, qualche vigna e antichi palmenti, raggiungeremo Campese, il
borgo marinaio con la spiaggia più estesa dell’isola. Se rimane del tempo prima di prendere il bus per Giglio Porto , non ancora sazi di bellezza seguendo un sentiero bellissimo tra l’azzurro del mare e il verde della macchia mediterranea, arriveremo al Faraglione, un picco roccioso caratteristico.
Rientro con la nave delle 18.00
Caratteristiche tecniche
Quota di partecipazione:
195 euro
la quota comprende: pernottamento in camera doppia, colazione, cena, accompagnamento guida ambientale per le 2 giornate, assicurazione medica.
Il prezzo NON include: il viaggio da e per Isola del Giglio: costo 30 euro, pranzi al sacco e tutto quanto non espressamente indicato in “la quota comprende”
Supplemento singola: 25 euro
Data chiusura iscrizioni: 29/01/2024
La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 60 euro alla conferma.
Saldo entro il giorno 29/01/2024
N. minimo partecipanti 8;
Importante comunicare per iscritto, alla prenotazione, le proprie particolari esigenze alimentari (intolleranze, ecc.), o condizioni personali da tenere presenti.
Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 10 euro con copertura COVID
Prenotazioni: MORGANTI VIAGGI tel
349 7703003 - mail morgantiviaggi@gmail.com
Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO tel 3492303093 - mail: mariaodiliaconsiglio@yahoo.it
Organizzazione tecnica: MORGANTI VIAGGI
RCA: Polizza Allianz n° 11112273 – fondo garanzia: polizza TUA Assicurazioni n° 40321512000931
CAMMINO DEI BORGHI SILENTI
Dal 25 al 28 gennaio 2024
Il Cammino dei Borghi Silenti è un percorso ad ANELLO di circa 90 km che si sviluppa nella parte sud occidentale dell’Umbria, in provincia di Terni, nel cuore dei monti Amerini, una zona intatta dal punto di vista naturalistico e paesaggistico, tra borghi silenziosi, sconosciuti, integri che si stanno lentamente spopolando e che proprio grazie a questo cammino stanno iniziando un percorso di rinascita.
Per la descrizione dell’itinerario ho usato la guida di Marco Fioroni, ideatore del cammino;
Il percorso è suddiviso in 4 giornate ed è rivolto a camminatori mediamente allenati che siano in grado di affrontare una ventina di km al giorno ed un dislivello medio giornaliero di circa 700m. Il percorso si sviluppa quasi interamente su sterrato e sentieri, attraversa tanti borghi medievali ancora intatti e di ognuno di essi ci innamoreremo. Il silenzio che pervade i boschi e i borghi è la caratteristica principale di questo cammino. La quota massima raggiunta è il monte Croce di Serra 996m da cui la vista spazia su gran parte dell’Italia centrale, dalla Tuscia alla Toscana meridionale a occidente, fino all’intera Umbria, ai monti Sibillini, il Gran Sasso e al Terminillo a oriente.
Si può raggiungere la partenza del cammino in auto, treno o bus: Tenaglie. Qui ci procureremo anche la credenziale del Pellegrino. E’ possibile utilizzare anche il servizio di trasporto bagagli che l’associazione Amerini Trekking propone agli escursionisti.
ALCUNI DEI BORGHI ATTRAVERSATI:
TENAGLIE ha solo 3 abitanti ma diverse cose da mostrare
MONTECCHIO Situato su di un’altura che domina la valle del Tevere, il paese di Montecchio conserva ancora intatto il carattere di borgo medievale con i suoi piccoli e curiosi vicoli e le poderose mura di cinta.
MELEZZOLE è uno dei centri medievali meglio conservati della Teverina; in particolare sono ben visibili una buona parte delle mura perimetrali con le antiche torri di difesa e l’assetto architettonico delle vecchie case.
GUARDEA L’origine del nome, dal tedesco “wart” (guardiano), dimostra che Guardea nacque come “posto di vedetta”.
SANTA RESTITUTA Il piccolo centro mantiene inalterato il fascino dei borghi antichi. Le case si allineano intorno a una strada gradinata che sale verso la parte alta del paese, un tempo occupata da un castello sorto con funzioni di difesa del corridoio bizantino e protagonista di diverse vicende storiche.
TOSCOLANO Il toponimo deriva dalla gens Toscola. Il borgo medievale si distribuisce alle pendici del monte Croce di Serra, in splendida posizione panoramica ed è immerso in folti boschi di castagni.
Mogol, il famoso autore di testi di canzoni di successo, per lungo tempo in sodalizio con il cantante Lucio Battisti, ha creato a Toscolano la Città della Musica.
BASCHI che sorge sulla riva sinistra del Tevere poco distante dalla confluenza con il Paglia, è il capoluogo di un grande comune che comprende oltre al suo antico territorio, altri paesi e raggruppamenti di case posti sui colli, verso Todi e che si trovano sul cammino: Acqualoreto, Morre, Morruzze, Collelungo, Civitella del lago, Cerreto, Scoppieto e Vagli.
CIVITELLA DEL LAGO era “l’antica città di Veascium. In epoca romana la zona era densamente popolata e numerosi sono i reperti archeologici ritrovati.
Il comune (rurale) nacque e si sviluppò in seno ad una signoria che fu una delle più lunghe: signoria che fu detta dei Baschi. Prodi ed impetuosi cavalieri, i Baschi (di quasi certa origine longobarda) abbracciarono la causa ghibellina. Li troviamo coinvolti in grandi avvenimenti dell’Italia centrale.Machiavelli nel 2° libro della sua Storia di Firenze dice che “dall’anno 1215 i Baschi erano tra le famiglie più nobili e ricche di Firenze”
DESCRIZIONE SINTETICA DELLE TAPPE:
PRIMA TAPPA TENAGLIE – GUARDEA - TOSCOLANO
KM: 19,5 DISLIVELLO: Salita 680 mt Discesa 450 mt
DIFFICOLTÀ: media FONDO: 80 % Sterrato 20% Asfalto
Il percorso nella valle incantata ha inizio dal borgo di Tenaglie che dall’alto del suo colle domina la valle del Tevere e la Tuscia intera. Il primo tratto si sviluppa nella Valserana dove la campagna umbra offre un’immagine da cartolina. Ci si avvicina al castello di Poggio e si passa da Guardea, da dove una bella salita ci porta al piano Croci, una modesta altura da cui si domina tutta l’Umbria meridionale. Si entra a Santa Restituta che è il borgo emblema del cammino per la sua intatta e silenziosa bellezza. Dormiremo a Toscolano, borgo di 12 anime.
SECONDA TAPPA TOSCOLANO - MELEZZOLE - MORRE
KM: 21,2 DISLIVELLO: Salita 994 mt Discesa 890 mt
DIFFICOLTÀ: difficile FONDO: 95 % Sterrato 5% Asfalto
Ripartiamo dal borgo di Toscolano e raggiungiamo in poco tempo Melezzole. Attraversiamo boschi di castagni, antiche carbonaie e pascoli abbandonati; da Piano Puosi si ha una gran bella visione dei Monti Martani e della conca ternana; monte Croce di Serra è la cima più alta del percorso da dove seguendo la cresta si arriva all’altra cima, quella del Monte Melezzole da dove, se la giornata lo consente, si riesce a scorgere uno spicchio di Mare Tirreno. Si scende fino all’abitato di Morruzze silenzioso e accogliente e a seguire la nostra tappa finale, Morre.
TERZA TAPPA MORRE – COLLELUNGO – ACQUALORETO - CIVITELLA DEL LAGO - CERRETO
KM: 20,2 DISLIVELLO: Salita 670 mt Discesa 825 mt
DIFFICOLTÀ: media/difficile FONDO: 80 % Sterrato 20% Asfalto
Da Morre raggiungiamo il borgo di Collelungo e a seguire Acqualoreto da cui si perde rapidamente quota per scendere nella Valle del Tevere e trovare in mezzo ad una fittissima selva l’eremo della Pasquarella
da dove si risale verso Scoppieto, altro borgo silente che prelude a Civitella del Lago; splendido affaccio sul lago di Corbara. Tra vigne e olivi arriveremo a Cerreto dove si conclude la nostra terza tappa.
QUARTA TAPPA CERRETO – BASCHI - TENAGLIE
KM: 25,2 DISLIVELLO: Salita 700 mt Discesa 710 mt
DIFFICOLTÀ: media FONDO: 70 % Sterrato 30% Asfalto
Da Cerreto, sempre camminando in un giardino vignato arriveremo a Baschi con il suo centro storico caratteristico. Si sale ancora verso i poggi di Montecchio e si scende verso la necropoli etrusca di San Lorenzo. Il borgo di Montecchio è uno dei più belli d’Italia. Nel proseguire il cammino vedremo all’orizzonte il Palazzo Ancajani che prelude a Tenaglie dove tutto osi conclude; non lasceremo il paese senza avere ottenuto la pergamena che attesta il nostro cammino.
Il prezzo del viaggio è di € 370 ed include sistemazione in camere doppie o triple in appartamenti, BB, agriturismi, colazione, cena, trasporto bagagli, accompagnamento con guida ambientale per le 4 giornate
Il prezzo NON include il viaggio da e per Tenaglie; pranzi al sacco ed eventuali bevande
Tutto quanto non espressamente indicato in “la quota comprende”
Supplemento singola: da valutare ove disponibile
INIZIO DEL PERCORSO IL GIORNO 29 GENNAIO ALLE 9.30 CIRCA DA TENAGLIE
Data chiusura iscrizioni: 23/12/2023
La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 200 € alla conferma.
Saldo entro il giorno 15/01/2024
N. minimo partecipanti 8; se il numero dei partecipanti dovesse essere inferiore a 8 riformuleremo la proposta valutando il vostro interesse.
In caso di mancato raggiungimento del numero minimo, la quota versata verrà restituita.
Importante comunicare per iscritto, alla prenotazione, le proprie particolari esigenze alimentari (intolleranze, ecc.), o condizioni personali da tenere presenti.
Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 20 € con copertura COVID
Prenotazioni: MORGANTI VIAGGI tel 349 7703003 - mail morgantiviaggi@gmail.com
Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO tel 3492303093 - mail: mariaodiliaconsiglio@yahoo.it
Organizzazione tecnica: MORGANTI VIAGGI
RCA: Polizza Allianz n° 11112273 – fondo garanzia: polizza TUA Assicurazioni n° 40321512000931
La Via Francigena del Sud da Fondi a Sessa Aurunca
Dal 18 al 21 gennaio 2024
La Via Francigena nel Sud, il fascio di strade che ci porta verso la Puglia, una regione quest’ultima che abbiamo più volte esplorato. Un cammino che sarebbe bello concludere per collegare il centro e il sud Italia ma soprattutto per “conoscere” l’Italia. Sapete già che i cammini includono tutto, sentieri che attraversano aree naturali di pregevole bellezza come aree industriali tristi e dismesse, periferie degradate e splendidi basolati romani recuperati all’incuria. Perché avventurarsi su un percorso che a volte delude? Perché ci consente di sbirciare nelle case della gente e nei loro giardini ed immaginare chi sono e come vivono; perché ci sono troppe bellezze naturali e ricchezze monumentali piccole e nascoste in ogni dove e in questo l’Italia è insuperabile. Con queste ultime tappe laziali entreremo in Campania e lì ci fermeremo. Le aree archeologiche che troveremo cercheremo di visitarle, così come abbiamo sempre fatto. Un cammino fuori stagione e fuori dai canoni.
Quattro giorni in viaggio, zaino trasportato o in spalla, dormiremo più che altro in B&B. Tappe facili, la lunghezza della terza tappa che è totalmente in piano serve a ridurre quella dell’ultimo giorno per consentirci di prendere il treno in tempi utili.
Luoghi di interesse attraversati:
Fondi
Via Appia Antica
Itri
Gaeta
Formia
Minturno
Ponte Real Ferdinando
Castelforte
Sessa Aurunca
18 gennaio: da Fondi a Itri (15km, 300m+ e 134m-) tappa facile, 35% sterrato e 65%asfalto
Ci troveremo intorno alle 12.00 alla stazione di Fondi e da qui o prenderemo un bus per arrivare in centro a Fondi o partiremo direttamente a piedi per raggiungere Itri. Una tappa breve e
piacevole che si svolge tra i verdi rilievi dei Monti Aurunci. A metà percorso troveremo la gola di Sant’Andrea, uno dei tratti più belli del percorso che custodisce un tratto di basolato
perfettamente conservato dell’antica Via Appia. Nei pressi si trova un Fortino che ha avuto un’importanza fondamentale durante il regno borbonico, in quanto posizionato proprio lungo il
confine con lo Stato pontificio. Nell’area si svolsero diverse battaglie, una delle più celebri riguarda lo scontro nel 1799, quando Fra Diavolo impedì la penetrazione delle truppe napoleoniche
nel Napoletano.
Da qui una lenta e progressiva salita su contrade campestri ci porta al sentiero che poi scende nel bosco fino alle porte di Itri di cui visiteremo il caratteristico castello, la chiesa normanna
di San Michele Arcangelo, tempo permettendo anche il museo del Brigantaggio. Vi nacque nel 1771 fra' Diavolo (Michele Pezza), che fu prima fuorilegge e
successivamente colonnello dell'esercito borbonico di Ferdinando IV che contrastava l'occupazione dei Francesi che lo presero e impiccarono a Napoli nel 1806.
19 gennaio: da Itri a Gaeta a Formia (21 km 332m+ e 483m-) fondo 100%asfalto
In questa tappa si ritorna a vedere il mare e a camminare lungo esso. Dagli Aurunci ci spostiamo verso il parco regionale riviera di Ulisse. Unico inconveniente della giornata è l’asfalto, si tratta comunque di strade secondarie e poco trafficate. In questa giornata avremo modo di visitare Gaeta, luogo mitico per Virgilio e Dante Alighieri, meta di villeggiatura di imperatori, senatori e consoli romani. Il borgo ha subito le influenze normanno-sveve, controllato da Angioini e Aragonesi, ha un centro storico ricchissimo di monumenti e si sviluppa sullo sperone di Monte Orlando che è un parco regionale urbano. A Gaeta, antica città marinara, tutto è legato al mare: le chiese mediterranee, l’odore di salsedine tra i vicoli, il vento che muove i panni stesi al sole sui balconi.
Formia per la dolcezza del clima e la bellezza del mare fu un ambito luogo di villeggiatura degli antichi romani, che vi fecero passare la via Appia e vi edificarono ville patrizie. Della cittadina ricostruita dopo le distruzioni saracene oggi si visitano tre quartieri, il borgo Mola, antico nucleo sul mare su cui troneggia la torre angioina di Mola del XIII secolo e in cui si scorge ancora un tratto dell’acquedotto romano; il borgo Castellone sulla collina dove sorgeva l’acropoli romana, con il castello medievale dalla torre ottagonale trecentesca, e il Cisternone, la grande struttura idraulica sotterranea del I secolo a.C. che si trova nell’attuale piazza S. Erasmo. Sul tracciato della via Appia, si vede il mausoleo tomba di Cicerone, un torrione cilindrico immerso nella vegetazione e la tomba di sua figlia Tullia.
20 gennaio: da Formia a Castelforte (28,2 km 57m+ e 67m-) fondo 100%asfalto
Ultimo tratto di Via Francigena nel Lazio prima del confine con la Campania. Il percorso è quasi totalmente a ridosso del mare; d’obbligo una sosta al porticciolo romano di Gianola, nel parco Riviera d’Ulisse. Nelle vicinanze, anche un altro sito archeologico: una torre quadrata posta su uno sperone roccioso panoramico, con vista mare. Negli ultimi due chilometri prima di Minturno e della sua area archeologica si segue il corso del fiume Garigliano che segna il confine tra le due regioni. Dell’antica città porto di Minturnae è visibile nell’area archeologica un tratto dell’antica Via Appia, il teatro romano, i resti del foro, del complesso termale, dell’acquedotto. Nelle vicinanze si trova il ponte Real Ferdinando, il primo ponte sospeso a catenaria di ferro realizzato in Italia, un ponte all’avanguardia a livello internazionale. Arriviamo a Castelforte, un suggestivo borgo medievale racchiuso in una cinta muraria che collega varie torri. Nel dedalo di viuzze si trovano varie chiese tra cui quella di San Giovanni Batttista dell’anno 1000. Qui passeremo la notte.
21 gennaio: da Castelforte a Sessa Aurunca (16 km 340m+ e 153m-) fondo 80%asfalto e 20% sterrato
Percorrendo una lunga serie di sentieri sterrati si penetra nella pianura rigogliosa di uliveti, vigneti ed alberi da frutto. L’arrivo a Sessa Aurunca avviene attraverso la bellissima macchia di bosco del Monte Ofelio, collocata su un pendio di tufo a sud-ovest del vulcano spento di Roccamonfina. In questa città ricchissima in età imperiale troviamo un imponente teatro romano e dei successivi è la catacomba di San Casto.
La cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a è un vero gioiello architettonico, edificata tra il 1103 e il 1113, fa sfogio di uno stile romanico elegante e al suo interno si trovano sculture, bassorilievi e mosaici di epoca bizantina. Questa cattedrale per i pellegrini diretti a Gerusalemme era di grande importanza in quanto si trova su una linea retta che da Mont Saint-Michel, in Francia arriva a Gerusalemme, questa passava per Roma, Monte Sant’Angelo e Sessa Aurunca.
Treno di rientro per Roma verso le 15.30
Note tecniche sui percorsi: Si tratta di un trekking facile, in luoghi per lo più urbanizzati adatto a tutti coloro che hanno anche un modesto allenamento; in ogni caso confrontatevi con la guida che potrà darvi le giuste indicazioni.
Quota di partecipazione 340 € minimo 6 persone; se il numero fosse maggiore si applica una riduzione.
La quota comprende:
sistemazione 3 notti in camera doppia o tripla, colazioni, cene, il servizio di guida ambientale escursionistica; assicurazione medico bagaglio.
La quota non comprende: viaggio per il punto di inizio trekking e per la propria destinazione di rientro (si può fare in treno), pranzi, bevande, ingressi; supplemento singola da valutare dove possibile; trasporto bagagli (abbiamo chiesto una quotazione)
Data chiusura iscrizioni: 08/12/2023
La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 150 € alla conferma.
Saldo entro il giorno 05/01/2024
N. minimo partecipanti 6- N. massimo partecipanti 15; se il numero di partecipanti è superiore a 6 la quota può diminuire
Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 40 €
Prenotazioni: MORGANTI VIAGGI tel 349 7703003 - mail morgantiviaggi@gmail.com
Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO tel 3492303093 - mail: mariaodiliaconsiglio@yahoo.it
Organizzazione tecnica: MORGANTI VIAGGI RCA: Polizza Allianz n° 11112273 – fondo garanzia: polizza TUA Assicurazioni n° 40321512000931
Capodanno in Val d’Orcia e Val di Chiana
Tra le colline del Nobile di Montepulciano e del Brunello di Montalcino
Tra le crete di Pienza e quelle di Lucciolabella,
Tra le faggete di Pietraporciana e l’incantato borgo di Castiglioncello sul Trinoro
Dal 30 dicembre al 2 gennaio
Patrimonio infinito di bellezza, in questo trekking ci sarà da restare esterrefatti, parola appropriatissima che mi sento di usare con tranquillità quando ci muoviamo nel senese.
Camminando per le colline della Val d’Orcia a cavallo con la Val di Chiana, le cose da vedere vicine e lontane, dai dettagli del paesaggio, alle visioni più ampie, sono davvero tante. Nei centri storici avremo parecchio da fare e da scoprire, in un fuori stagione che non ci deluderà. Anche in caso di maltempo le alternative non mancheranno. Se avrete voglia anche quando fa buio troveremo luoghi da visitare e attività da sperimentare; per chi vorrà rilassarsi potrà approfittare delle terme di Chianciano. Abbikamo scelto per dormire una località termale per chi volesse fruire dei benefici delle acque di questa cittadina della Toscana. Il trekking è facile, volutamente ci sono percorsi fattibili da tutti, un po' di dislivello inevitabile, anche solo per scaldarsi un po' vista la stagione. Essendo inverno avremo modo di gustare un paesaggio arido, spoglio, non verdeggiante ma sicuramente affascinante e il calore del vino sarà un elemento di compagnia importante nelle nostre giornate.
Per invitarvi a questo percorso, mi piace riportare come viene giustificato l’inserimento della Val d’Orcia nella lista del Patrimonio dell’Unesco nel 2004:
« Criterio (iv): la Val d'Orcia è un eccezionale esempio di come il paesaggio naturale sia stato ridisegnato nel periodo Rinascimentale per rispecchiare gli ideali di buon governo e per creare un'immagine esteticamente gradevole;
Criterio (vi): il paesaggio della Val d'Orcia è stato celebrato dai pittori della Scuola Senese, fiorita durante il Rinascimento. Le immagini della Val d'Orcia ed in particolar modo le riproduzioni dei suoi paesaggi, in cui si raffigura la gente vivere in armonia con la natura, sono diventate icone del Rinascimento ed hanno profondamente influenzato il modo di pensare il paesaggio negli anni futuri.»
Cosa vedremo-faremo
Pienza: borgo medievale dall’anima rinascimentale conosciuta come la città "ideale" del Rinascimento, creazione del grande umanista Enea Silvio Piccolomini, diventato poi Papa Pio II. Il progetto venne realizzato dall'architetto Bernardo detto il Rossellino, sotto la guida del grande umanista Leon Battista Alberti. In soli 3 anni venne realizzato un complesso di bellissimi ed armoniosi palazzi: la Cattedrale, la residenza papale o Palazzo Piccolomini, il Comune, e l'incantevole piazza centrale.
Monticchiello: arroccato sulla cima di una collina e conosciuto come il balcone della Val d'Orcia. Mantiene un fascino accogliente e ci svelerà le sue meraviglie tra le vie e le case del borgo fino ad arrivare al piccolo Museo del teatro popolare povero toscano (Tepotratos) dove si ha la possibilità di immergersi nel mondo contadino con le sue tradizioni, poesie e divertimenti semplici.
Montalcino: possiede un centro storico dominato dalla possente Rocca, fortezza costruita nel 1361 come segnale del passaggio della città sotto il dominio di Siena. Caratteristica la torre stretta e lunga del Palazzo dei Priori, le tante chiese e naturalmente le stradine ed i vicoli che sono davvero incantevoli.
La Riserva Naturale di Pietraporciana: è stata istituita nel 1996, su un territorio di circa 341 ettari a cavallo tra la Val d’Orcia e la Val di Chiana. Dal punto di vista ambientale è notevole la faggeta che si sviluppa tra i 720 e gli 850 metri circa, con esemplari secolari e maestosi
Castiglioncello del Trinoro: è una fortificazione medievale, una scoperta recentissima, grazie all'intervento di un imprenditore illuminato che ha finanziato gli scavi e gli studi che hanno consentito la visione dei suoi ruderi. La sua posizione dominante (774 metri di altezza) sulla Val d'Orcia ne fece un centro di controllo sull'asse viario che scorreva nel fondovalle.
Montepulciano: Perla del ‘500 toscano tra Valdichiana e Val d’Orcia, conserva intatta la sua bellezza. Piazza Grande, con il Duomo del ‘600 dalla facciata incompleta, il Palazzo Comunale del ‘400 e tutto intorno palazzi rinascimentali. Al di fuori del borgo risalta la mole elegante del Tempio di San Biagio, un’opera rinascimentale realizzata dall’architetto Antonio da Sangallo il Vecchio.
Villa La Foce: è una Dimora Storica che Antonio e Iris Origo acquistarono la tenuta di La Foce e chiamarono l’architetto inglese Cecil Pinsent per ristrutturare gli edifici principali e creare un ampio giardino. Il giardino è stato concepito per valorizzare la casa rinascimentale ed espandere la vista spettacolare sulla Val d’Orcia e il monte Amiata. L’armonia tra edifici, giardino e natura, fa di La Foce un esempio ideale dell’evoluzione architettonica e culturale della Toscana nel XX secolo.
Montefollonico: si distingue per le strette vie e i palazzi di epoca medievale. E’ noto anche con il nome di “Borgo del Vin Santo”, il celebre vino liquoroso toscano che si abbina ai cantucci.
Terme di Chianciano e Montalbino
Degustazioni di vini e formaggi a Montalcino e Pienza.
30 dicembre sabato: Tra Montepulciano e Pienza
13 km – dislivello +380/-450 mt (percorso lineare)
Partiremo da Montepulciano, perla del Cinquecento costruita lungo una stretta cresta di calcare e circondata da una poderosa cinta muraria, famosa per i suoi bellissimi palazzi e la Piazza Grande col palazzo comunale che ricorda Palazzo Vecchio a Firenze; dalla cima della torre si gode di una vista mozzafiato che spazia sulle due vallate d'Orcia e di Chiana. Per le aggrovigliate vie del centro si incontrano caratteristiche botteghe artigiane come quella di uno storico ramaio. Ma ciò che rende famosa Montepulciano è soprattutto il vino che matura nelle enormi botti delle monumentali cantine del centro storico; il Vino Nobile di Montepulciano che “di tutti i vini è il Re”, come scrisse il poeta seicentesco Francesco Redi nel suo poema Bacco in Toscana, è il simbolo della città.
Lungo il percorso, oltre a famosi e fotografatissimi viali di cipressi e poderi, godremo di paesaggi ampi verso il Monte Amiata. Monticchiello, arroccato sulla cima di una collina e conosciuto come il balcone della Val d'Orcia, mantiene un fascino accogliente e ci svelerà le sue meraviglie tra le vie e le case del borgo fino ad arrivare al piccolo Museo del teatro popolare povero toscano (Tepotratos) dove si ha la possibilità di immergersi nel mondo contadino con le sue tradizioni, poesie, divertimenti semplici. Da qui, seguendo bellissime strade bianche alberate arriveremo a Pienza, la città ideale rimasta incompiuta; ci perderemo tra vicoli e piazze e arriveremo nel cuore della cittadina che ci svelerà la propria anima rinascimentale col Duomo e il Palazzo Piccolomini.
Degustazione di formaggi e olio locali presso una bottega del centro storico.
Rientro a Chianciano Terme per la cena ed il pernottamento.
31 dicembre domenica: Montepulciano - Montefollonico
17 km, 330+ e 240- (percorso ad anello)
Seguiremo un incantevole percorso tra le colline partendo da Montepulciano dove ritorneremo a fine percorso. Dal tempio di San Biagio attraverso strade sterrate immersi tra le vigne, i casolari, resti di abbazie e scorci panoramici di grande bellezza, raggiungeremo l’incantevole borgo medievale di Montefollonico. Borgo attorniato da mura, che conserva ancora alcune torri cilindriche, tra cui la torre del Cassero, risalente al 1277, e 3 porte (porta a Follonica, porta del Triano e porta del Pianello), che danno accesso al centro storico. Non tutti sanno che Montefollonico è noto anche con il nome di “Borgo del Vin Santo”, il celebre vino liquoroso toscano che si abbina ai cantucci. La produzione del Vin Santo a Montefollonico non è limitata soltanto agli imprenditori agricoli, ma anche a tanti artigiani amatoriali che hanno ereditato le tecniche tradizionali e tuttora producono il vino liquoroso nelle loro cantine. Ritornati a Montepulciano avremo tempo per fare un giro del borgo.
Rientreremo a Chianciano Terme dove ci aspetta un ricco Cenone di Capodanno e della buona musica che ci accompagnerà verso il nuovo anno. Pernottamento.
1 gennaio lunedì: La Foce, Pietraporciana, Castiglioncello sul Trinoro
Km 13,5 430m dislivello (percorso ad anello), facile, potremo ridurre il percorso lasciando delle auto sull’itinerario se non avremo tempo sufficiente ad ultimarlo
Passeremo la mattinata in relax. Per chi volesse c’ è la possibilità di farlo presso le Piscine Termali Theia a Chianciano Terme. La prenotazione è obbligatoria, Entrata prevista alle ore 9.30 (per una durata di 4 ore), costo 32 euro.
Nel pomeriggio, dopo pranzo, una piacevole passeggiata nella zona della Foce, tra panorami infiniti ed un paesaggio plasmato meravigliosamente dalla mano dell’uomo. Il sentiero parte da Località La Foce e prosegue per la Strada di Chiarentana, direzione Castiglioncello sul Trinoro. In questo tratto il panorama spazia per tutta la Val d’Orcia ed il Monte Amiata. A metà percorso ci inoltreremo nel bosco per raggiungere il Podere di Pietraporciana, subito al di sotto della omonima Riserva Naturale, con la sua bellissima faggeta. L’insolita verdeggiante area boschiva di Pietraporciana, caratterizzata da faggi secolari e maestosi emerge tra le crete, e quando si raggiunge il pittoresco borgo di Castiglioncello del Trinoro si domina tutta la Val d’Orcia e la Val di Chiana.
La fortificazione medievale di Castiglioncello del Trinoro è una (ri)scoperta recentissima, grazie all'intervento di un imprenditore illuminato che, oltre a trasformare il piccolo borgo in un albergo diffuso, ha finanziato gli scavi e gli studi che hanno consentito la visione dei suoi ruderi. La sua posizione dominante (774 metri di altezza) sulla Val d'Orcia ne fece un centro di controllo sull'asse viario che scorreva nel fondovalle. Da qui si gode di uno spettacolare affaccio sulla Val d'Orcia, uno dei punti panoramici più suggestivi della Toscana meridionale. Rientro a Chianciano Terme. Cena e Pernottamento.
2 gennaio martedì: L’anello del Brunello di Montalcino
13 km, 400m dislivello percorso ad anello
Escursione molto articolata per i saliscendi frequenti, per la varietà di ambienti attraversati e per le molteplici e meravigliose aperture sul territorio circostante. Seguendo strade bianche si attraversano anche i boschi, la risorsa principale per Montalcino prima che il vino avesse la meglio. Visiteremo il bellissimo borgo medievale arroccato sulla collina a 564m di altezza, contempleremo il paesaggio dalla bella terrazza dove mangeremo. Nel pomeriggio ci aggireremo per le vie del borgo alla scoperta dei suoi angoli più caratteristici e faremo una degustazione dei vini locali in un’enoteca nel centro del paese.
Quota di partecipazione: 560 euro
La quota comprende: sistemazione 3 notti in camera doppia con colazione, cene, cenone di capodanno, servizio di guida ambientale escursionistica, degustazione di vini a Montalcino, degustazione formaggi a Pienza, assicurazione medico bagaglio
La quota non comprende: viaggio per il punto di inizio trekking e per la propria destinazione di rientro, pranzi, ingressi, e tutto quanto non espressamente indicato in “la quota comprende”.
Data chiusura iscrizioni: 27/11/2023
La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 150 € alla conferma.
Saldo entro il giorno 04/12/2023
N. minimo partecipanti 8 - N. massimo partecipanti 15;
supplemento singola 100 euro
In caso di mancato raggiungimento del numero minimo, la quota versata verrà restituita.
Importante comunicare per iscritto, alla prenotazione, le proprie particolari esigenze alimentari (intolleranze, ecc.), o condizioni personali da tenere presenti.
Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 30 € con copertura COVID
Prenotazioni: MORGANTI VIAGGI tel 349 7703003 - mail: morgantiviaggi@gmail.com
Per info percorso: MARIA CONSIGLIO tel 349 2303093 - mail: mariaodiliaconsiglio@yahoo.it
Convocazione - appuntamento :
L’appuntamento con la guida è previsto per il giorno 30/12/2023, alle ore 10.00 a Montepulciano nei pressi del tempio di San Biagio;
Spostamenti con auto proprie nelle varie giornate, in genere brevi; sarà possibile organizzarsi con la guida per ottimizzare il numero di persone nelle auto; al momento della prenotazione indicare se si è automuniti e disponibili a portare altre persone in macchina oppure bisognosi di un passaggio.
Montepulciano è raggiungibile anche con mezzi pubblici (autobus e treno)
Livello di difficoltà: trekking medio facile su strade di campagna sterrate per lo più, asfaltate per brevi tratti e sentieri; saliscendi per le colline agevoli. In genere il periodo invernale non crea ostacolo al cammino su questi percorsi anche in caso di maltempo. Eventuali tratti che possono diventare fangosi verranno dalla guida opportunamente evitati. Si consiglia di confrontarsi con la guida per essere sicuri che il trekking sia adatto ad ognuno.
Durata media delle tappe: tra le 4 e le 6 ore, dislivello positivo tra i 330 e i 450m al giorno.
Organizzazione tecnica: MORGANTI VIAGGI RCA: Polizza Allianz n° 11112273 – fondo garanzia: polizza TUA Assicurazioni n° 40321512000931
Le Vie Cave Etrusche e le Terme di Saturnia
8-10 dicembre 2023
Una ricca tre giorni che ha il suo fulcro nelle bellissime Cascate del Mulino a Saturnia dove potremo concederci un bagno rilassante, per godere delle proprietà benefiche delle acque termali a 37°C ogni giorno a conclusione dei nostri trekking e dove potremo anche passare le serate o le notti…; i borghi di Montemerano, Manciano e Saturnia sono dei deliziosi borghi da scoprire camminando circondati dalla bellezza dell’entroterra maremmano, fatto di dolci colline, campi arati, sterminati vigneti, e tradizioni secolari. Infine l’Area del Tufo, con i paesini di Pitigliano e Sovana e le immancabili Vie Cave, opere uniche al mondo, antichissimi ed affascinanti percorsi etruschi, misteriosi corridoi scavati nella roccia tufacea che caratterizza il territorio di questa parte della Maremma dal fascino senza tempo. Attenzione! Ci sarà la possibilità di partecipare a tutte e tre le giornate o solo ad una di esse, di seguito riporto i costi delle singole escursioni. Prezzo delle singole escursioni 25 euro Prezzo per le 3 escursioni € 65 Prezzo del Pacchetto completo con pernottamento, colazione, cena e servizio guida viene fornito al momento in cui viene raggiunto il numero minimo di partecipanti; potete scrivermi per avere risposte a riguardo. Info e prenotazioni entro il 25 novembre 2023 con pagamento dell’intera quota. 8 dicembre anello Saturnia terme del Mulino Montemerano e Manciano (14 km e 350m dislivello+ e -) Partiti dalla zona delle terme a Saturnia, seguiamo un sentiero che attraversa un bel tratto collinare fino ad arrivare nel borgo Medioevale di Montemerano tra i più rappresentativi della Maremma. Dotato nei secoli di tre cerchia di mura, al borgo si accede attraverso la Porta Grossetana, sopra la quale si distende un elegante loggiato. Nella piazza della Chiesa si trova la chiesa romanica di San Giorgio, uno tra i più importanti monumenti di arte romanica di tutta la Maremma. Al suo interno sono conservate opere che vanno dal Quattrocento fino al Settecento, dal tardo Gotico fino al Barocco e al Rococò. La tavola che rappresenta la Madonna della Gattaiola al suo interno è famosa perché nella parte bassa di questa Annunciazione quattrocentesca vi era un foro che, secondo la tradizione, serviva per il passaggio i gatti. Pare, infatti, che un tempo questa tavola fosse l’anta di una porta e che l’apertura per i gatti sia stata creata da un parroco che voleva sbarazzarsi dei topi. Fiabesca la piazza del castello. Proseguendo lungo la vecchia strada di collegamento si arriva a Manciano arroccato su un colle, guarda a un’immensa campagna punteggiata qua e là da preziosi villaggi di fattezza medievale; qui il vento tira da ogni direzione. Al centro del paese si erge il Cassero, un possente edificio del XII secolo nelle cui sale c’è un museo spontaneo, con una carrellata di storia e di arte che vale la pena di visitare insieme alla torre. 9 dicembre Saturnia Sovana lungo la Via Clodia 19 km, 636m+ e 626mUn breve accenno alla Via Clodia, una strada intermedia tra le più note Aurelia, lungo il mare e Cassia, all’interno che iniziò a svilupparsi quando i Romani cominciarono ad espandere la loro potenza. Ne percorreremo un tratto da Saturnia a Sovana. A Saturnia si passa per la bellissima Porta Romana e il basolato della Clodia; si attraversa il fiume Fiora e si arriva alla Cava di Poggio Prisca e alla necropoli di Sovana con tombe monumentali. Visiteremo l’area monumentale del Parco Archeologico sulle colline a nord del torrente Calesine, dove attraverso suggestivi percorsi nella fitta vegetazione a macchia mediterranea, si raggiungono le necropoli con le tombe a fronte colonnata (tomba Pola e tomba Ildebranda), quelle a edicola (del Tifone, dei Demoni Alati e della Sirena) e le tombe a dado, semidado e falsodado. La magnifica Tomba Ildebranda, il complesso funerario, accessibile tramite due scalinate laterali risalente al III-II sec. a.C., è il più famoso monumento della necropoli sovanese e tra i più importanti dell’intera Etruria; di particolare fascino sono la via cava di San Sebastiano (che presenta pareti alte più di 20 metri) e il Cavone con numerose specie di felci, muschi e licheni che rivestono quasi interamente le sue pareti. Dopo questa visita entreremo a Sovana che ci riserverà molte sorprese essendo stata un importantissimo centro etrusco e una florida città durante il Medioevo come ancora oggi testimoniano i numerosi edifici religiosi e civili del borgo. 10 dicembre Le Vie cave tra Sovana e Pitigliano 19 km dislivello 420 m Già nel 2004 le Vie Cave di Pitigliano e Sorano vengono riconosciute come beni di interesse mondiale e pertanto da tutelare. Le Vie Cave sono opere uniche al mondo, antichissimi ed affascinanti percorsi etruschi, misteriosi corridoi scavati nella roccia tufacea che caratterizza il territorio di questa parte della Maremma; le ragioni che hanno portato gli Etruschi a realizzare questi percorsi sono ancora un mistero. Nel Medioevo, proprio in questi luoghi ricchi di sacralità per esorcizzare il culto pagano, il cristianesimo volle costruire tabernacoli, chiese, oratori e cappelle. Percorrerle oggi ci riempie di bellezza e ci fa rivivere i misteri e la sacralità del popolo etrusco che proprio nel culto dei morti, nel realizzare necropoli sembra volere stabilire un contatto col sottosuolo; tagliare la roccia penetrare il suo cuore, addentrarsi nei suoi bui recessi, significava aprire un varco verso una dimensione sovrannaturale; il mondo dei vivi e quello dei morti entravano in contatto attraverso questi cunicoli e labirinti che dovevano essere percorsi con rigidi ritualismi di cui noi oggi percepiamo ancora l’intensa potenza di contatto. Sul percorso passeremo da Pitigliano detta la Piccola Gerusalemme per la storica presenza di una comunità ebraica; il borgo di origini etrusche e con forti testimonianze dell'epoca medievale offre uno spettacolo unico al mondo col suo sviluppo su un alto sperone tufaceo e le case che si confondono con la roccia in un perfetto equilibrio tra uomo e natura. Sul percorso troveremo il Cammino del Londini, la via Cava dell’Annunziata, quella di Poggio dei Cani, della Madonna delle Grazie, di Fratenuti, la bellissima cava di San Giuseppe. A fine trekking ci sposteremo a Saturnia per un bagno nelle acque termali libere prima di rientrare alle nostre case. Note tecniche: Trekking non impegnativo, alcuni tratti all’interno delle vie cave lo diventano solo in caso di pioggia. I percorsi trekking sono medio facili. Il programma è stato redatto in base alle ultime ricognizioni; in caso di problematiche o imprevisti, chiusura di sentieri o altro, la guida troverà la soluzione adatta attenendosi il più possibile al programma
Nel parco delle foreste Casentinesi, la sinfonia dei colori autunnali in uno dei luoghi più colorati d’Italia
11 e 12 novembre 2023
Saremo nel parco nazionale delle Foreste Casentinesi, un parco che eccelle, dal punto di vista naturalistico, per avere una delle aree forestali più pregiate d’Europa al cui interno si trova la Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino, istituita nel 1959 che è stata riconosciuta Patrimonio Unesco. È anche un territorio con centri abitati ricchi di storia e di testimonianze artistiche e architettoniche in una meravigliosa cornice naturale, ricca di flora e di fauna, tra cui spicca la più importante popolazione di lupo dell’Appennino settentrionale, nonché l’eccezionale presenza di cinque specie di ungulati: cinghiale, capriolo, daino, cervo e muflone.
Le foreste casentinesi sono imponenti, ricche di boschi misti che ricoprono quasi tutto il territorio del Parco, al punto che lo si potrebbe attraversare in tutta la sua estensione senza mai uscire dal lussureggiante e rigoglioso manto verde che lo avvolge.
Foreste millenarie, testimoni del continuo evolversi della natura e impregnate di storia, dove il rapporto con l’uomo ha radici lontane nel tempo e ben documentate da quando i monaci Camaldolesi hanno iniziato ad essere custodi e gestori di questo patrimonio. Foreste rigogliose e prodighe di sostentamento e ricovero per tante piccole e grandi comunità, dalle quali si è tratto il pregiato legname per le impalcature di opere monumentali.
Foreste affascinanti nei loro colori che esplodono in autunno quando saremo testimoni della colorazione delle foglie prima che si stacchino dagli alberi; universalmente noto il fenomeno con il termine di “fall foliage o foliage”, raggiunge il massimo della sua espressione tra metà ottobre e metà novembre. Oltre al faggio che domina nella fascia montana, ci sono molte altre essenze arboree che si associano con esso: abete bianco, acero montano, riccio e opalo, olmo, tigli (nostrano e selvatico), frassini (maggiore e orniello). Questa ricchezza specifica si tramuta in infinite sfumature di colore. Sarà un’esperienza emozionale, immersiva, la scoperta di un ambiente prezioso, oltre che un tuffo nei colori delle Foreste Casentinesi.
11 novembre: La straordinaria foresta della Lama 13 km, 900m+ e 640m -
Atmosfere incantate e colori da sogno nella magnifica foresta della Lama, nel cuore del Parco. Qui, tra chiome variopinte che si spogliano per prepararsi all'inverno, si passeggerà lungo sentieri che offrono una moltitudine di spunti per immortalare scenari meravigliosi. Giro circolare di bellezza incomparabile, fra ambienti selvaggi come pochissimi altri in zona. Tra i tanti modi per raggiungere la Lama, questo è sicuramente quello migliore poiché permette di visitare le foreste vetuste che circondano il bel pianoro, in parte acquitrinoso, incastonato fra balze rocciose. La deviazione per Monte Penna è motivata dalla spettacolare veduta panoramica, forse la più bella di tutto il Parco. Un affaccio simile ad un balcone spalancato sul sottostante mare di foreste secolari, che si animano di colori dalle tinte più varie, testimoni della grande diversità e ricchezza delle Foreste Casentinesi. Nelle giornate terse lo sguardo raggiunge la linea di costa adriatica e le colline romagnole.
12 novembre: Nella solitaria, selvaggia valle di Pietrapazza 11 km, 700m+ e 575m-
Un classico assoluto dell’escursionismo: la lunga cavalcata che da Pietrapazza porta al crinale della Bertesca è talmente bella da non far percepire più di tanto i suoi 700 metri di dislivello. Gli ambienti naturali attraversati sono molteplici e vari; dal crinale arido, al fondovalle boscoso fino – ed è un’apoteosi – alle Foreste storiche di faggio e abete bianco, attraverso cui si snoda tutto il tratto centrale. La discesa, per Siepe dell’Orso e Abetaccia, ripercorre una di quelle mulattiere consunte da migliaia di passi di viandanti, carbonai, contadini, boscaioli…
Quota di partecipazione: 190 euro
La quota comprende: 1 notte in camera doppia con colazione, cena, accompagnamento guida ambientale, assicurazione medico bagaglio.
la quota NON include: viaggio per Badia Prataglia, pranzi al sacco, ingressi e tutto quanto non espressamente indicato in “la quota comprende”
Data chiusura iscrizioni: 30/09/2023
La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 60 € alla conferma.
Saldo entro il giorno 15/10/2023
N. minimo partecipanti 8 - N. massimo partecipanti 15; per un numero di partecipanti inferiore, sarà possibile effettuare il trekking con una maggiorazione di prezzo
supplemento singola: 20 euro
In caso di mancato raggiungimento del numero minimo, la quota versata verrà restituita.
Importante comunicare per iscritto, alla prenotazione, le proprie particolari esigenze alimentari (intolleranze, ecc.), o condizioni personali da tenere presenti.
Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 10 euro con copertura COVID
Prenotazioni: MORGANTI VIAGGI tel 349 7703003 - mail morgantiviaggi@gmail.com
Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO tel 3492303093 - mail: mariaodiliaconsiglio@yahoo.it
Organizzazione tecnica: MORGANTI VIAGGI
RCA: Polizza Allianz n° 11112273 – fondo garanzia: polizza TUA Assicurazioni n° 40321512000931
extra possibile per interessati:
13 novembre: Un anello nella Valle dell’Archiano tra Serravalle e Badia Prataglia10 km 261m- e 700m +
Inizio moduloFine moduloBel giro ad anello per la varietà degli ambienti attraversati (dai rimboschimenti di pino nero alla faggeta, dalle larghe radure con ginestre dei carbonai fino ai fitti e ombrosi impianti di douglasia), per la presenza di scorci panoramici e per la bellezza dei due paesi, Serravalle (posizione da presepe, case in sasso e un ponticello medievale da cartolina) e Badia Prataglia, con la sua cripta millenaria.
A nord di Badia Prataglia si estende la Foresta omonima, che si spinge fino al crinale spartiacque per poi scendere senza soluzione di continuità nel versante romagnolo, verso La Lama e il Bidente di Pietrapazza. L’itinerario proposto si sviluppa interamente in habitat forestale, soprattutto fra magnifiche faggete a fustaia, solenni per il portamento colonnare. Il percorso, pur con dislivello notevole, è facile, svolgendosi su larghi stradelli e sul sentiero di crinale, qui molto placido.
LA VIA VANDELLI DA SAN PELLEGRINO IN ALPE E MASSA
Dal 6 all'8 ottobre 2023
La prima delle strade moderne, costruita tra il 1739 e il 1751 da Domenica Vandelli su idea di Francesco III d’Este, duca di Modena che voleva realizzare una via completamente lastricata per collegare la capitale del ducato Modena col mar Tirreno a Massa: il Frignano, la Garfagnana e le Alpi Apuane. Sette tappe, tre palazzi ducali, innumerevoli torri, chiese, campagne, foreste e boschi silenziosi, calanchi, valli inospitali,borghi e panorami vastissimi dal crinale tosco-emiliano alle Alpi Apuane: tutto questo in poco più di 170 km da Modena e con 5.400 m di dislivello (attenzione: noi ne percorreremmo la metà).
Giulio Ferrari è un abitante della Via Vandelli che ha recuperato l’intero tracciato della Vai Vandelli e, per quanto è stato possibile, ha cercato di mantenere la nuova via fedele a quella originaria individuando deviazioni se c’erano situazioni di eccessivo traffico veicolare o impossibili passaggi dovuti alle proprietà private, consentendo a volte di raggiungere punti di notevole interesse storico a architettonico. Il percorso è quindi quanto più possibile fedele all’originale perché percorrerlo sia più significativo e memorabile. Come dice il suo ideatore moderno “ la via è una” poi siamo liberi di camminare dove e come vogliamo.
Il percorso presenta soluzioni ingegneristiche e logistiche uniche: tornanti, canalette di scolo, osterie, stazioni di posta, sbancamenti, muri a secco, filari di querce tuttora visibili sul cammino e molto altro.
Tengo a precisare che il percorso è impegnativo sia per la lunghezza delle tappe che per i dislivelli da affrontare, in questa parte da valutare bene l’impegno richiesto per le discese; abbiamo percorso la prima parte da Modena a San Pellegrino in Alpe dall’1 al 4 giugno ed ora in 3 giorni percorreremo la parte toscana da San Pellegrino in Alpe a Massa, volendo fino al mare. Siamo nella parte più montuosa della Vandelli, partendo da uno dei due punti più alti che si raggiungono, il Passo del Lagardello presso San Pellegrino in Alpe con due importanti saliscendi arriveremo a Poggio in Garfagnana per poi risalire al Passo della Tambura nuovamente a 1600 m e scendere quindi fino a Massa. Osservando il profilo altimetrico sottostante che ho tratto dal sito della via Vandelli, vedete bene il percorso che affronteremo.
Le tappe che faremo
5 San Pellegrino in Alpe ➔ Poggio 25,8
6 Poggio ➔ Campaniletti 18,3
7 Campaniletti ➔ Massa 18,3
7Var Massa ➔ mare 6,3 (facoltativo)
Il passaporto della Via Vandelli
Anche la Via Vandelli ha un documento che accompagna l’escursionista durante il cammino, che si chiama passaporto del Viandante. Si tratta di un piccolo pieghevole che si può scaricare liberamente dal sito www.viavandelli.com e stampare in autonomia.
Il ritrovo sarà a Lucca alla stazione dove, con mezzo privato raggiungeremo San Pellegrino in Alpe
Arriveremo a Massa e da qui ognuno rientrerà a casa.
Per la seconda tappa siamo a dormire al Rifugio Nello Conti, numero di posti limitato, necessità di avere con sé un sacco a pelo o sacco lenzuolo, asciugamano.
Non è previsto il trasporto bagagli perché non ci sono mezzi che possono portarli al rifugio.
Attenzione! Ho riportato la lunghezza delle tappe come da descrizione originale, non tenendo conto delle variazioni in più o in meno dovute al raggiungimento del luogo del pernotto. Si consiglia elasticità fisica e mentale!
Le tappe in dettaglio
6 ottobre: Da San Pellegrino in Alpe a Poggio
25,8 km, dislivello 395m+ e 1455m-, asfalto 49% + sterrato 51%
Una giornata immersi nella Garfagnana: si lascia il crinale tosco emiliano con una lunga e ripida discesa che ricalca il confine tra il ducato estense e la repubblica di Lucca. Tra San Pellegrino e il fiume Serchio ci sono quasi 1300m di dislivello in discesa. Il percorso tocca alcuni dei paesi più suggestivi della valle: si inizia con Pieve Fosciana, antica città in pietra, poi Castelnuovo paese fortificato e capitale estense del territorio ed, a seguire la perla di Pontecosi. Prima della conclusione, l’attraversamento del ponte ferroviario della Villetta sarà un momento indimenticabile. In questa tappa potremo fare anche una doccia termale a 35 gradi aPrà di Lama
7 ottobre: Da Poggio al Passo della Tambura (Campaniletti)
18,3km, D+ 1380m, D- 390m, asfalto 47%, sterrato 53%
Siamo sempre in Garfagnana, percorrendo la valle dell’Edron fino a Vagli dove passando sulla diga attraverseremo il lago in cui giace sommerso il borgo di Fabbriche di Careggine; la Vandelli al tempo passava dal paese, qualche volta se l’acqua è bassa è possibile vedere la strada al bordo del lago. Da qui iniziare la lunga ascesa nella valle dell’Arnetola, le cave sono l’altro elemento caratteristico del percorso fino al passo della Tambura con una vista meravigliosa sul mar Tirreno. L’ultimo tratto in discesa ci porta fino alla Finestra Vandelli e al Rifugio Nello Conti dove passeremo la notte
8 ottobre: Dai Campaniletti a Massa
18,3 km + 6,3 fono al mare, D+ 500 m, D- 1875m, 45% asfalto, 55% sterrato e sentiero
Sicuramente è questo il tratto più spettacolare della Via Vandelli: chilometri di muro a secco costruiti sui ripidi fianchi delle Alpi Apuane, sopra cui corrono i tornanti ancora oggi perfettamente lastricati con la vista sul mare che man mano andrà scomparendo e arriviamo a Resceto proseguiamo lungo il torrente Renara fino a Guadine dove inizia la seconda parte che costeggia il tracciato originale percorrendo le mulattiere che erano dei cavatori lungo il canale Renara e il torrente Frigido. Si arriva in Piazza Aranci a Massa da dove volendo si può proseguire fino al mare.
Quota di partecipazione 330 €
La quota comprende: 1 notte in appartamento + 1 notte in rifugio con colazione, 2 cene, transfer da Lucca a San pellegrino in Alpe, bus da Massa a Marina di Massa o alla stazione ferroviaria, accompagnamento guida ambientale, assicurazione medico bagaglio.
la quota NON include: viaggio per Lucca e viaggio di rientro da Massa, pranzi al sacco, ingressi
e tutto quanto non espressamente indicato in “la quota comprende”
Data chiusura iscrizioni: 25/09/2023
La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 100 € alla conferma.
Saldo entro il giorno 04/10/2023
N. minimo partecipanti 8 - N. massimo partecipanti 12
supplemento singola: non disponibile
In caso di mancato raggiungimento del numero minimo, la quota versata verrà restituita.
Importante comunicare per iscritto, alla prenotazione, le proprie particolari esigenze alimentari (intolleranze, ecc.), o condizioni personali da tenere presenti.
Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 20 € con copertura COVID
Prenotazioni: MORGANTI VIAGGI tel 349 7703003 - mail morgantiviaggi@gmail.com
Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO tel 3492303093 - mail: mariaodiliaconsiglio@yahoo.it
Organizzazione tecnica: MORGANTI VIAGGI
RCA: Polizza Allianz n° 11112273 – fondo garanzia: polizza TUA Assicurazioni n° 40321512000931
Un itinerario nell’Appennino Modenese tra laghi e monti
9-10 settembre 2023
Il Monte Giovo con i suoi 1991m è la più alta e possente montagna del crinale appenninico modenese, con vaste fiancate, due circhi glaciali, ripidi canaloni, spalti rocciosi e diverse cime che vanno a costituire la sommità. La croce metallica alta circa 4 metri realizzata nel 1963 e i 180 kg di peso furono portati, con più viaggi, suddivisi negli zaini di circa 40 giovani scout emiliani capitanati da Emilio Ballestri e da Tullio Marchetti, fondatore dello storico rifugio che porta il suo nome.
Il Monte Rondinaio si trova tra il Monte Giovo, a nord-ovest, e l’Alpe Tre Potenze, ad est, al confine tra Toscana e Emilia-Romagna, tra le provincie di Modena e di Lucca. Il Monte Rondinaio (1.964 metri), dopo il Monte Prado (2.054 metri) e il vicino Monte Giovo (1.991 metri) è la terza vetta più alta della Toscana. Il Monte Rondinaio è uno stupendo punto panoramico sull’Appennino Tosco-Emiliano. Da qui si hanno splendide vedute sul crinale appenninico, sul Monte Cimone, sulle Alpi Apuane, la Garfagnana, il Monte Pisano e il mare. A strapiombo, sotto al Rondinaio, sono visibili il Lago Turchino e il Lago Torbido, più lontano il Lago Baccio.
Sui percorsi troveremo i celebri quattro laghi situati ai piedi del massiccio Giovo-Rondinaio: Santo, Baccio, uno dei laghi più belli dell’Appennino, Turchino una piccola gemma incastonata tra le rocce e i prati e Torbido un lago effimero
Il Lago Santo è sovrastato dal Monte Giovo ed è il più grande lago naturale di origine glaciale dell’Appennino modenese, si trova ad un altitudine di 1.501 metri. Sulle sponde del lago si trovano il Rifugio Vittoria e il Rifugio Giovo. Una piccola cappella con all’esterno alcune strane statue si trova lungo il sentiero superiore del lago.
9 settembre: Ascensione alla cima del Monte Giovo dal Passo della Boccaia, discesa per la Borra dei Porci al Lago Santo. 10km, 630m (o 417?) dislivello
La salita al Monte Giovo dal Passo della Boccaia per la tozza cresta e lo spallone settentrionale è un percorso molto panoramico. Attraversiamo la stupenda vallata dei Campi Di Annibale caratterizzato da un’estesa prateria con mirtilli e rocce sparse di arenaria, anticamente sede dell’ultimo ghiacciaio del Monte Giovo, si entra nel bosco, si supera la sorgente delle Fontanacce raggiungendo il passo Porticciola – Colle Bruciata (1766 mt). Ora seguiamo verso sinistra il sentiero 00 che con salita costante ed il successivo tratto di crinale abbastanza ampio tra erba e roccette e con salita mai eccessivamente ripida ci porta in vetta al Monte Giovo. La vista a 360 gradi è magnifica. Dalla cima si scende per la Borra dei Porci con un po' di attenzione al Lago Santo
10 settembre: lago Santo lago Baccio Monte Rondinaio, Lago Torbido>Lago Turchino> Rondinaio Lombardo Lago Santo.
Questo itinerario comincia dal Lago Santo Modenese. Il sentiero in leggera salita si immerge, ombreggiato, in un bosco di faggi e in circa 20 minuti si arriva al bel Lago Baccio, un lago di origine glaciale dominato dalle sagome imponenti dei primi contrafforti del Monte Giovo. Dopo il lago finisce il bosco e ci inoltriamo nella macchia bassa tipica dei paesaggi appenninici a questa quota. Inizia la salita che ci porta al passo da dove si riescono a scorgere il laghi da cui passeremo al ritorno Torbido e Turchino. Saliamo per l’ultimo tratto fino alla croce del Monte Rondinaio, ci troviamo a 1.964 metri d’altezza, lungo il confine tra la Toscana e l’Emilia-Romagna. Da qui si hanno splendide vedute sul crinale appenninico, il Monte Cimone, le Alpi Apuane, la Garfagnana, il Monte Pisano e il mare. Le vette dell’Altaretto, della Grotta Rosa e del Monte Giovo si stagliano a sinistra del Rondinaio.
EXTRA
Il Sentiero delle Cascate è un sentiero escursionistico di circa 12 chilometri che si sviluppa lungo il Rio Valdarno e il Fosso del Terzino, due corsi d’acqua che scorrono a Sant’Annapelago, all’interno del Parco del Frignano, Lungo il tragitto incontriamo cascatelle e salti d’acqua molto suggestivi. Il percorso, prevalentemente all’ombra, è fiancheggiato da boschi di faggio; il tempo di percorrenza è di circa 4 ore. Si parte da Sant’Anna Pelago e si incontrano molteplici cascate sul percorso.
Caratteristiche tecniche del percorso:
Percorsi di montagna fattibili da chi ha un po' di dimestichezza con dislivelli e terreni accidentati. Sono percorsi di difficoltà E escursionistici, possono diventare più impegnativi per brevi tratti in alcuni passaggi in quota o nelle discese su terreni scivolosi. La lunghezza dei percorsi consente di affrontare tutto con calma. Si arriva quasi a 2000 m di altezza, partendo dai circa 1500 del Lago Santo; se ci sarà voglia e tempo io inserisco un percorso aggiuntivo o alternativo in caso di maltempo, il sentiero delle cascate di Sant’Anna Pelago
Come arrivare:
Con auto proprie o in alternativa con i mezzi pubblici a Pieve Pelago; è prevista un’organizzazione per ottimizzare i trasporti
Quota di partecipazione 190 euro
La quota comprende:
sistemazione 1 notte in camera doppia con colazione, cena, il servizio di guida ambientale escursionistica, assicurazione medico bagaglio.
La quota non comprende: viaggio a/r per il punto di inizio trekking, pranzi, bevande, ingressi, e tutto quanto non espressamente indicato in “la quota comprende”.
Singola: supplemento 20 euro
Data chiusura iscrizioni: 10/08/2023
La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 60 euro alla conferma.
Saldo entro il giorno 18/08/2023
N. minimo partecipanti 8 - N. massimo partecipanti 15
In caso di mancato raggiungimento del numero minimo, la quota versata verrà restituita.
Importante comunicare per iscritto, alla prenotazione, le proprie particolari esigenze alimentari (intolleranze, ecc.), o condizioni personali da tenere presenti.
Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 10 € con copertura COVID
Prenotazioni: MORGANTI VIAGGI tel 349 7703003 - mail morgantiviaggi@gmail.com
Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO tel 3492303093 - mail: mariaodiliaconsiglio@yahoo.it
La Lunigiana terra di cascate, borghi di pietra
e boschi lussureggianti
29 e 30 luglio 2023
Aldilà delle Alpi Apuane si estende la Lunigiana, una terra verde, ricca di tradizioni e storia, il cui nome deriva dalla Luna. Attraversata dai percorsi medievali della Via Francigena testimonia, ancora oggi, i segni dell’antica e intensa civiltà.
La Lunigiana è straordinariamente ricca di piccoli borghi solitari e dimenticati; la pietra ricavata dai fianchi delle montagne, riveste ogni edificio assieme al legno di castagno. Gli scalpellini locali sono abili maestri nella lavorazione di stipiti, finestre, stemmi, portali e figure grottesche. Le architetture delle case sembrano ferme da generazioni e modificate quel tanto che basta alle nuove esigenze. Una curiosità della Lunigiana sono i cosiddetti Faccion, volti umani scolpiti ad altorilievo nella pietra, di fatture rustiche e arcaiche, dai lineamenti deformati e dalle espressioni enigmatiche, se ne trovano ovunque, negli spigoli, negli archi di volta dei portali, sulle finestre, sui cornicioni, sulle chiese e servono a scacciare gli influssi maligni.
La Lunigiana, visto anche il periodo in cui facciamo questa proposta di trekking è imprescindibile dalle sue acque e dai boschi: cascate ovunque, corsi d’acqua che non sembrano patire la sete, emozionanti gole, bozzi, marmitte e cavità scavate dalla forza di questo elemento in cui potremo godere della frescura e della suggestione che l’acqua sa provocare
I percorsi sono volutamente facili e lunghi il gusto per consentirci di fare anche qualche tuffo nelle acque fresche dei corsi d’acqua. La cascata di Pracchiola lascia a bocca aperta tanto quanto alcun dei borghi che visiteremo come Mulazzo, Montereggio, Bagnone.
29 luglio: Escursione al Piscio di Pracchiola e alla cascata delle Colombaia 6 km e 235m di dislivello;
Cascata di Farfarà da Cervara e i Facion nella Valle del Verde 12,5 km 383m dislivello
Il piscio di Pracchiola si trova nei pressi dell’omonimo borgo, nell’alto corso del fiume Magra a 700 metri d’altezza, in Valdantena. In questa parte, il fiume ha un regime torrentizio, prima di rallentare il suo corso dopo Pontremoli. La cascata è di una trentina di metri di altezza, molto suggestiva, cade giù da una parete rocciosa che circonda tutta la zona e si tuffa in una pozza d'acqua cristallina dove è possibile fare il bagno.
Pracchiola, tra castagneti bellissimi dal sapore antico, interrotti da case in sasso, piccoli campi e pascoli. Pur essendo località ormai poco abitate, la natura mantiene l'ordine impostato da secoli da chi viveva in queste zone. Basta guardarsi intorno per vedere ancora castagneti ben tenuti o pascoli ancora in ordine.... magari con l'erba alta e abbandonati ma dove la natura selvaggia non ha ancora preso il sopravvento. Sono ancora presenti e quasi intatti i terrazzamenti, i muretti a secco e quelli di contenimento. La gente viveva di pastorizia, agricoltura e di qualche scambio di merci con i paesi e le città vicine e l’’antica strada detta "lombarda garantiva un certo traffico di persone e merci
La Valle del Verde si trova nella parte settentrionale del territorio comunale di Pontremoli e prende il suo nome dal torrente omonimo. Storicamente importante, per il passaggio della Via del Brattello e del Borgallo, le numerosissime maestà ed edicole sacre, i ponti medievali, la valle è caratterizzata da una natura rigogliosa, con i bellissimi paesaggi creati dal torrente come per esempio nelle cascate nei pressi di Guinadi e Cervara e quella di Farfarà sopra il Lago Verde. Cervara, con la chiesa di San Giorgio, è famosa per i faciòn, sculture apotropaiche tipiche di tutte la Lunigiana e della valle in particolare. Da Cervara è possibile arrivare tra caratteristici alpeggi fino al Lago Verde e la cascata di Farfarà.
30 luglio Percorso tra Mulazzo la cascata della Parana e Montereggio il borgo dei librai circa 15 km dislivello 500m; Bagnone, il castello e il torrente
Da Mulazzo, in particolare da Montereggio e Parana, due frazioni del comune, a metà Ottocento numerose famiglie partivano con gerle cariche di libri da vendere su bancarelle come ambulanti al centro e nord Italia prima e all'estero poi. Montereggio è l'unico paese italiano presente nel circuito internazionale delle Book Town e sede a fine agosto della festa del Libro di Montereggio. Un po' incuriosita da queste peculiari vicende faremo una visita a questi borghi con un percorso che attraversa un territorio
Mulazzo sorge ben visibile e caratteristico su un colle alla destra del
fiume, ebbe una certa importanza in epoca medievale essendo centro del feudo dei Malaspina. Il centro storico ben tenuto e ordinato, dominato dal grigio della pietra arenaria possiede antiche
porte di accesso, palazzi di pregevole fattura e di una bella piazza da cui si gode una bella vista della valle del fiume Magra, qui si alza la statua di Dante ha soggiornato a Mulazzo; rimane la
torre a pianta esagonale, unica reminescenza del castello
Le suggestive Cascate di Parana è un luogo
incantevole fatto di pozze d'acqua limpida e fresca.
Montereggio è l’unico “paese dei libri” di tutta Italia, è stato il solo in Italia a meritare l’inclusione nella lista delle Book Town di tutto il mondo; da Montereggio partivano numerosi librai ambulanti verso la pianura Padana e anche l’estero già dal Rinascimento. Sistemando i carretti nelle vie e nelle piazze delle città che non avevano ancora un commercio librario particolarmente sviluppato, i librai di Montereggio portavano con le loro bancarelle la lettura in tutti gli angoli del Paese. La loro intraprendente e pionirestica avventura di librai-ambulanti vive ancora oggi grazie all'importantissimo Premio Bancarella, nato qui nel 1952 e ancor oggi basato sugli esclusivi giudizi di librai e bancarellari.
Esso sorge su un colle nell’alta valle del torrente
Mangiola, lungo il tracciato di un’antica via medievale che univa il Passo dei Casoni, la Val di Vara e quella del Magra;l’abitato si distende lungo l’asse viario in modo lineare, con una porta
che distingue la parte meridionale del borgo, forse di più antica origine, riposizionata al contrario, con il bugnato verso l’interno. All’inizio del paese sorge un palazzo malaspiniano che costituisce un innesto sul
primitivo castello, del quale restano due torri cilindriche inglobate nell’edificio.
Il Borgo di Bagnone è un borgo medievale sulle pendici collinari preappenniniche Tosco-Emiliane. È caratterizzato dalle cascatelle che scorrono sulla
parte destra del paese, formatesi nella roccia dallo scorrere del Torrente Bagnone.
La parte più antica del paese sorge sulla parte sinistra del Torrente Bagnone, dal quale poi prese il nome. La torre circolare posta in questa zona del borgo serviva per il controllo della
viabilità della vallata ed era posto in collegamento con le altre torri simili: Malgrate, Groppoli e Mulazzo. Il castello si trova sulla collina più alta ed è ben visibile appena entrati nel
paese. È dominato da un imponente torrione cilindrico in pietra. La torre rimane l’unica struttura
superstite del castello, oggi del tutto scomparso e in parte inglobato in edifici minori della villa dei conti Ruschi-Noceti.
Il torrente Bagnone nasce dal monte Sillara a 1861 metri ed è ricco d'acqua, con diverse centrali idroelettriche lungo il suo corso. Numerosi sono i punti dove poter fare il bagno come il bozzo dell’Anguillara e i bozzi di Treschietto
Note al trekking:
Ci muoveremo con le auto e i percorsi da fare a piedi sono uno o due nella giornata e sempre o lungo corsi d’acqua o dentro i boschi. Si visitano anche borghi. Alcune cose riportate sono indicative, da spostare da un giorno all’altro o da decidere al momento in base alle tempistiche di svolgimento della giornata come la visita ad alcune delle cascate numerose che si ritrovano nel territorio. Escursioni medio facili.
Quota di partecipazione 180 €
La quota comprende: sistemazione 1 notte in camera singola con bagni in comune colazione e cena, il servizio di guida ambientale escursionistica; assicurazione medico bagaglio.
La quota non comprende: viaggio per il punto di inizio trekking e per la propria destinazione di rientro, pranzi, bevande, ingressi e tutto quanto non espressamente indicato in “la quota comprende”.
Data chiusura iscrizioni: 10/07/2023
La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 60 € alla conferma.
Saldo entro il giorno 15/07/2023
N. minimo partecipanti 8 - N. massimo partecipanti 15
In caso di mancato raggiungimento del numero minimo, la quota versata verrà restituita. Importante comunicare per iscritto, alla prenotazione, le proprie particolari esigenze alimentari
(intolleranze, ecc.), o condizioni personali da tenere presenti.
Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 10 € con copertura COVID
Prenotazioni: MORGANTI VIAGGI tel 349 7703003 - mail morgantiviaggi@gmail.com
Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO tel 3492303093 - mail: mariaodiliaconsiglio@yahoo.it
Organizzazione tecnica: MORGANTI VIAGGI RCA: Polizza Allianz n° 11112273 – fondo garanzia: polizza TUA Assicurazioni n° 40321512000931
Uno spettacolare trekking intorno al Re di Pietra
il Monviso
Dal 3 al 6 agosto 2022
Il Giro del Monviso è il primo trekking intorno ad una vetta del quale vi sia notizia. Oggi è uno dei
trekking di alta quota più conosciuti e spettacolari d’Europa. La cornice paesaggistica in cui si
sviluppa l’anello è idilliaca ed offre molti scorci panoramici sui diversi profili del “re di Pietra” che
con i suoi 3841m di altezza è la vetta più alta delle Alpi Cozie ed è visibile con la sua caratteristica
forma di piramide da tutta la pianura ed anche da casa mia (aggiungo).
Dal 2013 è stato dichiarato Patrimonio Unesco come riserva della biosfera nazionale e
transfrontaliera con la Francia; la natura è protetta da due parchi naturali: il parco regionale del
Monviso e quello del Queyras in territorio francese ed è caratterizzato da una grande varietà di
ecosistemi in diverse condizioni climatiche (il territorio va dai 450 ai 3841 metri sul livello del mare), tra cui si segnala l’ area del Monte Viso dalle ardite pareti rocciose, il bosco dell’Alevè
popolato principalmente dal Pinus cembra e il bacino del Fiume Po, che ha origine a Pian del Re (2020 metri) e scorre attraverso l’intera area centrale della riserva della biosfera; di grande suggestione i laghetti cristallini di alta quota e gli specchi d’acqua della valle del Po, le praterie alpine, il Buco di Viso, storica galleria lunga circa settantacinque metri interamente scavata nella roccia che collega l’Italia con la Francia, i vasti spazi del Queyras francese, gli animali che
troveremo sul percorso: stambecchi, camosci, aquile, marmotte.
Percorrendo l’anello del Monviso si trovano vari rifugi alpini che ci raccontano la storia dell’alpinismo e consentono agli escursionisti di “perdersi” davanti a straordinari orizzonti e a memorabili albe.
Montagne di Calabria: Il Pollino, la Sila
e i fossili viventi
Non solo mare in questa terra misteriosa, imprevedibile, affascinante, contrastante e selvaggia
Dal 17 al 23 luglio 2023
Come posso raccontarvi questa terra e farvi venire voglia di visitarla a luglio quando fa caldissimo e buona parte delle persone identifica la Calabria come una terra arida e desolata, dal bellissimo mare in cui rifugiarsi per sfuggire alla calura estiva?
Parto con le parole di un giornalista, fotografo naturalista calabrese che più di tutte mi hanno coinvolta, quelle di Francesco Bevilacqua che a proposito della Calabria in uno dei suoi tanti libri su questa terra “Montagne di Calabria” così scrive di lei… Eccola la Calabria verace, bella e quasi sconosciuta , modellata a piene mani da madre natura con larga generosità di colori, odori, sapori, di montagne verdi ed intriganti con un’eccezionale patrimonio di biodiversità che intreccia specie alpine e mediterranee e che ben 3 parchi nazionali proteggono. Le montagne della Calabria sono luminose perché vicinissime al mare, non c’è scenario dalle sue cime che non abbia il mare come sfondo, sono in continuità con esso. Sono monti intrisi di una cultura e di una storia quasi scomparsa che, dove affiora o viene ritrovata, è in grado di suscitare forti emozioni.
Quando si arriva in Calabria si entra subito in contatto con l’aspetto montuoso di questa terra: rilievi imponenti alti oltre 2000m nella zona calcarea dolomitica del Pollino con una bellezza quasi architettonica, mirabilmente composta; rilievi più arrotondati di natura granitica e cristallina nella Sila, le Serre e la catena costiera, con un aspetto più bucolico e silvestre.
Due sono i peculiari abitanti di questi monti, i fossili viventi del titolo: il pino loricato sul Pollino, albero dall’aspetto robusto che si è adattato a vivere in ambienti di alta quota in condizioni estreme sviluppando un portamento tormentato, affascinante, spesso scultoreo e monumentale che rimane tale anche negli esemplari morti resistenti alla decomposizione per le particolari resine che possiede; il pino laricio nella Sila, il simbolo della flora calabrese, presente sullo Stemma della Regione Calabria, esso raggiunge nella riserva di Fallistro i 45 metri di altezza con esemplari di 350 anni.
Già questi due monumenti naturali potrebbero essere una motivazione sufficiente per invogliarci a visitare questa regione ma, posso continuare…
La Calabria è stata raccontata come meta esotica dai tanti viaggiatori del grand tour che ne sono rimasti incantati tra il settecento e i primi del Novecento; sordi agli avvertimenti di chi li metteva in guardia contro il brigantaggio e le strade inesistenti e gli alloggi disagevoli, intrapresero questi avventurosi viaggi rimanendo folgorati dai paesaggi montani dai tratti sublimi così simili a quelli delle Alpi
E quando dagli anni 80 la Calabria ha cominciato ad essere percorsa da moderni viaggiatori, questi si sono trovati davanti cose inimmaginabili come: canyon, cascate fragorose, boschi fitti e immensi, ampie vallate prative, pinete ed abetine nordiche, altopiani sconfinati e maestose timpe di roccia.
Insomma, un viaggiatore che arriva in Calabria da sempre ne resta disorientato, non si riesce a definirla. La si trova diversa, non solo dalle
altre regioni italiane, ma da qualsiasi parte del mondo, essa muta bruscamente ad ogni curva nel paesaggio, nel clima, nella composizione etnica degli abitanti. È certo la più strana tra le
nostre regioni. (Guido Piovene)
Pronti quindi a sopportare le strade contorte di questa regione che scendono e risalgono dal mare? A compiere un gran numero di andirivieni come se si
seguisse il capriccioso tracciato di un labirinto (Piovene)? Se siete viaggiatori che hanno “fede nel Sud” come scrive Predrag Matvejevic “allora
venite al sud per compiere il viaggio della vostra vita”.
Programma completo su richiesta : odiapiedi@gmail.com
Nel parco nazionale dei Monti Sibillini
Le fioriture di Castelluccio di Norcia
La salita al Monte Vettore e
“la Cappadocia italiana” le Lame rosse e il lago di Fiastra
30 giugno – 2 luglio 2023
A 1300m di quota si apre il magico e suggestivo tetto “dei Sibillini”, uno dei luoghi più belli d’Italia, da qualche anno noto anche come facente parte “delle Terre Mutate”…, mutate dal terremoto che ha lasciato Castelluccio fortemente colpito ed alcuni suoi abitanti ancora lì a cercare di risanare le ferite ed andare avanti come possono.
In questo altopiano magico e suggestivo ogni anno si verifica tra maggio e luglio un fenomeno straordinario: la fioritura delle lenticchie e di mille altre specie di fiori, che creano un’alternanza di colori dal giallo ocra al rosso, dal viola al blu, con qualche punta di bianco qua e là. La fioritura si espande sulle morbide curve dell’altopiano circondato dalle aspre pareti rocciose dei monti, tra cui il maestoso Vettore con i suoi 2476 m di altezza.
Fortunati coloro che hanno modo di vedere le fioriture di Castelluccio ogni anno o in momenti diversi; vederle una sola volta non basta: cambia ogni anno, anzi ogni settimana, con nuovi fiori che sbocciano e altri che appassiscono. Camminando lungo i sentieri possiamo incontrare: genzianelle, narcisi, violette, papaveri, ranuncoli, asfodeli, viole, trifogli, acetoselle e tanto altro.
Tutto ha inizio quando si sciolgono le nevi ed inizia la semina; in particolare quando arriva il momento della fioritura delle piante chevivono in simbiosi con la lenticchia; i campi non seminati a lenticchia spezzano stupendamente l’armonia dei colori, con strisce verdi brillanti per il grano, viola tenue per la lupinella. Ben lo sanno gli agricoltori di Castelluccio, che ogni anno orchestrano sapientemente, seguendo il ciclo della semina dei campi, ildisegno del quadro della fioritura.
A questo link potete vedere i cambiamenti settimanali delle fioriture del 2020 https://www.castellucciodinorcia.it/project/fioritura-castelluccio-2020/
Quest’anno saliremo anche sul Monte Vettore che domina il piano di Castelluccio Dalla vetta del monte si può ammirare in giornate limpide il Gran Sasso, il Terminillo, il litorale marchigiano e l’Adriatico. Sulla pendice nord del monte Vettore, nella conca naturale abbracciata dall’arco montuoso, a 1.941 metri di quota si trova il Lago di Pilato di grande interesse tra i naturalisti e i biologi, ospita tuttora un endemismo peculiare, una specie autoctona di gambero: il Chirocefalo del Marchesoni.
Nella giornata di rientro ci fermeremo al lago di Fiastra dove con un itinerario facile di trekking raggiungeremo il canyon rosso delle Marche, la Cappadocia italiana.
.Cosa vedremo in questo viaggio
§ Castelluccio, con i suoi 1452 m di quota è il centro abitato più elevato dell’Appennino umbro-marchigiano e cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
§ i piani carsici di Castelluccio e le fioriture
§ il monte Vettore
§ Le lame Rosse ed il lago di Fiastra
§ Ussita
30 giugno: Grande anello dei Sibillini: La fioritura dei piani di Castelluccio
12 km, 340m di dislivello
Nell’anfiteatro naturale dei Monti Sibillini dominato dal borgo di Castelluccio, tra Pian Grande, Pian Piccolo e il Pian Perduto, cammineremo tra le fioriture e i punti panoramici da dove poterle ammirare; sarà un trekking di grande bellezza e di riflessione perché le crepe e i crolli del terremoto non potremo ignorarli ma impareremo dagli abitanti del posto che si sono rialzati ad essere anche noi più costruttivi. In serata spostamento in hotel, cena e pernottamento
1 luglio: Monte Vettore da Forca di Presta
10 km 5 ore e mezzo 930 m +e -
Il percorso inizia al valico di Forca di Presta (1536 m). Si sale per il sentiero che all’inizio si tiene leggermente sotto il crinale. Giunti a quota 1920, in prossimità di una sella, si oltrepassa la croce in memoria di Tito Zilioli e si sale al monte Vettoretto (2052 m), cima poco pronunciata a cavallo tra la Valle Santa (Umbria) e il versante sud del Vettore (Marche). Si prosegue fino a giungere al rifugio Zilioli (2240 m) e da qui in direzione nord-est si sale piuttosto rapidamente fino alla vetta del Monte Vettore (2476 m).
Il Monte Vettore (dal latino Victor, vincitore) è il rilievo montuoso più alto dei Sibillini, con i suoi 2.476 metri di altitudine. Durante il Pleistocene superiore (da 125.000 a 10.000 anni fa) il ghiacciaio ha trascinato in avanti detriti morenici che hanno generato uno sbarramento naturale creando un circo glaciale che oggi ospita il Lago di Pilato. Al rientro a Ussita con chi lo desidera faremo un giro per le borgate
Rientro in hotel, cena e pernottamento
2 luglio: La Cappadocia d’Italia: Le lame Rosse e il lago di Fiastra
10 km, dislivello 300m
Uno dei più famosi itinerari dei Monti Sibillini e delle Marche, immerso nella splendida cornice del lago di Fiastra si trova uno dei siti più particolari del Parco dei Sibillini dove l’erosione
degli agenti atmosferici, nel corso del tempo, ha modellato la roccia in forme suggestive e spettacolari formando un canyon rosso dalle suggestive forme e colori. L’itinerario parte dalla diga
del lago di Fiastra, con scorci sull’azzurro lago e sulla valle caratterizzata dalle rocciose gole del Fiastrone, si immerge subito nell’ombra del bosco di leccio fino ad arrivare al fosso della
Regina dal quale in breve tempo si giunge alla vista dei pinnacoli.
Ci fermeremo a fare una sosta sulle sponde del lago
dove è possibile anche fare il bagno.Alla fine del percorso rientreremo a casa
Caratteristiche dei percorsi e requisiti richiesti:
Percorsi facili il primo e terzo giorno, escursione mediamente impegnativa quella in cui saliremo sul Monte Vettore per il dislivello da affrontare ma sempre di livello
escursionistico, fattibile con calma in quanto sono 10 km, andata e ritorno sullo stesso percorso.
Quota di partecipazione in camera doppia 300 euro
La quota comprende: sistemazione 2 notti in hotel in camera doppia con colazione, 2 cene, servizio di guida ambientale escursionistica per 3 giorni; assicurazione medico bagaglio, degustazione prodotti tipici.
La quota non comprende: viaggio per i Monti Sibillini; i pranzi, gli ingressi e tutto quanto non espressamente indicato ne “la quota comprende”.
Camera singola disponibile con supplemento di 60 €
Data chiusura iscrizioni: 15/05/2023
La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 80 € alla conferma. Saldo entro il giorno 05/06/2023
N. minimo partecipanti 8 - N. massimo partecipanti 15
In caso di mancato raggiungimento del numero minimo, la quota versata verrà restituita.
Importante comunicare per iscritto, alla prenotazione, le proprie particolari esigenze alimentari (intolleranze, ecc.), o condizioni personali da tenere presenti.
Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 20 € con copertura COVID
Prenotazioni: MORGANTI VIAGGI tel 3497703003 - mail morgantiviaggi@gmail.com
Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO tel 3492303093 -
mail: mariaodiliaconsiglio@yahoo.it
Organizzazione tecnica: MORGANTI VIAGGI
RCA: Polizza Allianz n° 11112273
fondo garanzia: polizza TUA Assicurazioni n° 40324512000337
LA VIA VANDELLI DAL PALAZZO DUCALE DI MODENA
A QUELLO DI MASSA
Prima parte da MODENA A SAN PELLEGRINO IN ALPE
Dall’1 al 4 giugno 2023
La prima delle strade moderne, costruita tra il 1739 e il 1751 da Domenica Valdelli su idea di Francesco III d’Este, duca di Modena che voleva realizzare una via completamente lastricata per collegare la capitale del ducato Modena col mar Tirreno a Massa: il Frignano, la Garfagnana e le Alpi Apuane. Sette tappe, tre palazzi ducali, innumerevoli torri, chiese, campagne, foreste e boschi silenziosi, calanchi, valli inospitali, borghi e panorami vastissimi dal crinale tosco-emiliano alle Alpi Apuane: tutto questo in poco più di 170 km da Modena e con 5.400 m di dislivello (attenzione: noi ne percorreremmo la metà).
Giulio Ferrari è un abitante della Via Vandelli che ha recuperato l’intero tracciato della Vai Vandelli e, per quanto è stato possibile, ha cercato di mantenere la nuova via fedele a quella originaria individuando deviazioni se c’erano situazioni di eccessivo traffico veicolare o impossibili passaggi dovuti alle proprietà private, consentendo a volte di raggiungere punti di notevole interesse storico a architettonico. Il percorso è quindi quanto più possibile fedele all’originale perché percorrerlo sia più significativo e memorabile. Come dice il suo ideatore moderno “ la via è una” poi siamo liberi di camminare dove e come vogliamo.
Il percorso presenta soluzioni ingegneristiche e logistiche uniche: tornanti, canalette di scolo, osterie, stazioni di posta, sbancamenti, muri a secco, filari di querce tuttora visibili sul cammino e
molto altro di cui avremo modo di godere dalla partenza alla nostra meta intermedia a San Pellegrino in Alpe.
Tengo a precisare che il percorso è impegnativo sia per la lunghezza delle tappe che per i dislivelli da affrontare; farla in due parti può aiutarci nell’impresa. I primi chilometri del cammino
si effettuano in pianura. Il resto del percorso è principalmente in montagna, spesso nei boschi; più di un quarto della Via Vandelli si sviluppa oltre i 1.000 m di quota, con due passi oltre i
1.600 m. Osservando il profilo altimetrico sottostante che ho tratto dal sito della via Vandelli, vedete bene il percorso che affronteremo.
Le nostre tappe
1 Modena ➔
Puianello 27,2
2 Puianello ➔
Pavullo nel Frignano 24,4
3 Pavullo nel Frignano ➔
La Santona 25
4 La Santona ➔ San Pellegrino in Alpe 25,8
Il passaporto della Via Vandelli
Anche la Via Vandelli ha un documento che accompagna l’escursionista durante il cammino, che si chiama passaporto del Viandante. Si tratta di un piccolo pieghevole che si può scaricare liberamente dal sito www.viavandelli.com e stampare in autonomia.
Le tappe in dettaglio
Credo sarà bene trovarsi a Modena la sera del giorno prima, diversamente chi vorrà arrivare a Modena direttamente il primo giorno potrà farlo considerando la partenza alle 8.00 del mattino del primo giugno.
Attenzione! Ho riportato la lunghezza delle tappe come da descrizione originale, non tenendo conto delle variazioni in più o in meno dovute al raggiungimento del luogo del pernotto. Si consiglia elasticità fisica e mentale!
1 giugno: Dal Palazzo Ducale di Modena (30m slm) a Puianello (410m slm),
27,2 km, dislivello 410m+ e 10m-, asfalto 40% (principalmente ciclabili) + sterrato 60%
La prima tappa della Via Vandelli, con partenza da Modena, inizia proprio dal Palazzo Ducale Estense in Piazza Roma. Una volta attraversato il centro storico di Modena passando per Piazza Grande, Duomo e la Torre Ghirlandina si raggiunge l’imbocco della ciclabile Modena - Vignola per poi deviare per il percorso natura del Tiepido che condurrà fino a per Torre Maina. Infine, si sale sulle prime colline modenesi fino a raggiungere il Santuario di Puianello, che rappresenta la fine di questa tappa.
2 giugno: Da Puianello (410m slm) a Pavullo(700m slm)
25,1km, D+ 850m, D- 615m, asfalto 56% (piccole strade comunali), sterrato 44%
Continua l’attraversamento delle prime colline modenesi, tra vulcani di fango, calanchi e panorami sulle valli del Tiepido e del Panaro. In questa tappa, la Via Vandelli del 1739 in partenza da Modena si ricongiunge con la Via Vandelli del 1751 che parte dal Palazzo Ducale di Sassuolo passando per Serramazzoni per concludere la tappa al Palazzo e al Parco Ducale di Pavullo.
3 giugno: Da Pavullo (700m slm) a La Santona (1200m slm)
24.9km, D+ 975m, D- 490m, 40% asfalto (ciclabile + strade comunali) , 60% sterrato e sentiero
Dal centro di Pavullo parte la terza tappa con il selciato originale della Vandelli sempre più visibile, prepotente, duro, pietre grigie posate a secco. Presto la strada passa in un bosco ombreggiato e poi in un tratto larghissimo dove potevano incrociarsi anche due carrozze. Poco dopo il cippo dedicato al partigiano Celeste Guido Boni, caduto nel 1944. Una enorme piazzola di sosta ospitava uno dei primi autogrill della storia, al suo interno anche la stanza del duca. Si toccano luoghi storicamente molto importanti come il Castello di Montecuccolo, il borgo medievale di Monzone; si percorrono vie panoramiche e sentieri che conducono a luoghi molto antichi come il Ponte d’Ercole o Ponte del Diavolo, per poi attraversare Lama Mocogno e raggiungere infine La Santona.
4 giugno: La Santona (1160m slm) a San Pellegrino (1500m slm)
25.8km, D+ 870m, D- 515m; asfalto 15% (piccole strade comunali), sterrato 85% (fondo originale lastricato + sterrato + sentiero
La quarta tappa si immette immediatamente nel percorso originale progettato da Domenico Vandelli che si seguirà fino a raggiungere San Pellegrino in Alpe. I punti importanti da non perdere lungo il percorso sono le cosiddette “capanne celtiche”, con la caratteristica copertura pensata per favorire lo scioglimento delle nevi, sono un unicum in Italia, un’esclusiva del Frignano. Una lapide in onore di Domenico Vandelli si ritrova in località La Fabbrica (Pievepelago), dove sorgeva una delle stazioni più importanti del percorso anche per laricchezza di acqua. Il passo del Lagadello è il punto più alto della Via Vandelli a 1620 mt di altezza che marca il confine tra Emilia Romagna e Toscana.
Il prezzo del viaggio è di 450 euro ed include sistemazione in camere doppie o triple di mezza pensione in hotel, BB, agriturismi, trasporto bagagli, viaggio da Lucca a Modena in treno e da San Pellegrino a Lucca bus e treno, accompagnamento con guida ambientale, assicurazione medico bagaglio
Il prezzo NON include il pernottamento a Modena del 31 maggio, necessario per chi viene da lontano perché si parte la mattina presto dell’1 giugno, il viaggio da e per Lucca dove il percorso si conclude arrivando con i mezzi pubblici; pranzi al sacco ed eventuali bevande
Tutto quanto non espressamente indicato in “la quota comprende”
Data chiusura iscrizioni: 25/03/2023
La prenotazione va effettuata tramite versamento di un acconto di 150 € alla conferma.
Saldo entro il giorno 05/05/2023
N. minimo partecipanti 6 - N. massimo partecipanti 10
supplemento singola: non disponibile il primo giorno
In caso di mancato raggiungimento del numero minimo, la quota versata verrà restituita.
Importante comunicare per iscritto, alla prenotazione, le proprie particolari esigenze alimentari (intolleranze, ecc.), o condizioni personali da tenere presenti.
Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 20 € con copertura COVID
Prenotazioni: MORGANTI VIAGGI tel 349 7703003 - mail morgantiviaggi@gmail.com
Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO tel 3492303093 - mail: mariaodiliaconsiglio@yahoo.it
Organizzazione tecnica: MORGANTI VIAGGI
RCA: Polizza Allianz n° 11112273 – fondo garanzia: polizza TUA Assicurazioni n° 40321512000931
Assicurazione facoltativa annullamento viaggio: 20 € con copertura COVID
Prenotazioni: MORGANTI VIAGGI tel 349 7703003 - mail morgantiviaggi@gmail.com
Per info sul percorso: MARIA CONSIGLIO tel 3492303093 - mail: mariaodiliaconsiglio@yahoo.it
Organizzazione tecnica: MORGANTI VIAGGI
RCA: Polizza Allianz n° 11112273 – fondo garanzia: polizza TUA Assicurazioni n° 40321512000931
Il Delta del Po a piedi, in bicicletta e barchino
Un territorio fatto di terra e acqua in continua evoluzione, una mano che si protende verso il mare con le 5 dita che sono i rami principali del fiume Po
Dal 12 al 14 maggio 2023
Il delta del Po, l’unico delta in Italia, è la più grande riserva nazionale di biodiversità e zone umide. Un paesaggio in evoluzione che avanza ogni anno di circa 60 metri. La varietà e ricchezza di ambienti, rami fluviali e paludi di acqua dolce e salmastra, sacche marine, boschi e pinete, dune e spiagge naturali ha fatto sì che il delta del Po diventasse Patrimonio culturale dell’umanità e che vi fosse istituito un Parco Regionale a cavallo di due regioni Emilia Romagna e Veneto nel 1988.
I paesaggi sono tanti e riconoscibili andando dall’interno verso il mare: Il paesaggio agricolo solcato da innumerevoli canali e dai vari rami del Po segnato da distese di mais, barbabietole, erba medica e soia e quello antico, marginale, vallivo –lagunare: il prezioso ambiente umido, economicamente rinvigorito dalle attività di miticoltura e acquacoltura. E’ un mosaico intricato di valli, lagune, sacche, bordure sabbiose, le strade di argine sembrano finire in mare aperto, spesso i canali sono più in alto della pianura circostante, e si scorgono ancora i casoni dai tetti spioventi di vegetali di palude dove i vallesani stavano da ottobre a Natale.
Il Parco sembra un vero e proprio paradiso in cui acqua e terra creano un sistema idroviario unico in Europa per estensione e fascino naturale. Comunque si affronti un itinerario in questa zona sospesa e trasparente, molte sono le suggestioni legate ai giochi luminosi che la natura offre sull’acqua del fiume, ai fitti intrichi della vegetazione nelle golene, al movimento improvviso degli uccelli e degli insetti. E non mancheranno suggestioni artistiche e architettoniche che ricordano una storia millenaria
Ogni giorno ci sarà da camminare e da pedalare o da godersi le acque stando sulle barche, facendo visite di centri storici e monumenti e musei e gustando le prelibatezze locali.
Dormiremo a Comacchio, la piccola Venezia, chiamata così per i tanti ponti e canali che la attraversano, sarà stupefacente fare anche la conoscenza di questa cittadina.
maggiori info a questo link:
La Via Francigena da Gallina ad Acquapendente
al confine tra Toscana e Lazio
2 e 3 maggio
La Via Francigena Patrimonio dell’Unesco, è ormai un itinerario notissimo, percorso da pellegrini di tutto il mondo. La proposta per questi due giorni sarà quella di camminare insieme per cogliere tutto quello che di semplice e sorprendente questa via saprà regalarci.
Il percorso che noi andremo a fare va da Gallina ad Acquapendente ed è straordinariamente bello paesaggisticamente, arricchito lungo il percorso dalla presenza di borghi come Radicofani, Proceno e Acquapendente dove concluderemo il nostro percorso. Il bagliore e la sinuosità che caratterizza i percorsi del senese qui si fanno più potenti perché completamente sconfinati. La stagione è perfetta per godere delle fioriture, quello che non possiamo prevedere sono le temperature, speriamo non sia troppo caldo.
2 maggio: Da Gallina a Radicofani
18 km, dislivello in salita 560 m
Inizieremo questa tappa della Via Francigena da Gallina dove passa il 43°parallelo e arriveremo a Radicofani nota come “il nido delle aquile”. Il percorso è straordinariamente bello paesaggisticamente. Il bagliore e la sinuosità che caratterizza i percorsi del senese qui si fanno più potenti perché completamente sconfinati. Le strade bianche si snodano con leggerezza per le colline e noi su di esse “ci solleveremo anche un po' da terra”. Il percorso è caratterizzato da una salita non ripida ma costante verso Radicofani a 790 m. slm. La visita del borgo ci riserverà delle piacevoli scoperte: la chiesa romanica di San Pietro che conserva all’interno una collezione di terrecotte robbiane, il palazzo Pretorio e di fronte l’Ospizio che accoglieva i pellegrini di un tempo ed infine la fortezza sulla Rocca di Radicofani a quasi 900m sul livello del mare che è stata una delle roccaforti più importanti d’Italia ed appare da decine di chilometri di distanza. Il paese è rimasto famoso per secoli per aver ospitato, dal 1297 al 1300, il nobile ghibellino Ghino di Tacco (temuto anche come brigante) che compì memorabili imprese in queste contrade, ricordate anche da Dante Alighieri e dal Boccaccio.
Notte in ostello a Radicofani o dove ognuno
preferisce prenotare (riporto il nome di qualche struttura
Casa
del Calzolaio Podere casa al Maestro Casa del moro 5 Casa Holiday del Giardino La gioiosa
Casa del ciliegio); cena in ristorante convenzionato
Per motivi pratici sarà necessario portare un’auto ad Acquapendente in modo da trovarla il giorno dopo a fine tappa. Se riuscite ad organizzarvi e volete
3 maggio: da Radicofani ad Acquapendente, variante da
Proceno
29 km, tempo di percorrenza 7 ore circa; dislivello in salita 352m, in discesa752m
La tappa di oggi è
di transizione tra Toscana e Lazio tra colline ormai familiari ma mai banali e che non ci stancano mai gli occhi. La discesa da Radicofani lungo la vecchia Cassia è uno dei tratti più belli ed
emozionanti dell'intera Via Francigena: attorno i colline a perdita d'occhio e il Monte Amiata, dietro la Rocca, davanti le valli che si allungano verso il Lazio. Giunti a Ponte a Rigo si segue
la variante alla francigena ufficiale che passa da Proceno, magnifico borgo laziale con un bellissimo castello. Questo percorso dopo la seconda metà del 1100, rappresentò un’alternativa più
sicura alla Via Francigena originale che attraversava più in basso lo spartiacque tra la Val d’Orcia e la Valle del Paglia, lungo un percorso divenuto ormai pericoloso per le frequenti imboscate
nei confronti dei pellegrini e gli allagamenti delle zone vallive a bassa quota. Da Proceno raggiungeremo il Ponte Gregoriano prima di affrontare l'ultima breve salita verso Acquapendente dove
troveremo il punto tappa presso la chiesa del Santo sepolcro
La chiesa del Santo Sepolcro, situata nel suo centro storico, è una basilica in stile romanico, appartenente storicamente all’ordine benedettino. Il suo nome è dovuto al fatto che nella
sua cripta sia conservata una pietra macchiata di sangue che si dice provenga dal Santo Sepolcro di Gerusalemme. La cripta è una delle più antiche (X-XI secolo) e rinomate d’Italia, sorretta da
24 colonne che formano con gli archi un affascinante gioco di forme. L’edicola del Santo Sepolcro che vi è contenuta è la copia più antica rimasta in Europa dell'originale, che si trova a
Gerusalemme.
Caratteristiche tecniche e Logistica:
Trekking con zaino in spalla, mediamente impegnativo vista la lunghezza delle tappe, i dislivelli che affronteremo sono graduali e non particolarmente impegnativi
Per le cene e le colazioni ci sono delle strutture convenzionate; il costo è di circa 15-20 euro per la cena. Possibile anche utilizzare a Radicofani in ostello la cucina in autogestione; lenzuola incluse
Il pernottamento e le cene vengono pagati in loco direttamente dai partecipanti.
Il servizio di guida ha un costo di € 50,00 a persona per le due giornate, € 25 per la giornata singola.
La quota deve essere versata con bonifico bancario entro il 31 marzo 2023.
Il ritrovo il primo giorno sarà a Gallina o in altro luogo da concordare; Conclusione del trekking ad Acquapendente alle 17 circa del 3 maggio, rientro da Acquapendente a Gallina con le auto, da organizzare.
Possibilità di organizzarsi per il viaggio di andata e ritorno raggruppandosi nelle auto.
Minimo 6 persone, massimo 15.
Per chi dorme negli ostelli come pellegrino, è preferibile avere La Credenziale ma se non riuscite a procurarvela non preoccupatevi
La Credenziale del Pellegrino, insieme al Testimonium, è il documento fondamentale per il pellegrino. La Credenziale è una sorta di "carta d'identità", un documento che attesta che la persona che ne è in possesso sta svolgendo un pellegrinaggio verso un luogo di culto. Il pellegrino dovrà sempre averla con sé per essere identificato come tale e avere accesso alle strutture di accoglienza. In ogni luogo dove sarà ospitato riceverà un timbro, fino al completamento del cammino.
Per info e prenotazioni sull’itinerario entro il 31 marzo
Maria Consiglio Guida ambientale escursionistica
Tel. 349 2303093 mariaodiliaconsiglio@yahoo.it
Seguiranno info e ulteriori dettagli al momento delle iscrizione.